Epilogo
Selena lavora alla reception del rifugio «Ai tre pini». Sta più a contatto con la gente del centro che con quella del quartiere sud-est. Si è sposata con Alister Winkler, il suo ex professore di musica. Hanno avuto due figli. In inverno vanno sempre a sciare tutti insieme e si divertono come non mai.
Christen fa il guardiano del faro e nel tempo libero gioca spesso a calcetto. Proprio dopo una delle partite, ha fatto conoscenza di Angelina, con cui condivide la passione per il mare. Chissà se tra i due sboccerà qualcosa. Nel frattempo, i turisti che arrivano al faro non sono pochi e Christen ha sempre un gran daffare.
Marika, con l'aiuto di una famiglia che l'ha adottata, ha finito le scuole passando a pieni voti e ora lavora in biblioteca, prendendo il posto di Gregoris. Per questo motivo, i due non si possono neanche vedere e si tirerebbero volentieri delle librate in faccia.
A Boban è stato dedicato un posto più degno di quello riservatogli dal fratello maggiore. Lo hanno portato su una piccola collinetta, che ad aprile e a ottobre si ricopre di margherite. Oskar si reca là molto spesso, per piangere il figlio scomparso. «Era un bravo ragazzo», si diceva in giro.
Moreno lavora in un bar. Ha smesso di essere pigro e intrattiene i clienti con la musica e le danze. Ha la risata facile e ogni tanto se ne esce con qualche perla di saggezza.
Sergey e Kiki sono sempre là, nella vecchia casa dei fratelli Hugos. La mansarda è diventata una piccionaia, ma a loro non dispiace. Sergey ha finalmente sposato la cara Rosalia, in una grande festa. Se ne va spesso a giro in bicicletta, ha ricominciato a lavorare nel suo studio di riparazioni e, finalmente, è felice. È sempre molto cordiale e affabile con gli estranei, come per sbugiardare le voci che lo diffamano. «La verità spesso si cela dietro quello che si vede». Ripete: «ed è per questo che io e Kiki resteremo sempre insieme».
Ma Kiki, un giorno, di fronte a un gruppo di persone, alcune delle quali erano i suoi salvatori, rispose ad alcune strane domande:
«Hai capito bene, quello che devi fare, se arrivasse qua?»
«Sì, sì».
«Hai capito, Darian, cosa devi dire, poi?»
«Che ha tentato di farmi del male e mi sono difeso».
«Bravo. Vedi, la gente come lui deve essere eliminata al più presto. E tu sei la persona perfetta, per farlo».
E poi, in assenza di Kiki, riportavano strani resoconti su un'agenda da tenere nascosta al pubblico.
«Davvero un ottimo lavoro. Dopo che l'abbiamo drogato, Sergey non è più stato lo stesso e ora sarà per sempre fuori gioco, finalmente. Sapeva troppe cose. Per due notti consecutive ci siamo appostati vicino alla loro abitazione: abbiamo sentito le grida del diciassettenne al momento del suo assassinio, ma abbiamo preferito aspettare; agli omicidi, ormai la gente si è abituata. Dopo la chiamata di S. Sarzell, al quale da molto tempo avevamo chiesto la consegna di D. Hugos (nota: conoscevamo la situazione del piccolo e ci sembrava adatto ai nostri esperimenti), siamo accorsi al momento giusto, per salvare la situazione. I test sono andati a buon fine: l'aggressività del paziente è aumentata al punto giusto. D. Hugos è stato rilasciato dopo un paio di mesi, ma spesso deve recarsi qui da noi per fare delle analisi. Eventuali aggiornamenti saranno trascritti il prima possibile».
Chissà come continuerà questa storia.
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