Blu~Capitolo 39
Brandon si sistemò la giacca mentre aspettava di vedere comparire la figura di Gaia che, sfortunatamente per lui, doveva incontrare quel pomeriggio. Lo sfogo di Filippo lo aveva preoccupato e aveva intenzione di chiarire con la ragazza tutta quella storia che, lo ammetteva, aveva scosso anche lui.
La ragazza arrivò poco dopo con il suo giaccone da meno trenta gradi addosso e la fronte imperlata di sudore. Il ragazzo ancora non capiva perché si ostinasse a indossare quella giacca così pesante a maggio.
«Ciminiera ciao! Come stai?»
Il ragazzo si strinse nelle spalle. Non poteva dire di essere felice di vedere la ragazza. Anzi, era anche abbastanza incazzato con lei per tutte quelle idee che aveva messo in testa al suo migliore amico. Idee che, lui sapeva, non se ne sarebbero andate tanto facilmente e che lo avrebbero distrutto emotivamente come era successo quel pomeriggio.
«Ciao Gaia. Potrebbe andare meglio, sai com’è.»
La ragazza sorrideva, sorrideva anche fin troppo spesso. Brandon non capiva se lo facesse per prenderlo in giro o perché veramente non capisse quello che stava succedendo e il motivo per cui lui l’aveva chiamata lì quel pomeriggio.
«Allora? Hai detto che mi volevi vedere, come mai?»
La ragazza si sistemò i capelli dietro alle orecchie e incrociò le braccia sotto al seno. Sembrava un generale che attendeva risposte, un generale che vuole incutere timore. Ma se c’era una cosa che Brandon proprio non aveva era la paura nei confronti di Gaia.
«Ieri sono stata da Filippo e mi ha raccontato quello che Paolo ha intenzione di combinare con quel ragazzo.»
Iniziò mentre osservava la ragazza che, invece, sembrava essersi trasformata in pietra tanto la sua espressione era immutabile.
«Era distrutto, Gaia. Mi ha detto che tu ti sei incazzata con lui.»
«Sei qui per farmi la morale allora! Mi hai chiamato per difendere il tuo amichetto! Scusami tanto eh, se ho provato a difendere un ragazzo sconosciuto intaccando la sensibilità del tuo compagnetto!»
«Gaia, se stessi zitta capiresti quello che voglio dire cazzo!»
Fortunatamente avevano deciso di trovarsi in un luogo abbastanza lontano dal centro.
«Ok, dai. Sentiamo allora che cosa intendevi.»
Brandon sbuffò e scosse la testa, presagiva già un pomeriggio interessante.
«Intendevo dire che non era necessario attaccarlo così. Potevi parlarci tranquillamente e Fil ti avrebbe ascoltato senza andare in crisi. Anche io sono d’accordo con te, penso anche io che quello che ha detto sia concettualmente sbagliato ma non avrei mai reagito come hai reagito tu.»
La ragazza alzò gli occhi al cielo e si tolse la giacca in modo brusco.
«Andiamo Brand! Non sparare cazzate! Filippo è stato una merda ma ora abbiamo risolto…»
«Risolto? Filippo ieri era a casa sua a vomitare! Vomitare dai sensi di colpa che gli hai scatenato tu. Purtroppo però tu non riesci a comunicare in modo calmo con la gente, vero? Ti interessa solo di Gio e tutti gli altri li tratti a merda. Non è così che si vive nel mondo Gaia.»
«Oh! Perché tu sei un grande esperto vero?»
Brandon scosse la testa e strinse i pugni all’interno delle tasche della giacca. Odiava quella situazione.
«No. Ho la tua stessa età Gaia, non sta a me insegnarti come si vive ma posso sicuramente dirti che attaccando tutti non andrai molto lontano. Fil è dispiaciuto per quel ragazzo, sta una merda e questo mi pare di averlo ripetuto abbastanza…quindi che cos’hai intenzione di fare?»
Gaia, che fino a quel momento si era posizionata in attacco, si mostrò sinceramente confusa da quella richiesta.
«In…in che senso?»
«Con Paolo. Che cos’avevi intenzione di fare? Ti ho detto che sono incazzato quanto te per questa faccenda e, visto che Fil non se la sente, ho intenzione di sostituirlo. Immagino che tu avessi una mezza idea, no?»
Gaia lo guardò ancora un po’ con gli occhi sbarrati per poi rivolgergli un messo sorrisino.
«Ah ciminiera, queste tue uscite mi spezzano sempre. E va bene, ora ti dico, però cazzo! Gio si è trovato proprio una bella gatta da pelare con te.»
Anche Brandon si ritrovò a sorridere e scosse la testa divertito. Avrebbe dovuto imparare a gestire Gaia, per la sua salute mentale e fisica almeno.
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