21
Cumnock, 16 maggio 4105 d.C
Sento il cuore battere all' impazzata, non mi sono mai sentita così nervosa durante una missione. Ho terribilmente paura di sbagliare, di non mirare il cuore del vampiro. Ho paura che qualcuno oggi muoia. Solo pochi giorni fa Gabriel è stato ucciso e non mi va di dover piangere un' altra persona al nostro rientro a Londra. Gli mancavano due anni. Due dannati anni per iniziare una nuova vita e abbandonare quella da militare. Due anni non sono niente in confronto a tutti quelli che ha passato a combattere e sopravvivere, eppure è morto ed ora non c'è nessuna vita tranquilla ad attenderlo. Ciò che più mi rattrista è che abbia chiuso gli occhi per sempre a causa di un altro uomo, lo stesso uomo che avrebbe dovuto proteggere dal vero nemico della razza umana.
Ora come ora non sono più certa che il mondo sia diviso tra bianco e nero. Per molto tempo ho pensato che il bianco fosse il bene, l'essere umano, e che il nero fosse il male, i vampiri. Non esistevano vie di mezzo. Ora però, dopo aver conosciuto André, posso dire che esiste anche il grigio, soprattutto il grigio. Probabilmente lo stesso mondo è solo grigio. Non esistono i buoni e i cattivi. Perché mai dovremmo reputare i vampiri i cattivi della situazione? Questa guerra non è scoppiata solo a causa loro. Non si sono forse trovati costretti, in un certo senso, a nutrirsi del nostro sangue? La legge è sempre la stessa, quella del mondo animale: "vince il più forte, o muori tu o muoio io". Non siamo forse cattivi anche noi uomini che uccidiamo ciò che ci fa paura, ciò che reputiamo una minaccia? Non sono solo loro il male, tutti noi stiamo combattendo per la stessa cosa: la nostra sopravvivenza. Tutti siamo il nero e tutti siamo il bianco. Siamo tutti entrambi i colori, un miscuglio dei due che porta inevitabilmente al grigio. Questo perché alla fine desideriamo vivere, vivere e vivere. La vita è il fine di ognuno, sia umano che vampiro. E solo ora lo capisco, solo ora che ho compreso ed accettato la natura di André.
-Naomi! Non distrarti- mi rimprovera Nick, al mio fianco.
Il mio caposquadra fa coppia con me e ci troviamo entrambi in un piano rialzato, ben nascosto, in attesa dell'arrivo dell'obiettivo. Non ho ben compreso il motivo per cui abbia deciso di stare in seconda linea insieme alla sottoscritta, non lo fa mai. Se non mi sbaglio questa è la prima volta da quando operiamo insieme sul campo.
-Scusa- strizzo le palpebre e scuoto la testa per scacciare i vari pensieri che occupano la mia mente. Non devo distrarmi, dannazione.
Stringo tra le mie mani il mio Barrett, portandomelo al petto all'altezza del cuore per sentirmi in qualche modo rassicurata.
-Non deludermi, ti prego- sussurro rivolta al mio fucile.
Nel mentre il mio caposquadra mi ignora totalmente e contatta Johanna e Isaac, al piano di sotto con tutti gli altri.
-Allora?- chiede scocciato.
-Non è ancora arrivato- risponde l'uomo al comando della gente del posto.
Nick sbuffa per poi evocare il suo arco dalle frecce infinite. Nonostante sia un'arma, con più o meno la stessa funzione di un fucile di precisione, il ragazzo è in grado di usarla anche a distanze ravvicinate, usando le sue frecce, in caso di necessità, anche come coltelli.
Dopo pochi istanti Grey Hamilton fa il suo ingresso seguito da una decina di Aes che si guardano intorno sospettosi. L'aria all'interno del palazzo abbandonato è tesa. Faccio fatica a respirare normalmente e sento le mie dita sul grilletto come pietrificate.
Devo farcela. Io devo farcela.
Osservo la scena, puntando il mio sguardo sul vampiro. È alto, i capelli brizzolati sono pettinati all'indietro ed indossa vestiti assai eleganti. Dire che non è un bell'uomo sarebbe ridicolo, ma infondo chi di loro non lo è? Sono terribilmente belli.
-Buonasera Isaac, chi mi darai oggi?-
Anche la sua voce è elegante. È così fine e delicata che difficilmente qualcuno lo additerebbe come un assassino. E invece, è proprio ciò che è.
L'uomo lo guarda male per poi afferrare Lana per i capelli e spingerla nella sua direzione. La ragazza piange disperatamente, supplicando Isaac e tirando i pugni sull'asfalto. È proprio brava a recitare, niente da fare.
Hamilton si inginocchia davanti a lei, per poi afferrarle il volto tra le mani e baciarla sulla fronte.
-Tranquilla bocconcino, non ti succederà niente di male-
Sgrano gli occhi per la sorpresa e la mia determinazione ad uccidere il vampiro vacilla sempre di più. Prendo un bel respiro, cercando di non far caso allo sguardo di Nick sulla mia schiena. Perché continua a fissarmi? Non ha senso.
-Naomi, tieniti pronta-
Non rispondo e deglutisco. Sento l'ansia crescere dentro di me e le mie mani iniziano a tremare.
-Vi prego smettetela- dico tra me e me. Non posso sbagliare, non posso mancare il bersaglio.
Due degli Aes afferrano Lana per le braccia e la vedo sorridere diabolica sotto i capelli, che le coprono il volto. Quella ragazza è perfida, tuttavia non posso che nutrire una profonda e sincera ammirazione nei suoi confronti.
-Ora-
Nick mi da il segnale per sparare, tuttavia mi blocco, non riesco a reagire, non riesco a muovermi. I miei occhi rimangono incollati sulla figura di Grey Hamilton e sembrano non volersi staccare da lui. Il mio corpo non risponde, il mio cervello è in totale confusione. Perché dovrei ucciderlo? Perché?
E nel momento in cui i dubbi si insinuano nella mia mente, lascio l'arma sconfitta. Non ci riesco, non posso farlo.
-Naomi, ora!- ringhia il mio caposquadra sconvolto.
-No-
Non ho mai rifiutato un ordine prima d'ora e mai nella mia vita avrei mai pensato di farlo. Mi rendo conto della gravità della situazione, della gravità del mio gesto, ma se sparassi, se sparassi a quel vampiro, se lo ammazzassi, non sarei coerente con me stessa e con i miei sentimenti. Come potrei ucciderlo quando a pochi metri da me, c'è il ragazzo che sto cercando in ogni modo di proteggere? Come potrei ucciderlo ora che so, ora che conosco ciò che è in realtà? Sarebbe come uccidere, reprimere una parte di lui. Ed io non posso farlo. Non voglio farlo.
Nick mi lancia un'occhiata assassina e scocca la sua freccia. Non colpisce l'avversario al cuore, ma al centro del petto. Grey ride amareggiato e si sfila la freccia sporca del suo sangue dalla sua carne e ringhia minaccioso.
Lana scatta all'istante ed evoca i suoi pugnali, attaccando i nemici che la tenevano ferma, e così fanno tutti gli altri uscendo dai propri nascondigli.
-Questo avrà gravi conseguenze- mi avverte prima di saltare nella mischia.
-Lo so bene- rispondo a vuoto per poi poggiare la schiena sul muro.
Mi rifiuto di guardare ancora. Ho sbagliato? Ormai è tardi per pentirsi. Non so se la mia scelta sia stata giusta... per restare onesta con me stessa potrei aver condannato alla morte tutti i miei amici. Afferro la testa tra le mani disperata e porto le ginocchia alla pancia, schiacciandomi contro la parete. Cosa ho fatto?
Rimango così, con le palpebre spalancate ad osservare il pavimento, fino a quando gli urli, le grida di dolore ed i lamenti non cessano. Non mi muovo neanche quando Ethan e Guren vengono a prendermi. Non li guardo in faccia, non ne ho il coraggio. Mi vergogno. Mi vergogno tantissimo.
Mi prendono di peso senza dire una parola, portandomi al piano inferiore.
Mi meraviglio notando che Grey Hamilton è ancora vivo, ferito certo, ma vivo sebbene debolissimo ed in catene. I miei compagni sanguinano in diverse parti del corpo, ma stanno tutti bene. Non riesco a trattenere un sospiro di sollievo.
Alla vista di tutto quel sangue però mi giro verso André, con la paura che possa perdere il controllo da un momento all'altro davanti ai soldati. Noto subito però che è calmo, non ci sono segnali di cedimento, quindi mi rilasso più tranquilla.
Appena mi posano per terra, Johanna mi consegna uno dei pugnali di Lana, molto freddamente.
-Uccidilo- mi ordina indicando l'Aurum.
-C-Cosa!?- esclamo. Incrocio gli occhi rossi del vampiro e al loro interno non leggo altro che paura, la stessa paura che è presente nei miei. Non siamo poi così diversi.
-Uccidilo. Era un tuo compito no? Uccidilo- ripete.
-Non voglio- tremo, non c'è sicurezza nella mia voce. Ma è così, non voglio. Se una parte di me appoggia i miei amici, l'altra si rende conto che tutto questo è sbagliato.
Johanna sorride, riprendendosi il pugnale.
-Avevamo ragione- afferma rivolgendosi a Nick.
Quest'ultimo sospira, per poi fare un cenno ai miei compagni di squadra. Tutti annuiscono, evitando il mio sguardo.
Guren e Paul afferrano André, tenendolo fermo, per poi iniettarli qualcosa con una siringa. Il francese prima si dimena, riuscendo grazie alla sua forza a liberarsi in un primo momento, ma poi, chiamando il mio nome con il viso disteso in un'espressione di pura preoccupazione, sviene cadendo a terra con un tonfo.
-Ti avevo avvisata- sussurra al mio orecchio Rin prima di mettermi delle manette.
Il mio cuore palpita violento come un cavallo inferocito, non credo di sentirmi molto bene. La testa mi gira, non riesco a credere a ciò che è successo.
-Non sei mai stata brava a nascondere i tuoi pensieri Naomi... Ti dichiaro in arresto per aver disubbidito agli ordini di un tuo superiore e per favoreggiamento al vampirismo- annuncia il mio caposquadra.
Impallidisco e per un attimo incrocio gli occhi dell'Aurum di fronte a me.
Mi fissa stranito e poi sposta lo sguardo verso André, accasciato senza sensi sul pavimento. Vederlo sorridere mi spiazza, perché il suo è un sorriso sincero, che nonostante la situazione orrida in cui entrambi ci troviamo, riesce per un attimo a scaldarmi il cuore.
-È solo grazie a me che voi oggi siete qua. Avrei dovuto lasciarvi marcire tutti nelle mani della gente di Cumnock- dico acidamente, alzando la testa ed incastrando i miei occhi in quelli di tutti i presenti, uno per uno. Mi soffermo principalmente su Rin e Guren. Mentre la prima sembra essere indifferente, il secondo non riesce a nascondere così bene le sue emozioni. Sta per piangere, il naso rosso me lo conferma.
-Hai fallito nella tua missione nel momento in cui ti sei lasciata mordere da quel mostro- risponde Johanna drizzando la schiena.
-E che prove avreste?-
Lei ride, decisamente divertita, e si avvicina, scostandomi i capelli di lato. Con uno strattone mi strappa il cerotto, mostrando a tutti i fori sul mio collo.
-Non c'è bisogno che aggiunga altro-
Stringo i denti, umiliata ed a disagio, esposta come un baraccone da circo.
-Oh, quasi mi dimenticavo-
Seguo il movimento del suo indice mentre schiaccia un piccolo pulsante al lato del suo braccialetto. Appena proietta un video, mi sento morire.
-Ho provato a resistere, ma il tuo sangue... è dannatamente delizioso... E tu... tu mi mandi completamente fuori di testa-
In quella maledetta stanza c'erano delle telecamere di sorveglianza. Ecco come lo hanno scoperto. Arrossisco ed improvvisamente trovo interessanti le mie mani. Vorrei sparire oppure addormentarmi e non svegliarmi mai più. I miei piccoli e rari momenti di intimità con André, che custodivo gelosamente nel mio cuore, ora sono alla mercé di tutti. Tutti quelli che reputavo miei amici guardano, disgustati, parte della mia vita. Trattengo le lacrime e mi mordo forte il labbro per non scoppiare a piangere davanti a loro. Quelli erano miei momenti e dovevano restare solo miei. Mi sento spogliata, derubata di qualcosa di mio, mio e solo mio. Tutto questo non è giusto, non è affatto giusto.
Non riuscendo più a stare nella stanza il mio migliore amico esce di corsa per prendere un po' d'aria e Nathan lo segue. Voglio sprofondare. Sento di averlo perso di nuovo e forse, questa volta per sempre.
Grey Hamilton non toglie i suoi occhi rossi da me neanche quando Paul gli inietta la stessa sostanza nelle vene. Lo vedo giusto in tempo chiudere le palpebre prima di svenire anch'io con lui.
~~~~~
Quando apro gli occhi mi rendo conto di trovarmi nel cassone di una delle Jeep con le mani ed i piedi legati. Accanto a me c'è una gabbia, abbastanza grande da imprigionare sia André che Grey. Entrambi dormono ancora.
Noto dietro di noi l'altra Jeep e davanti il grosso camion. Questo ha il portellone aperto, quindi posso vedere perfettamente al suo interno, dove si trovano alcune persone di Cumnock e Paul e Nathan con le loro armi puntate nella nostra direzione. Inutile dire che nel caso decidessimo di giocargli un brutto scherzo loro ci ucciderebbero. Per quanto riguarda i civili a bordo, molto probabilmente i due caposquadra avranno applicato la solita legge, secondo cui si può scegliere se unirsi all'esercito inglese o meno. Dato il prosperoso numero di individui presumo che quasi tutti abbiano deciso di proseguire verso Londra.
