Capitolo Decimo.
Quando apro gli occhi, vedo una forte luce bianca e un suono stridulo che sembra quello della campanella. Faccio per tirarmi su, ma una forte fitta alla testa me lo impedisce. Mi porto una mano sul punto dolorante, ma un'altra calda e morbida si posa sulla mia. Giro la testa di lato e vedo Luke che mi guarda sollevato e triste allo stesso tempo.
« Hey, bentornata » mi dice accarezzandomi la fronte.
Mi guardo intorno e solo ora mi accorgo di essere nell'infermeria della scuola, sdraiata su uno dei tre lettini disponibili, con Luke seduto al mio fianco e con un cerotto sulla testa.
« Che è successo? » gli domando, non ricordando bene il motivo per cui sono finita in infermeria.
« Sei svenuta ad educazione fisica. Il coach Torres ha detto che sei uscita dalla vasca senza un apparente motivo e che subito dopo ti si è accasciata al suolo » mi risponde lui, continuando ad accarezzarmi la fronte. Chiudo gli occhi, ricordandomi improvvisamente della mia testa stressata che mi ha causato quello svenimento.
« Sì. sono solo un po' stressata » rispondo a Luke cercando di fingere una certa indifferenza.
Nonostante io sia patentata nel nascondere le emozioni, Luke mi conosce troppo bene per cascare in questo inganno. Infatti, lui alza un sopracciglio sospirando e senza dire una parola, mi prende la mano e la gira con il palmo verso l'alto.
Subito gli occhi mi si riempiono di lacrime quando sfiora i tagli doloranti e gonfi del polso interno.
« Un po' di stress fa questo? » domanda lui, più freddo del solito e a testa bassa.
Un mio sospiro singhiozzato però lo sorprende e il suo sguardo si posa su di me, tornando dolce preoccupato.
« Arya » dice il mio nome con tale intensità da farmi piangere ancora di più. Luke mi si avvicina e mi stringe in un abbraccio.
« Scusami » singhiozzo tra le lacrime « scusami ».
« Supereremo tutto, Arya. Te lo prometto » mi dice coccolandomi tra le sue braccia.
Vorrei tanto credergli, ma nel profondo di me, sento che questa volta sarà diverso. Tutta quella voglia di lottare contro il mostro della depressione, ora è svanita. Non so per cosa sto resistendo. Ma sto continuando a farlo per Luke, per Michael, per la mia famiglia e per i miei amici. Ma onestamente, non so quanto ancora potrò reggere.
Esco da scuola mano nella mano con Luke. L'umidità causata dalla pioggia mi porta brividi che mi fanno tremare le gambe.
La mano di Luke si sposta sulla mia schiena e mi cinge la vita con un braccio, tenendomi stretta al suo corpo caldo e rassicurante.
Ho ancora gli occhi brucianti dal pianto e il naso rosso. Sono orrenda, ma non importa. Devo cercare di resistere ancora a questo momento difficile della mia vita, ma passerà. Deve passare.
Arriviamo alla macchina di Luke e il mio corpo si rilassa non appena partiamo e l'aria calda e riempie l'abitacolo. Io mi rannicchio sul sedile incrociando le braccia, colta nuovamente da brividi e chiudo gli occhi.
Una mano di Luke si posa sulla mia coscia e me la carezza lentamente, senza dire una parola. Ma solo con quel gesto mi sta dicendo tanto. È questo che mi piace di noi due. Molto spesso i gesti parlano più delle parole.
<< Ti amo >> sussurro istintivamente.
La mano di Luke si stringe sulla mia gamba e riesco quasi a percepire il suo sorriso.
<<Anche io ti amo Arya>> mi dice.
<< Non voglio stare sola >> ammetto. Questa è la mia richiesta d'aiuto, di bisogno di qualcuno che mi stia accanto.
Luke sospira.
<< Non sei sola. Non lo sarai mai >> mi promette e io mi addormento con quella bella e rassicurante promessa nella testa.
<< Arya >> mi sento chiamare << Arya svegliati. Siamo arrivati >>.
La voce di Luke mi sveglia da un sonno tranquillo e sereno, privo di sogni o incubi. Apro gli occhi e guardo istintivamente fuori dal finestrino. Siamo in un garage sotterraneo, quello di casa di Luke.
