5.
Quando Jesse disse che non assomiglievamo alle nostre foto nel notiziario aveva ragione.
A primo impatto, saremo passati inosservati in mezzo alla gente.
Non ero riconoscibile Grazie alle modifiche che avevo apportato al mio aspetto. I miei capelli biondissimi, dritti come spaghetti e la mancanza della mia amata frangia conferivano al mio volto un taglio diverso dal solito. Le lentiggini sul naso non centravano niente con la mia carnagione, ma non aveva importanza, Dovevano solamente distogliere l'attenzione dai miei occhi, che nonostante fossero nascosti dalle lenti azzure, non avevano perso la loro forma leggermente allungata negli angoli, come si vedeva bene nella foto al telegiornale.
Non avevo comunque bisogno di utilizzare tutti quei trucchetti spesso, visto che non uscivo mai dalla roulotte.
Al contrario mio, Jesse non aveva fatto alcuno sforzo per cambiare il suo aspetto. Era avvenuto naturalmente.
Era molto più magro, il volto ancora più scavato e gli zigomi più pronunciati. Non mangiava molto, quasi nulla, e quando glielo facevo presente si arrabbiava. I capelli erano cresciuti, coprendogli le orecchie.
Nonostante ciò, ai miei occhi era ancora bellissimo.
Sapevo che dovevamo lasciare presto il Texas, ma cosa sarebbe cambiato? Ci avrebbero cercato in ogni parte dello stato.
Anche Jesse aveva un documento falso, ora che era ricercato come me.
Eravamo Cookie Brandysh e Sacha Campbell.
Una coppia di ventenni dai nomi strambi e decisamente singolari.
Non volevo essere Cookie e lui non voleva essere Sacha. Potevamo essere noi stessi solo nelle mure di casa, e questo mi ricordava tristemente la mia famiglia.
Avrei voluto poter esprimere il mio amore senza timore, senza nascondermi, gridare al mondo che ci amevamo.
Jesse riteneva che lo avremo fatto, a tempo debito.
Stavo guardando distrattamente un programma di cucina alla TV, quando la porta si spalancò.
Jesse entro con quella sua andatura traballante e un sorriso più caloroso del solito.
Il mio sguardo cadde inevitabilmente su quella che sembrava una custodia da chitarra nuova di zecca.
Mi avvicinai curiosa e Jesse aprí la custodia, rivelando la chitarra lucida e marrone.
-Mio Dio, è una Martin D-35!-
Jesse me la porse senza dire nulla, ed io accolsi la chitarra acustica come un bambino.
-Jesse, è una cazzo di Martin D-35!-
-Sì, Kira. -
Mi sedetti sul divano perché credevo che sarei svenuta da un momento all'altro.
Era una delle miglior chitarre acustiche al mondo.
Anche io avevo una chitarra, ma nonostante fosse costosa e di ottima qualità, non era una Martin.
-Lo sai quanto costa?- Chiesi scioccata.
-Beh, si, visto che l'ho comprata.-
-Sei completamente impazzito, Jesse! È...é...Io non so che dire!-
Si sedette al mio fianco, circondandomi le spalle con un braccio e attirandomi a se.
-Non dire nulla, canta per me.-
Lo strinsi a me in un abbraccio spontaneo, realmente stupita per quel suo gesto.
-Non dovevi spendere così tanti soldi!-
-Possiamo permettercelo, Kira.-
Era incredula, adoravo i suoi regali. Riusciva sempre a sorpendermi.
-Suoni per me?-
-Ora?-
-Certo.-
Annuii timida e mi allontanai per cantare.
Non avevo cantato spesso davanti a lui, quando passevamo il tempo insieme.
Accordai la chitarra e fu così bello, così famigliare.
-Cosa...Cosa canto? -
-Quello che vuoi, piccola. -
Feci un respiro profondo.
Suonare quella chitarra mi veniva naturale. Le dita si muovevano con scioltezza su quelle corde.
Take it or leave it
Baby take it or leave it
But I know you won't leave it
'Cause I know that you need it
Unh, look in the mirror
When I look in the mirror
Baby I see it clearer
Why you wanna be nearer
Jesse mi guardò profondamente, concentrandosi sulle mie labbra.
I'm not surprised
I sympathize, ah
I can't deny
Your appetite, ah
Il modo in cui mi guardava mi faceva sentire vulnerabile, facendomi arrossire come le prime volte.
You got a fetish for my love
I push you out and you come right back
Don't see a point in blaming you
If I were you, I'd do me too
You got a fetish for my love
I push you out and you come right back
Don't see a point in blaming you
If I were you, I'd do me too
Smisi di cantare, e mi sentii avampare per il modo in cui mi osservava.
Jesse si sporse verso di me ed io appoggiai la chitarra a terra.
Si avventó sulle mie labbra come se fosse la sua unica fonte d'ossigeno, bació il mio collo come se fosse la sua droga.
-Non hai idea di quanto mi ecciti, Kira. -
No, la verità è non potevo immaginarlo.
Passai le mani sulle sue guance fredde mentre la sua bocca esplorava le mie labbra con maestria.
Le sue mani scesero velocemente sulla mia camicetta rosa e aprí con foga i bottoni.
Mi misi meglio sul divano e lui mi aiutò a togliermi i pantaloni.
Gli tolsi la felpa ingombrante, desiderosa di sentire la sua pelle sulla mia, di farne una cosa sola.
Fece risalire le mani esperte sul mio seno, ricoperto dal leggero reggiseno di pizzo bianco. Non avevo mai avuto della lingerie di classe, come la definivo io, e quando era tornato a casa con buste e buste di vestiti e intimo di marca decisamente attraente , dicendo che potevamo permettercelo, ero arrossita fino alla punta dei capelli.
Mi accarezzó lentamente, e gemetti impaziente sulla sua bocca.
Jesse mi slacció il reggiseno, e mi alzai leggermente per togliermelo, quando la porta venne aperta violentemente.
Jesse si posò completamente sopra di me, con l'intento di coprire il mio corpo.
-Oh cazzo! Scusate ragazzi!-
Jesse mi mise immediatamente la sua felpa, più veloce da indossare rispetto alla mia camicia.
Guardammo stupiti Clay che si muoveva a suo agio nella roulette, alla ricerca di una birra dal frigo.
Si sedette al tavolo con la sua lattina e cambiò canale.
-Seriamente? -
Chiesi scioccata guardando prima lui e poi Jesse.
Si passò una mano fra i capelli e sospirò, alzandosi e attirando finalmente l'attenzione di Clay.
-Potresti bussare, la prossima volta.- Disse Jesse stizzito.
-Ok, bro. Lo farò. - annuí senza staccare gli occhi dallo schermo.
-Perché sei qua Clay? -
-Ma come, dobbiamo organizzare la nostra fuga. -
-Nostra ?- Chiesi al limite della sopportazione.
-Sì. Credo abbiate bisogno di me. Oh, una Martin. Non credo sia di Jesse. Non sapevo sapessi suonare, biscottino. Non so molte cose di te. Dovresti suonare per me.-
Mi strinsi nel caldo maglione di Jesse. - Sì, Clay. Non credo succederà in un futuro prossimo, ma tanto vale sperare.-
Clay scoppiò a ridere sputacchiando birra sulla stanza.
-Mi piace la tua ragazza bro!-
Jesse alzò gli occhi al cielo e si sedette al tavolo con lui.
-Non in quel senso eh, non si toccano le compagne dei soci.-
-In che senso avremo bisogno di te?- Chiese Jesse improvvisamente più serio.
-Che domande. Stanne cercando voi, non me. Io sono il vostro tramite. I vostri occhi. Chi vi può dire cosa accade all'esterno, se non io?-
Guardai Jesse e lui guardò me. Aveva ragione. Per quanto l'idea non mi allettasse, avevamo bisogno di lui.
-Non preoccupatevi. La prossima volta che state facendo sesso non mi intrometteró. -
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