-André- chiamo il ragazzo più e più volte, ma senza ottenere nessuna risposta.
-Non si sveglierà ancora per un po'-
Sobbalzo spaventata quando l'altro vampiro parla, ancora con gli occhi chiusi. Senza la sua banda di Aes e l'ira negli occhi sembra quasi docile come un pecorella. Quasi.
-Ma lo hanno drogato per primo... Perché tu sei già sveglio?-
-Non si è nutrito abbastanza, semplice. E nonostante sia più forte di me questo lo indebolisce parecchio-
-Più forte di te?- chiedo osservandolo.
-Davvero non sai chi sia realmente il signorino De Poitiers?-
Scuoto la testa, mordendomi il labbro e spostando lo sguardo sul ragazzo ancora addormentato.
-Presumo sia meglio così allora-
Ma cosa diamine vuol dire?!
-So solo che viene dalla Francia- borbotto.
Voglio sapere di più, dammi delle risposte.
-Non ti dirò niente è inutile che mi guardi con quell'espressione da cane bastonato. Non metterò in pericolo il signorino per una misera umana-
-Questa misera umana non ti ha ucciso- gli ricordo sbuffando.
Grey Hamilton mi fissa con i suoi piccoli occhi rossi e mi sorride senza un particolare motivo.
-Perché i tuoi occhi non cambiano colore?- domando incuriosita.
Ora che ci penso André è l'unico vampiro che ha due colori diversi delle iridi. Ho sempre pensato che fosse una questione di fame, ma analizzando per bene il vampiro davanti a me, posso dedurre che non è così. Non sembra affamato, per niente.
-Non ti dirò nulla. Quando ti interrogheranno rischieresti di farci uccidere-
Sospiro arrendendomi per poi fissare il cielo azzurro sopra la mia testa.
Non c'è neanche una nuvola.
-Quanti anni hai?- chiedo poi per fare conversazione.
-Ho cinquanta anni da ormai un secolo-
-Come sei vecchio- affermo mentre lui mi guarda perplesso.
-Guarda che il ragazzo che ti piace è più grande di me-
-Cosa?!- esclamo strozzandomi con la mia stessa saliva. Non so bene se per la prima o la seconda affermazione. Probabilmente per entrambe.
Guardo nuovamente André. Ha i capelli neri tutti spettinati ed è pallido da far paura. Il suo corpo è rilassato in una posizione poco naturale. Probabilmente quando si sveglierà avrà un gran mal di schiena. O forse no, non so bene come funzioni per i vampiri.
Grey ridacchia divertito. Ha una risata così elegante che quasi sembra finta. Come può essere così composto e posato anche in una situazione del genere? Si trova in una gabbia, come un ratto, santo cielo.
-Lui ha ventuno anni!- sbotto.
-Sì, da quasi sei secoli- puntualizza con un sorrisetto.
-Non ci credo- balbetto sorpresa.
Mi piace un cadavere. Assurdo.
Inutile negarlo ancora. Rin aveva ragione fin dall'inizio, mi sono presa una cotta per il bel francese. E ora che ho scoperto quale sia la sua vera natura, probabilmente mi piace ancora di più.
-Hamilton stai zitto-
Oh si parla del diavolo...
André si stiracchia e si schiarisce la voce roca.
-Signorino- lo saluta con rispetto Grey chinando addirittura il capo.
-Perché lo chiami così?- domando di getto senza pensarci troppo.
André sentendo la mia voce, sussulta per poi girarsi nella mia direzione. Non si era neanche accorto della mia presenza.
-Naomi stai bene?- si preoccupa immediatamente cercando di avvicinarsi il più possibile a me, ma un proiettile che si conficca proprio vicino alla mia mano, lo fa indietreggiare.
Il messaggio è chiaro: stalle lontana.
Mi volto verso il camion di scatto e noto Guren con la pistola mitragliatrice di Nathan in mano.
Scuoto la testa e distolgo lo sguardo. Non voglio vederlo. Ho avuto paura di perderlo fino a pochi giorni fa, sono stata accanto a lui praticamente sempre, a fargli compagnia, a curare le sue ferite. È stato il mio migliore amico da sempre, per tutta la vita. E ora? E ora mi vede come un suo nemico.
Sorrido malinconica pensando alla torretta, a tutti i momenti condivisi, persino al primo bacio rubato, e una lacrima mi solca la guancia.
André mi guarda con tristezza, ha capito cosa mi passa per la testa. Lui mi ha compreso fin da subito, quando ancora non ci conoscevamo neanche.
Abbozzo un sorriso e poi chiudo gli occhi, sprofondando in un sonno senza sogni. Spero tanto di svegliarmi e scoprire che tutto questo è solo un dannato incubo.
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