<< Che ci facciamo qui? >> domando.
Lui mi sorride dolce e mi passa una mano sul viso.
<< Non mi sembrava il caso di riportarti subito a casa dopo una giornata come questa >> mi dice.
<< Ma papà e Hanna... la scuola lo avrà chiamati per dirgli del mio malore. Saranno in pensiero >> un sospiro ansioso mi esce dai polmoni. Luke accenna un sorriso e mi accarezza il viso, facendomi rilassare.
<< Non preoccuparti. Ho parlato con tuo padre poco fa. Era pronto a uscire dal lavoro per portarti da un medico seduta stante. Ma io gli ho consigliato di mollare un attimo la presa. Di lasciarti respirare e parlare con te prima di fare qualsiasi cosa >> mi risponde slacciandosi la cintura.
<< E lui ti ha dato retta? >> domando incredula.
Luke fa spallucce e mi guarda intensamente negli occhi.
<< Beh sei qui con me, no? >> quella frase dà una risposta a tutte le mie domande.
Luke scende dall'auto e viene ad aprirmi la portiera. Sospiro e scendo prendendogli la mano. Dopo aver chiuso la macchina, ci dirigiamo insieme verso le scale che portano alla hall del palazzo. Istintivamente, guardo verso la porta di vetro controllata dal portiere. Ha smesso di piovere, ma il cielo è scuro e nuvoloso e l'aria fredda non è certo un buon segno affinché il tempo possa migliorare. Mi aggrappo al braccio di Luke e lui mi bacia sulla tempia dandomi un po' di calore. Aspettiamo l'ascensore che ci porterà fino al suo appartamento, un appartamento un po' troppo grande e vuoto per solo lui e suo padre.
Una volta entrati in casa, Luke posa le chiavi dell'auto su una mensola accanto alle porte dell'ascensore. Suo padre non c'è e sento una stretta al cuore nel pensare a tutte quelle volte in cui Luke si trova in queste enorme attico completamente solo, abbandonato da ciò che resta della sua famiglia.
Luke mi porta in camera sua, il letto ancora sfatto dalla notte prima. Lui impreca sottovoce e lo rifà alla bel è meglio mentre io mi tolgo le scarpe e osservo la sua collezione di cd. Sono l'unica cosa ordinata in quella stanza. Li ha riposti su delle mensole, con cura, l'uno sopra l'altro e in ordine alfabetico.
<< Ci tieni molto a questi? >> domando osservando alcuni dischi in vinile racchiusi in delle custodie di nylon. Luke si volta verso di me, lo sguardo confuso per la mia domanda. Quando vede i dischi di cui ho parlato, sospira e il suo volto si rattrista un po'.
<< Erano di mia madre. Sono una delle poche cose che mi sono rimaste di lei >> mi dice lui venendomi incontro.
Mi volto verso di lui e gli sorrido dolce, chiedendogli perdono silenziosamente. Lui sospira e mi prende per mano. Insieme ci stendiamo sul letto e ci abbracciamo senza dire niente per molto tempo.
<< Ti fanno male? >> chiede tutto a un tratto Luke. So bene che si riferisce ai tagli dell'altra notte e una parte di me si crepa pensando a quanto lui stia soffrendo a causa del mio gesto.
<< Sì >> rispondo sinceramente prima di guardarlo negli occhi. Lui aggrotta la fronte e mi stringe più stretta a sé.
<< Ho paura di perderti >> mi confessa a bassa voce.
<< Anche io ho paura di perdermi >> rispondo.
Penso di non essere mai stata così sincera con Luke come adesso. È vero. ho paura di quello che potrei fare. Ho paura di ciò che accadrebbe se dovessi continuare a vivere, ma ho molta più paura di sapere se c'è qualcosa dopo la morte. E se c'è, cosa c'è. Cosa farò, se rivedrò mai mio fratello e se potrò proteggere la mia famiglia, ovunque io finisca. Ho paura di lasciare Luke da solo, con un padre non troppo presente e una nuova donna a sostituire la figura materna nella sua vita. Ho paura di quello che potrebbe fare mia madre. Di quello che proverebbero mio padre e tutti i miei amici. Ho paura di morire ma nonostante questo, una forza oscura dentro di me mi spinge ogni volta più vicino a raggiungere l'irrecuperabile.
