Blu~Capitolo 36
E l’ansia e la paura ti si leggono negli occhi, tanto belli
e tanto dolci, eppure sempre spaventati.
Ed effettivamente erano rimasti assieme per molto più di una cicca. Basta pensare che Brandon si svegliò nel letto di Gio, con lui attaccato alla sua maglia, con la sveglia del comodino che segnava le sette e cinquantacinque.
«Merda.»
Sussurrò mentre iniziava a scuotere Gio per farlo svegliare.
«Brandon che hai?»
Fu la prima cosa che il ragazzo disse aprendo gli occhi e sbuffando. A Brandon venne da ridere, vedere Gio da quel punto di vista lo divertiva, era buffo.
«Niente di particolare per quello…sono solo le sette e cinquantasei e tu stai ancora dormendo con me vicino. Assolutamente nulla per cui potremmo morire entrambi.»
A quella frase Gio sbarrò gli occhi e saltò a sedere come fosse stato percorso da una scossa elettrica.
«Merda! Mio padre sarà qui tra pochissimo! Forza! Muoviti! Alzati! Su, su!»
Brandon venne trascinato su dal letto e fu costretto a infilarsi le scarpe da ginnastica saltellando su un piede mentre guardava Gio fare aventi e indietro, dalla porta della sua camera alla finestra, mangiucchiandosi le unghie come un pazzo sull’orlo di una crisi di nervi.
«Gio, stai tranquillo, ora va…»
«Gio! Ciao, sono qua!»
Il riccio si bloccò sul posto e Brandon non osò dire nient’altro. Vedeva che il ragazzo era teso, assomigliava a uno spaghetto crudo che sta ritto in piedi e a cui basta la minima pressione per essere spezzato.
Gio lo afferrò per la giacca e lo fece nascondere dietro alla porta della sua stanza, il classico nascondiglio da fidanzato che non deve farsi scoprire o da amante colto in flagrante.
Fa anche rima, pensa te.
«Mi spiace di dover fare ste cose…ci vediamo dopo a scuola se riesci ad uscire dalla finestra.»
Gli sussurrò all’orecchio per poi staccarsi da lui e uscire di corsa dalla stanza. Brandon sentiva la sua voce alternarsi a quella di suo papà dall’altra parte dell’appartamento ma non riusciva a capire quello che effettivamente si stavano dicendo: Gio parlava talmente piano che sembrava quasi lo stesse facendo apposto per non farsi sentire da lui.
Contò fino a venti prima di uscire dal suo nascondiglio e fiondarsi fuori dalla finestra e giù per la scala anti incendio lasciandosi alle spalle un Gio teso come non mai e una notte passata assieme allo stesso ragazzo a dormire abbracciati ed entrambi tranquilli come non mai.
***
Gio era agitato. E Brandon non era proprio a suo agio. E Gaia e Filippo non capivano cosa fosse effettivamente successo.
«Ragazzi maaa…tutto bene?»
Disse Fil appoggiandosi con il gomito alla spalla della ragazza, per farlo dovette alzarsi sulle punte dei piedi.
«Sì!»
Risposero in coro di due ragazzi, forse anche troppo in fretta e Gaia ne approfittò per tirare una gomitata nel fianco all'amico.
«Hai sentito Fil? Sono anche sincronizzati! Se non si sposano io mi faccio suora.»
«Sarà divertente vederti chiusa in un convento Gaia, veramente tanto.»
Rispose allora Gio passandosi una mano sulla faccia nel disperato tentativo di evitare il contatto visivo con Brandon ma, nello stesso tempo, di lanciargli occhiate discrete dal lato del muretto dove si trovava. In compenso la ragazza gli fece la linguaccia, subito seguita da un dito medio.
«A costo di costringervi a stare insieme guarda. Comunque veramente, che avete fatto che sembrate due corde di violino? Avete scopato?»
A Gio venne un colpo di tosse e Brandon preferì distogliere completamente lo sguardo dalla figura di Gaia. Filippo invece, dal canto suo, se la rideva tranquillamente.
«Gaia la devi smettere con sta storia porco cane. Qui nessuno è agitato, teso o che so io! Ok?»
Disse Gio fulminando l'amica con lo sguardo. Doveva veramente smetterla di pronunciare la parola "sesso" in presenza di Brandon. Perché Gio sapeva che sarebbe dovuto arrivare quel momento...ma in quella situazione non era minimamente il caso. Scosse la testa incontrando il sorrisetto di Gaia che si stava aprendo il suo giaccone pesante.
Speriamo che Brandon non se la sia presa. Devo decidermi a spiegargli la situazione...sì certo, chi voglio prendere in giro? Se fosse possibile evitare di dirglielo per anni lo farei anche.
«Forza amico! Non voglio che mia madre mi ammazzi quindi muovi le tue gambine fino al parcheggio e portami a casa!»
Esclamò improvvisamente Filippo rivolgendosi a Brandon e iniziò anche a tirarlo per la giacca come faceva un bambino quando vuole lo zucchero filato alle fiere di paese. Brandon sbuffò e scosse la testa.
«Ok Fil, ora andiamo.»
Rispose poi accondiscendente prima di sorridere a Gio e seguire l'amico verso il parcheggio degli studenti.
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