Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo sesto.

Lamattina del 24 Dicembre mi sveglio presto ma non esco di casa perandare a prendere mia madre all'aeroporto.

Ilsole è alto nel cielo e la salsedine dona all'aria quell'odore tantobello e inebriante che mi fa calmare i nervi. Un po' mi ricordal'odore del muschio e della pioggia fredda che cade nelle forestegelide e cupe dell'Alaska nei mesi invernali.

Scendodal letto e vado a prepararmi.

Indossoun corto vestito verde con delle rifiniture argento che Hanna mi hacomprato non appena sono uscita dalla clinica. Fino a poche settimanefa mi sarebbe andato troppo largo sul seno e le braccia secchesarebbero sembrate ancora più scheletriche scoperte in quel modo.

Orainvece mi sta a pennello. E' della taglia giusta, cucito per un corposano. E il mio adesso si può reputare tale. Indosso un paio disandaletti argento senza un minimo di tacco perchè io e le scarpealte non ci siamo mai amati molto. Mi arriccio i capelli blu ingrossi boccoli che fermo ai lati della testa con diverse forcine e mido giusto una spolverata di fard sulle guance.

Nonl'avrei mai pensato mesi fa, ma adesso, guardandomi allo specchio,vedo una persona diversa, più serena, felice, sicura di se, sana. E'una nuova me che mi piace. Mi piace tanto.




Quandofinisco tra le braccia di mia madre sento una fitta nascermi allabocca dello stomaco. E' felicità.

Sonofelice di riabbracciare questa donna, il cui viso si sta piano pianotrasformando in una maschera scheggiata dalle rughe e dai segni deltempo. Io però la vedo come quando ero bambina. Sorridente,spensierata, bellissima in tutto il suo splendore di ragazza. Mi èmancata molto. Ci siamo mancate entrambe. Ma a volte, l'unico modoper capire quanto ci si ama, è allontanarsi per un po' l'unodall'altra.

Lemostro la nostra casa, la mia camera, le faccio vedere tutte le coseche mi sono comprata mentre ero qui.

Leparlo di papà, di Hanna e dei ragazzi. Le racconto di come mi hannoaiutato a superare i momenti difficili, di come, altre volte, ifantasmi del mio passato mi hanno richiamatoa a se. Le racconto dellaclinica, degli aneddoti divertenti e di quelli meno piacevoli. Lascioperdere i dolori che provavo le prime settimane qui, quando mangiareera come ingoiare migliaia di pezzi di vetro taglienti. Le raccontodi Laura e di come il fatto di scrivere un diario mi abbia aiutataparecchio. E infine le parlo di Luke. Non le dico molto in realtà.Le dico solo chi è e accenno al fatto che la sua vita sia statatravagliata, le dico quanto siamo simili e opposti allo stesso tempo.

<<Non so, era tanto tempo che non mi legavo ad una persona come hofatto con lui... >> le confido.

Leimi guarda dolce e comprensiva. Credo sia contenta di vedermi cosìserena e senza pensieri, ma nel suo sguardo ci vedo anche dell'altro.Preoccupazione, mi pare.

<<Sono contenta che tu abbia ritrovato un po' di felicità, Arya >>dice lei << capisco quanto tu abbia sofferto per la morte dituo fratello... >>

Aquelle parole sento una fitta al petto, la pelle mi si raggela e misi rizzano i capelli sulla nuca. So che Rob è morto, ma sentirselodire apertamente è sempre un duro colpo. Credo che non riuscirò maia superarlo del tutto.

<<Ma è stata dura anche per me e per tuo padre. Perdere un figlio... èuna cosa che non auguro a nessuno. Spero che tu non abbia mai ladisgrazia di provarlo. Ma Robert non avrebbe voluto vederci depressi.Perciò proviamo a stare meglio, a vivere più che si può. Cerca difarlo, Arya. Ho rischiato di perderti così tante volte... >>

Lasua voce si incrina a quelle parole.

<<Ma sono felice che tu stia bene adesso. A quanto pare dovevamotrovare questo Luke per rivederti sorridere >>

Ridoquando lo dice. Ha ragione. Se non avessi incontrato Luke,probabilmente sarei morta molto tempo fa. Adesso invece vogliovivere. Voglio farlo per me e per nessun altro.

<<Lui è la cosa migliore che potesse capitarmi, ora come ora >>ammetto.

Leimi sorride mentre sospira.

<<Sei così giovane, così piena di emozioni. Ricordo quando avevo latua età. Ero esattamente come te. Una granata di emozioni pronta adesplodere. >>

<<Luke fa si che molte di quelle emozioni esplodano >> rispondo<< non so come mi sia successo, ma da un momento all'altro, hocapito di non essere più la stessa ragazza che ero un tempo. Daquando l'ho conosciuto, la mia vita ha subito così tanti cambiamentiche non mi sono accorta che quella ad essere cambiata ero io. Luke miha cambiata. In meglio. >> dico guardandola negli occhi.

Leisorride, gli occhi lucidi sul suo viso.

<<Lui non ti ha cambiata. Ti ha fatto trovare te stessa. E di questogli sono e gli sarò sempre grata. >> dice lei.

Percepiscoil peso di quelle parole. L'importanza che mia madre gli da. Mi facapire che sono davvero cambiata, che non sono più la stessasedicenne che a fine Agosto ha abbandonato l'Alaska per recarsiall'altro capo del mondo. Sono migliore. E devo tutto ad un ragazzodai capelli biondi con gli occhi color del mare.

<<Mamma, io credo di amarlo. >> dico infine.

Elei mi guarda sorridendo, probabilmente ricordando quanto sia follel'amore alla mia età. Ma, come tutte le cose del resto, anchel'amore cambia e matura col passare degli anni. Ma io voglio credereche non esista amore più grande di questo. Quello che provo io perLuke.


E'pomeriggio inoltrato, di sotto mia madre e Hanna si stannoraccontando la loro vita mentre preparano la cena per la vigilia diNatale, quando Michael entra nella mia camera senza bussare. Mi voltoe lo guardo stupita.

<<Devi venire con me >> mi dice senza esitazione.

Loguardo divertita e confusa per la sua pretesa. Dove pensa di portarmiil 24 Dicembre, giorno della viglia di Natale, alle sei e venti delpomeriggio con le nostre madri che stanno ormai finendo i preparativiper la cena?

<<Dove? >> riesco semplicemente a dire.

Luiscrolla le spalle e mi prende per mano senza troppe smancerie.

<<E' una sorpresa >> dice mentre mi trascina fuori dalla miacamera, giù per le scale e infine alla sua auto parcheggiata nelvialetto di casa.

Salgosenza fare domande che tanto non troverebbero risposta e rimango insilenzio mentre Michael porta la macchina verso questa urgentissima"sorpresa".


Circa10 minuti di macchina e ci troviamo in una zona di Sidney chefrequento poco e che, ad essere onesta, credo di non avere mai visto.

Michaelmi ordina di scendere e così io faccio.

Miporto davanti all'auto e guardo gli alti palazzi che probabilmentesono costituiti per la maggior parte da uffici, innalzarsi sopra lenostre teste.

<<Michael, dove mi hai portata? Perchè siamo qui? >> glidomando.

Luimi si avvicina, e d'improvviso vedo tutto buio.

<<Hey! >> grido a Michael che mi sta legando una sciarpa sugliocchi.

<<Non voglio ucciderti. Te l'ho detto è una sorpresa. Ti piaceràvedrai. >> mi risponde lui.

Sentoil nodo stringersi dietro la mia testa e Michael portarsi davantialla mia faccia per cercare di capire se io ci veda o meno.

<<Non preoccuparti, per quanto mi riguarda sono una talpa ora >>dico facendolo ridere.

<<Andiamo, curiosona. >>

Miprende per mano e a passo insicuro mi faccio guidare da lui perdiversi metri. Sento che tira fuori delle chiavi e che ci fermiamodavanti ad una porta. Poi mi lascia la mano.

<<Stai qui. >> dice lui.

Laserratura scatta e sento un forte rumore di qualcosa di grosso epesante che si apre. Deve essere una porta enorme.

Lamano di Michael è di nuovo avvinghiata alla mia e mi faccio portareda lui all'interno di un edificio.

Sembrerebbeuna stanza grossa e vuota, lo percepisco dal rimbombo dei nostripassi sul pavimento. Michael si ferma e apre un'altra porta, stavoltapiù piccola di quella precedente e sento che qualcosa nell'ariacambia.

Ilrumore dei nostri passi non è più percettibile, ma sul pavimentosento qualcosa di strano. Una sostanza morbida e friabile. Un'ariafresca mi sfiora le braccia nude.

Michaelmi lascia la mano e mi raccomanda di restarmene li, immobile come unastatua. Obbedisco.

Losento camminare e poi fermarsi, poi i suoi piedi toccano qualcosa dipiù solido di quello che si trova sotto i miei, ad un ritmo chesembrerebbe quasi che stesse salendo delle scale.

Poisi ferma.

Silenzio.C'è silenzio. Un assordante silenzio e qualcosa di simile a unronzio che proviene dal soffitto.

Sentocadermi sul viso qualcosa di strano, simile alla polvere, ma piùdensa. E poi sento tre "tic tic tic".

Einfine la musica. Una chitarra, una batteria, una voce dolce inizia ariempire la sala.

Ineed your love to light up this house

Iwanna know what you're all about

Iwanna feel you, feel you tonight

Iwanna tell you that' it's alright

Ineed your love to guide me back home

WhenI'm with you, I'm never alone

Ineed to feel you, feel you tonight

Ineed to tell you that it's alright

D'istintomi tolgo la benda. All'inizio la mia vista è sfocata ma subito dopo li vedo.

Loroquattro, li, su una piattaforma rialzata. Li vedo suonare, farequello che sanno fare meglio. I miei occhi finiscono su Luke.Sorride. Sorrido anch'io.

We'llnever be as young as we are now

It'stime to leave this old black and white town


Ascoltola loro canzone e pian piano comincio a capirne il senso. Ogni frase,ogni parola è stata scritta e messa in musica con amore. Non so sesia così o meno, ma sento che Luke la sta dedicando a me.

Tuttociò mi eccita e mi emoziona, ma non riesco a nascondere quel poco diimbarazzo che continua a far parte di me.

Isee myself here in your eyes

Stayawake 'till the sunrise

Iwant to hold you, hold you all night

Iwant to tell you that you're all mine

Ifeel our hands intertwined

Hearour hearts beating in time

Ineed to hold you, hold you all night

Ineed to tell you that you're all mine

Sentouna stretta allo stomaco per quelle parole.

Sonocosì belle, profonde, sono le parole più dolci che io abbia maisentito. Ed è bello sapere, o anche solo sperare, che quelle parolesiano per me.

Iragazzi continuano a cantare, a muovere le mani con leggerezza econvinzione su quegli strumenti come se fosse la cosa più facile delmondo.

Quandosmettono di suonare li raggiungo sul palco e ci stringiamo in unabbraccio di gruppo fatto solo d'amore.

<<Grazie ragazzi >> dico semplicemente.

<<Non hai visto tutto >> dice Ashton.

Alzola testa per guardarlo e mi accorgo solo in quel momento che dellapolvere bianca sta scendendo sul soffitto.

Miguardo intorno e rimango a bocca aperta.

L'interastanza è ricoperta di neve artificiale e continua a scenderne dalsoffitto. Un'aria fresca ci avvolge e mi sembra di ritornare anchesolo un po' a casa.

Scendodalla piattaforma e mi inginocchio sul pavimento.

Lemani si infilano istintivamente nel leggero strato di neve finta. Nonè la stessa sensazione che si prova toccando quella vera.

Nonsento il leggero dolore e il bruciore che il ghiaccio provocasfiorandosi con la mia pelle calda; ma se chiudo gli occhi, con lamente viaggio in Alaska e finisco nel bosco.

L'ariafredda mi colpisce il viso, l'abbaiare dei cani da slitta che corronovicino a casa mia, la neve gelata e bruciante a contatto con le miemani.

Mirisveglio dal sogno quando qualcuno si china accanto a me e mi prendeuna mano fra le sue.

Riconoscereiquel tocco ovunque.

<<Avevi detto che volevi la neve. >> dice Luke guardandomi con unsorriso dolce che gli incornicia il viso.

Glisorrido a mia volta.

E'vero. Gli avevo chiesto un regalo impossibile. Volevo rivivere quellasensazione di stupore che mi cresceva dentro come quando Robert miregalava la nostra spiaggia privata per Natale.

Nonavrei mai pensato che Luke ci sarebbe riuscito.

<<Non credevo che l'avresti fatto davvero >> rispondo.

<<I ragazzi mi hanno aiutato. Mio fratello ha un amico che vende deicannoni che sparano neve artificiale. Gli ho promesso un grandefavore >> dice lui spostando la sua mano sul mio viso.

Lesue dita sono fresche e mi si rizzano i capelli sulla nuca quandosfiora la mia guancia.

<<Grazie Luke. E' il regalo più bello che potessi ricevere >>

<<E della canzone che ne dici? >> fa eco Cal mentre mette aposto gli strumenti insieme ai ragazzi.

Mivolto verso di loro e mi alzo, mano nella mano con Luke.

<<E' bellissima, ragazzi. >>

Tuttie quattro ridono e annuiscono l'uno all'altra, soddisfatti di ciòche hanno creato.

Mivolto per guardare Luke e istintivamente gli do un bacio sullaguancia.

Luiride.

<<L'abbiamo scritta insieme quella canzone. Ma era esclusivamentededicata a te. >> sussurra lui.

<<Nessuno mi aveva mai dedicato una canzone >> dico avvolgendo lemie braccia intorno alla sua vita.

Luimi posa le mani ai lati della testa e me la tira leggermente all'insùper far si che i nostri occhi si trovino.

<<Sono contento di essere il primo e che ti sia piaciuta >>

Sgranogli occhi.

<<Piaciuta? L'ho adorata, Luke. Sai, mai avrei pensato che qualcuno sipotesse innamorare di me fino al punto da regalarmi una nevicataquando fuori ci sono 35 gradi. Non avrei mai creduto che avreivissuto fino a Natale, figuriamoci pensare che tu potessi mai amarequesta ragazza, questo disastro. >> ammetto.

Lukemi guarda fisso negli occhi, due profonde iridi azzurre che mi fannocredere non esista spettacolo più bello al mondo dei suoi occhi.Sorride. Fa uno di quei sorrisi che mi riserva poche volte, uno diquelli sereni, che gli nascono dal profondo del cuore, quelli che mifanno tremare le mani.

Miscocca un delicato bacio sulla fronte e poi appoggia la sua alla mia.Vorrei che ci scattassero una foto, perchè ho la netta sensazioneche siamo una cosa bellissima in questo momento, lui ed io insieme.

<<Sei il disastro che tutti vorrebbero, Arya. >>

Eio lo bacio e intanto mi innamoro ancora di più, pericolosamente.


IlNatale e i giorni successivi passano in fretta, portandosi dietrotanti sorrisi, tanto cibo e anche un po' di nostalgia per il ricordodi chi non c'è più.

Lamia famiglia ed io passiamo delle feste serene, riportando alla lucei ricordi dei Natali passati durante la mia infanzia. La mancanza diRob si è sentita, ma non come ci aspettavamo. Abbiamo cercato di nonbuttarci giù, di non lasciarci prendere dalla malinconia e siamoandati avanti, come del resto dobbiamo fare ogni giorno.


E'il primo giorno di scuola dopo le feste ed è anche il mio primogiorno dopo i mesi passati in clinica. Michael ed io camminiamotranquilli nei corridoi, ognuno diretto al rispettivo armadietto blunotte. Sento su di me gli sguardi degli studenti che hanno scopertoil motivo della mia assenza nei mesi scorsi.

Girala voce che abbia voluto suicidarmi per diversi motivi, ma nessuno diquesti è quello vero.

Adessere onesti, non credo che volessi uccidermi quella sera. Volevosolo dormire a lungo, cercare di far passare quel dolore che miassillava e mi sradicava le ossa dal corpo. Ho preso qualche pasticcain più del dovuto. Non volevo uccidermi.

Quandoarrivo al mio armadietto e lo apro, lo trovo esattamente come loavevo lasciato.

Pulito,limpido, solo una foto di me e mio fratello vicino allo specchio adecorarlo.

Posolo zainetto all'interno e recupero i quaderni di storia e il libro diletteratura. Poi svanisco in un'aula li accanto, con diverse paia diocchi a fissarmi.

E'durante la lezione di algebra 2 che sento qualcosa richiamare la miaattenzione.

<<Ieri sera al Fight se le sono date di brutto Ramirez e Hemmings. Quelbastardo messicano gli ha fatto un bell'occhio nero! >>

<<Gli sta bene a quel riccone figlio di puttana! Andare in giro perSidney a vantarsi di aver battuto Gonzalez. La prossima volta nonsarà così fortunato. >>

Continuoad ascoltare senza intervenire. Primo, perchè non ne ho il coraggioe non voglio essere richiamata dal professore il primo giorno dilezione e secondo, perchè non sapevo nulla di quell'incontro.

Lukenon è venuto a scuola questa mattina. L'ho chiamato e mi ha dettoche stava poco bene.

Credoproprio che mi abbia detto la verità solo in parte. Se è rimasto acasa è perchè non vuole che io scopra che ieri ha fatto a botte. Miha nascosto la verità, a me e ai suoi amici.

Oppurei ragazzi sanno che ieri è andato al Fight?

Cercodi tornare a concentrarmi sulle equazioni della mia scheda daconsegnare a fine lezione, ma mille pensieri mi occupano la testa equando questi sono sul ragazzo che amo alla follia, mi vienedifficile non pensarci.

Quelpomeriggio decido di prendere un autobus e di andare a casa di Luke.

Cimetto poco meno di un quarto d'ora prima di ritrovarmi di fronteall'enorme grattacielo dove abita.

Salgole scale dell'ingresso ed entro. Non c'è nessuno alla porta, aquanto pare il portinaio è in pausa. Ne approfitto per entrare epigio il codice che ho visto comporre da Michael la prima volta chesono stata qui. Le porte dell'ascensore si aprono ed io sgusciodentro premendo il tasto dell'ultimo piano.

Passanopochi minuti ed eccomi li, in quell'immenso salone con lo skyline diSidney che mi si apre davanti agli occhi.

<<C'è nessuno? >> dico a voce abbastanza alta affinchè Luke ochiunque sia in casa possa sentirmi.

<<Luke? Sono io, Arya >> dico questa volta più piano. Scendo itre scalini che portano all'immenso divano del salotto.

<<Chi sei tu? >>

Mivolto verso il suono di quella voce.

Apochi passi da me c'è un uomo alto, fisico asciutto, brizzolato macon alcune ciocche più chiare, un tempo bionde. Due iridi azzurre adesaltargli il viso.

Restoa bocca aperta davanti alla somiglianza con Luke.

<<Ti ho chiesto chi sei. Chi ti ha fatto entrare? >> domanda lui,con voce forte e risoluta.

Miscosto una ciocca dal viso e solo ora mi rendo conto di non saperecosa dire talmente è grande l'imbarazzo.

<<Mi scusi, signor Hemmings. Mi chiamo Arya, sono la ragazza di Luke.Volevo parlargli. E' in casa? >> domando, cercando di fartremare il meno possibile la voce.

Luimi guarda accigliato, percorrendomi tutto il corpo dalla testa aipiedi.

<<La sua ragazza, eh? >> domanda sovrappensiero.

<<Si, signore. >> rispondo spostando il peso da una gambaall'altra.

Luimi guarda con uno sguardo indecifrabile, senza lasciar trasparire laminima emozione.

<<Luke non è in casa. E' andato da suo fratello Ben fuori Sidney. >>mi risponde.

<<Oh >>

E'l'unica cosa che riesco a dire. E adesso che faccio? Me ne vado?Rimango qui immobile come un vegetale?

<<Mi scusi per l'intrusione, ma il portiere non c'era e così... >>non so come spiegare la mia comparsa nel suo appartamento.

"Cercavosuo figlio perchè non è venuto a scuola e perchè non mi ha dettoche ieri sera si è fatto menare a sangue da un pezzo di merda latinoamericano"

<<E' in pausa. Di solito non entra nessuno, se non i residenti chehanno il codice dell'ascensore. Immagino che te l'abbia dato Luke. >>dice lui mentre mi oltrepassa per andare a guardare fuori dall'enormefinestrone che rende quella sala unica.

Mivolto verso di lui per guardarlo. E' rivolto di spalle. Lasomiglianza con Luke è stupefacente: lo stesso modo di camminare, lastessa postura ritta, lo stesso sguardo fisso e concentrato su unpunto imprecisato all'orizzonte.

<<Il mio fratellastro è Michael, sono venuta qui insieme a lui unavolta. Mi ricordavo il codice. >> ammetto.

<<Michael. E così tu sei la figlia di Edward. >> dicepensieroso.

<<Si, signore. Sono venuta qui a fine Agosto dall'Alaska. >>

<<Alaska. Un posto meraviglioso e completamente diverso da questo. Cisono stato una volta, quand'ero giovane. Ne sono rimasto stupito. >>

<<Da cosa in particolare? >> domando in maniera forse un po'sfacciata ma il padre di Luke non sembra farci troppo caso e così sivolta per guardarmi.

<<Dalla vita che c'è lassù. Sembra un posto così freddo e solitario.Mai avrei pensato di trovarci tanta vita e allegria. >>

Sorridoappena. E' un errore che fanno in molti, quello di considerarel'Alaska un paese per solitari. Sotto il ghiaccio e la neve, sinascondono in realtà cose che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

<<E' un paese meraviglioso per viverci. E' pacifico. Chi va in Alaskadice di trovare un nuovo se stesso. >> dico.

Luisorride e annuisce.

<<Luke, non mi ha detto di avere una ragazza. Ma del resto non mi dicemolte cose... >>

Aggrottola fronte, percependo una nota di tristezza nella sua voce.

<<Luke è... complicato. Sembra una persona forte ma in realtà ha piùdemoni nell'anima di quello che può sembrare. >> gli rispondo.

<<Sembra che tu lo conosca molto bene. >> fa lui.

<<Abbastanza da sapere che in questo momento non vuole vederla e cheper questo se n'è andato. >> dico.

Luisi mette le mani in tasca, sospira e mi fissa dritto negli occhi.

<<Ieri sera ha fatto a botte. Non so con chi, né perchè l'ha fatto,ma non è la prima volta che succede. Io non so più che fare conlui. Mi sono arrabbiato e lui è andato via. >> ammette alzandole spalle.

