Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 20

Il tempo scorreva lento. Sembrava passata una vita da quando tutto era cambiato a quella festa. Lucy si era dimenticata in fretta delle sue abitudini, oramai era completamente assorbita nella sua nuova routine, e non si era mai voltata indietro.

<<Tu sei Lucy, vero?>>

Quella domanda risuonò nel buio della notte, facendo voltare sia la ragazza interessata che Bonny, che camminava fianco a fianco all’amica.

<<C-come prego?>> Chiese a sua volta interdetta la mezzodemone, mentre cercava di mettere a fuoco il volto sconosciuto di una donna di mezza età, che la guardava speranzosa.

<<Sì sì, ne sono sicura… tu sei la piccola Lucy, la figlia di Annabeth… la ragazza che è andata a studiare in Italia per qualche mese, vero? Tua mamma non sta bene,… sei tornata per questo, giusto? Ti prego di salutarmela… lavoravo con lei allo studio di avvocati, ma alla fine abbiamo perso i contatti per la sua malattia… quindi ti prego, salutamela tanto quando la vedi, ok?>>

Il fiume di parole colpì Lucy in faccia come una secchiata d’acqua gelata, e durante il dialogo era riuscita solamente ad annuire imbambolata ed ad evitare le occhiatacce di Bonny che la fisava famelica, impaziente di andare a caccia.

<<Allora ciao… mi ha fatto piacere rivederti, anche se tu a quanto pare non ti ricordi di me>> Concluse la signora ridacchiando lievemente tra se e se mentre si allontanava scomparendo nel buio.

<<Tutto ok?>> Sussurrò Bonny mentre Lucy fissava il vuoto, persa nei suoi pensieri.

<<Certo. Io non.. ho più nulla a che fare con quella donna>> sorrise la ragazza. <<Proseguiamo? Avevi detto che dovevi mostrarmi dove vi rifornivate di… beh sai cosa.>>

<<Certamente>> Le rispose allora la vampira osservandola attentamente, per poi distogliere lo sguardo e continuare per la strada che stavano proseguendo prima dell’infausta interruzione.

<<È da quando sei tornata che sembri sovrappensiero.>> Spezzò il silenzio Gabriel <<Ti stai ammalando?>> Domandò mentre la guadava con gli occhioni verdi, che per un attimo avevano abbandonato il libro thriller che stava leggendo sul divanetto del soggiorno dell’ appartamento dei vampiri.

<<Sta tranquillo>> Rispose Lucy sorridendo, mentre staccava gli occhi dal cielo oscuro che fissava da almeno dieci minuti. <<Va tutto bene, sono solo un po’ stanca… la camminata con Bonny mi ha davvero spossata… credo che andrò a dormire presto questa notte>> Concluse mentre si alzava dalla poltrona dov’era sprofondata, e sotto lo sguardo indagatore di Ethan si dirigeva in camera sua. <<Notte a tutti ragazzi>> Pronunciò con un lieve sorriso e uno sventolio di mano.

“Che mi succede?” Pensò la ragazza disperata “Non mi addormento… continuo a rigirarmi. Non posso andare avanti così, impazzirò. Che posso fare?” Si domandò mentre la risposta le balenava in testa, e un occhio blu cobalto la osservava di nascosto, mezzo sotterrato da delle coperte di lana.

La luce del sole le colpì gli occhi talmente forte da farle venire il mal di testa.

Non era più abituata ad andare in giro di giorno, e con il passare del tempo il suo corpo sembrava risentirne. La pelle, che per tutti gli anni della sua vita era sempre stata di un grazioso color ambra, aveva assunto un colorito pallido, quasi smorto. Senza parlare delle orecchie, che con la scusa dell’udito che si stava arcuando con il passare dei giorni, le dolevano come non mai a colpa dei suoni di una New York nel pieno della sua attività.

<<Chi me lo ha fatto fare….>> Sussurrò la ragazza mentre si stringeva in un cappotto comprato recentemente assieme ai suoi compagni. <<Non so nemmeno se ci voglio andare…>> Continuò mentre con passo strascicato imboccava una vietta laterale.

<<Ad occhio e croce saranno le tre>> Disse con una smorfia <<Mi sono svegliata troppo tardi… le giornate si stanno accorciando, e quando quelli si sveglieranno mi strozzeranno, se mi trovano fuori casa>>

 <<Povera signorina…>> Esordì una voce untuosa dall’ombra <<Posso sempre proteggerla io… stia tranquilla…>> Continuò mentre una mano grigia spuntava dalle tenebre e afferrava il braccio di Lucy.

<<Stammi lontano.>> Disse allora la ragazza mentre cercava di divincolarsi, con scarsi risultati. <<MOLLAMI HO DETTO!>> Urlò mentre l’aggressore sconosciuto cercava di tirarla verso di se, e lei, per difendersi afferrava a sua volta il polso grigio dell’individuo.

Quello che successe fu talmente incredibile che definirlo magico, a detta di Lucy, sarebbe stato riduttivo.

Non appena la sua mano si era poggiata sull’arto del nemico la ragazza si era sentita rinvigorita come non mai. Una nuova forza vitale le irrorò ogni centimetro del corpo, e si sentì invincibile. Una stella inscritta in un cerchio rosso sangue apparve sotto alla sua mano, a diretto contatto con la pelle dell’aggressore, facendo avvenire il finimondo. Non appena il simbolo apparve, dalle ombre vennero delle urla strazianti, che fecero scappare Lucy da quel vicolo maledetto, lasciandosi alle spalle il destino di quell’uomo.

Corse talmente tanto da non avere più fiato, talmente tanto da farsi appannare la vista. Non ragionava più, non riusciva nemmeno a parlare. I suoi piedi l’avevano condotta in un posto che all’inizio non aveva riconosciuto, ma che alla fine era apparso prepotentemente nei suoi ricordi.

Il parchetto vicino alla sua scuola non era cambiato molto dall’inizio di settembre, era solo ornato da colori differenti. Se prima vi erano ancora foglie verde smeraldo ora erano state rimpiazzate da miriadi di sfumature di giallo, arancio e rosso, che costituivano soffici tappeti sull’erba sottostante agli alberi.

Era sola, e lo fu per molte ore. Il tempo scorse via dalle sue dita con leggerezza, senza fermarsi. Passò gran parte di esso guardandosi la mano incriminata, studiandosela, ma essa non le comunicava niente. Era la solita mano pallida, con pure un’unghia scheggiata.

Cosa fece rinsavire Lucy fu un odore estremamente invitante, che le solleticò le narici. Era da quasi un anno che non lo sentiva, e le portò alla mente miriadi di ricordi.

<<Frittelle.>> Sussurrò contenta, mentre si alzava dalla panchina dove si era seduta tempo prima. <<Ma… che razza di ore sono?>> Disse inorridita mentre guardava il cielo blu scuro. <<Mi spezzeranno il collo…>> mugugnò con voce lamentosa mentre si torceva le mani con preoccupazione.

<<Previsione esatta.>> Disse una voce gelida alle sue spalle, facendo rabbrividire Lucy di spavento.

<<E-ethan…>> Sorrise melliflua la ragazza dopo essersi voltata e aver visto un biondo parecchio arrabbiato in mezzo al viale di sassi del parco. <<C-che ci fai tu qui?>>

<<Ora. Toniamo. A. Casa.>> Disse il ragazzo ignorando bellamente la domanda e afferrandola per un polso.

<<Aspetta.>> Sussurrò Lucy, che in un attimo, con un tocco aveva capito tutto. Aveva capito perché non si decideva, perché qualcosa dentro di lei sembrava mancare. <<Dobbiamo andare in un posto>>

Casa sua. Era passato un mese, ma se la ricordava nei minimi particolari. Ci misero pochi secondi ad entrare, ed ancor di meno ad accorgersi che qualcosa non andava.

Nell’aria vi era puzza di qualcosa, qualcosa di oscuro che ai due ragazzi non piaceva. Il mobiletto con le foto, che aveva distrutto Lucy, giaceva abbandonato in un angolo, vuoto. L’aria che si respirava era fredda, e costrinse la ragazza a stringersi al biondo, pur avendo un giubbino.

<<Mamma?>> Chiese la ragazza titubante. <<Mamma, dove sei?>> Continuò con più convinzione mentre entravano in cucina. <<Mio Dio…>> Sussurrò  guardando una cena fredda, mezza abbandonata nel piatto.

<<MAMMA?!>> Urlò allora mentre usciva a razzo dalla stanza e si fiondava in ogni singola camera dell’appartamento. <<Non c’è… Non c’è…>> Continuava mentre apriva la porta di camera sua, del bagno, dello sgabuzzino, per poi fermarsi davanti ad una porta bianca.

<<Lucy…>> Disse Ethan alle sue spalle con tono preoccupato. <<Fai attenzione, vado prima io…>> Continuò mentre con delicatezza la spostava dietro le sue spalle.

Trattenne il fiato persino lui. Lui che aveva ucciso un uomo con le sue mani e che lo aveva fatto a sangue freddo. La vista che si parò davanti ai due ragazzi fu raccapricciante, e nonostante tutti gli sforzi di Ethan nessuno poté impedire a Lucy di vedere quello scempio. Nessuno poté  impedire a quella ragazza di abbracciare il corpo martoriato di sua mamma, steso sul proprio letto intriso di sangue.

Le urla strazianti risuonarono per tutto l’edificio, ma nessuno venne a vedere. Nessuno venne a vedere due figure, due giovani figure abbracciate. Le lacrime versate, che inzupparono la camicia di Ethan non furono viste da vivi, solo dagli occhi vitrei di Annabeth, ancora spalancati di terrore.

Tic toc, tic toc c’era scritto sul muro Non ci impiegheremo molto a trovarti, piccola mezzosangue :)   

*spazio me*
Credo che questo sia il capitolo più lungo di Bloody tears...
Comunque, grazie grazie grazie per le mille e passa visual, sono seriamente commossa c':
Shiro_hebi ♡

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro