2. Capelli rosa
Quando la campanella suonò, tutti gli studenti si precipitarono fuori dalla classe... Beh quasi tutti... Sunoo non si mosse dal suo banco. Effettivamente a cosa servirebbe andare fuori o meno? Tanto vale risparmiarsi la fatica di camminare, se non si ha nessuno con cui stare.
Quindi prese in mano il telefono e iniziò a controllare i messaggi e i suoi social preferiti, per vedere se ci fossero dei nuovi video che potessero rallegrarlo.
Questo attimo di piccolo svago fu interrotto dalla voce di un suo compagno di classe. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti un ragazzo alto, dagli occhi larghi da cerbiatto, zigomi marcati e viso dolce, sebbene la sua espressione dicesse il contrario.
"Kim Sunoo... Strano vederti sempre qui..." Disse. Il suo pomo d'Adamo scolpito si muoveva a ritmo di quelle parole, la sua voce soave suonava tagliente come una lama.
"Hee, è inutile che ci parli, non ti risponderà." Intervenne Sunghoon dall' altra parte della classe.
"Oh già dimenticavo... Tu forse non mi capisci nemmeno, non è così?"
Lo ignorò come al suo solito, ma quella lama tagliente lo feriva e non riusciva fare altro se non lasciare che ciò accadesse, facendolo sentire ancora più impotente e inetto.
Non contento, Heeseung si avvicinò ancora di più e prese a giocherellare con delle ciocche dei capelli tinti.
"Che morbidi che sono, complimenti... Svelami una curiosità: perché questo colore? Sei un ragazzo..."
"Che antiquato che sei, Heeseung! Modernizzati un po'!" Lo interruppe Jungwon con fare scherzoso.
Si avvicinò anche lui al banco.
Sunoo strinse i denti dal nervoso; stavano toccando i suoi capelli senza permesso e non riusciva a dire assolutamente niente! Era così frustrante! Voleva che sparissero e che lo lasciassero in pace.
"Anch'io li farei così, ma non avrei mai il coraggio di portarli!" Ridacchiò il ragazzo dagli occhi sorridenti, le sue iconicissime fossette gli segnavano le guance.
Ai tre si aggiunse anche Ni-ki, ancora nervoso per la faccenda dei posti e del bellissimo nuovo arrivato. Superò entrambi i suoi amici e prese un pacchetto di patatine dallo zaino.
"Che ci fate tutti qui?" Chiese secco.
"Stiamo facendo amicizia." Risero i due. Le loro intenzioni ovviamente erano ben altre e il nostro Sunoo non sembrava per niente della quale.
"Certo certo..." Il giapponese non credeva nemmeno a una delle loro parole, quei sorrisi falsi lo fecero innervosire ancora di più.
"Ni-ki, ti piace questo colore?" Chiese Jungwon, sollevando una ciocca morbida e brillante come le dita di rosa dell' Aurora.
"Neanche un po'... Ora sparite da qui."
"Calmo, Ni-ki, va bene." Fece Heeseung offeso e obbedì, seguito da Jungwon.
Sunoo tirò un sospiro di sollievo. Non sopportava la falsità, quindi fu felice di non sorbirsi più i finti complimenti per i suoi capelli, che per lui erano magnifici.
Almeno Ni-ki era stato sincero e diretto, cosa che apprezzò, anche se i suoi modi bruschi lo destabilizzavano.
Ni-ki sistemò il materiale per l'ora successiva, ossia arte: l'unica materia che gli piaceva davvero.
"Certe volte non li sopporto proprio!" Commentò.
Aprì il libro e lo sfogliò, fino ad arrivare alla pagina giusta.
"Questo è un consiglio che ti do: la prossima volta mollagli un ceffone, vedrai che ti starà alla larga." Continuò.
Certo che Ni-ki non stava zitto nemmeno con il più silenzioso tra i ragazzi! Sunoo sorrise pensando a ciò e al fatto che nessuno gli aveva rivolto la parola per così tanto tempo.
"Guarda..." Il nostro esuberante giapponese indicò l'amico, che chiacchierava con Jongsong qualche fila più avanti.
"È bravo a fare gli occhi dolci... Quanto ci scommetti che si metteranno insieme quei due?" Dopodiché si è messo a ridere, rallegrando ancora di più l'animo del ragazzo dai capelli rosa.
Sunoo non ha fatto in tempo a girarsi verso di lui, che entrò l'insegnante in aula, tenendo in braccio la sua solita cartellina piena di tavole da correggere e naturalmente il libro di testo in mano.
Gli studenti, dopo il saluto, si sedettero, pronti a incominciare la lezione.
Ni-ki ascoltò il professore con molta attenzione, cosa che accadeva di rado, ma arte era pur sempre arte e lui ne amava ogni aspetto.
La giornata procedette monotona e i due non si "parlarono" più e quando suonò l'ultima campana, il giapponesino era già corso fuori.
Sunoo stette a riflettere un po' invece... Ripensò agli avvenimenti di quella giornata e soprattutto al suo nuovo vicino di posto: un ragazzo un po' bulletto, alto, dai capelli corvini, gli occhietti piccoli, il naso drittissimo e dalla curvatura tonda. Ogni cosa in lui appariva dolce e delicata.
"Carino..." Pensò tra sé e sé, prima di alzarsi dal posto e dirigersi fuori dall' aula.
Rammentò anche tutte le cose che gli disse e che gli lasciarono dell' amaro in bocca.
Mentre camminava verso casa, rimuginava e rimuginava.
"Nishimura Riki... " Quel nome creava in lui dello scompiglio, un qualcosa a cui non sapeva nemmeno dare un nome... Forse interesse? Chi lo sa?
Intanto il soggetto dei suoi pensieri stava camminando con i suoi amici, i quali ridevano e scherzavano, ma lui era stranamente silenzioso; vedeva rosa ovunque, non pensava ad altro.
"Effettivamente quei capelli non sono male." Pensò, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo.
"Ni-ki kun, sei arrabbiato con noi?" Piagnucolò Jungwon, vedendolo così distaccato.
"Secondo te?"
"Dai, amico, non prendertela!" Intervenne Sunghoon.
"Mi avete fatto sedere vicino a quello lì... Sapete quanto sia degradante, vero?" Ribadì offeso Ni-ki.
Una risatina ha catturato l'attenzione del gruppetto.
"Non c'è niente da ridere, Heeseung."
"Almeno durante le lezioni stai un po' zitto!"
"Per forza! Quello non sa nemmeno parlare!"
"Pensate che abbia qualche problema?" Chiese Jungwon.
"È solo stupido." Rispose Ni-ki secco e nervoso allo stesso tempo.
Accelerò l'andatura, a ogni passo che faceva, una sensazione di disagio e malessere si propagava sempre di più e acquistava un' intensità maggiore. Lui cercò di ignorarla finché poté, ma non durò a lungo. Magari era stanchezza, oppure qualcosa legata a quel ragazzo?
"Possiamo non parlarne più per favore?" Chiese e tutti tacquero.
Ni-ki tirò un sospiro di sollievo, quel silenzio, all' apparenza imbarazzante, gli aveva fatto ritrovare il suo equilibrio.
"Sei sicuro di stare bene, Ni-ki?" Domandò Jungwon.
"Da quando ti importa?" Avrebbe voluto rispondergli, ma si è limitato con un:
"sì... Sono solo stanco."
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