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Primo incontro- pt.2

Le porte della sala reale si erano aperte subito dopo l'annuncio urlato a gran voce: l'"assassino" era arrivato.
Una delle guardie aveva spinto, con non poca violenza, Park An Seok all'interno, il quale era stato immediatamente affiancato da un uomo alto e robusto dall'espressione severa.
Dopo un altro paio di passi, la guardia del corpo aveva assestato un paio di veloci calci alle gambe del giovane soldato, il quale era subito caduto rovinosamente in ginocchio.
«Shin Nam Soo, è così che si trattano gli ospiti?»
La guardia aveva fatto un inchino di scuse.
Quella voce candida e melodiosa aveva raggiunto le orecchie di Park An Seok deliziandole come fosse miele.
«Dunque siete voi Park An Seok, l'intrepido assassino, l'uomo più temuto degli ultimi due giorni...»
Il soldato aveva tenuto lo sguardo basso -alzarlo sulla Regina non era di certo concesso- eppure avrebbe davvero voluto poter osservare l'espressione impassibile di lei.
La donna, d'altro canto, aveva sorriso da sotto la sciarpa color oltremare «Dovreste essere orgoglioso di questo risultato: il vostro nome è sulla bocca di tutti e la Regina in persona vi ha convocato. Perché pensate che l'abbia fatto?»
Park An Seok aveva stretto i pugni sul tessuto lercio dei pantaloni della divisa «Come potrei saperlo?» un attimo dopo aveva aggiunto «Vostro Altezza?»
La Regina cercava di trattenere una tenera risata «Shin Nam Soo, ho un favore da chiedervi»
La guardia si era messa subito sull'attenti «Tutto quello che desiderate, Vostra Altezza»
«Strappate via questo velo rosso che ci separa»
Non sarebbe stato strano vedere la mascella di Park An Seok toccare il pavimento dalla sorpresa; allo stesso modo era messa anche la guardia.
«Vostra Altezza-»
Ma prima che egli potesse ribattere, la Regina, non potendo più trattenersi, aveva sbuffato sonoramente, rendendo ancora più assurda quella situazione agli occhi del soldato.
«Ma insomma! Ho intenzione di vedere il volto di questo assassino ma non mi concedete di farlo avvicinare a me: come credete che io possa osservarlo, in questo modo?»
Entrambi gli uomini erano rimasti sbalorditi; la Regina intanto, con un paio di colpi di tosse, si era già ricomposta.
La guardia, senza aggiungere una parola, aveva sguainato la spada, per poi tagliare di netto il velo color cremisi.
«Assassino, avvicinatevi»
Il soldato aveva ubbidito, nonostante quell'appellativo lo ferisse nell'orgoglio e nel cuore.
Egli aveva tenuto lo sguardo basso mentre la Regina, da debita distanza, lo stava osservando: osservava i lineamenti virili ma al tempo stesso delicati, i ciuffi scompigliati che ricadevano disordinatamente sulla fronte imperlata di sudore, il setto nasale della giusta misura per quel volto e le labbra carnose.
«Soldato Park An Seok, come vi dichiarate?»
«Come, Vostra Altezza?»
«Come vi dichiarate riguardo l'assassinio del Consigliere Kim Chan Ho?»
Il soldato non aveva creduto alle proprie orecchie «Innocente, Vostra Altezza»
La Regina aveva scosso la testa «Guardatemi mentre lo dicete»
Park An Seok aveva sgranato gli occhi «Come potrei-?»
«Non fate storie e fatelo. Ve lo concedo»
Il soldato aveva nuovamente ubbidito, forse un po' timoroso all'inizio, ma alla fine ne era rimasto affascinato.
Il tempo sembrava essersi fermato di colpo;Park An Seok era stato onorato della vista del volto della Regina.
Park An Seok, quel tardo pomeriggio, aveva potuto personalmente constatare che quelle che venivano dette in paese non erano soltanto leggende, ma erano la pura verità.
«Dunque?»
«M-mi dichiaro innocente, Vostra Altezza» per la prima volta, Park An Seok aveva tentennato, ancora affascinato da tanto splendore.
Solo allora la Regina aveva sorriso, un sorriso che aveva fatto risaltare ancor di più la sua bellezza.
«Soldato Park An Seok»
«Vostra Altezza»
«Sapete qual è l'errore che ho commesso quest'oggi?»
Il soldato, non capendo, aveva arcuato un sopracciglio.
«Come potrei, Vostra Altezza?»
«L'errore che ho commesso quest'oggi è stato quello di chiamarvi assassino. Vi chiedo perdono»
«Vostra Altezza!» Shin Nam Soo era saltato sull'attenti, contrariato.
Park An Seok aveva pensato che un miracolo si fosse abbattuto su di lui, in quel momento.
«Se c'è una cosa che mi riesce molto bene e per la quale sono degna di questa corona, è capire le espressioni umane. Park An Seok, il vostro volto non si avvicina vagamente a quello di un assassino»
«Vostra Altezza, ci sono le prove che costui ha-»
«Shin Nam Soo, ascoltate bene e riferitelo a tutti: quest'uomo è innocente»
Park An Seok non era stato in grado di alzare lo sguardo «Vostra Altezza, la vostra grazie è incommensurabile. Ve ne sarò per sempre grato e, per il resto della mia vita, servirò questo Paese con tutto il mio animo»
La Regina sorrise «Ho una condizione»
Pausa.
«Quando avrete tempo e quando ne avrete voglia, in qualsiasi momento, venite qui da me e fatemi compagnia. È un ordine»
Senza nemmeno guardarlo la Regina sapeva che Shin Nam Soo avrebbe ribattuto di lì a un nano secondo, così gli aveva fatto cenno di non fiatare.
Park An Seok, ormai abituato alla sorpresa, era semplicemente curioso.
«Se mi è concesso chiederlo, perché mi viene ordinata una cosa di questo genere da Vostra Altezza in persona?»
«Perchè siete stato capace di attirare la mia attenzione»
Quella risposta schietta lo aveva soltanto incuriosito maggiormente.
«Vostra Altezza, io risulto essere un criminale, ne siete consapevole?»
La Regina si era limitata ad accarezzare, con pollice e indice, la stoffa soffice della sua sciarpa blu.
«Park An Seok, ho bisogno di voi, ho bisogno di un paio d'occhi che mi raccontino la vita al di fuori di questo palazzo»
Lo sguardo di Park An Seok si era leggermente alzato sulla sovrana, per poi accigliarsi.
«Permettetemi ancora, perché desiderate i semplici occhi di un soldato tra tanti? Uno qualunque tra i vostri servitori? »
La Regina aveva sorriso. Un sorriso malinconico, privo di allegria.
«Perché in questa bolla di cristallo non ho mai incrociato occhi migliori dei vostri»

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