Due compleanni in uno (XV-2)
Poco importava: era ormai giunto il crepuscolo e, nella casa dei sette fratelli, era in corso un'allegra festicciola. Alla radio, accesa a tutto volume, si sentivano le ultime canzoni del momento. I divani del soggiorno erano stati spostati e i ragazzi si erano messi a ballare. Rosalia, Gregoris, Raoule, qualche bambino amico di Kiki e perfino Radomir erano, per l'occasione, insieme a loro. Per quella sera era d'obbligo dimenticare i problemi e le discussioni. Fuori stava nevicando.
I ragazzi lanciarono una sorta di sfida di ballo, in cui avrebbe vinto chi resisteva più a lungo al ritmo, scandito dagli applausi dei presenti, via via sempre più veloce e insostenibile. Moreno non volle partecipare a priori, trovando la scusa di avere le gambe indolenzite. Marika portava ancora il gesso al braccio, ma ciò non le impedì di divertirsi a più non posso. Boban era l'imbranato della situazione: difatti, a causa di una giravolta venuta male, perse l'equilibrio e cadde di faccia sul divanetto, poco distante, quasi scontrandosi con Moreno.
Quell'esibizionista di Christen si dimostrò effettivamente abile, riuscendo pure a rizzarsi sulle mani e ricadere in piedi dall'altra parte. Selena si esibì con molta più calma, battendo tutti in compostezza e bravura.
«Vieni, Kiki, sali!» Lo invitò Sergey, chinandosi davanti a lui.
Voleva ballare, allo stesso tempo, con il fratellino e con la fidanzata e, per non tralasciare nessuno dei due, aveva pensato bene di caricarsi il piccolo sulle spalle.
«Poi tocca a me!»
«E poi a me!» Dicevano gli altri bambini.
E Sergey, uno a uno, li fece salire tutti.
Era giunto il momento dei regali: i parenti e gli amici si erano organizzati per trovare due unici doni per il maggiore e per il minore.
«Questo è per te, Ser!»
«E quest'altro è per il nostro piccolo guastafeste!»
Sergey scartò il pacco, trovandovi all'interno un morbido basco con la visiera, rosso a righe verdi sottili.
«Grazie, ragazzi! Mi piace!»
«Sapevamo che ti sarebbe piaciuto!»
Sergey se lo provò, correndo verso lo specchio.
«Come mi sta, Rosalia?»
«Ti sta bene».
«Sembri un vecchietto». Lo derise Christen: «Infatti, Ser, sei il nostro vecchiaccio malefico».
La stanza scoppiò in una grossa risata.
Kiki, dal canto suo, trovò in regalo un paio di bellissimi pattini a rotelle.
Gli piacquero talmente tanto che decise di indossarli subito, e se li sarebbe tolti solo al momento di dormire. Inutile dire che cascò numerose volte durante la serata, ma non si dava per vinto, continuando a sfrecciare per tutta la casa, facendo baccano e infastidendo gli altri.
Fu portata in tavola una grande torta, che zittì i presenti e richiamò su di sé tutte le attenzioni.
«Discorso, Ser!»
«Discorso!»
Sergey rimase un attimo in silenzio, per ragionare sulle frasi che avrebbe dovuto dire.
«Sono davvero felice, non solo per essere arrivato a questo traguardo, ma perché voi, fratelli miei, amici miei, tesoro mio, avete contribuito a rendere questa serata indimenticabile. È questo, il regalo più bello che possiate fare a me e al piccolino. Sono felice, perché il sogno di nostra madre, finalmente, si è realizzato davvero. Siamo insieme. E lo saremo per sempre, come una vera squadra. Grazie, ragazzi».
Era sceso nuovamente il silenzio.
Kiki si alzò, annoiato, da tavola, riprendendo a pattinare sul pavimento, intorno alle sedie. Soltanto che, rischiando di cadere, si agguantò alla tovaglia, facendo così cadere un bicchiere, un elegante bicchiere da vino, che, urtando il suolo, si frantumò in mille pezzi.
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