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Capitolo 38

Mentre scendeva in una picchiata folle verso la persona che fino a qualche centinaio di anni prima credeva di amare Lucas rivisse tutta la sua breve vita in pochi istanti, cercando di imprimere ogni singolo ricordo doloroso nei colpi che sferrava al padre con un ritmo serratissimo.

<<Non sei migliorato figlio mio>> Lo scherniva l’uomo, mentre ne bloccava la maggior parte oppure semplicemente li incassava a pieno petto. <<Non hai avuto nemmeno la decenza di allenarti in cento anni?>> Domandò candidamente, come se non sapesse che il ragazzo li aveva quasi completamente passati racchiuso in una bolla oscura in catene, ribollendo d’odio e di vendetta.

<<Non ne ho avuto il tempo>> Disse ritrovando il vecchio tono freddo d’un tempo, che lo aveva distinto con ogni ospite che l’angelo caduto imprigionava assieme a lui. <<Sai com’è… ero troppo impegnato a godermi una vacanza non proprio volontaria…>> Mormorò mentre lanciava un’ondata di luce verso l’uomo con il solo battito potente delle giovani ali grigie che gli spuntavano dalle scapole.

<<Ancora mi porti rancore per quella piccola detenzione?>>  Domandò l’angelo caduto, mentre afferrava letteralmente l’attacco del ragazzo e ci giocava, facendolo passare tra le dita come acqua <<Sei solo un povero bastardo…>> Mormorò l’uomo deluso scuotendo la testa, mentre dissolveva il suo temporaneo giocattolo <<Non hai ne il potere del più debole degli angeli ne dei loro fratelli caduti>> Disse alzando gli occhi cangianti sul ragazzo. Rosso, oro, nocciola ed azzurro ghiaccio fissavano il moro, che aveva momentaneamente fermato gli attacchi. <<Tua madre aveva fatto una fiera resistenza all’epoca>> Disse l’uomo raggelando Lucas all’istante.

Il sovrano inclinò la testa di lato alla reazione del ragazzo con malcelato sadismo <<Non lo sapevi?>> Domandò mentre un sorriso assassino sbocciava sul suo volto, mostrando due file di denti bianchissimi <<L’angelo più bello del paradiso…>> Mormorò con lo stesso tono in cui si analizza un pregiato vino. <<Ottenerla non è stato semplice, sai?>> Domandò con ancora quel sorriso folle sul volto, mentre apriva le braccia <<Non sai quanti umani ho dovuto far massacrare con le mie truppe per far si che il capo inviasse degli angioletti a controllare>> Mormorò alzando il dito indice verso l’alto, oramai perso nel suo racconto privo di qualsiasi morale persino per un demone <<Lei era lì… bellissima ed innocente, fragile ed al contempo forte nelle mie corrotte mani, dolce e piena di ribrezzo mentre la imprigionavo nelle segrete assieme ai suoi due compagni, per aumentare i sentimenti di vergogna e di disprezzo che provava, di cui dolcemente adoravo nutrirmi mentre abusavo di lei ancora ed ancora.>> Disse con un tono dolce che al ragazzo, ancora sospeso in aria fecero venire la nausea <<E dopo nove mesi nascesti tu>> Aggiunse con lo stesso tono con il quale si scopre che il vino preferito dell'annata è diventato aceto <<Chi mai lo avrebbe detto… un unione clandestina tra un angelo ed uno dei generali dei primi Caduti… divertente, no?>> Domandò a nessuno in particolare l’uomo, mentre scoppiava a ridere per poi smettere all’improvviso, facendo risaltare ancor di più il silenzio di tomba che vigeva nella grande sala. <<Eri un ottimo esperimento… o perlomeno mi eri sembrato tale…>> Mormorò l’uomo creando una rosa d’ombra per poterne accarezzare i petali <<Potevi portarmi il secondo motivo per cui avevo catturato quel bellissimo angelo… l’Anello di Dio!>> Disse mentre una sorta di scossa attraversava il corpo di Lucas, ricordandogli ciò che il vecchio maggiordomo gli aveva detto riguardo il dono che sua madre aveva lasciato che solo lui poteva trovare <<Ma nulla>> Urlò l’uomo con la voce improvvisamente carica di frustrazione, mentre stringeva il pugno e dissolveva la rosa <<Tu non sei servito a nulla e lei è rimasta lì, congelata nel tempo e fiera di non avermi donato il fulcro del suo potere… il potere degli angeli in mano ad uno dei caduti… te lo immagini?>> Domandò scoppiando in una risata folle, mentre Lucas si decideva ad agire.

<<Si, me lo immagino benissimo…>> Disse a voce bassissima, mentre catturava lo sguardo folle del padre, mentre gli si lanciava addosso con qualsiasi residuo di forza avesse verso un punto ben preciso della stanza.

Il dolore più grande che uomo, o angelo, avesse mai provato lo stava sperimentando Lucas, mentre spingeva ciò che aveva da tempo smesso di considerare padre verso uno dei spessi muri pilastri del castello, mentre non solo doveva cercare di bloccare l’essenza del padre, per far si che lui non si dissolvesse tra le sue braccia, ma doveva trovare quelle piccole rientranze che la sua memoria tattile avrebbe riconosciuto tra milioni al mondo.

<<Che vuoi fare?>> Domandò l’uomo con la prima punta di incertezza che il ragazzo avesse mai sentito nella voce del Caduto nella sua vita, mentre il muro si liquefaceva dalla fretta dell’incantesimo e si trovavano a rotolare ai piedi del cristallo che si incrinò lievemente quando il ragazzo vi sbattè la testa con forza, a causa del ruzzolone.

<<Far finire questa merda…>> Mormorò a voce bassissima mentre spingeva il braccio all’indietro toccando il cristallo con tutto il palmo, sentendosi irradiare da una luce potentissima.

<<Non credere di potermi battere>> Disse l’uomo con una sorta di nota isterica nella voce, mentre si rialzava e si spazzolava il vestito, osservando il ragazzo dall’alto in basso.

<<Oh… io credo di non poterti battere…>>  Mormorò Lucas alzandosi in piedi a fatica, mentre un rivolo dorato gli scendeva dalla tempia <<Un misero mezzo sangue come me non potrebbe mai batterti… ma un mezzosangue con i poteri di un angelo potrebbe benissimo imprigionarti>> Disse alzando il braccio teso, con la mano aperta su cui era appena apparso un anello in oro imperiale, il più antico al mondo.

<<Ci sei riuscit->> Ebbe a mala pena il tempo di dire l’uomo prima di essere afferrato al collo dal ragazzo, sentendo la propria carne pallida sciogliersi dove le dita del figlio lo stringevano.

<<Si>> Disse freddamente il ragazzo avvicinandosi al cristallo <<E ora un’offerta…>> Mormorò mentre la paura attraversava dopo millenni gli occhi dell’altro, che iniziava ad implorare il figlio in una lingua ben più antica dell’inglese che stavano parlando prima <<Un essere per un altro essere>> Disse semplicemente mentre scagliava l’uomo verso la prigione dorata che al posto di infrangersi lo inglobò completamente, rigettando un altro essere. <<Addio Gerard…>> Mormorò il ragazzo prima di accasciarsi a terra e perdere i sensi.

<<Amore…>>

Una voce calda risuonò nella beata tranquillità del sonno senza sogni che il ragazzo faceva da una vita

<<Tesoro… devi svegliarti….>>

Continuò la voce mentre il moro apriva lentamente gli occhi ed osservava una bellissima donna che lo teneva delicatamente tra le braccia
<<Mamma?>> Domandò mentre sentiva un calore benefico travolgere il suo corpo, ristabilendo tutte le sue funzioni vitali, permettendogli di alzarsi senza fatica, assieme all’angelo che lo osservava con pacata dolcezza.
<<Si piccolo mio, ma ora dobbiamo andare…>> Mormorò, mentre un frastuono immane proveniva al di fuori della porta, e la donna si dirigeva alla finestra aperta.

Una semplice frase ruppe quell’attimo di debolezza tra i due, facendo voltare di scatto la donna verso il ragazzo.

<<No, devo combattere.>> Disse semplicemente il ragazzo, con un sorriso <<Per te… e per dimostrare finalmente a tutti che sono il vero padrone di questo castello.>> Concluse, facendo sorridere Lise, sua madre che lo seguì quasi fluttuando verso il grande destino che attendeva suo figlio, che di certo non comprendeva un’altra fuga.

Faceva freddo in quella stanza. Nessuno la animava più da ore, e la battaglia si era smorzata già da un po’. Nessuno avrebbe mai pianto per chi si trovava attualmente in quella prigione dorata, o meglio, nessuno tranne l’unica in grado di piangere per una persona cosi infima, ovvero il prigioniero stesso, la quale guancia era solcata da un’unica ed eterna lacrima di sangue.  

*spazio me*
Salve, scusate per l'attimo di pausa, non sono morta ahahah

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