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Capitolo 5

Il dolore per il colpo a tradimento passò quasi subito, a differenza dell'incazzatura di Alice, che era addirittura peggiorata dopo che Lucy si era rifiutata di spiegarle lo strano comportamento di Nicholas.
Nonostante tutto però, grazie alle suppliche della ragazza, Alix si era lasciata convincere ad accompagnare l'amica fino alla piccola palazzina sperduta in mezzo alle vie caotiche di New York.

<<Ti ringrazio...>> Esordì Lucy tenendo lo sguardo basso e spostando il peso da un piede all'altro.
<<Nulla>> Replicò l'amica con fare glaciale, che aveva tenuto per tutto il viaggio di ritorno <<Allora ci si vede...>> Borbottò concludendo la conversazione, mentre si incamminava verso lo sbocco della via.
<<Senti Alix...>> Sussurrò all'improvviso l'amica, bloccando il polso della ragazza afferrandolo con la mano. <<Presto te lo spiegherò... quando anche io ci capirò qualcosa.>>
<<Non è che ci voglia molto a capire.>> Disse Alice con fare sprezzante, mentre si divincolava. <<Hai trovato il figo di turno che ti da retta, e ora che ti sei montata la testa io sono diventata troppo insignificante per attirare la tua preziosa attenzione.>> E concludendo la tirata con uno sbuffo si voltò definitivamente di spalle e si mise a correre, sparendo dalla vista di Lucy solamente girando l'angolo del vicolo.

<<Le passerà... spero.>> Sussurrò la ragazza a se stessa, sempre più depressa, mentre con una spinta decisa apriva il portone del condominio.

<<Sono a casa>> Urlò al vuoto mentre apriva con il mazzo di chiavi di riserva la porta blindata di casa sua. <<Ma che parlo a fare...>> Sussurrò mentre si toglieva le scarpe nell'androne. <<Tanto lei è al lavoro...>> concluse con uno sbuffo, mentre lo sguardo le cadeva sul piccolo mobiletto che si ritrovava al ridosso del muro, che oltre al telefono fisso vecchio stile ospitava centinaia di foto, con cornici rigorosamente l'una diversa dall'altra a rappresentare il tempo che passa.

Esse rappresentavano lei che andava in bici a sei anni, con i denti davanti tutti scheggiati, Annabeth che sorrideva a China Town, lo studio legale di sua madre con lei di spalle che entrava dal grande portone a vetri... insomma, una vera e propria biografia in comune di lei e sua madre, composta solamente da una miriade di immagini.
Ovviamente tutto ciò non comprendeva suo padre, che manco fosse un Dio, era scomparso dalla sua vita per un motivo talmente banale che più volte aveva dubitato di sua madre, che le raccontava di come suo padre fosse morto d'infarto a trentacinque anni, abbandonando Annabeth e Lucy, all'epoca poco più che neonata e lasciando dietro di se nessuna traccia, come se on fosse mai esistito.

Fu così che, mentre si distraeva dai pensieri tristi Lucy sprofondò nel divano, abbracciando la cartella e cercando di racimolare il coraggio per aprire quella dannata tasca.

<<E se fosse solo uno scherzo...?>> Disse ritraendo di scatto le dita. <<Nicholas è strano... magari ci ha messo spazzatura>> Aggiunse con una smorfia, mentre avvicinava il naso allo zaino alla ricerca di dori fetidi e trovava un delicato profumo di rosa.

<<O mio Dio...>> Sussurrò sbigottita la ragazza. <<Ma cos'è che emana questa fragranza?>> Disse mentre con un gesto secco apriva la zip della tasca, e rimaneva a bocca aperta.

*Spazio autrice*
Oggi doppio appuntamento c': ringraziate la mia professoressa di diritto.. avevo promesso a Dio che se non mi interrogava oggi pubblicavo due capitoli consecutivi.. quindi eccoci qui c': io ho scampato un 3 e voi vi dovete sorbire Lucy il doppio del solito :3
Ciao ciao
Shiro_hebi

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