<<Mi ha detto che ha deciso di risposarsi. >> dico senza troppifreni guardandolo negli occhi.

Luimi guarda in silenzio e annuisce.

<<Forse è per questo che si è staccato da lei ancora di più. Mi haraccontato quello che è successo a sua moglie e come, da quelmomento, il vostro rapporto abbia cominciato a sgretolarsi. Il suonuovo matrimonio ha solo aggravato una situazione preesistente. >>

<<Però, lo conosci meglio di quello che vuoi far credere. >>dice lui sorridendomi ammirato.

Facciospallucce.

<<Lo ascolto, cerco di capirlo, di sentire ciò che prova, ci parlo.Forse anche lei dovrebbe farlo un po' di più. Dovrebbe dedicarglipiù tempo. Luke ha bisogno di lei, anche se non lo ammetterebbe mai.>> dico scuotendo la testa pensando alla cocciutaggine di quelragazzo.

Ilpadre di Luke sorride e mi guarda. Credo che stia cercando dileggermi dentro, di capire come sono. Come mai una ragazza come me hafinito per innamorarsi di Luke.

<<Luke è uscito con molte ragazze, ma non ha mai incontrato una comete. Che cosa gli hai fatto? >> dice quasi sovrappensiero.

Alzole spalle.

<<Non lo so. Non penso che nel corso della nostra vita scegliamo chiamare e perchè. Succede e basta. Quando sono arrivata qui ero moltodiversa da come sono ora, avevo dei problemi interiori irrisolti esuo figlio ed io non potevamo vederci senza litigare. Credo che siastato il destino ad unirci. Forse eravamo destinati a trovarci. >>

<<Beh, spero che Luke sappia prendersi cura di te. >> dicesorridendomi dolce.

Ricambioil sorriso e penso se anche lui ha amato sua moglie tanto quanto Lukeama me.

<<Ci prendiamo cura l'una dell'altro. >>


Quandoesco da casa di Luke è ormai pomeriggio inoltrato e sapendo che Lukenon mi risponderà al telefono e non tornerà a casa, almeno perquesta notte, prendo un altro autobus e me ne torno a casa.


Sonoin camera mia a leggere quando qualcuno bussa alla mia porta.

<<Avanti >> dico ed entra Luke.

Restoa bocca aperta quando lo vedo. Non avrei mai pensato che sarebbevenuto qui.

Mialzo e vado verso di lui. Solo quando ce l'ho di fronte mi rendoconto in che stato è. Ha un sopracciglio spaccato, un occhioviolaceo e diversi tagli sul viso e sulle nocche delle mani. Nonimmagino come sia il resto del suo corpo. Un ragazzo così bello nondovrebbe rovinarsi con inutili cicatrici.

<<Luke, che ti hanno fatto? >> gli domando ansiosa e posandoglile mani a coppa sulle guance.

Luimi guarda fisso negli occhi. Ha sempre avuto due occhi capaci distregare chiunque e quando è confuso e triste si fanno più scuri,indecifrabili e allo stesso tempo facili da amare.

<<Arya, scusami. Non... non volevo mentirti, non volevo nascondertelo,non... >> e poi piange.

Sospiroe lo avvolgo in un dolce abbraccio. Dio, è così bello averlostretto tra le mie braccia. Se i suoi occhi sono i grandi oceani dovevorrei morire, i suoi abbracci sono il luogo in cui vorrei abitare.

Lostringo forte a me, inspirando il suo profumo. Sa di aria fresca,salsedine e quella nota dolce che è Luke stesso.

Lasua fronte si nasconde all'altezza del mio collo, le lacrime umideche mi bagnano la pelle, la schiena che si muove a intervalliirregolari causati dal pianto.

Loaccarezzo e gli ricordo che io sono li, con lui, per sempre. Non lolascerei mai andare. Ne morirei.

