Ventitreesimo Capitolo
«Non toccarla Akane.»
«Anthony, Daniel tornate dagli altri e portatevi quell'uomo, dovete riferire che il responsabile di tutto è lui »
Fui grata del fatto che seguirono le mie indicazioni senza fare domande, ma il mio mate si voltò verso il lupo marroncino minacciandolo di morte se mi avesse ferita, io sorrisi. Quando se ne andarono il lupo si avvicinò, ma la ragazza lo prese per proteggerlo.
« Non voglio farvi del male, voglio solo parlare.»
Cercai di spiegare sedendomi, mentre il lupo si trasformò in umano rivelando dei folti capelli neri e molte cicatrici e ferite.
« Lo sai che ti ho protetto, l'ho sempre fatto. Ti conosco e so che non eri il farabutto che sei adesso, avrei voluto parlare con te prima, ma evidentemente tu avevi altri progetti in mente. Non voglio sapere perché hai tentato di uccidermi, voglio solo capire cosa ti ha spinto a tradire il branco.»
Chiesi guardandolo, mentre mi morsi un labbro.
« Io…»
« Solo Jamier sa ciò che hai provato a fare, mia sorella seppur non molto d'accordo, ha taciuto. Il branco sa che ci hai tradito, ma non ne conosce il motivo. Però con te sono cresciuta, so che non sei un bastardo e voglio darti una possibilità, anche perché se i vampiri o gli IceMoon ti trovassero, ti ucciderebbero senza esitazione.»
L'uomo si passò una mano nei capelli e mi guardò.
« Lo so, per questo volevo chiederti di prenderti cura di Martine, mia figlia. Dovresti ricordarti ciò che accadde il giorno in cui tuo nonno andò via, in quel momento ero fuori per lavoro. Tuo nonno prese una bambina, mia figlia. Tornai a casa notando l'animo disperato di mia moglie, che mi rivelò tutto prima che morisse, da allora la cercai ma fu luì a trovarmi e mi ricattò. Ero tornato per parlare con voi, ho dovuto prima conquistare la sua piena fiducia, ma sono stato attaccato dai lupi, ho provato a difendermi e… il resto lo sai già. Non ho intenzione di tornare nel branco…non posso per rispetto verso te innanzitutto, e anche verso gli altri.»
« No…io non…»
Esclamò Martine parecchio terrorizzata, mentre io mi alzai avvicinandomi a lui, mi accovacciai e gli sollevai la testa.
« Ascoltami, le tue motivazioni sono valide. Lo sai come ragioniamo io e il branco, potrei parlare con i diretti interessati e farti tornare. Senti, Jamier merita un padre, tua figlia merita dopo tutti questi anni una vera famiglia, io riesco a comprenderti. Quella notte sapevo fossi stato costretto, oltre a percepire le emozioni che mi circondano, posso anche leggere il pensiero, non dimenticarlo mai.»
Dissi per poi alzarmi e lasciarli da soli, avvisando Jamier di raggiungermi. Non ho mai avuto dubbi su cosa fosse giusto e cosa non lo fosse, tuttavia indipendentemente da tutto, ogni persona merita di avere una seconda possibilità. Alcuni la colgono senza esitare, altri invece esitano nel decidere se sfruttarla, infine altri ancora la sprecano. Anche se avesse dubbi, per lui come per qualsiasi lupo traditore il mio branco sarà sempre lì, probabilmente è questo l'aspetto che più temo. Dopo che i branchi saranno riuniti, non so se questo inizio di riappacificazione potrà essere portato avanti, in cuor mio, spero di sì. Effettivamente sono piena di dubbi e di preoccupazioni per il futuro, lo sono sempre stata fin da bambina, quindi perché ora dovrebbe essere differente? Sospirai, mentre Jamier fece la sua comparsa e vidi i due lupi venire verso di me, mi voltai e lui annuì.
« Akane.»
Esclamò furibondo Jamier, mentre mi ci avvicinai e ci misimo in disparte, in modo che non potesse ascoltare i nostri discorsi. Gli misi le mani sulle spalle prima che potesse articolare qualsiasi frase.
« Tuo padre non è un farabutto. Anzi ha delle motivazioni valide, lo so che hai sofferto molto, ti sei sentito tradito, ma dagli una possibilità. Permetti almeno te stesso di poter avere una spiegazione dettagliata, almeno provaci. Non devi perdonarlo, non è questo che ti sto chiedendo, né te lo chiederà lui.»
Esclamai, cercando di smuovere dentro di lui le giuste corde, mentre lui mi guardò abbassando lo sguardo. Sorrisi scacciando le lacrime sul suo viso, sapevo che per lui, questa ferita era ancora aperta, si ritrovò improvvisamente a non avere più un padre, a scoprire di come avesse complottato, ed ora a distanza di nove anni, tornò per scombinare la sua vita.
« Non voglio, e se poi mi deludesse?»
Esclamò, mentre lo abbracciai e gli sussurrai all’orecchio di provarci, poiché sarebbe stato meglio restare scottati, piuttosto che rimpiangere di non averci provato affatto.
Lui annuì soltanto, si avvicinò lentamente a lui mentre mi incamminai verso gli altri, per cercare di comprendere che cosa stesse accadendo. Sbadigliai, mentre iniziò a sorgere la Luna. Una fitta mi colse all'improvviso, mi fece accasciare a terra completamente senza fiato. Sentivo il mio corpo bruciare, non ne riuscivo a comprenderne il motivo, vidi le pietre del bracciale dorato iniziere a brillare, mentre una luce accecante si propagò e chiusi gli occhi. Tentai di muovere leggermente la mano. ma gemetti dal dolore, ciò mi fece desistere dal tentare altri movimenti.
« Akane!»
Sentii urlare dalla voce di Jamier, mi sforzai di aprire gli occhi, vidi accanto a me i tre lupi preoccupati. Sentii le mani rugose di Louis voltarmi, mi fece sedere sulle sue gambe, gemetti nuovamente, quando lo fece. Com'era possibile? Mi sentivo completamente esausta, sentivo dolore in ogni muscolo, sulle mie mani iniziarono a comparire strani simboli.
« Cos'è successo?»
Sentii chiedere dalla voce del mio mate, mentre dietro di lui vidi la sagoma di una donna, dopo l'oblio.
Al mio risveglio ero intontita, cercai di ricordare cosa fosse accaduto, ma un mal di testa allucinante, mi fece cambiare improvvisamente idea. Ero stesa su un letto dalle lenzuola azzurre, l'odore non mi era per nulla familiare. Cercai di alzarmi, ma due pesi me lo impedirono, sorrisi nel vedere Anthony e fui sorpresa di vedere Louis al suo fianco. Sorrisi pensando a quanto lui e James, suo padre, si somigliassero. Egli è venuto a mancare qualche giorno dopo aver lasciato il branco, fu lui a chiedermi di proteggere "quello scellerato" di suo figlio. E io quella promessa l'avrei mantenuta fino alla fine, non potrei mai rompere una promessa così importante.
« Sei sveglia!»
Esclamò felice Louis, mentre mi abbracciò, e con la coda dell'occhio notai che Anthony si destò osservandoci sollevato. Gli presi la mano.
« Mi dispiace di avervi fatto preoccupare ma cos'è successo?»
Esclamai, mentre i due sospirarono guardandosi, Louis lasciò la stanza e il mio mate si sedette accanto a me, abbracciandomi.
« Non lo so. Sei svenuta a causa della febbre alta, sei rimasta incosciente per tre giorni.»
« Tre giorni?»
Chiesi non immaginando che fosse passato così tanto tempo, mentre lui sospirò e il mio cuore saltò un battito.
« Ci sono state molte perdite tra i vampiri e i lupi. Tuttavia nonostante io e Daniel avessimo fatto attenzione, quel farabutto si è liberato ed abbiamo iniziato una lotta, purtroppo è riuscito a uccidere Daniel.»
Mi portai la mano alla bocca. No, non poteva essere vero.
Non poteva essere davvero morto, ma dalla sua espressione, capii che tentarono invano di salvarlo. Mi alzai dal letto, mentre un capogiro mi fece reggere alla parete dai floreali motivi.
« Siamo al castello, vero? Il branco come sta?»
Chiesi, mentre Anthony mi fece appoggiare a sé.
«Non dovresti, ma comprendo la tua apprensione, quindi ti porto da loro, sono tutti nella sala più ampia a fare colazione. Ieri sera sono arrivati anche mia madre e i bambini del branco, vampiri compresi. Il capo dei licantropi si è scusò semplicemente, credeva facendosi convincere da quel lupo, che loro avessero iniziato nuovamente a uccidere licantropi. In realtà confessò di esserci lui dietro tutto quanto. Per scusarsi si sono messi vicino ai nostri territori, hanno deciso di rimanere in gruppo.»
Esclamò, cercando di fare mente locale su cosa fosse accaduto, per riuscire a darmi degli aggiornamenti, su quella che fosse la situazione attuale.
« Diego e Kira sono già stati avvisati della morte di Daniel?»
Chiesi, mentre lui scosse il capo in senso negativo.
« Tua sorella ha voluto aspettare te, sostiene che tu sia la più adatta ad alleggerire questa amara notizia. Sarò al tuo fianco e ti darò una mano, lo faremo insieme. E inoltre volevo chiederti un’altra cosa…»
Ammise, per poi osservarmi titubante mentre sorrisi perdendomi nei suoi occhi.
« Si, se stai pensando a ciò che penso io la risposta è affermativa. So bene cosa significa crescere senza genitori, so quanto sia dura, per questo mi sono presa cura di Stephan. Ora che anche loro sono senza i genitori.»
Esclamai, cogliendo di sorpresa il mio mate, mentre lui sorrise soltanto, affermando quanto gli piacesse il nostro capirci con gli sguardi, in effetti era così. Amavo anche io questo lato della nostra relazione, tutto ciò era stupendo.
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