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Primo incontro - pt.1

«Vostra Altezza, siamo riusciti a catturare l'assassino del Consigliere Kim Chan Ho; si trova nella prigione reale da due notti, ormai. Aspettiamo il vostro consenso per l'impiccagione pubblica, non c'è più tempo: il Consiglio potrebbe insorgere a causa del timore di un altro possibile omicidio. Finché non giustiziamo pubblicamente il colpevole, dubito che le acque si calmeranno»
Il capo delle guardie reali, nonché personale guardia del corpo di Sua Altezza, aveva amaramente ingoiato il groppo in gola: perché ci stava mettendo tanto a dare il suo verdetto? Più tardi rimandava la cosa, più odio avrebbe ricevuto da ogni singolo membro del Consiglio Reale.
La Regina era inginocchiata sulle morbide coperte del suo materasso, a separarla dalla sua fidata guardia vi era un velo rosso che, legato al soffitto, arrivava ad accarezzare il lucido pavimento in legno.
Nessuno, eccetto quella guardia e la sua più fidata servitrice, l'aveva vista direttamente in volto: se riceveva qualcuno nella sala, veniva separata dall'interlocutore da quello stesso velo cremisi; se voleva fare una passeggiata per il Palazzo Reale, invece, indossava sempre un capello provvisto di una seta che la copriva fino alle spalle.
Nonostante la sua figura fosse celata dal mistero, per tutto il Paese era più che risaputa la sua mistica bellezza: si diceva, infatti, che possedesse i tratti della più bella tra le donne, i capelli corvini morbidi come seta, gli occhi di un felino e le labbra dello stesso colore dei petali di rosa.
Una bellezza nel pieno del suo splendore dal momento che la Regina era stata nominata tale alla giovane età di ventiquattro anni; nonostante ciò, però, dimostrava una maturità e una saggezza degne di una donna molto più anziana.
Che quella leggenda fosse vera potevano saperlo soltanto la sua guardia e quella fedele servitrice, i quali erano stati onorati di una vista tanto preziosa quanto rara.

La Regina aveva spostato proprio quello sguardo felino sull'uomo di fronte a lei «Il colpevole, dite voi, ma come si dichiara questo..."assassino"?»
«Vostra Altezza, il ragazzo è stato trovato sul luogo del delitto subito dopo che le nostre guardie hanno sentito delle urla e hanno visto il corpo del Consigliere accasciarsi a terra»
«È un ragazzo? Chi è costui?» la voce della Regina aveva tradito un briciolo di curiosità.
«Park An Seok. Ventotto anni, proviene da una famiglia di pescatori ormai impoverita. È un soldato del nostro Paese, Vostra Altezza. In questo periodo non è in servizio a causa della diminuzione delle rivolte civili ed estere.»
La guardia non avrebbe mai potuto notarlo a causa del velo rosso, ma la Regina aveva assottigliato lo sguardo
«Portatemelo qua»
L'uomo si era irrigidito, percependo il pericolo «Vostra Altezza, mi permetto di ricordarle che si tratta di un assassino»
La donna avrebbe voluto sbuffare, ma presto si era ricordata del peso della corona sul suo capo e si era data un contegno.
«Ci sarete anche voi, al mio fianco, ma io voglio incontrare questa persona»
«Protrei riferirgli un messaggio...»
«Con i miei occhi. Devo vederlo con i miei stessi occhi»
L'uomo si era rassegnato; non ci sarebbe stato modo di farle cambiare idea.
«Posso permettermi di chiedervi il motivo, Vostra Altezza?»
La Regina aveva avvolto la sua immancabile sciarpa di seta blu attorno a un dito, pensierosa «Sono curiosa di vedere che volto ha un assassino»

Park An Seok, quel tardo pomeriggio, era stato svegliato di soprassalto dal rumore di pesanti chiavi e dal forte cigolio rugginoso delle sbarre che venivano aperte. Prima di poter realizzare quanto stava accadendo, era stato preso e legato con forza, per poi essere malamente trascinato fuori dalla prigione.
«Ei! Che cazzo vi spingete! Dove mi state port-» l'improvvisa luce del sole lo aveva accecato; gli occhi gli dolevano tanto da non rendergli possibile la parola. Erano passati soltanto due giorni, eppure il suo corpo aveva già dimenticato quanto fosse piacevole sentire i caldi raggi scaldargli la pelle.
"Che sia già arrivata la mia ora di morire?"
«Senti, brutto bastardo, la Regina in persona ha richiesto di vederti, quindi vedi di non fare cazzate se non vuoi che la sua guardia del corpo ti tagli la testa seduta stante. Se farai il bravo avrai forse un altro paio d'ore di vita dopo l'incontro»
La guardia lo aveva strattonato per l'ennesima volta, ma Park An Seok aveva smesso di dimenarsi furiosamente già dopo aver udito la prima frase.
Mille dubbi gli avevano immediatamente affollato la mente: perché era stato convocato personalmente dalla Regina?  Che la sua punizione sarebbe stata più severa? Eppure si diceva che la Regina non fosse una persona sanguinaria e rancorosa.
«E allora perché?» si era domandato, tra sé e sé, dubbioso.

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