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La famiglia riunita (V-1)

Di lì a poco, tutto prese una strana piega. Magda decise di divorziare immediatamente, cosa che destabilizzò ancora di più il professor Winkler.

La Baldwin fu accusata di aver cominciato tutto, dato che, come sindaco, avrebbe dovuto avere un'altra condotta. Al suo posto, scelto da anonimi, in carica finì un tale piuttosto anziano, che tanto agognava la poltrona. Questi impose dei debiti elevatissimi ai due truffatori ancora vivi, che furono costretti a vendere tutto ciò che avevano di più caro. Alister fu privato della sua auto d'epoca e di tutti i gioielli che era riuscito a trovare. Oskar perse tutti i terreni al quartiere sud-est.

Voleva dire che, finalmente, i sette fratelli Hugos poterono vivere insieme, senza l'oppressione del patrigno, senza più riunirsi ogni settimana con gente con cui non si trovava un accordo. Voleva dire che Christen e Selena non dovevano assentarsi tutte le mattine, dato che il conservatorio era andato distrutto. Voleva dire, però, che bisognava darsi da fare per rimettere in sesto il piccolo studio di Sergey.

Sì. I padroni di casa erano Sergey, Christen e Selena, che a turno decisero di badare ai più piccoli e ricostruire poco a poco lo studio.

Soltanto una cosa intristiva il giovane Sergey: Michail se n'era andato per sempre. Ma cercava di non pensarci e di non farsi vedere troppo afflitto. D'altra parte, come si diceva spesso tra i fortuniani, qualsiasi cosa doveva avere un motivo ed era essa stessa motivo di qualcos'altro.

«Non riesco a credere che sia tutto vero, sapete?»

«Era questo, quello che volevi, Ser».

«Sì. Mi viene quasi da piangere. Tu sei contento, Chris?»

«Beh, potrei esserlo di più».

«Come mai?»

«Vedi...» gli mostrò il lobo destro, forato, ma senza orecchino «Alister me l'aveva rubato. Me lo voleva rendere, ma l'hanno costretto a venderlo. Adesso non so in che mani sia. Ci tengo, sai, era un ricordo di mio padre».

«C'era inciso il suo nome, vero?»

«Esatto. Me lo diede prima del suo ultimo viaggio e della sua morte. È un piccolo oggettino, ma per me ha un valore simbolico... come lo siamo noi per te».

«Se anche lo lasciassi, Chris, rimarrebbe comunque un oggetto senz'anima... Vinicio non può essere racchiuso là dentro».

Christen sbuffò.

Si misero a ridere. Era sera e se ne stavano tutti seduti sui divanetti in salotto, ascoltando le novità da parte di ognuno.

«Devo ancora realizzare il fatto che Oskar non abiti più con noi». Disse Boban: «dopo tutti questi anni...»

«Sembra quasi incredibile». Continuò Marika.

«Mi hanno detto che Sophia ha dovuto pagare meno rispetto agli altri».

«Sì, perché lei non era coinvolta come loro... non aveva alle spalle una così grande ricchezza».

Sergey aveva i capelli sciolti, si era messo un vecchissimo maglioncino di lana grigia, se ne stava coi piedi scalzi sopra il divano e sorseggiava una tazza di tè ai frutti di bosco. Christen se ne stava in pigiama, spaparanzato accanto a lui, tastandosi in continuazione l'orecchio destro, che sentiva come una stranezza per quel peso mancante. Moreno faticava a tenere gli occhi aperti, con quella luce e quegli odori così rilassanti e soporiferi. Kiki, al contrario, era il più attivo dei sette e non riusciva a stare un attimo fermo. Si acquattava dietro il sofà, per non essere visto, poi prendeva la rincorsa e faceva una capriola, finendo col rimbalzare di sedere sull'imbottitura. Tutto questo, finché con un piede messo male, per poco non diede un calcio a Selena, che lo rimproverò e lo pregò di stare fermo. Anche Sergey avrebbe voluto dire qualcosa, ma l'ultimo sorso di tè gli sarebbe andato di traverso. Posò poi la tazza sul tavolo da soggiorno e acchiappò il piccolino, per fargli il solletico.

Sentendo Kiki ridere, anche tutti gli altri si misero a ridere. Marika chiese ripetutamente a Sergey di smetterla e questi l'ascolto solo qualche minuto dopo. Allora Kiki si mise a sedere sulle gambe di Marika, abbracciandola, come per cercare una protezione da parte sua.

«Sei adorabile, Kiki». Dicevano tutti, e Kiki, puntualmente, arrossiva.

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