<< Io non voglio che tu te ne vada >> mi dice con voce un po' rotta << non voglio che tu ci provi e non voglio che tu lo pensi. Devi resistere, Arya. Promettimelo >>.
<< Non sono in grado di fare promesse, Luke >> rispondo desolata.
Le sue braccia mi stringono di più a lui, quasi a volermi intrappolare e inglobare nel suo corpo.
<< Dimmi che ci proverai un'ultima volta e che questa volta sarà quella buona e decisiva >> mi dice.
Io sospiro e chiudo gli occhi quando trovo la sua mano che si allaccia alla mia.
<< Ok >> rispondo e poi alzo il viso per incontrare i suoi occhi. Sono di un azzurro intenso, molto più scuro del solito, ma brillano come sono gli occhi di Luke sanno fare. Mi chino su di lui e lo bacio sulle labbra dolcemente.
Luke mi sorride appena quando mi stacco, ma la sua bocca si riavvicina alla mia e mi bacia di nuovo con più foga e intensità. Le labbra di Luke si muovono perfettamente sulle mie, catturando ogni molecola di felicità dal mio corpo.
Lui è così. Mi ingloba, mi cattura, mi protegge dal resto del mondo e dai suoi pericoli. Ma non può proteggermi da me stessa e da quello che nascondo.
Interrompo il nostro bacio per guardarlo in viso. Il suo sguardo è triste, pieno di una tristezza infinita che io conosco fin troppo bene. So che ha paura, so che sente che questa volta sarà quella decisiva. Lui sa che ogni attimo passato con me potrebbe essere l'ultimo, lo sa fin troppo bene. Ma nonostante questo non si arrende. Lui non si arrende mai.
<< Come fai? >> domando ad alta voce accarezzando il viso di luke. Lui inclina leggermente la testa di lato, non comprendendo appieno la mia domanda.
<< A fare cosa? >> mi chiede prendendo la mano con cui poco fa accarezzavo il suo viso e baciandomi il polso.
<< Ad amarmi, a stare con me. Sono un peso troppo grande Luke, come fai a resistere? >> dico frustrata.
Luke aggrotta la fronte, confuso dalle mie considerazioni. I suoi sospiri sono l'unico suono che sentono le mie orecchie per un tempo infinito. Poi le sue mani si posano sulla mia testa, le dita si intrecciano tra i miei capelli blu elettrico. Gli occhi di Luke sono dolci, stranamente sereni e sinceri.
<< Proprio non capisci quanto tu sia importante per me, vero? >>
guardo Luke dritto negli occhi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è a quanto io sia disastrosa. A quanto io non meriti tutto ciò che lui che fa per me. A quanto io non lo meriti.
Scuoto la testa asciugandomi una lacrima che mi riga il viso pallido. Lui aggrotta le sopracciglia concentrato. Poi mi parla ancora.
<< Ok, allora provo a spiegarti cosa sei per me. Hai presente le panchine all'ombra? Quando stai morendo di caldo e non vuoi fare altro che sederti su quella panchina a riposarti? E hai presente le coperte di lana? Quelle che ti proteggono dal freddo invernale? E il cielo stellato? Quello che ti fa capire che il giorno dopo sarà soleggiato e splendente? Hai presente quella sensazione di sollievo quando finisci un compito in classe? Quel vorticare di farfalle nello stomaco un attimo prima di un bacio? Ecco, tu sei tutto questo >> mi sussurra accarezzandomi dolcemente i capelli << e quando non ci sei, quando mi sei distante, tutto questo esiste lo stesso >> gli occhi di Luke catturano i miei e noto una brillante scintilla. Ora lo vedo chiaramente. Vedo l'amore che Luke prova per me e anche se volessi allontanarlo, se volessi prendere le distanze, se volessi proteggerlo da me stessa, per lui non farebbe alcuna differenza. Mi amerebbe ugualmente. Perché lui è così. Ama ogni cosa con tutto se stesso.
<< Quando non ci sei, tutto questo esiste lo stesso. Solo che quando ci sei tu, tutto è più bello >>.
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