Cap. 10 - Don't Leave Me
Chiudo il soffione della doccia, mi alzo dal piccolo sgabello di legno e cammino verso la vasca. So già che non riuscirò mai a dormire, tanto vale farsi un bel bagno caldo e provare a rilassarmi. Ho impostato la sveglia e alzato la suoneria del cellulare a palla in caso dovessi abbioccarmi. Scavalco il bordo di legno e mi lascio avvolgere dall'acqua calda. Il mio posto preferito in assoluto, un'ultima volta. Il luogo dove rilassarmi, riflettere, avere un po' di tempo per me. Mi mancherà tantissimo una volta tornata in Italia, non posso certo permettermi di farmi montare un'onsen giapponese in casa. Appoggio la testa sul bordo e sento la tensione dei muscoli allentare la presa. Sono ancora un po' intontita dalla giornata trascorsa, l'esibizione, la cena, la sorpresa del video sono un turbinio di immagini che si alternano vorticosamente nella mia testa. Affondo la bocca nell'acqua e sbuffo leggermente, osservando le bolle che si formano in superficie, poi piego le gambe, appoggio il mento sulle ginocchia e chiudo gli occhi.
Un rumore sordo mi sveglia dal torpore, giro la testa verso la porta e quasi mi viene un colpo. "Dovresti chiuderti a chiave quando fai il bagno". Jungkook solleva la mano dalla maniglia e mi sorride. "Stringo le ginocchia al petto nel vano tentativo di coprirmi. "Jungkook! Cosa... cosa diamine ci fai qui?" "Mmmm... ho un leggero déjà vu di questa frase. Probabilmente l'ho sentita in qualche film". Mi sta palesemente prendendo per il culo. "Sono venuto in camera per salutarti ma non ti ho trovata. Non eri da nessuna parte e ho deciso che avevi scelto il tuo posto preferito per passare le tue ultime ore a casa Bangtan. Ci ho preso." "E... non potevi aspettare che finissi?" "Erica, ormai ti conosco, sei in grado di rimanere in quella vasca delle ore. Non ci sarebbe stato più tempo". Non so se essere lusingata o preoccupata dal fatto che abbia cronometrato le mie sedute di relax in questi mesi. Si siede sulla panca dall'altro lato della stanza e si gratta dietro la nuca, come colto da un improvviso imbarazzo. "Mi dispiace disturbarti ma davvero, avevo bisogno di stare un po' con te e parlarti con calma. Non voglio che tu mi ricordi solo come uno che ti ha scopato mentre eri ubriaca". No aspetta, fermi tutti, non ho capito. Cioè sono qui, nuda in una vasca da bagno e tu reputi sia una condizione ideale per parlare con me? Non penso di essere in grado di reggere una conversazione al momento, non è che io mi senta propriamente a mio agio, ecco.
"Le riprese ecco... il video... Beh, l'ho fatto io. La prima volta che ti ho vista sono rimasto talmente colpito da te che l'idea di dimenticare il tuo viso una volta che te ne saresti andata mi uccideva. Solo che all'epoca ero troppo cretino per parlarti, figuriamoci per chiederti di fare una foto insieme, quindi te ne ho scattata una di nascosto. Poi un'altra e un'altra ancora. Ok, detta così fa un po' stalker, ma volevo solo conservare il ricordo delle giornate passate con te che riempivi la casa con la tua allegria e la tua solarità, di come il solo vederti la mattina in cucina mi aiutasse ad affrontare le mille ore di allenamento e i mille impegni della giornata, di come nonostante non ti avessi detto una parola andassi a letto felice. Poi quando abbiamo fatto la serata karaoke hai cantato la mia canzone mettendoci l'anima e mi si è aperto un mondo. Ho pensato che non tutto fosse perduto, che avrei potuto conquistarti, farti capire quanto fossi importante per me, ma ovviamente da bravo coglione quale sono solo riuscito a ubriacarmi e portarti a letto. E non ho avuto nemmeno le palle di rimediare. Sono una testa di cazzo, lo so, ma ti prego di perdonarmi. Perché tu mi piaci su serio, Erica".
È allo stesso tempo il discorso più romantico e più bizzarro che io abbia mai sentito. Non mi ha mai parlato così apertamente, con il cuore in mano. Sciolgo le braccia e allungo le gambe pensierosa, mentre mi guarda con la sua espressione da coniglietto indifeso. "Chiudi gli occhi per piacere". "Come scusa?" "Mi sto mettendo l'accappatoio e sto venendo ad abbracciarti. Quindi, per favore, chiudi gli occhi un secondo". "Erica, non vorrei sembrarti scortese, ma mi ricordo perfettamente cosa c'è sotto l'accappatoio" Arrossisco ma non ci do peso. "Sì, ma al momento io sono sobria. Quindi fai il piacere di non guardare". Controllo che non stia sbirciando, e vado ad abbracciarlo. "Non penso tu sia una testa di cazzo, Jeon Jungkook, anzi, se vivessi in Corea potrei seriamente valutare l'opzione di iniziare a uscire con te. Il tuo unico problema è... il tempismo." Mi sorride e mi accarezza i capelli con una mano. "Lo so. Ma l'importante è essere riuscito a dirti quello che provo per te, penso sia la prima cosa sensata che faccio in due mesi". Avvicina le labbra alle mie e mi regala un bacio profondo, dolce, il bacio dell'addio. Sento che le gambe stanno per cedermi. Si gira verso la porta per uscire dalla stanza e io ritorno verso la vasca. Un secondo bagno è quello che ci vuole per riprendermi. Fa per abbassare la maniglia poi ci ripensa e si blocca.
"Adesso che ci penso, già che sono qui tanto vale fare anche io un bel bagno, così stiamo ancora un po' insieme e recupero qualche punto tempismo". Si toglie la maglietta, si slaccia i pantaloni e rimane in boxer mentre getta il tutto nella cesta in un angolo. "Cos'è quella faccia? Mi hai già visto nudo una volta, no?" Si, teoricamente sì, ma come ti anticipavo prima tecnicamente non me lo ricordo. Distolgo lo sguardo mentre finisce di spogliarsi, si avvicina al soffione della doccia, sposta lo sgabello con un calcio e inizia a far scorrere l'acqua. Maledette onsen giapponesi completamente aperte. Vorrei attraversare la stanza e correre verso la porta ma la scena che ho davanti mi toglie il fiato e mi impedisce di alzarmi. Jungkook mi dà le spalle e si sta frizionando i capelli, il getto dell'acqua puntato in faccia. I muscoli delle spalle sono tesi e il deltoide pronunciato sembra quasi scoppiare. Allunga una mando verso il dispenser del sapone e il bicipite si gonfia per un istante per poi rilassarsi quando inizia a stendere il bagnoschiuma sulla coscia. "Porca troia che bel culo che ha. È perfetto! Fa venire voglia di morderglielo... No aspetta... Cosa cazzo sto dicendo???". Giro la testa verso il muro per un secondo ma la tentazione è troppo forte. "Dai Erica, non fare la santarellina adesso. Come se non avessi passato serate intere a fissaglielo attraverso lo schermo del telefono. E adesso che ce l'hai lì a meno di due metri smettila di fare l'ipocrita e goditi lo spettacolo" "Si, ok, ma si è dichiarato trenta secondi fa!" "Appunto". Decido di ascoltare la vocina che mi sussurra nell'orecchio e ricomincio con la scansione completa. Tanto ormai è palese che lo sto fissando e che lui ci stia mettendo il triplo del tempo a farsi la doccia solo per farsi fissare. Volta leggermente il busto verso di me regalandomi una panoramica completa dei pettorali e dei primi due quadratini degli addominali. "Non ti stai addormentando vero? Ho quasi finito". Mettici pure tutto il tempo che vuoi, non vado da nessuna parte. Si china leggermente su un lato per insaponarsi i polpacci, l'incavo del muscolo in evidenza per lo sforzo. Adesso ho capito perché i jeans attillati su di lui rischiano di squarciarsi, ha il vitino da vespa ma le cosce sembrano esplodere!
Una rapida visione di me aggrappata alle cosce di Jungkook mi attraversa la testa e mi porto la mano sulla tempia con un gesto teatrale di disperazione. Sto impazzendo. Sto letteralmente impazzendo. O meglio, è lui che mi sta facendo impazzire. Finalmente chiude l'acqua e si porta i capelli all'indietro con entrambe le mani per liberare la fronte. Bonissimo, sexy, illegale, nessuno degli aggettivi che ho usato fino ad oggi per descriverlo è sufficiente. Si volta verso di me e si avvicina alla vasca. Il mio cervello inizia a dare definitivamente i numeri e mi ritrovo a litigare da sola. "Erica, porca puttana, potevi almeno evitare di guardargli il pacco!" "Mi è caduto l'occhio solo per un secondo dannazione! Almeno al momento sembra tutto tranquillo. Più o meno." "Ma si, fanculo, hai fatto bene. Però qui si mette male. Non son proprio come farai a rimanere buonina nell'angolo senza saltargli addosso." "Stai zitta, porca troia!"
Jungkook si immerge di fronte a me e mi guarda divertito. Probabilmente a breve chiamerà qualcuno per farmi rinchiudere. Chiude gli occhi e appoggia la nuca al bordo della vasca. "Wow. Erano secoli che non facevo un bagno..." E ovviamente questa era proprio la serata adatta, mi sembra giusto. Tra poco più di un'ora ho il taxi e tu hai deciso di non farmi mai più uscire da questa onsen. Solleva la testa, mi afferra la caviglia e inizia a massaggiarmi un piede con entrambe le mani. Un brivido parte dal punto che sta toccando e mi attraversa tutta la schiena. "Devi rilassarti Erica... ti aspetta un lungo viaggio" Eh, la mia idea iniziale sarebbe stata quella, ma per colpa tua è andato tutto a puttane, per ben due volte. Però devo ammettere che questo massaggio non è niente male. Mi concedo di abbassare la guardia; e faccio molto male perché dal nulla diminuisce la pressione e inizia a farmi il solletico sulla pianta del piede. E io soffro terribilmente il solletico sotto i piedi. "No, il solletico no, ti prego!" Gli tiro un calcio cercando di liberarmi ma lui è ovviamente più forte di me e mi tiene saldamente ancorata per la caviglia nonostante i miei talloni gli stiano bombardando la pancia. Decido di smetterla alla svelta, va a finire che mi faccio male io contro il cemento dei suoi addominali. Mi concede una tregua, si mette in ginocchio, mi tira verso di lui e inizia a perforarmi i fianchi con le dita, facendomi ridere peggio di prima. Lo afferro per i polsi e cerco in qualche modo di lottare ma non ho nessuna speranza quindi allento la presa e mi arrendo. "Va bene, va bene. Hai vinto tu!" "Evvai! Cosa ho vinto?" Mi guarda dritto negli occhi con sguardo malizioso. "Non saprei... cosa vorresti?" Mi sorride, mi appoggia dolcemente una mano dietro la nuca e mi aiuta a mettermi in ginocchio come lui, mentre mi bacia come nessuno mi ha mai baciato nella mia vita. Appoggio entrambe le mani sulle sue mandibole e rispondo al bacio con passione mentre con un braccio mi avvolge i fianchi e mi stringe con forza, facendomi sentire quanto mi desidera. Sospiro, gli incrocio le braccia intorno al collo e spingo il petto verso di lui, che ne approfitta per impossessarsi del mio seno e palparlo delicatamente. Inclino la testa dall'altro lato e gli affondo la mano tra i capelli, con desiderio sempre maggiore, la mente completamente svuotata. Si stacca lentamente e avvicina le labbra al mio orecchio in un sussurro che mi provoca un brivido lungo tutta la schiena. "Ti voglio Erica... Ti voglio terribilmente" E io voglio lui. Gli appoggio una mano sul pettorale e spingo lentamente la sua schiena contro il bordo della vasca mentre mi accovaccio su di lui; seguo il profilo degli addominali e scendo verso le gambe. Mi guarda con crescente eccitazione mentre circondo il pene con le dita e inizio a dargli piacere, senza nessun freno inibitore. "Wow... tu... l'acqua... wow" Mi prende la testa tra le mani e mi bacia con ancora più passione, mettendo a sua volta le dita tra le mie cosce e facendomi perdere l'equilibrio. Dio, quanto lo voglio. Sposto il peso in avanti e lo lascio entrare dentro di me, i miei piedi ben saldi sul fondo e le ginocchia contro il bordo della vasca. Cazzo, quanto è grosso. Mi do la spinta con i talloni e mi muovo sopra di lui, il ritmo regolare e cadenzato, l'acqua intorno a me che amplifica ogni sensazione e mi manda nell'iperuranio. Riesco a resistere qualche minuto e poi mi fermo. Non voglio finire così presto. Mi siedo su di lui accogliendolo completamente dentro di me con un gemito di piacere. Sento la sua mano stringermi forte il sedere, mentre mi tira verso di lui facendomi strusciare il clitoride sulla sua pancia. Wow. Non l'avevo mai fatto in acqua, il piacere di me contro il suo ventre si somma al passaggio della corrente in ogni singolo movimento, rendendomi ancora più sensibile in ogni singola cellula della mia intimità. Mi sussurra nell'orecchio quanto stia piacendo anche a lui e stringo i muscoli vaginali per sentirlo ancora più a fondo, in ogni singolo centimetro, dentro di me. Se ne accorge. "Cazzo Erica, mi fai morire". Realizzo che nonostante tutto per lui sia anatomicamente difficile venire in quella posizione quindi chiudo gli occhi, rallento il ritmo aumentando l'oscillazione del bacino e tenendo salda la presa della parete vaginale per aumentare il piacere di entrambi e regalargli ancora qualche minuto di follia. L'orgasmo arriva all'improvviso, contemporaneamente dal clitoride e dal punto interno dove lui sta strusciando dentro di me e contraggo i muscoli del viso in un'espressione di piacere mai provato prima. "Apri gli occhi... Voglio che mi guardi". Rivolgo lo sguardo verso il suo volto appagato, sorridente e con la mente scannerizzo quell'immagine per portarla con me in eterno. Mi accarezza una guancia e gli bacio le dita con dolcezza. Mi sollevo per liberare la presa mentre mi porta di nuovo una mano intorno al collo e mi bacia con forza, la lingua intrecciata alla mia e l'eccitazione evidente in ogni millimetro delle sue labbra. Mi stendo dall'altro lato della vasca e divarico le gambe per lasciarlo entrare di nuovo dentro di me, il suo corpo incollato al mio e i movimenti cadenzati dal desiderio di chi non ce la fa più. La sveglia del mio cellulare inizia a suonare furiosamente, facendoci sobbalzare entrambi. Guardo il suo volto interrogativo e decido di ignorarla, avvicinandomi al suo mento e mordicchiandogli un orecchio. Non posso lasciarlo così nel limbo infernale tra il piacere e l'appagamento. Mi sorride riconoscente e in un impeto di passione mi solleva per i fianchi e mi ribalta verso la parete. Ormai ho perso anch'io qualsiasi pudore quindi inclino la schiena ad angolo retto e incrocio le braccia sul bordo della vasca mentre mi apre le cosce per penetrarmi da dietro. L'altezza della superficie già diminuita dai nostri spostamenti si abbassa ulteriormente per suoi movimenti cadenzati e il perimetro della vasca, già umido, si bagna completamente. Sento che l'eccitazione che si era sedata con l'orgasmo si sta impossessando nuovamente del mio corpo, l'acqua che torna a stimolarmi davanti e il suo scorrere incalzante dentro di me, senza una pausa, mi lascia senza fiato. Un gemito di piacere involontario mi esce dalla bocca e lo sento aumentare la presa sui fianchi in segno di approvazione. Tanto vale essere sincera. "E' stupendo... Sento che potrei venire di nuovo". Non se lo fa ripetere due volte. Porta un braccio sulla pancia facendomi alzare con la schiena verso il suo petto, una mano a stringermi il seno e l'altra tra le mie cosce. Il ritmo diventa più lento ma più profondo e appoggio la testa sulla sua spalla ansimandogli un orecchio, incapace di parlare. Riesce a mantenere il controllo per qualche minuto regalando ad entrambi un'estasi di piacere quasi surreale. "Dio... Non ce la faccio più". Aumenta la presa sul mio seno e la pressione sul mio clitoride mentre mi penetra con crescente profondità fino a che non vengo di nuovo, quasi urlando. Allenta la presa dal mio corpo e stacco la schiena dal suo petto abbandonandomi al bordo della vasca, mentre lo sento venire con un gemito quasi esasperato. Rimane ancora qualche secondo dentro di me per poi uscire e accasciarsi dall'altro lato, la testa all'indietro e il respiro in affanno. Incrocio le braccia e appoggio la testa sui polsi, concentrandomi per far entrare l'aria nei polmoni. Ci mette qualche secondo a riprendersi, si avvicina e mi bacia dolcemente. " Questa doveva essere la nostra prima volta". Beh, in un certo senso per me lo è stata. Gli prendo la testa con entrambe le mani per guardarlo dritto negli occhi. "Giurami che non ti dimenticherai di me". Il suo sguardo si fa intenso, deciso, mentre mi bacia un'ultima volta, come per lasciare il suo marchio indelebile sulle mie labbra. Lo ricambio con ardore, quasi disperazione, non voglio uscire da questa vasca ma si sta facendo tardi e devo assolutamente sapere che ore sono. Scavalco il bordo di legno cercando di ignorare il fremito nelle mie gambe e senza indossare l'accappatoio mi avvicino alla cesta con i miei vestiti. Le quattro meno un quarto.
Devo andare.
Salutiamo Erica che riparte per l'Italia... Sigh sigh...
E non dimenticate le stelline per Jungkook!! Questa volta ha fatto le cose per bene!!! ***
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