Indietreggioe finiamo distesi sul letto. Restiamo abbracciati in un silenziorotto solo dalle mie poche parole di conforto per un tempoindefinito, poi Luke mi guarda, gli occhi lucidi, le guancearrossate e calde.

<<Io non ci riesco, non ce la faccio a vivere con lui e la sua nuovadonna, capisci? Non si rende conto che sto male? Che la mamma èscomparsa e io non l'ho ancora superato? Non capisce che soffro? >>sussurra lui.

Gliasciugo le ultime lacrime che gli rigano il viso cercando ditrattenere le mie, quelle che rischiano di uscire e rivelare quantosto male nel vederlo così.

<<Ho bisogno di combattere, Arya. E' l'unico modo che conosco perreprimere la rabbia e tutto il resto. >>

Miavvicino e lo bacio sulla guancia, percorrendo poi ogni centimetrodel suo viso.

<<So tutto Luke, so tutto ciò che senti. E so anche che è dura e losarà sempre. Ma devi anche capire che non puoi farci nulla, che nonè colpa tua se tua madre è morta e se tuo padre si è innamoratoancora. Non crederti il colpevole, io l'ho fatto e guarda com'èandata a finire. Ho distrutto il mio corpo e la mia anima, ho tentatodi suicidarmi. E quando ho capito che dovevo, che volevo vivere, èstato come togliermi un grosso macigno dal petto >> dicoguardandolo dritto negli occhi << e sai chi me lo ha fattocapire? Sei stato tu. Tu che mi hai trattato una merda quando cisiamo conosciuti >> lui ride a quel ricordo << Tu che mihai salvato da quei bastardi che per poco mi stupravano, sei stato tuil primo ragazzo a cui ho lasciato toccare le mie cicatrici, tu mihai aiutato a superare piano piano le mie paure e anche se non cisono ancora riuscita del tutto, ci sto provando. Perchè ci sei tucon me. Tu, i ragazzi, mio padre e Laura. Mi state dando una manogigantesca. Non sai quante volte vorrei buttarmi sul letto e piangeree tagliarmi ancora e ancora, ma non lo faccio. E sai perchè? Perchèti amo. Ti amo immensamente, incredibilmente e incondizionatamenteLuke Hemmings e io non voglio lasciarmi andare, perchè ciòsignificherebbe perdere la mia felicità. E sei tu la mia felicità>> ammetto.

Luirimane in silenzio, forse sconcertato dalla forza del mio amore perlui o non so cosa. Non mi interessa che lui resti li muto a fissarmi,basta che lui stia con me ed io con lui.

<<Siamo come due poli opposti Luke. Incredibilmente diversi manecessari l'uno per l'altro. Tu ci sei per me ed io ci sono per te.Sempre. Okay? >>

Luisorride appena e poi mi risponde.

<<Dio, quanto sei bella quando fai la romantica con me. >> dicefacendomi ridere.

Rideanche lui e mi abbraccia stretta, le nostre mani sul corpodell'altro, le nostre gambe intrecciate, le nostre labbra desiderosed'amore.

Unamore così io non l'ho mai provato. Solo con Luke.

<<Grazie Arya. >> sussurra.

<<Per cosa? >>

<<Per amarmi. >>

<<E' un privilegio amarti, Hemmings. >> sorrido.

<<Ed è solo tuo, amore mio. >> mi risponde piano sfiorandomi icapelli.

Iosorrido e lo guardo persa in me stessa per come mi ha chiamato. Luise ne accorge e mi osserva divertito.

<<Che c'è? >> chiede.

<<Mi hai chiamato "amore mio". >>

<<Lo sei. >> dice.

<<Mi piace >> rispondo imbarazzata.

Luisorride e inizia a darmi un bacio dopo l'altro, dolci baci alternatida diversi "amore mio". E rimaniamo così, ognuno perso nel cuoredell'altro. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro