Capitolo 37
Lei era bellissima.
Non passava giorno, o meglio notte, della sua miserabile e solitaria vita da rampollo di famiglia nobile che non passava accanto alla madre, in quella stanza che aveva capito che poteva raggiungere con una semplicità disarmante da praticamente ogni angolo della casa.
L’espressione della donna era sempre quella ogni ora, un dolce e mite sorriso e, Lucas ne era sicuro, dei bellissimi e caldi occhi nocciola nascosti sotto quelle palpebre chiuse, proprio come quelli del figlio.
Gli anni scorrevano lenti, il bambino cresceva, trasformandosi prima in ragazzino e poi in un quasi diciottenne, alto e bello come la madre ma con parte di poteri distruttivi del padre.
Il vecchio maggiordomo scomparve dalla vita del giovane mezzosangue in silenzio, iniziò a farsi vedere sempre più di rado che il ragazzino non si fece neanche troppe domande quando non venne più del tutto. Le persone attorno a lui cambiavano in fretta, nessuno si avvicinava troppo a lui, a meno che non volesse provare ad ucciderlo, aveva imparato Lucas a sue spese mano mano che cresceva.
<<Oh madre…>> Mormorò una tempestosa sera di dicembre, mentre poggiava una mano sul freddo cristallo che aveva scrutato per anni <<Qualcuno una volta mi ha detto che a me era destinato il compito di salvarti…>> Disse con un tono di voce bassissimo, mentre si guardava intorno per la milionesima volta nella piccola stanza semovente, che sembrava far parte di un mondo tutto suo <<Ma qui… indicò i vecchi scaffali ricolmi di libri e polvere <<Qui non c’è null’alto che sapienza…>> Sussurrò sfiorando con gli occhi le copertine dei vecchi libri che aveva letto in tutti quegli anni di solitudine e tortura.
Una calda sensazione lo pervase, come se un fuoco si fosse acceso dentro il suo cuore privo di emozioni da anni. Un sorriso, forse di sorpresa o addirittura di gioia iniziò a sbocciare sulle sue labbra pallide, per poi essere stroncato da una forte risata roca che occupava i suoi incubi peggiori praticamente ogni notte.
Un uomo distinto, sulla cinquantina, se ne stava appoggiato allo stipite della porta dove Lucas era solito entrare per ogni sua visita, contando che era l’unica porta che era presente il quella piccola stanza, oltre una piccola finestra che dava sempre sul cielo stellato di Gehenna, come se quella stanza si trovasse davvero in un posto definito del castello e non si trovasse lì contemporaneamente.
<<P-papà…>> Ebbe appena il tempo di sussurrare il ragazzo terrorizzato, che aveva staccato la mano dal cristallo quasi come se bruciasse tutto ad un tratto, interrompendo quel legame che aveva a mala pena iniziato a creare con la madre.
<<Non sei degno di chiamarmi così>> Disse freddo il padre, mentre di scatto lo afferrava per il collo, sollevandolo da terra e fissandolo negli occhi con tutta la cattiveria che potesse esprimere con il suo sguardo rovente <<Sei stato completamente inutile…>> Mormorò muovendosi per la stanza, mentre il ragazzo si agitava debolmente sotto la sua presa <<diciassette lunghi anni ho aspettato… e non sei riuscito nemmeno a darmi ciò che quella lurida puttana mi aveva promesso per salvarti la vita>> Disse sputando verso il cristallo trasparente <<Ma ora… mi toglierò almeno una piccola soddisfazione>> Concluse facendo sgranare gli occhi al povero ragazzo, che per un attimo aveva smesso di dimenarsi.
<<No…>> Bofonchiò con la voce strozzata mentre l’uomo si avvicinava alla finestra <<No… ti prego>> Lo supplicò con il terrore negli occhi nocciola.
<<Troppo tardi>>
Il vento soffiava tra i suoi capelli, mentre vedeva tutta la sua schifosissima vita passargli davanti in quei pochi attimi prima di morire.
Si rigirò in aria, osservando il fossato che si avvicinava sempre di più, irto di spine velenose.
Spesso lo aveva osservato con distaccato interesse, quando vedeva i viaggiatori volare con le loro bellissime ali composte da piume nere come la pece per incontrare suo padre
Se potessi volare anche io… pensò quasi con distaccata rassegnazione, mentre gli ultimi secondi della propria vita passavano inesorabili.
Ma tu puoi
Devi solo crederci
Una voce gli risuonò in testa, facendogli sbarrare gli occhi dalla sorpresa e dal terrore.
<<Mamma?>> Domandò incredulo, mentre per un secondo distoglieva lo sguardo dagli spuntoni che avrebbero potuto finire in fretta la sua altrimenti millenaria vita.
VOLA
Una forza esplosiva si sprigionò dal suo cuore, per poi irradiarsi per tutta la sua gabbia toracica.
La sua discesa rallentò, facendo sfiorare a Lucas con un piede gli spuntoni, per poi risollevarsi con uno scatto repentino.
<<SCAPPA PICCOLO MEZZOSANGUE>> una voce riecheggiò per tutta la vallata <<VOLA FINCHE RIESCI A SFUGGIRE ALLA PRIGIONE ETERNA DEI MIEI SEGUACI>>
Te lo prometto mamma
Pensò il ragazzo mentre si voltava per l’ultima volta verso la villa per poi fuggire nella foresta che circondava il territorio di suo padre.
Tornerò a vendicarti.
Una sola e unica piuma grigia svolazzava nel baratro irto di spine.
<<Catturalo.>> Ordinò semplicemente Gerard, prima di tornare nei meandri del suo castello di tenebre. <<Una dimensione oscura basterà a toglierlo dalla circolazione per sempre>> Concluse lasciando il suo unico figlio nelle mani di Nihirm, il peggior sicario di Nox, la capitale del regno degli angeli caduti.
*spazio me*
Hello dears~
Questa è la fine del passato travagliato del povero Lucas
A lunedì per il capitolo 38 ♡
Shiro_
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