Prologo secondo - parte 2
E poi, Vinicio partì di nuovo, dopo averle lasciato Christen, Selena e Moreno. Il primo era una sorta di vigliacco, ma molto intelligente. Era castano, aveva gli occhi color nocciola ed era il più alto di tutti. La seconda era una tuttofare che amava andare fuori casa. Lei era bionda e aveva gli occhi color mare. Il terzo era il più pigro. Non si poteva non tenerlo d'occhio, che subito se ne andava a dormire da qualche parte. Tra i tre era quello più scuro di capelli, colore quasi paragonabile a quello di Sergey, mentre i suoi occhi erano uguali a quelli di Chris.
Sergey era taciturno. Voleva bene a tutti quanti. Dato che mancava continuamente una figura paterna, si sentiva in qualche modo responsabile di tutti loro.
Poi arrivò Oskar.
Oskar, da bravo doganiere, che mano a mano, aveva guadagnato un sacco di denaro, aveva fatto affari ed era da poco diventato proprietario di tutte le case del piccolo quartiere sud-est, compresa la loro. E immancabilmente, per colmare la mancanza di Vinicio, Ylenia se ne innamorò e da quella relazione nacquero Boban e Marika. Due tipetti timidi timidi, dagli occhi e capelli scuri, come il padre. Anche la loro carnagione era lievemente più scura, ma la differenza con gli altri fratelli era davvero impercettibile. Quei poveretti erano tormentati in continuazione dai fratelli maggiori, e a causa loro, il grande stanzone del primo piano che fungeva da grande camera da letto, fu suddiviso in diversi piccoli scomparti: nessuno voleva dormire insieme a tutti gli altri, ma non si poteva certo costruire una camera per ciascuno: così, i fratelli furono divisi in coppie.
Tuttavia, i litigi non terminarono e il piccolo Boban cominciò a cercare protezione nel padre. I due si ritiravano spesso da soli e, quando Oskar adocchiava i figliastri, non poteva non rivolger loro uno sguardo severo, che col passare del tempo si inasprì sempre di più.
E forse, fu proprio per questo che Oskar divenne scontroso, autoritario e quasi malevolo, pure nei confronti della compagna, che si nascondeva di tanto in tanto a piangere e a pensare che una serie di coincidenze così disastrose non potesse capitare a nessun altro.
Gli affari di Oskar cominciavano a chiamare il patrigno anche da molto lontano, e questi, per non rinunciare al denaro, si assentava molto spesso.
In uno di quei frangenti, Ylenia fece conoscenza di un uomo misterioso. Non si sapeva chi fosse, perché nessuno lo sapeva raccontare. Nemmeno Oskar, quando seppe dell'accaduto e vide che il piccolo Darian, detto Kiki, un bambino brunetto dagli occhi celesti, era entrato a far parte della famiglia, riuscì a trovare risposte. Non si sapeva se Ylenia l'avesse voluto o no, non si sapeva nulla. Lei taceva al riguardo. E dopo quell'accaduto, non volle più avere figli.
La loro casa non era né troppo piccola, né troppo grande, e ci si stava bene.
Fino a quando non capitò il dramma.
«Sergey».
«Sì, mamma?» Rispose, avvicinandosi. Erano in giardino ed erano soli.
«Prenditi cura di loro, mi raccomando».
«Cosa vuoi dire, mamma?»
«Fallo e basta». Si girò dall'altra parte per nascondere le lacrime, ma fu tradita dai singhiozzi.
«Mamma?»
«Promettimi che resterete per sempre uniti, tutti quanti. Non lasciare che nessuno vi separi. Stai attento soprattutto al piccolino».
«Stanne certa».
«Grazie».
E dopo quelle parole, Ylenia prese una rivoltella nascosta fino a poco prima.
E si sparò al cuore, davanti agli occhi del figlio.
Tutti gli altri, avendo sentito lo sparo, si precipitarono fuori, Oskar compreso.
Sergey non disse una parola. Tremava. Aveva sedici anni, al tempo. Si girò. Guardò il piccolo Kiki, che aveva solo pochi mesi e non capiva ciò che stava succedendo.
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