Sesto Capitolo
Mia sorella uscì dalla camera farfugliando una scusa poco convincente, mentre Jamier mi fece accomodare sul letto, non comprendevo perché mi trovassi proprio nel luogo dove perì mia madre. Era una situazione insolita, lì entravamo solo io e mia sorella, perché vi erano tutte le loro fotografie e i loro ricordi.
« La tua prima trasformazione in vampiro quando è avvenuta? »
Domandò curioso, mentre io lo osservai, chiedendomi il motivo di quella strana domanda tuttavia annui, gli raccontai tutti gli eventi che mi capitarono ieri, compresa la chiacchierata con Red Moon e lui ascoltò silenziosamente, annuendo di tanto in tanto per farmi capire che mi stesse seguendo nel discorso. Quando finii, lui si sedette accanto a me, e prese le mani fra le sue.
« Tua madre, poco prima di morire mi consegnò una lettera ed un quaderno, chiedendomi di darteli solo dopo che la tua trasformazione in vampiro fosse avvenuta. Tuttavia non so altro. Tua sorella, esattamente in questo momento sta radunando l'intero branco nella piazza principale.»
Esclamò, mentre si congedò lasciandomi sola in quella stanza. Aprii la busta e portai la lettera al naso, respirandone l'odore di rose rosse che parzialmente trapelava dal foglio di pergamena perfettamente conservato. Quanto mi mancava quell'odore?
Sorrisi dolcemente sentendo un tepore invadere le mie membra, nonostante la mia curiosità temevo di aprirla.
Cosa avrei trovato al suo interno?
Cosa avrei dovuto aspettarmi?
Sospirai nuovamente, se mi fossi posta ulteriori domande sarei invecchiata con la lettera fra le mano, e certamente non era ciò che avrei voluto accadesse. Iniziai a leggere parola per parola, ciò che mia madre mi scrisse fece solcare sul mio volto delle lacrime, che inumidirono la stoffa dei miei jeans azzurri, facendoli divenire più scuri. Quando finii di leggere la lettera, uscii dalla stanza prendendo quel quaderno dalla copertina di pelle nera e i ricami sanguigni, non era un quaderno qualsiasi, bensì un grimorio che avrei dovuto imparare letteralmente a memoria.
Scossi il capo e andai da Shine, cercando di fiutare il suo odore che proveniva dalla stanza dei bambini del branco, era una sorta di asilo per cuccioli, potevano giocare e divertirsi in tutta tranquillità. Notai uno di loro rintanato in un angolino, mi avvicinai alla donna castana che solitamente si prendeva cura di loro. Ella mi spiegò che avendo perso i genitori in un attacco dei vampiri, rimase con il nonno, venuto a mancare durante la mia assenza e che adesso fosse solo.
Decisi di avvicinarmi lentamente a lui e mi sedetti al suo fianco, osservandolo attentamente. Lui si voltò verso di me, pronto a replicare ma le parole non fuoriuscirono dalla sua bocca, accarezzai dolcemente i suoi capelli di un castano chiaro e scrutai all'interno di quegli occhi verdi alla ricerca di un indizio.
« Non ti va di giocare con gli altri, vero? »
Egli scosse il capo, senza nemmeno dire una parola.
« Quanti anni hai? »
Chiesi ancora mentre lui sembrò quasi infastidito dalla cosa, però questa volta mi osservò rispondendo di avere quasi cinque anni. La cosa non mi stupì, solitamente nel nostro branco i giovani vengono ammessi a scuola dai nove anni in su ed è all'asilo che solitamente vengono divisi in fasce d'età.
« Il mio nome è Akane, e il tuo? »
Chiesi presentandomi anche se ero perfettamente consapevole del fatto che mi conoscesse, per questo di tanto in tanto mi guardava, solitamente erano i bambini ad avvicinarsi a me e non il contrario.
«Mi chiamo Stephan. »
Ammise lui mentre mi guardò con curiosità, sorridendo leggermente, quando i nostri occhi si i incrociarono lui si voltò come se lo avessi beccato a rubare delle caramelle.
« Stephan, ti va di venire con me? »
Proposi senza pensarci troppo, credo abbia bisogno di fare due passi, essendo da solo non può certamente uscire a suo piacimento. Tuttavia è in casi come questi che stare il più possibile a contatto con la natura aiuta, è stato in questo modo che io imparai a padroneggiare Eolas. Così mentre i bambini furono impegnati con mia sorella, presi la maestra Flavia in disparte e le dissi le mie intenzioni, seppur titubante ella accettò.
« Dove stiamo andando? »
Chiese curioso il bambino guardandomi un po' stranito dalla situazione, io sorrisi indicandogli il mio pino con un'altalena, e vedendola iniziò a correre.
Sorrisi mentre lo raggiunsi e notai una coppietta seduta vicino al pino, strano solitamente nessuno veniva in questa zona, non era ben visibile poiché si trovava nascosta dietro una prima fila di alberi, da lì si poteva osservare l'intera radura.
« Non le hai detto nulla?»
Chiese incuriosita una voce femminile che io conoscevo perfettamente, Stephan mi guardò incuriosito un po' a disagio.
«Spero di non disturbarvi. »
Affermai facendo sobbalzare la ragazza, mentre Anthony rise di gusto per poi guardare incuriosito il giovane ragazzo con me, al quale si presentò.
«Akane! Non farlo più! »
Esclamò spaventata la ragazza mentre sorrisi scusandomi, tengo a dimenticare che l'olfatto dei lupi diminuisce in presenza dei gigli rossi.
« Akane! Posso salirci, per favore?»
Chiese il giovane con voce fanciullesca mentre sorrisi, fu il mio compagno che si alzò chiedendo se potesse spingerlo, lui annuì energico.
Stephan lo avevo riconosciuto subito, era il figlio di Luka anzi potrei definirlo un Luka in miniatura. Dopo la morte di mio padre mi sentivo incompresa, costretta a stare fra le quattro mura di quella stanza, dove tutti si divertivano. Ogni volta mi sedevo in un angolino e rimanevo lì ad osservare gli altri giocare, con mia sorella e le maestre che tentavano di capire perché io comportassi così.
Fu Luka a trascinarmi fuori da quelle mura, permettendomi finalmente di mettere piede fuori dalla porta principale, mi portò qui facendomi trovare l'altalena come nuova, quando fu distrutta durante l'attacco. Stephan è proprio identico a me, ed è una cosa che notai fin dall'inizio, guardandolo negli occhi.
« Il sorriso ti dona di più »
Ammisi guardandolo mentre il suo volto sorridente mi riempì di gioia il cuore, notai che anche il mio compagno fosse felice.
« Akane, questo Sabato ti andrebbe di venire da noi? »
Chiese curiosamente Chris mentre io la ringraziai dolcemente e acconsentii, essendo oggi Giovedì avrei avuto altri due giorni da trascorrere qui e poi sarei andatata da loro.
« Andrai da loro? Non capisco.»
Affermò Stephan che veniva spinto dal mio compagno, che sorridendo un po' nervoso guardò Chris e in quel momento collegai i pezzi del puzzle.
« Noi veniamo dal branco degli IceMoon. »
Chiarì semplicemente Chris con un sorriso, mentre Stephan mi guardò stranito, io sorrisi di rimando.
Mi voltai verso il bosco, qualcosa di sinistro si avvicinava e no, non era un vampiro.
Mi alzai e mi inginocchiai piegando la gamba destra e poggiando la mano destra a terra, respirai guardando attentamente ciò che ci circondava.
« Stephan, c'è un licantropo che sta venendo qui, sai già cosa fare in questi casi vero?»
Domandai, mentre lui annuì correndo verso casa.
« Possiamo aiutarti? »
Chiese Chris mentre io annui soltanto, facendo loro cenno di seguirmi avventurandoci nel bosco.
« Il nostro branco in realtà è molto tollerante, raccogliamo molti lupi abbandonati dai loro branchi, i vampiri feriti che rimangono a terra durante gli attacchi, vengono curati e mandati alla Rouge House ove possono stare tranquilli, fintantoché la situazione non migliorerà.»
