Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Rosa~Capitolo 44

Gio aveva passato due giorni chiuso in casa con il telefono che squillava continuamente. Aveva almeno settantacinque messaggi da parte di Brandon e molte chiamate a cui non aveva risposto. Suo padre aveva evitato di andare al lavoro, Gio sapeva che lo stava facendo perché aveva paura di tornare a casa di trovarlo proprio come sua madre. Con le braccia piene di sangue e gli occhi chiusi, impossibili da riaprire.

Non erano state rare le volte in cui il ragazzo era corso in bagno per non vomitare niente, se ne stava solo piegato sul water vittima degli sforzi con suo padre lì vicino che gli diceva di stare calmo e che andava tutto bene. Ma la verità era che non andava tutto bene. Non andava affatto tutto bene.

Era scappato da Brandon senza dargli spiegazioni, gli stava mentendo, stava facendo preoccupare suo padre per una cosa che aveva cercato con tutte le sue forze di tenere nascosta, stava facendo soffrire i suoi amici per una sua paura e, in più, erano giorni che non aveva neppure più il coraggio di entrare nella doccia.

Quel pomeriggio se ne stava seduto sul suo letto, a gambe incrociate, con il telefono vicino che ogni tanto si illuminava per mostrargli l'arrivo di un nuovo messaggio.

«Ciao gioia mia!»

Anche Brandon lo chiamava così. Ma la persona che era andata a trovarlo quel pomeriggio non era lui. Era Gaia che, in tutta la sua maestosità, entrava in camera tenendo in una mano una scatola di biscotti.

Gio sarebbe tornato a scuola il giorno dopo e gli serviva parlare con qualcuno di Brandon e di quello che avrebbe dovuto fare. Perché non ne aveva la minima idea e solo pensare al giorno seguente gli faceva venire l'agitazione e la voglia di chiudersi in camera e non uscire più.

«Ciao Gaia...»

Rispose il ragazzo in un sussurro mentre guardava la sua amica che si sedeva sul suo letto vicino a lui. Gio sapeva di avere un bruttissimo aspetto. Aveva passato quei due giorni in pigiama, senza pettinarsi o lavarsi, e a piangere. Il risultato era che sembrava uno di quei single mezzi sgangherati nei film drammatici. Uno schifo insomma.

«Come stai?»

«Una meraviglia Gaia...»

La ragazza sorrise ma aveva gli occhi tristi, Gio aveva visto varie volte quello sguardo ma raramente gli era capitato che l'amica gli chiedesse qualcosa.

«So che sei distrutto Gio, e io vorrei poterti aiutare...»

Gio la guardò in faccia cosciente di avere gli occhi lucidi.

«Cosa devo fare Gaia? Perché io non lo so...»

«Io...io non voglio dirti quello che devi fare. È vero, l'ho sempre fatto. Ti ho sempre "incoraggiato" a fare cose che magari tu non ti sentivi pronto a fare ed è proprio per questo che non ti voglio dire niente. Non voglio rischiare di metterti nei guai e non voglio farti soffrire ancora di più...io ti voglio bene cazzo! E non voglio essere la responsabile della depressione del mio migliore amico. Quindi...quindi non posso aiutarti. Non così, almeno.»

In quel momento Gio vide una cosa che, in tutti gli anni in cui si conoscevano, aveva visto solo una volta: Gaia stava piangendo. Scosse la testa pensando che era lui la causa per cui la sua amica piangeva e l'abbracciò affondando il viso nell'incavo del suo collo.

«Non ce la faccio a dirgli tutto. Non domani...non così. Ho veramente troppa paura. Ma non saprei nemmeno cosa dirgli...»

Spiegò Gio rimanendo abbracciato alla sua amica che, a sua volta, se lo stava stringendo contro.

«Brandon non è arrabbiato. Anzi, è preoccupatissimo. In questi due giorni non ha fatto altro che chiedermi se avessi tue notizie anche se non ha mai voluto dirmi il perché. È un ragazzo d'oro. Non penso ti costringerà a dire tutto. Anche se...prima o poi dovrai farlo.»

«Lo so. E anche bene. Ma non credo che riuscirò a farlo con tranquillità...»

Gio ricordava ancora alcuni dei messaggi che Brandon gli aveva mandato, i primi almeno, perché poi aveva direttamente smesso di leggerli.

"Ho fatto qualcosa di male?"
"Gio ti prego rispondimi...ho bisogno di sapere come stai."
"Scusami. Scusami, scusami tanto."

Lui si scusava. Lui. Che non aveva fatto niente di male e che non stava mentendo a nessuno e che voleva solamente avere una relazione normale con un ragazzo normale. Ma Gio non era un ragazzo normale...e sarebbe stato lui a dover chiedere scusa. Strinse gli occhi finché anche il buio davanti a sé non si riempì di pallini bianchi, poi li riaprì.

Suo padre era fermo sull'entrata della sua stanza che lo guardava con un'espressione neutra in volto. Gio sapeva che erano stati due giorni difficili anche per lui e aveva visto che si era impegnato tanto per riferirsi a lui con il maschile, invece che con il femminile. E proprio Gio, che fino a quel momento si sarebbe messo a piangere per fare in modo che suo padre gli desse del ragazzo, lo aveva tranquillizzato più volte, dicendogli che andava bene anche se sbagliava con il femminile. Ettore gli sorrise. Gio gli sorrise.

A suo padre non faceva schifo, era la cosa più importante della sua vita. A Gaia non faceva schifo, era il suo migliore amico. A Filippo non faceva schifo, era pur sempre uno dei suoi migliori amici.

A Brandon...a Brandon non sapeva se gli avrebbe fatto schifo, ma se l'aveva baciato doveva piacergli almeno un pochino. E in Gio iniziò a nascere la speranza che quel piccolo fattore bastasse per non far allontanare il ragazzo da lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro