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~Keep me safe~

Kiara scorse una figura sulla riva di un fiume. Aveva percorso dei chilometri, prima di giungervi.
Si avvicinò quatta quatta e stette ad osservare la figura che le apparve un po' più nitida.

- Benjamin - sussurrò.
Egli voltò il capo nella direzione di Kiara e, riconoscendola, sgranó gli occhi e scattò in piedi.
- Kiara! - esclamò pieno di stupore.

Da dietro la ragazza spuntarono Josh e Jocelyn.
Appena Benjamin li vide, corse loro incontro e abbracció la vampira, la quale rimase immobile tanto che pareva una tavola di legno.
- Tu non li hai uccisi - il ragazzo strinse la presa e la ringrazió.
- Non è mai stata mia intenzione far loro e al resto della tua famiglia alcun male.
- La mia famiglia... - sospiró.
- Slender mi ha detto che la sua prossima vittima sarebbe stato tuo fratello, Edgar.

Benjamin dirignò i denti.
Era non solo suo fratello maggiore, anche il suo mentore.
Se fosse morto, lui non si sarebbe dato più pace.

- Kiara, vieni con me, devo presentarti delle persone - le prese la mano e la condusse nella caverna in cui le nīrinalli lo stavano ospitando.

Le sei nīrinalli squadrarono la nuova arrivata.
- Benjamin, lei chi è? - questa nīrina aveva la pelle color miele, liscia e lucente.
- Lei è Kiara! - Zefir scattò in piedi e le rivolse uno sguardo pungente.
- Non dovrebbe essere qui. Portala via! - ordinò la più grande di loro, Pearl.

Kiara portò una mano al petto e abbassó lo sguardo.
Benjamin camminó verso Zefir con uno sguardo implorante.
Malakite bloccó il ragazzo per il braccio, lasciando che Esme e Aqua si avvicinassero a Kiara.

- Amber, Zefir e Pearl, conducete al pozzo delle predizioni il ragazzo. Esme e Aqua, voi due con me! - le prime tre si allontanarono.

Malakite fece un cenno col capo in direzione di una boccetta; Aqua si affrettò a consegnargliela.
- Vedi, Kiara, noi siamo un popolo di principesse guerriere, dirette discendenti delle Amazzoni. Noi controlliamo acqua e terra. Esme, spiegale la faccenda,io non posso.

Esme annuí.
- Le nīrinalli sono pacifiche. Ci piace raccontare di noi.
- Siamo in dieci qui alla fonte. Io sono Aqua.
- Io mi chiamo Esme, la mia pietra è lo smeraldo. La pietra pura è dentro me. Non esitare a chiedere aiuto, qualora ne necessitassi.

Malakite offrì a Kiara il contenuto dell'ampolla.
Dapprima incerta, portò quel liquido alla bocca, arricció il naso e posó la boccetta, ancora piena, sul tavolo di pietra.
- Non è di tuo gradimento l'acqua della fonte?
- Lo sarebbe certamente, se potessi bere altro oltre il sangue.
- Sei un vampiro...
- Non vi aveva messe in guardia Benjamin?
- Ci aveva avvertite di quanto fossi potente, solo questo.
- Non vi ha detto che collaboro con... - fissó gli occhi delle tre nīrinalli.
- Con?
- Con me! - una voce riecheggió nella sala, facendo rabbrividire tutti i presenti.

Slender sbucó dall'apertura della caverna.
Malakite prese con sé Esme e Aqua. Le condusse attraverso una strettoia, che conduceva dalle altre.

Slender si piegó all'altezza di Kiara, che tremó appena.
- Non ci siamo. Se scappi, chi mi aiuterà?
- Aiutati da solo, mostro!
- Dove sono i gemelli?!
- Non ti riguarda!

Slender afferrò Kiara per il colletto, le bloccó mani e braccia con i suoi tentacoli e proseguì in direzione di una scalinata scavata nella roccia.

Gli occhi di Kiara cambiarono colore. Alcune lacrime scendevano copiose.
Alle lacrime seguirono i singulti, soffocati dai tentacoli di Slender che facevano pressione sulle sue labbra.

Il mostro lasciò cadere Kiara.
- Voltati, vampira.
Fece come le era stato chiesto.
- Come è possibile!? - sembrava sconvolta e spaventata da ciò che vide: il suo migliore amico era legato di spalle ad una roccia; aveva una benda sulla bocca ed i suoi polsi erano stretti da una corda.
- Vedi, Kiara? Io mantengo le mie promesse, sempre! Ricorda solo questo: il sacco di sangue è dovuto cambiare, per tornare in vita.
Kiara fissó Slender allarmata.
- Cosa gli hai fatto!? - esclamò.
Il mostro scomparve.

Kiara non smise di piangere.
Sciolse i nodi che bloccavano le corde.
- Dek, riesci a sentirmi?
- Kiara - disse solo.
- Ti prego, dimmi che stai bene - portò una mano sulla guancia di Dek.
Nello stesso istante gli occhi del ragazzo si aprirono di scatto.
Kiara aveva gli occhi gonfi di pianto. Appena i loro sguardi si incrociarono lei riprese a piangere, lo strinse in un abbraccio e così fece anche lui.
- Kiara, io devo dirti una cosa - asserí Dek in tono serio.
- Certo, tutto quello che vuoi - Kiara sorrise.
- Per favore, non muoverti.

Dek si portò in avanti con il busto e avvicinò il capo all'orecchio sinistro di Kiara.
- Io ti... - Kiara assunse un'espressione interrogativa.
Dek scosse il capo.
- Io ti voglio bene! - affermó.
- Anche io te ne voglio, Dek.

Dek si scostó di poco, poiché notò che qualcuno li fissava con aria incredula.
- Kiara! Lui chi è?
- Benjamin! - egli si avvicinò.
- Chi è!? - Ben fece un cenno col capo, rivolgendosi a Dek.
- Lui è Dek.
Benjamin rise e si girò.
Kiara lo guardó severamente.
Da dietro la porta della stanza fece capolino Zefir, incuriosita dal dialogo dei ragazzi.
- Vorrei solo che ciò non fosse successo, Kiara. Mia sorella è morta anche per colpa tua...
- Tu mi avevi detto che... - venne interrotta da Benjamin.
- No, ti ho mentito - corse via.

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