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Prologo secondo - parte 1

Correva l'anno 174.

Al porto s'era radunato uno stormo di gabbiani che si muovevano inconsultamente, coprendo dall'alto la folla che attendeva il ritorno di un piccolo mercantile. Ylenia si trovava con loro, persa in quel labirinto di teste che si allungavano per vedere meglio e occhi che si assottigliavano per scorgere i dettagli in lontananza. In braccio teneva il piccolo Sergey, dormiente, di pochi mesi: un bambino dagli occhietti verdi come acini d'uva, cosa per cui molti le facevano i complimenti e quasi la invidiavano. Piano piano si fece spazio tra la gente, portandosi in prima fila. Non le era mai piaciuto arrivare in ritardo, ma quel giorno, sopraffatta da miliardi di pensieri, non aveva trovato la concentrazione giusta per poter agire con tranquillità e prontezza.

Un uomo accanto a lei alzò la voce, gridando alla folla che la nave stava finalmente arrivando. La folla esultò. Il baccano fece svegliare il bambino, che incominciò a piagnucolare. Allora Ylenia lo cinse stretto al petto, per rassicurarlo. Si riaddormentò poco dopo.

La nave attraccò.

La folla iniziò a gridare un solo nome.

«Vinicio! Vinicio è tornato, gente!»

«Non lo vedevamo da un sacco!»

«Non vedo l'ora di rivederlo!»

«Chissà cosa avrà portato stavolta, quel Vinicio!»

Ylenia se ne stava in silenzio, sorridendo timidamente all'ascolto di quelle frasi. Non vedeva quel vecchio amico d'infanzia da tanto tempo e la commozione le aveva tolto le parole. «Se Nikol fosse qui,» diceva: «di certo non mi avrebbe lasciato andare a rivedere il caro Vin». Ora, Nikol era il padre del piccolo Sergey, e dopo la nascita di quest'ultimo, se n'era andato e se n'erano perse le tracce. Non si sapeva se fosse vivo o morto, nascosto o trasferito. Fatto sta che nessuno aveva più sue notizie e dopo mesi di sconforto, la cara Ylenia si era fatta coraggio e aveva deciso di prendere qualche iniziativa.

Due uomini scesero dalla nave, reggendo una pesante cassa.

Il pubblico, entusiasta più che mai, acclamò vigorosamente l'amico atteso, riconosciuto in uno dei due. La cassa fu posata a terra e la calca si concentrò in quel punto, per vedere e forse comprare cosa Vinicio aveva portato.

Abiti, stoffe pregiate, gioielli. Roba di valore. Ma Vinicio si teneva ben poco, vendendo quasi tutto ciò che trasportava dal mare. Non era una persona di grandi pretese, non si dava arie e il suo lavoro gli piaceva. Quello era soltanto stato il suo quinto viaggio con la Venturiera. E man mano che il tempo passava, più riceveva spettatori e complimenti, che lo mettevano anche un po' in imbarazzo.

Un uomo impettito, vestito di tutto punto, si avvicinò a lui, offrendogli trentamila denari per dei rotoli di stoffa. Un altro tale, da dietro, gli offrì quarantamila e via dicendo, finché non furono venduti e finché la cassa non rimase quasi vuota.

Anche il porto, adesso, era quasi vuoto. Perfino i gabbiani si stavano calmando, avendo finito di mangiare le briciole di pane che, volutamente o accidentalmente, la gente lasciava cadere. Vinicio salutò il compagno di viaggio, che si recò al giusto riposo. Chiuse la cassa, con due oggettini ancora all'interno. «Questi me li porto a casa» diceva, a voce alta. «Mi elogiano tanto, ma alla fine pensano soltanto ai soldi». Sospirò. Guardò il mare.

«Vinicio?»

Vinicio si voltò di scatto, non essendosi accorto della ragazza alle sue spalle.

«Ehi!»

La guardò attentamente negli occhi. Aveva visto un sacco di persone, ma rivedere il viso di quella giovane donna fu per lui un grande piacere.

«Ylenia? Sei tu?»

«Sì, sono proprio io». E sorrise.

«Cosa ci fai da queste parti?»

«Pensavo di salutarti. È tanto che te ne sei andato».

«Strano che Nikol ti abbia lasciato andare».

«Oh, Nikol non si fa vivo da un bel po'».

«Immagino allora che un semplice saluto non sia il vero motivo della tua presenza».

«Beh, in un certo senso...»

«Facciamo così: stasera ospito te e il piccolino a casa mia. Sarà una sorta di bentornato me. Che ne dici?»

Ylenia sorrise.

«D'accordo».

«Allora a stasera, sul tardi. Devo riordinare alcune cose, non vorrai trovarti casa inzuppata nelle cianfrusaglie!»

Inutile dire che il binomio mare-amore fosse valido anche per Vin. Poche avevano saputo resistere a uno sguardo persuasivo come il suo, e Ylenia non fu certo da meno.

Quella sera i due si ritrovarono davanti a un piatto di spaghetti alle vongole, a discutere di problemi e soluzioni a questi. Fuori stava piovendo a dirotto e nella piccola casa di Vinicio ci si sentiva al riparo.

Sergey se ne stava beato nella sua culla, poco distante da loro. A un certo punto si mise a ridere, innatamente. Quella risatina fece scendere poi il silenzio tra Ylenia e Vinicio, come se non ci fosse più bisogno di parlare di problemi. Si guardarono negli occhi. Li richiusero e si diedero un bacio.


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