Spiegai lentamente mentre i due ragazzi non fecero in tempo a rispondere, visto che ci trovammo dinanzi al licantropo che stava correndo a ritroso nel sentiero, dal quale era venuto. Mi accigliai iniziando a corrergli dietro, non mi piaceva che si aggirasse nel nostro territorio e poi qui vicino c'è la casa dei vampiri, devo assolutamente impedire che riesca ad arrivare lì. Saltai su un albero ed iniziai a usare le liane per spostarmi velocemente, rimasi scioccata quando vidi quello che stava accadendo dinanzi ai miei occhi. Quel lupo non stava correndo spaventato dalle nostre presenze, bensì fiutò tre licantropi vicini a due giovani ragazzi, precisamente una coppia di fratelli, la sorella più piccola giaceva ferita a terra mentre l'altro tentava di proteggerla come meglio potesse, benché fosse ferito. Quando il licantropo centrale provo ad attaccare di nuovo il suo avversario, ne prese le difese ma fu svantaggiato, non ci pensai due volte a trasformarmi per aiutarlo, riuscii a graffiare il licantropo che provò a ferirlo alle spalle.
«Anthony curali, a loro ci penso io!»
Affermò Chris mentre la sua lupa candida come la neve, fece la sua comparsa balzando nel bel mezzo della lotta. Lo stupore dei presenti fu parecchio evidente sulle loro facce, ciò mi portò a sorridere.
Non temere il tuo branco, non temere il loro odio. Figlia mia, dopo la mia morte, loro saranno sempre al tuo fianco, forse più di quanto non lo siano stati con me. Mi dispiace andarmene, mi sento sempre più debole, la mia unica consolazione è che vostro padre e il branco, come spero i miei genitori, vi protegganno a qualsiasi costo. Non so quanto mi resti, so che morirò col sorriso, ti prego quando diventerai Alpha, spero un giorno possa accadere, Luna, fa in modo che il nostro branco sia un punto di riferimento per tutti.
Le parole di mia madre mi tornarono in mente dandomi una nuova carica, che il branco cambiasse era fuori discussione. Vampiri, lupi e licantropi possono andare d'accordo, non riesco a capire perché dobbiamo essere nemici. Comprendo che lupi e vampiri siano ostili reciprocamente, sono specie diverse, però andare d'accordo è fattibile, Evan e gli altri vengono spesso nel nostro branco, solitamente lo evitano quando hanno un compagno ferito, oppure che sta provando ad ambientarsi. Ciò che non posso tollerare è la divisione fra licantropi, lupi mannari e sangue di lupo, poiché tutti e tre siamo divisi tra un lato umano e uno animale, veneriamo la stessa Dea, crediamo negli stessi ideali, eppure siamo divisi, non nascondo che è in gran parte "colpa" dei sangue di lupo. Sentirci superiori ai licantropi perché dotati di una trasformazione completa, è inutile, tenere a bada un istinto omicida è complicato, se nel branco i lupi riescono a vivere in armonia è un fattore legato al ruolo che ognuno di noi ricopre nello stesso. I tre licantropi si ritirarono quando riuscii a graffiare in modo non letale il capogruppo, che faticava, finalmente, a muoversi.
« State bene? Perché vi hanno attaccato? »
Chiesi una volta ritrasformata mentre l'uomo, tornato normale cadde in terra.
«Papá!»
Urlò il ragazzino disperato, mentre strinsi forte un pugno e mi conficcai gli artigli nel braccio, finché non iniziai a sanguinare copiosamente, per poi mettergli in bocca la ferita ignorando il dolore, dovevo ancora prenderci la mano con gli artigli, evidentemente.
« Se vuoi cavartela devi berlo.»
Ammisi notando la condizione che il pelo nascondeva, vi erano ferite ovunque, nessuna di essa era cicatrizzata o curata, quindi qualcuna poteva anche essersi infettata. Mi preoccupava di gran lunga la ferita che posta sul torace, era semplicemente enorme, andava dalla spalla destra al fianco. Sorrisi lievemente nel notare che la ferita stesse iniziando a rimarginarsi, tuttavia avrei preferito non spostarlo per evitare di creare danni che Liko non avrebbe potuto curare.
«Anthony, i ragazzi come sono messi?»
Chiesi mentre mi concentravo sull'uomo dai capelli castani, sapevo che Chris fosse confusa e le ero grata per non aver posto ulteriori domande.
"Evan, potresti mandarmi una barella? Non siamo molto distanti da voi, però chiedi se mi è permesso portare altri lupi con me, oltre al ferito, non voglio che possiate sentirvi sentire minacciati."
"Ti mando immediatamente Sunlights"
«Bene, ma la ragazza ha una slogatura»
Mi avvisò prendendola in braccio, mentre il ragazzino iniziò a ringhiare, il profumo iniziò ad intensificarsi, e notai che avesse fiuto.
« Sono alleati!»
Spiegai, mentre dal bosco fecero capolino sei vampiri che sollevarono una barella guidati da un capogruppo che indicava loro la via tramite emissione delle onde sonore. Stesa a terra la barella, mi aiutarono a caricare l'uomo su essa e sparirono.
« Akane?»
Domandò Chris tendendo un estremità della barella, ci avviamo verso la casa poco distante da qui.
« Perché non temi i vampiri? »
Chiese curiosamente il ragazzino dai capelli morì camminando accanto a me.
« I vampiri che prima hai visto, quelli che stiamo andando ad incontrare, sono stati tutti curati ed aiutati da noi, certo non è facile all'inizio, ma poi si instaura un legame di amicizia.»
Spiegò velocemente un ragazzo, dai capelli bianchi a caschetto e gli occhi rossi sanguigni con delle sfumature nere. Quegli occhi sempre freddi e inespressivi li avrei riconosciuti ovunque, sorrisi dolcemente e mi voltai ad osservare i ragazzi.
« Fratellino, loro sono i nostri ospiti, ragazzi lui è Ethan »
Li presentai velocemente seguendo il ragazzo fino a raggiungere a una piccola radura, formata da casette in legno sparse irregolarmente in tutto il territorio. Al centro vi era una struttura un po' più alta e larga, fatta con le pietre del territorio, entrammo immediatamente al suo interno, e mentre gli altri restarono con alcuni vampiri io ed Ethan portammo il lupo da Mirai e Crysalis. Mirai era l'apprendista di Liko, la nostra strega, dai capelli biondi legati in una coda di cavallo, di alta statura e dagli occhi verdi, portava le lenti argentate e indossava il camice rosa. Al suo fianco vi era Crysalis una donna dai capelli neri raccolti in una crocchia, con gli occhiali rossi ed il camice nero che risalta la pelle bianca e pallida.
« Posso esservi d'aiuto? »
Chiesi mentre Crysalis mise la mano delicatamente sul petto dell'uomo, chiuse gli occhi tentando di comprendere cosa avesse e quando li apri mi guardò seriamente.
« Fortunatamente non ha nulla di serio, ma ha perso molto sangue e se non avessi condiviso il tuo sarebbe morto.»
Mi informò la donna mentre io sospirai sollevata.
«Deve solo riposare e non sforzarsi.»
Affermò mentre io annuì soltanto, Mirai guardò allegra la sua apprendista che stava ancora imparando il mestiere sul branco e viceversa. Alla casa branco Liko riusciva a cavarsela da sola, così decidemmo di dividere le due esperte di medicina, ciò si era reso necessario, a causa di attacchi da parte di lupi solitari o mannari, soprattutto dagli imprevedibili umani che erano diventati una potenziale minaccia per tutti noi. Non si può mai sapere cosa tentino di escogitare quegli avidi esseri, sono stati loro a causare questo disastro genetico. Da sempre i lupi e i sangue di lupo hanno convissuto in pace, gli umani tentando di raggiungere un equilibrio simile al nostro provarono ad esaminare e a sperimentare.
Gli esperimenti falliti però diedero vita ai licantropi, esseri umani in grado di trasformarsi non completamente in lupi, infatti, mentre i Sangue di lupo riescono a trasformarsi completamente in canidi loro no. Loro, come i lupi Mannari, rimangono bipedi nonostante abbiano le zampe, gli arti superiori vengono soltanto ricoperti da un folto pelo, le mani umane hanno dei grandi artigli il busto rimane lo stesso, mentre il volto è quello di un lupo. Non dico che gli umani siano tutti uguali, ma la maggior parte pensa solo a sé stessa, molti di noi scambiati per lupi sono stati cacciati dai bracconieri e cacciatori in cerca di lupi a cui sottrarre la pelliccia.
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