Terzo incontro
《Un altro bicchierino qui, per piacere.》
《Yah! Park An Seok, sei per caso una femminuccia? Una bottiglia intera da questa parte! Altro che un solo bicchierino, qui ci si comporta da uomini!》
Park An Seok aveva stretto i pugni sotto il tavolo di legno della locanda, cercando di reprimere l'istinto di saltare addosso al suo Sunbae-nim. Nonostante quello fosse più grande di lui di un paio di anni e avesse più esperienza in campo militare, come diamine di permetteva di parlargli informalmente e in modo tanto sfacciato? Park An Seok era sicuro di non avere affatto quel tipo di confidenza con lui ed era più che convinto di non volerne avere. Cosa che non si poteva affatto dire del compagno d'armi alla sua sinistra, nonché suo migliore amico il quale, in quel momento, stava giusto mostrando il bicipite contratto ad una donnaiola del posto. Lee Jung Hwa, il cui nome significa "moralmente retto", non possedeva nulla che si avvicinasse alla correttezza morale; o meglio, generalmente sì, ma di certo non a quell'ora della notte, dopo aver ingurgitato litri di liquore e con una donna tra le braccia. Park An Seok, con un bicchierino di liquore trasparente tra le mani, aveva riso quando il suo migliore amico, in un rapido momento di lucidità, si era accorto che la bella donna che stava vezzeggiando non era poi così bella.
《Jung Hwa, prima di buttarti a capofitto devi dargliela un'occhiata; sono le basi》
Il ragazzo gli aveva lanciato un'occhiataccia 《Tsk, fa' silenzio. Almeno non sto a deprimermi con un misero bicchierino》
《E se questo "misero bicchierino" fosse solo l'ennesimo dopo molti altri?》
Lee Jung Hwa non si era scomodato a rispondere, preferendo alzare il dito medio all'amico con fare scherzoso.
《Yah! Park An Seok!》il suo Sunbae si era avvicinato a lui, l'alito rancido e puzzolente 《Dimmi la verità. Sai che a me certe cose le puoi dire: in fondo le abbiamo fatte tutti quel genere di cose, chi più chi meno. Come hai fatto?》
Park An Seok era visibilmente infastidito 《Fatto a fare cosa, Sunbae-nim?》
《Lo sai, dai. A scamparla liscia dopo aver ucciso Kim Chan Ho. Ho saputo che stavi per essere giustiziato quando la Regina in persona ti ha fatto chiamare. Pensavi non lo sapessi? Le voci girano, veloci come il vento》
Park An Seok aveva stretto forte i pugni per la seconda volta in meno di dieci minuti《Non so di cosa diamine state parlando》
《Ah, ti ho capito sai. Hai giocato da uomo furbo con la Regina e alla fine ti sei guadagnato le sue grazie-》
Park An Seok aveva iniziato a tremare di rabbia; il suo isinto omicida gli stava dando diversi stimoli per saltare alla giugolare del suo Sunbae.
《Ma dimmi il tuo segreto, An Seok-ah. Cosa hai fatto sotto quella gonna reale? E quante volte? Tre? Forse quat-》
Quella notte, in quella sporca e vecchia locanda, era accadute diverse cose: Park An Seok aveva, per la prima volta, sperimentato l'adrenalina della violenza al di fuori del lavoro, Lee Jung Hwa era stato costretto a lasciare la sua donna non troppo bella per fermare la furia del suo migliore amico e, infine, un Sunbae burbero e ficcanaso della schiera militare aveva imparato che, spesso, tenere la bocca chiusa poteva salvargli la faccia.
Il giorno successivo Park An Seok avrebbe voluto strapparsi i capelli dalla frustrazione: l'azione del giorno precedente gli aveva causato una sanzione di una settimana di espulsione e un mese di diminuzione della paga, eppure se ne avesse avuta l'occasione non ci avrebbe pensato due volte a picchiare nuovamente quell'uomo. Almeno di quello il suo orgoglio ne andava fiero.
Sin dalla mattina presto il soldato era stato assillato da Lee Jung Hwa affinché andasse a chiedere perdono per quanto accaduto, ma forse il suo migliore amico non aveva capito che non si sarebbe mai abbassato a tanto. Dal momento che Park An Seok non era intenzionato a dargli ascolto, Jung Hwa aveva spifferato tutto alla famiglia del primo che, intimorita da possibile ripercussioni ancora peggiori, lo aveva supplicato di andarsi a scusare. Park An Seok così, senza dire niente a nessuno, se n'era semplicemente andato a farsi un giro.
Dopo un bel pò di camminare il soldato si era stranamente ritrovato di fronte alla Porta Est del Palazzo Reale: perchè i suoi piedi lo avevano portato lì?
Prima che potesse rispondersi le stesse guardie della volta precedente lo avevano afferrato, perquisito e successivamente scaraventato all'interno della reggia. Esattamente come la volta precedente lo stesso enunco lo aveva bendato e, proprio come diversi giorni prima, si era ritrovato dinnanzi la stessa identica porta scorrevole.
《Lasciatelo entrare》quella voce dolce e calorosa, anche se per un attimo fugace, aveva avuto un effetto calmante e terapeutico per il cuore caotico di Park An Seok.
《Vostra Altezza》
《Soldato Park An Seok, siete la prima persona che mi fa dubitare dei miei stessi calcoli: avrei giurato che sareste venuto a trovarmi tra due giorni, eppure eccovi di fronte a me》
《A dire la verità, Vosra Altezza, sono stati i miei piedi a portarmi qui mentre ero sovrapensiero》
La Regina si era corrucciata. Nello stesso istante la guardia Shin Nam Soo aveva leggermente sbuffato.
《C'è forse qualcosa che vi turba?》
Park An Seok si era guardato la punta delle scarpe mentre decideva se mentire o rivelare la spudorata verità.
《Soldato Park An Seok》
《Sì, Vostra Altezza》
《Sono stata in grado di riconoscere un innocente da un assassino, credete forse che non sappia riconoscere lo sguardo vago di chi sta per mentirmi? 》
Il soldato si era asciugato il sudore delle mani sulla casacca 《Vostra Altezza...-》
《Non vi sto chiedendo di dirmi la verità: mentitemi, se ritenete giusto farlo. Sappiate soltanto che sono brava a leggere le maschere, anche quelle più complesse》
Dopo un lungo sospiro Park An Seok aveva rivelato tutto l'accaduto, omettendo naturalmente i dialoghi spregevoli riguardanti la Regina stessa.
《Vostra Altezza, posso permettermi una domanda?》
《Chiedete pure》
《A causa di ciò che vi ho raccontato...?》
《Se vi punirò per aver picchiato un vostro superiore?》
Park An Seok aveva taciuto, sentendosi solo ora assolutamente colpevole.
La Regina aveva sorriso mentre si rigirava una ciocca attorno al dito esile《I sentimenti sono propri degli uomini, che essi siano positivi o meno. Park An Seok, voi siete per caso un animale selvatico?》
《No, Vostra Altezza》
《Avete visto? Non siete un mostro, siete semplicemente un uomo che ha lasciato correre le proprie emozioni. Certo, le avete lasciate defluire lungo il vostro pugno, ma come provare emozioni é umano, lo è altrettanto errare》
"È saggia per la sua età" aveva pensato il soldato, sorpreso.
《Non crediate che io sia saggia: il mio sapere proviene dai libri, non dall'esperienza sensibile》
In quel breve frangente Park An Seok era stato in grado di scorgere un lato mai visto della sovrana, un comportamento che lo aveva incuriosito.
Il soldato si era inchinato sia alla guardia che alla Regina 《Vi ringrazio per le vostre parole, Vostra Altezza. Se lo vorrete ancora, tornerò》
《Park An Seok》
《Vostra Altezza》
《Tornate e ammaliatemi con uno dei vostri racconti》
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