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5. Ti voglio bene

Le settimane passarono in fretta e Ni-ki cercò di evitare il più possibile i suoi amici, dato che loro non gli avevano più rivolto la parola e lui si rifiutava di fare altrettanto. Tuttavia si dilettava con la compagnia del suo vicino di banco, col quale passava tutto il suo tempo, cosa impensabile per il Ni-ki bulletto di tempo prima.
Non gli parlava più nessuno; tutti lo evitavano e lo schernivano alle spalle, a causa della scarsa reputazione di Sunoo, malgrado lui non avesse fatto assolutamente niente per meritarla.

Eravamo rimasti solo io, lui e nessun altro e col tempo ho capito che è stata la cosa più bella che mi potesse capitare...

Così scrisse Ni-ki tempo dopo sul suo diario, col sorriso stampato in faccia e stringendo tra le mani un fiore...

Da canto suo, Sunoo non era più solo, ma aveva trovato un amico, inaspettatamente colui che lo derideva. È strana la vita, non trovate?
Diventò più allegro, più vivace e persino più loquace, ma solo col suo vicino di banco al quale stava iniziando ad affezionarsi e la cosa era reciproca.

"Dovresti sorridere di più, sai?" Disse Ni-ki un giorno, dopo che l'amico rise per una sua battuta; fu la prima volta dopo tanti anni e il suo sorriso luminoso era rimasto nascosto per così tanto tempo!

"Davvero?"

"Certo... Hai un bel sorriso..."

Ovviamente Sunoo si imbarazzò parecchio davanti a quel complimento, siccome non ne riceveva mai da nessuno.

"G-grazie... N-non mi hai mai detto una cosa del genere." Rispose, incespicando un po' con le parole.

"Sì, ma non farci l'abitudine! Non sono bravo con i complimenti." Replicò freddo Ni-ki, sotto sotto imbarazzato pure lui.

Ci fu un momento di silenzio in cui lo sguardo del nostro giapponesino era completamente concentrato sul suo vicino di banco, il quale, come ogni mattina, era baciato dai raggi dorati del sole.
Gli si sfocò la vista per un' istante, probabilmente era dovuto al fatto che avesse giocato ai videogiochi per tutta la notte, fatto sta che per un istante vide quei capelli rosa e la pelle illuminata sbiadirsi come la prima luna di un mese di inverno, come un sole nella foschia, come un maledetto angelo che lo stava incantando. Sbatté le palpebre più di una volta l'immagine del febo ragazzo tornò normale.

Egli si voltò, sentendosi osservato. I loro sguardi si incrociarono come le radici di un ciliegio. Durò solo un momento, ma a loro sembrava un'eternità, soprattutto a Ni-ki. Nella sua mente regnava il caos. Avrebbe voluto girarsi dall'altra parte, fare finta di niente o anche dirgli qualcosa, ma niente, il suo corpo non sembrava dargli retta.

Si sporse lentamente, senza che nemmeno se ne rendesse conto.

"Che sta facendo?" Pensò Sunoo, confuso e anche in agitazione. Il suo cuore aveva perso uno o due battiti, le sue membra erano paralizzate e i suoi respiri si facevano man mano più irregolari.

Il suono della campanella distrasse Ni-ki, il quale si allontanò di scatto e si girò verso la lavagna. Era finito l'intervallo.

"Ma che stavo facendo?!" Si chiese impanicato.
La sua mano tremava come una foglia; la strinse con l'altra per farla stare ferma, ma invano.

"Che mi sta succedendo?" Sussurrò, col fiato corto.

Si morse la lingua fino a farla sanguinare. Voleva pure tirarsi uno schiaffo, ma lo avrebbero preso per pazzo.

"Nishimura Riki, riprenditi." Disse tra sé e sé.

Da canto suo Sunoo rivolse l'attenzione verso il suo libro di chimica, alla ricerca di una qualche distrazione che lo potesse calmare e nella speranza che il suo cuoricino avrebbe decelerato i battiti.

Appena l'insegnante entrò in classe, i due trovarono sollievo, sebbene per poco; il professore aveva con sé le verifiche corrette e c'era poco da stare tranquilli. Guardò ogni studente con sguardo torvo, chi più e chi meno, prima di iniziare a consegnare.

"Ragazzi, queste verifiche fanno schifo! Non c'è una sufficienza e non sto scherzando!" Li rimproverò.

Quando arrivò al banco di Ni-ki, gli schiaffò davanti quel test lasciato quasi completamente in bianco.

"Almeno questa volta hai scritto il tuo nome, Nishimura." Lo schernì, per poi passare al prossimo.

Il giapponese guardò un attimo il suo voto, poi con una faccia schifata lo allontanò dalla sua vista.

"Un altro due..." Mormorò "tu quanto hai preso?" Si rivolse verso Sunoo.

"Cinque."

"Bello!"

"Insomma..." Disse schizzinoso il ragazzo raggi di sole.

"Vuoi fare scambio con la mia?" Ridacchiò l'amico.

Sunoo diede un'occhiata a quella verifica completamente in bianco, segnata solo dal nome di Ni-ki e dalla biro rossa del prof.

"Ma non ci hai neanche provato." Commentò.

"Non ci capisco niente di questa roba."

"E se sabato ci vedessimo per studiare? Rivediamo bene questo argomento e poi ci offriamo per l'interrogazione di recupero." Propose Sunoo, mostrandogli un dolce sorriso di incoraggiamento.

"Tu, io? Offrirci?! Neanche per sogno!"

"Ti ricordo, caro, che hai cinque materie sotto." Quel sorriso da dolce diventò malizioso.

"Mi ci vorrebbe un miracolo." Replicò Ni-ki, sbuffando.

"Non dire così, vedrai che a piccoli passi ce la farai e ti aiuterò io se vuoi."

Ma prima che potesse rispondere, entrambi furono richiamati dal professore e quindi dovettero rimandare la conversazione alla fine della lezione.

Quando suonò la campana, Sunoo si girò di nuovo verso il suo amico.

"Allora... Ci stai?"

Ni-ki esitò un attimo, ma ben presto fu costretto a cedere.

"Ci sto..." Disse "ma anche tu devi promettermi una cosa..."

"Quale?"

"Che inizi a socializzare con qualcuno e non solo con me."

Il sorriso sulle rosee labbra di Sunoo svanì di colpo e si accigliò di colpo, trasformando il suo bel visino da allegro a triste.

"Non posso."

"Come no?!"

"Possiamo parlarne dopo?"

"Per quale motivo?!"

"C'è già la prof."

Ni-ki si ammutolì alla vista della prof di inglese, si alzò e la salutò, come fecero tutti gli altri suoi compagni, ma con quell'amaro in bocca, quel desiderio di sapere di più sui sentimenti di Sunoo.

La giornata passò lentamente per lui, irritato dal silenzio dell' amico, il quale tirò un sospiro di sollievo quando suonò l'ultima campanella della giornata e si affrettò per uscire.
Fece lo zaino in tutta fretta e si alzò, ma Ni-ki gli afferrò il braccio.

"Resta qui un attimo."

"Perderò il pullman."

"Allora sarà meglio che mi dici subito cosa c'è che non va." Si alzò e chiuse la porta della classe, non appena tutti se ne fossero andati.

"Non so neanche di cosa stai parlando."

"Sì invece." Si avvicinò a lui e gli afferrò le spalle.

A Sunoo venne un brivido a quel tocco, così forte che alzò la testa di scatto verso il viso del giapponese, che lo guardava con insistenza tale da farlo uscire di senno. I suoi occhi stretti e scuri gli avevano rubato il respiro e forse anche un battito.

"Ti rendi conto che così facendo sei imbarazzante?" Disse Ni-ki. Era sempre molto indelicato con le parole, sebbene estremamente sincero e diretto.

"Cosa stai dicendo?!"

"Pensaci... Sunoo, tu non puoi continuare così! Ti fai maltrattare senza dire niente, non rivolgi parola ad anima viva. Come pensi che possano reagire gli altri? E piantala di piangerti addosso, ti fai solo del male..."

"Sei come tutti gli altri: non capisci..." Mormorò Sunoo offeso.

"Io credo di aver capito benissimo invece e non venire a giustificarti con qualche storia strappalacrime perché non funziona né con me né con nessun altro..." Si fermò un attimo, non appena si rese conto che il ragazzo aveva distolto lo sguardo e che il suo corpicino tremava come una foglia, ma ci vuole ben altro per impietosire Nishimura Riki.

"Sai, mi hai sempre fatto incazzare per questo tuo modo di fare la vittima?" Continuò poi.

Sunoo lo spinse via e gridò furioso:
"Allora hai fatto solo finta di essere mio amico! Perché? Ti faccio pena?!"

"Sì." A questa risposta, si prese uno schiaffo.

"Sei peggio di loro."

"Sicuro? Preferisci qualcuno che ti ride alle spalle? Io se devo, ti rido in faccia, perché non sono un codardo come loro." Non fece a meno che scappargli un sorriso acido.

Passò un momento di silenzio in cui Ni-ki provava ad avvicinarsi, ma Sunoo indietreggiava, ferito da quelle parole e dalla dura verità. I suoi occhi si riempiono di lacrime, tuttavia non voleva che lo rimproverasse ancora, quindi cercò di non piangere.

"Credevo che fossi mio amico." Disse con voce rotta.

Allora il nostro bulletto fece una cosa che non aveva mai immaginato di fare: gli si avvicinò e lo strinse tra le sue braccia. Il ragazzo dai capelli rosa ne rimase sorpreso; non avrebbe mai immaginato un atto simile da Ni-ki, sempre così freddo e sgarbato. Dopo qualche secondo ricambiò la stretta, affondò la faccia nel suo petto e iniziò a singhiozzare.

"Io sono tuo amico." Mormorò.

"Bugiardo."

Ni-ki strinse la presa e prese ad accarezzare qualche ciocca di quei bellissimi capelli rosa.

"Sarei un bugiardo se ti dicessi che ti..." Si fermò un attimo, incredulo su quello che stava per dire.

"Ti voglio bene." Tre parole che non aveva mai pronunciato per nessuno e che gli suonavano così strane nella sua bocca.

Sunoo si placò immediatamente, sentendo quelle dolci e sincere parole che mai nessuno gli aveva detto, alzò la testa e prese a guardarlo dritto negli occhi.

"Davvero?!"

"Certo."

Allora il ragazzo raggi di sole lo strinse di più a sé e Ni-ki ricambiò l'abbraccio, sentendo una strana gioia, un tepore che gli scaldava le membra, chiuse gli occhi per un attimo e sorrise.

"Sunoo, promettimi che la smetterai di autocommiserarti e di provare a vivere davvero."

"Va bene, se lo desideri tanto."

Infine entrambi si separarono, ponendo fine a quel dolce abbraccio.

"Vuoi che ti accompagni a casa?" Chiese Ni-ki.

"Certo, se vuoi."

Il giapponese non desiderava altro che quella risposta, perché ormai stare con quel ragazzo era diventato il suo passatempo preferito. E pensare che fino a poco tempo prima non ne voleva sapere niente di lui! In quel momento non poteva più vivere senza di lui: il raggio di sole che illuminava le sue giornate e per il quale iniziava a provare qualcosa.

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