Secondo incontro
La notizia dell'assoluzione di Park An Seok aveva subito fatto scalpore, soprattutto quando si era venuto a sapere che era stata la Regina in persona ad averlo fatto scagionare. Da una parte Park An Seok non poteva esserne più felice, ma dall'altra si sentiva debitore nei confronti della sovrana e colpevole per tutto l'odio che lei stava ricevendo a causa di quell'avvenimento; in fondo, però, cosa avrebbe mai potuto fare per lei?
" Quando avrete tempo e quando ne avrete voglia, in qualsiasi momento, venite qui da me e fatemi compagnia. È un ordine»"
In realtà, qualcosa che poteva fare-o forse doveva-, c'era, eppure inizialmente Park An Seok non si sentiva all'altezza di un compito del genere. Che fosse un ordine reale gli era chiaro, ma a quello che inizialmente era sembrato solo un invito si aggiungeva il fatto che egli non poteva non presentarsi, altrimenti sarebbe sembrato scortese nei confronti della Regina. Non presentarsi avrebbe significato non volerle fare compagnia: chi mai avrebbe osato una cosa del genere?
Disonore. Vergogna. Con quale coraggio non avrebbe ricambiato tanta generosità? Come avrebbe potuto, Park An Seok, non esaudire un desiderio non solo della sovrana, ma anche della persona che gli aveva salvato la vita e la preziosa carriera militare?
Il soldato, una volta tornato alla quotidianità di tutti i giorni, aveva pensato che presentarsi ogni tanto alla Regina sarebbe stato il minimo per un favore tanto smisurato. Certo, non che gli facesse troppo piacere sprecare tutto quel tempo: tra il doversi preparare il più decentemente possibile
e il dover raggiungere la Corte, la quale non si trovava esattamente dietro la sua umile dimora. Avrebbe preferito di gran lunga colmare i suoi momenti di libertà con della dolce quiete, lunghe passeggiate e bevute con i compagni, eppure si era imposto che, al fine di rendere quel favore, avrebbe sopportato; dopotutto non sarebbe stato così male conversare con la sovrana dalla bellezza leggendaria.
Quel soleggiato mattino di primavera Park An Seok si era vestito di tutto punto con la divisa che sua sorella, due giorni prima, si era offerta di lavargli. Non che lei sapesse riguardo l'impegno preso: aveva deciso che, per il bene di entrambi, non avrebbe mai rivelato a nessuno quegli incontri con la Regina.
Si era così incamminato verso il maestoso Palazzo Reale già visibile in lontananza e, una volta giunto alla Porta Est, si era schiarito la gola dinnanzi alle guardie reali che lo guardavano di sottecchi.
《Mi chiamo Park An Seok. Sono qui per-》
Senza battere ciglio uno dei due uomini lo aveva afferrato per le braccia, tenendolo fermo, mentre l'altro aveva cominciato a perquisirlo. Il soldato aveva inizialmente cercato di liberarsi ma, una volta accortosi che ciò non gli avrebbe giovato , aveva smesso, rassegnandosi al fatto che avrebbe dovuto subire quel trattamento ogni qual volta fosse entrato a Palazzo.
Successivamente era stato scortato ad occhi bendati da un enunco fra viette di ciottoli, lunghi corridoi stretti e stanze, fino a quando non gli era stata tolta la fascia e si era ritrovato dinnanzi a quella stessa porta scorrevole attraverso la quale era passato il giorno del suo mancato processo.
《Il soldato Park An Seok è giunto》l'aveva annunciato l'enunco con voce squillante.
《Fatelo entrare》la voce della Regina era, invece, fievole e leggiadra come una piuma.
All'interno la stanza non era cambiata di un singolo dettaglio dall'ultima volta; persino il telo color cremisi, che copriva la figura della sovrana, era stato rimesso al suo posto, nuovo di zecca.
La Regina lo aveva accolto con un piccolo sorriso; al fianco di lei la sua guardia del corpo guardava Park An Seok con sguardo truce e di sfida.
《Shin Nam Soo, non vorrete per caso intimorire il mio ospite con quello sguardo, spero.》
La guardia aveva tossicchiato, in evidente imbarazzo per essere stato rimproverato dalla sua padrona dinnanzi a quello che, in quel frangente, non era altro che un potenziale nemico.
Finalmente la donna si era rivolta al soldato il quale, con gli occhi rigorosamente puntati a terra, aveva compiuto tre profondi inchini in segno di rispetto.
《Soldato Park An Seok, pensavo che non vi avrei più rivisto》
《Perdonate il mio ritardo, Vostra Altezza》
《Dopotutto, però, ci avete impiegato meno di quanto mi aspettassi. È stata una richiesta alquanto insolita, la mia, non credete?》
Il soldato non aveva risposto, costringendo la Regina a iniziare per prima.
《Dunque, cosa siete venuto a raccontarmi?》
《Come?》
《Oggi. Cosa mi racconterete quest'oggi?》
Park An Seok si era ritrovato spiazzato; di certo non si aspettava di dover riferire qualcosa, bensì di rispondere semplicemente alle domande della sovrana.
《Io... non saprei, Vostra Altezza》
《Qualsiasi cosa》
《Qualsiasi cosa?》
《Parlatemi di quello che desiderate》
A causa del velo color cremisi Park An Seok non era in grado di vederli, ma se avesse potuto avrebbe visto gli occhi della Regina scintillare dalla curiosità.
Dopo un momento di silenzio, il soldato aveva preso parola 《Questa mattina sono andato al mercato》
Se solo non fosse stato una guardia al cospetto della Regina Shin Nam Soo sarebbe sicuramente scoppiato a ridere; d'altra parte, invece, la sovrana sembrava eccitatissima all'idea. 《Mercato?》
《Sì, Vostra Altezza. È meglio andarci di mattina presto altrimenti si rischia di rimanere intrappolati nella folla》
《C'è tanta folla?》
《Davvero molta; spesso anche solo camminare risulta impossibile e, inoltre, si viene spintonati》
《Ci sono persone tanto violente?》
《Al mercato è normale, Vostra Altezza. Le persone spintonano per necessità di accaparrarsi per primi i prodotti migliori; dopotutto si guadagna il premio chi combatte per esso.》
La Regina aveva fatto un'espressione interessata.
《Deve essere caotico...》
《Lo è, Vostra Altezza.》
《E cosa avete comprato?》
《Riso e verdure fresche》
《Poi?》
《Mmm.. ho accompagnato mia sorella al fiume: si era offerta di lavare questa divisa che ora ho indosso》
Non sarebbe stato difficile, in quel momento, scambiare la Regina per una bambina curiosa. 《Così avete una sorella?》
《Una sorellina minore, Vostra Altezza. Si chiama Park An Jae ed è più vivace e chiacchierona di quanto possiate immaginare》
Nello stesso istante in cui aveva chiuso bocca si era pentito di quanto detto: che avesse offeso la Regina? E, soprattutto, perchè aveva parlato così liberamente senza accorgersene?
La Regina, però, gli aveva sorriso amorevolmente, forse un poco malinconica 《Soldato Park An Seok》
《Sì, Vostra Altezza》
《Vi ringrazio per avermi fatta sorridere quest'oggi, adesso siete congedato. Spero che possiate tornare nuovamente a trovarmi》
Park An Seok era rimasto colpito da quelle parole: mai nella sua vita avrebbe pensato di venire ringraziato dalla sovrana in persona. Il soldato, così, si era alzato, si era inchinato con rispetto ed era uscito da quella sfarzosa stanza con più dubbi di quanti ne avesse avuti prima di entrare.
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