Ventiquattresimo Capitolo
Guardai i due bambini davanti a me abbracciare Diego, mentre Anthony fece la stessa cosa con Kira, la quale era totalmente disperata. Sapevo bene cosa si provasse, volevo cercare di alleviare un po' la loro sofferenza, in realtà non so chi glielo avesse già detto, però in caso avessero bisogno di qualcosa, volevo poter essere presente per loro. Certo, ci sarebbe voluto molto più tempo, è pur sempre una ferita che mai verrà completamente rimarginata, della resterà una profonda cicatrice, soprattutto, visto la loro tenera età.
« Akane!»
Urlò mia sorella, precipitandosi ad abbracciarmi non appena mi vide con Anthony ed i bambini, varcare la sogli poco illuminata del corridoio, con le sue scure pareti nere e il rumore dei passi attutito solo dal tappeto rosso.
« Non volevo farti preoccupare.»
Le sussurrai dispiaciuta, mentre lei scosse il capo.
« È stato il sigillo. È giunto il momento di romperlo.»
Esclamò un uomo dai lunghi capelli ricci color nero pece, i suoi occhi celesti erano limpidi come il cielo, la sua altezza imponente preannunciava la sua pericolosità, difatti la sua aura era seconda solo quella della regina. Io cercai di capire chi fosse, mia sorella gli sorrise e sì voltò.
« Nonno, lei è mia sorella Akane. Sorella, lui è il Re Demond, nostro nonno.»
Ci presentò lei allegramente, mentre l'uomo mi fece cenno di seguirlo e lentamente lo feci, lasciandomi gli altri alle spalle. Rompere il sigillo significava chiedere alle mie amiche di morire e mai, per nessun motivo al mondo, lo avrei permesso.
« Lo so, certamente non ti farei uccidere la tua Strega. Esiste un altro modo, un rito per l’esattezza, una specie di offerta propiziatoria che può fare solo un "Purosangue",ovvero un vampiro, che come te, ripudia il sangue.»
Affermò lui, io mi interessai immediatamente all'argomento, cercando di capire esattamente a cosa si riferisse. Fui sorpresa nello scoprire che si trattava di offrire alle tre Dee, Le Tre Lune Demoniache, questo è il nome con cui sono note Bloody Moon e le sue sorelle. Un calice colmo di sangue, da versare nelle acque del Red Creek.
Questo rituale si svolge con l'eclissi di Luna,la quale, influenza molto la data della Luna Rossa, infatti fra loro esiste un collegamento, il Red Creek per l’appunto. Se nelle sue acque, durante l'eclissi di Luna viene versato del sangue,il torrente diviene completamente rosso, per sei giorni e sei notti dà la sua linfa al mondo.
Il settimo giorno, precisamente a mezzanotte meno cinque minuti, la Luna diverrà color sangue, e la mia incoronazione avrà finalmente luogo. Avrei voluto accettare, avrei voluto dirgli che ero pronta, che questo Sabato sarebbe stato possibile potuto svolgere il rituale, ma mancavano due giorni ed io avevo… paura?
Scossi il capo rispondendo che ci avrei pensato e gli avrei dato una risposta l'indomani, lo lasciai li, nell'ampia stanza ove al termine del tappeto rosso, vi era un trono dorato situato più in alto rispetto ai due laterali. Mi incamminai pensierosa per l'ampio corridoio, senza prestare molta attenzione a dove stessi effettivamente andando. Non ricordo bene una parte di eventi successivi, poiché mi sentii come se fossi entrata in una sorta di limbo. Il tempo si fermò nella stanza dai grandi specchi, ed io ero seduta dietro la porta. Fissai un punto nel vuoto, perdendomi nei pensieri, fu una mano a procurarmi la pelle d'oca. Alzai il viso e lei era lì.
Le lacrime iniziarono a scorrere veloci sul mio viso.
Il fiato si interruppe.
Quei capelli.
Quegli occhi.
Ovunque li avrei riconosciuti, faceva dannatamente male. Lei mi abbracciò e io istintivamente ricambiai, ma le mie braccia non potevano toccarla e questo mi feriva ancor di più.
« Tesoro.»
Esclamò una voce maschile, il mio cuore saltò un battito. No, non poteva esserci anche lui. Quando i miei occhi si scontrarono con i suoi, non riuscii a sostenerlo, come potevo con quella tonalità glaciale carica di profondo affetto verso di me?
«Qualcosa non va?»
« Akane guardaci.»
Mi alzai e in quel momento feci l'unica cosa che la mia mente mi propose: scappare. Udii le loro urla, ma una volta richiusa la porta, svanirono.
Avevo paura di tornare lì dentro. Avevo paura di incontrare Anthony o Shine, non volevo mi facessero domande. Temevo le reazioni di tutti.
Odio e compassione, quest'ultima è più dolorosa della prima. Odio gli sguardi di circostanza e quelle frasi fatte che vengono dette a caso, solo per sentirsi bene con sé stessi, quando poi ne hai realmente bisogno spariscono tutti, facendoti capire cosa per loro conti sul serio. Per i corridoi incontrai Sharon che mi guardò preoccupata e mi seguì, le sentii chiedermi di aspettarla, ma io non la ascoltai. Quando mi fermai, arrivai fuori dal palazzo senza nemmeno rendermi conto di come ci fossi arrivata, probabilmente era la normalità spostarmi sfruttando le onde sonore, il palazzo infatti, non né fa disperdere nemmeno una.
« Akane, stai bene?»
Mi chiese Sharon, mentre mi voltai a guardarla, immaginavo mi avrebbe raggiunta, ma quello che non mi aspettavo è che mi invitasse a sedermi. Non mi fece domande, al contrario aspettò che iniziassi a parlare di mia spontanea volontà.
«Non lo so neanche io.»
Sospirai leggermente, guardando il terreno e sentì una mano sulla spalla, ella mi guardò e mi sorrise.
« È normale. Sei confusa, e se posso esserti d'aiuto così da poter fare chiarezza, ne sarei molto lieta.»
« Non sono confusa, ho paura. Temo di non essere all'altezza e ciò mi spaventa, non sono mai stata così timorosa e non so cosa fare.»
Lei mi abbracciò sollevando con le sue calde mani il mio viso e scostò una ciocca di capelli.
«È normale avere paura. Tu hai grandi responsabilità sulle spalle, immagino che stavolta ti sia scontrata con una decisione che stravolgerà completamente la tua vita, è positivo che tu stia ponderando attentamente questa scelta. Se mi permetti vorrei darti un consiglio, è vero è la tua vita, ma credo di aver compreso di cosa stiamo parlando. È l'incoronazione che ti preoccupa, vero?»
Affermò la donna, mentre io aprii la bocca ma la richiusi rendendomi conto che la donna aveva centrato perfettamente il punto.
« Parlane con il branco, cerca il loro appoggio. Io l'ho fatto con la mia famiglia, ero semplicemente l’Omega, eppure ho sposato l'Alpha. Ho stravolto la mia vita è vero, ma sono felice di averlo fatto.»
Esclamò lei, per poi lasciarmi lì a riflettere.
Era effettivamente vero, forse stando col branco e parlandone avremmo preso una decisione, ciò non riguardava solo il branco, ma anche gli stessi vampiri, era una situazione complicata. Troppo complicata. Mi passai una mano tra i capelli cercando di comprendere cosa fosse più giusto fare, qualcuno ebbe la brillante idea di spaventarmi sussurrando qualcosa. Mi voltai schiaffeggiando in automatico il ragazzo, di cui non avevo effettivamente sentito l'arrivo. Fu però un'altra mano a bloccarmi, quella del mio mate, che evitò a Ethan il segno rosso di cinque dita sul volto.
« Mi piace il tuo essere aggressiva contro i ragazzi che invadono il tuo spazio vitale, ma allo stesso tempo i tuoi schiaffi, fanno male, mia cara.»
Lo guardai in modo truce, fulminai il mio mate che stava ridacchiando, facendolo tremare e poi soddisfatta ghignai. Vedere come quei due andassero d'accordo e vedere i vampiri pranzare con i lupi, mi rincuorò facendomi prendere una decisione anche, se quello alla fine era passato in secondo piano.
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