Merda.

Sto attraversando il corridoio di casa mia avanti e indietro da mezz'ora, con il telefono in una mano e l'altra nei capelli. Merda. Scrollo il calendario per la cinquantesima volta e ricomincio a contare. Una. Due. Tre. Quattro. Cinque. Merda. Sono passate esattamente cinque settimane dall'ultimo ciclo. Merda. Merda. Merda. Lancio il telefono sul divano e mi siedo per terra, cercando di mantenere la calma. "Porca troia Erica, la ginecologa ti ha proposto mille volte di iniziare a prendere la pillola, visto che hai anche il ferro basso, ma tu niente. Sei proprio una testa di cazzo". Zittisco la vocina nella mia testa e recupero il telefono. Sono le nove di sera. La mia farmacia di fiducia è chiusa da un pezzo. Apro la rubrica e faccio per scrivere un messaggio, ma mi blocco subito. Ma poi, a chi lo scrivo?? A Jimin?? A Jungkook??

"Ciao Jungkook, come stai? Niente, volevo solo dirti che ho un ritardo di due settimane e forse sono incinta, ovviamente il padre potresti essere tu ma adesso che ci penso qualche giorno prima di farlo con te mi ero bombata anche Jimin". Merda. "Ciao Jimin, tutto bene?? Mi spiace disturbarti ma non è che per caso hai voglia di diventare papà? Però forse ti interesserà sapere che c'è una concreta possibilità che il bambino non sia tuo..." Merda. Non posso scrivere a nessuno dei due. Al momento sono bloccati a 9.000 km di distanza e non potrebbero fare proprio niente per me, senza contare che se venisse fuori una roba del genere con la BigHit scoppierebbe un cataclisma.

Faccio per digitare il numero di mia mamma ma spengo immediatamente il telefono e lo appoggio per terra. "Ciao mamma, scusa l'ora ma devo dirti una cosa... Hai presente che sono rimasta bloccata a Seoul per due mesi, no? Te lo ricorderai di sicuro, sono passate solo un paio di settimane... Ecco, in quel frangente ho fatto sesso con due ragazzi coreani, non ti preoccupare, sono due star internazionali plurimiliardarie quindi a ben vedere sono un ottimo partito, spero non ti dispiaccia avere un nipotino per metà asiatico...". No vabbè.

Scoppio in una risata isterica e ci metto qualche minuto a riprendermi. Mi alzo e vado in cucina a scaldare l'acqua per prepararmi una camomilla e mentre aspetto il tempo di infusione ne approfitto per fare pipì. È la terza volta in mezz'ora. Non posso sperare di arrivare a domani mattina in queste condizioni. Prendo la borsa e le chiavi della macchina ed esco sfatta verso una farmacia notturna.

                                                 ***********

"Vieni Erica, accomodati. Come stai?". Saluto la mia ginecologa, chiudo la porta e mi siedo alla scrivania. "Bene dottoressa, grazie. Lei?" Apro la cartellina che ho in mano e le passo il fascicolo delle analisi che mi ha chiesto di fare prima di prendere appuntamento con lei. Sfoglia attentamente ogni singola pagina per leggere i risultati e mi sorride dolcemente. "Tutto bene, a parte l'infarto che mi hai fatto prendere settimana scorsa". Ha ragione poverina. L'ho chiamata disperata alle dieci di sera per essere sicura di aver interpretato bene il risultato del test di gravidanza. "Per fortuna adesso sei più tranquilla. Ma sono ugualmente un po' preoccupata per te, Erica. Queste analisi parlano chiaro. Ti è arrivato il ciclo nel frattempo?" "Si, dottoressa. Tre giorni fa." "Allora probabilmente è stato solo un ritardo dovuto allo stress e al cambio di fuso orario. Può capitare. Però il mio consiglio rimane lo stesso. Anche solo per un anno o due, giusto per diventare regolare e sistemare un po' il ferro dovresti iniziare..." "... a prendere la pillola. Lo so, dottoressa. Sono qui per questo."