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Epilogo.

Indossavo dei vecchi vestiti, uno dei pochi che Jazmin non aveva buttato. Era estremamente largo, mi sentivo così ridicola e fuori luogo con quel pezzo di stoffa floreale che una volta mi piaceva tanto.
Mi trovavo ancora una volta in tribunale di New York, con Austin, Jazmin e Maryann Gilbert, il mio giovane avvocato d'ufficio appena laureato,  visto che i Maxwell non erano più la più famiglia più ricca di Westerfield.
Era  stata reclusa momentaneamente al carcere femminile di Bentley,  ma a quanto pare il primo processo si sarebbe svolto più presto del previsto.
Quello era il posto dove vidi Jesse per l'ultima volta. Quando ero uscita dall’ ospedale una settimana prima, lui era rimasto ancora e non avevo ricevuto notizie fino a tre giorni fa, quando Austin mi aveva detto che era uscito e che aveva già fatto il processo, ma mi disse che non sapeva che pena gli avevano dato.
Non mi avevano dato la possibilità di vederlo, nemmeno di chiamarlo. Avevo perso ogni speranza, finché quel giorno, il giorno in cui si sarebbe decisa la prima e probabilmente definitiva sentenza , lo vidi.
Maryann, che era entrata da poco nel mondo dei casi penali, sarebbe stato presente grazie ad un permesso del Piccolo penitenziario dov’era ancora rinchiuso, visto che poi sarebbe partito per il New Jersey a scontare la sua pena.
Rivederlo la, seduto fra il suo avvocato e suo zio Mase, ammanettato e con lo sguardo agitato e triste, mi faceva spezzare il cuore.
Vederlo indossare la divisa verde scuro del carcere, così larga nel suo corpo esile, era così surreale.
Non avevo mollato il suo sguardo nemmeno per un secondo durante il processo, nemmeno quando fui costretta a rispondere alle domande in mia accusa. Non mi interessava più niente, tutto quello che desideravo era poterlo abbracciare ancora una volta.
Dopo la sentenza definitiva, tutti si alzarono per poter uscire dall’aula , e il primo fu proprio Jesse, insieme ai poliziotti e il suo avvocato.
Si voltò, mentre due poliziotti lo tiravano per la spalla.
Il modo in cui mi guardò, così speranzoso e allo stesso tempo sconfitto, non mi diede il tempo di ragionare.
Corsi da lui, superando le maestosa porte della stanza e raggiungendolo lungo il corridoio.
Sentivo i passi pesanti dei poliziotti dietro di me e la voce del mio avvocato chiamare il mio nome, ma non fermai e accellerai.
Mi tuffai fra le sue braccia, cogliendo alla sprovvista i presenti.
Lo abracciai forte, affondando il viso sul suo petto, bagnando la divisa con le mie lacrime.
-Jesse…ricordo tutto. Ho visto mia sorella, ricordo come l'ho uccisa. Jesse, lo ricordo.-
Lui mi posó un bacio fra i capelli accarezzandomi le guance umide.
-Non importa più, ormai. Non smetterò mai di amarti, Kira.-
Scoppiai a piangere quando le braccia forti di due poliziotti cercarono di dividerci, riuscendoci subito.
-Jesse! Vi prego, io devo stare con lui! Devo andare con lui!-
Lo vidi allontarsi, scortato all’esterno del tribunale dalle forze dell’ordine.

Metropolitan Correctional Center, 15 ottobre.

Mancavano pochi minuti alla fine del pranzo, così mi alzai e presi il mio vassoio ancora pieno per svuotarlo nella spazzatura.
Il cibo nel reparto femminile del Metropolitan Correctional era decisamente scadente.
Erano molto meno le donne rinchiuse nel più famoso carcere Newyorkese, per quel motivo le condizioni di vita erano pessime.
C'era un grave problema di sovraffollamento. Condividevo una piccola cella con altre due donne che erano lì dentro da molto più tempo di me. Ero la più giovane detenuta del reparto.
Mentre camminavo verso la mia stanza, infilai una mano all’ interno della tasca della mia divisa arancione, e strinsi in un pugno la lettera, controllando che fosse ancora là. Bisognava stare molto attenti alle proprie cose  in quel posto .
Nella piccola cameriera non c'era nessuno, probabilmente le altre erano ancora in mensa. Ringraziai il cielo di essere da sola e salii nel mio letto a castello ancora sfatto. Se stavo seduta sul letto, la testa sfregava con il soffitto e al mattino dovevo sempre stare attenta a non alzarmi di scatto.
Presi la mia lettera stropicciata, e la strinsi forte al petto. Non avevo voluto leggerla subito, perché non volevo crederci. Quando il mio avvocato mi aveva consegnato una lettera proveniente dal carcere di Trenton, pensavo fosse uno scherzo.
Austin veniva regolarmente a trovarmi, ma quando gli chiedevo notizie di Jesse, diceva di non sapere nulla.
Mentre aprivo la lettera, le mani iniziarono a tremare.

Cara Kira,
Non sono sicura che questa lettera ti verrà spedita realmente, ma mi piace pensare che sia così.
Non avrei immaginato di vivere tutto questo in così poco tempo. Da quando ti ho conosciuta, la mia vita è cambiata radicalmente. Prima di incontrare te, non credevo all’ Amore, all’ amicizia e quelle cose la. Non credevo di potermi affezionare così tanto ad una persona.
Non sono stato il ragazzo giusto per te. Sono stato egoista, perché il mio amore per te mi ossessionava, mi rendeva cieco a quello che era la realtà Delle cose.
Ho pensato solo a stare con te, senza pensare alle conseguenze , e mi dispiace di non averlo fatto.
Forse avremmo potuto evitare tutto questo, forse tu saresti rimasta Kira e Cookie non sarebbe mai esistita, e immagino sarebbe stato meglio così, ma l’idea di stare lontano da te era troppo dolorosa.
Ripenso ogni secondo a quello che abbiamo passato, a quei bei momenti e ai posti che abbiamo visto, solo nostri.
Ripenso a tutto e sto male, perché vorrei cancellare tutto e dimenticare per poter smettere di soffrire, ma so che non ci riuscirò. Non potrò mai dimenticarti, Kira.
Vorrei essere lì a proteggerti, ma non succederà, e dovrai farlo da sola.
So che puoi farlo.
Spero risponderai a questo lettera presta, ho bisogno di sentirti.
Ti amo , tuo Jesse Houseman.

PS: Non piangere (lo so che lo stai facendo) io ti aspetto.


Kira Maxwell fu condannata all'ergastolo
per omicidio di secondo grado, occultamento di cadavere, fuga e altri reati relativi all'affidamento  il 10  settembre 2018 presso il Metropolitan Correctional Centre e affidata a cure psichiatre.

Jesse Houseman fu condannato a vent’anni  per spaccio e possesso di cocaina, oltraggio alla corte e sequestro di persona il 10   settembre 2018 presso il New Jersey State Prison.

Nei momenti successivi alla condanna la madre di Kira iniziò a rilasciare ogni tipo di dichiarazione sulla figlia guadagnando cospicue somme di denaro dalle televisioni e dai giornali.

La pena di Zachary Maxwell fu successivamente prolungata dopo la testimonianza di Kira e Austin Maxwell che lo accusarono per violenza sessuale ai danni di Morgana Maxwell.
Complessivamente Zachary Maxwell fu condannato a quarant’anni per abuso di natura sessuale su minori nei danni delle figlie Kira e Morgana Maxwell Il 19 gennaio 2019 presso Il New Jersey State Prison.

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