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Londra, 9 maggio 4105 d.C

È passata una settimana dall'ultima volta che ho visto André. Non si è fatto più sentire dopo il biglietto che mi ha lasciato. L'ho cercato più volte, ho chiesto a Guren, che è il suo compagno di stanza, e anche ad altri soldati, ma nessuno ha saputo dirmi dove si trovasse. Secondo ciò che mi ha riferito il mio migliore amico, il francese per l'intera settimana tornava in camera solo a notte fonda per dormire, per poi sparire di nuovo il mattino successivo. Dopo un po' ci ho rinunciato. Non ho capito il suo comportamento improvviso, forse ciò che ha sentito mentre parlavo con Rin lo ha turbato così tanto da farlo allontanare, eppure qualcosa mi dice che non si tratta di quel discorso, sento che c'è altro.
Il periodo della sospensione della mia squadra è terminato, quindi oggi torneremo ad operare sul campo. Osservo per l'ultima volta la sua calligrafia ordinata e delicata prima di accartocciare il foglietto e posarlo nel cassetto, poi mi guardo allo specchio sistemandomi decentemente la canotta nera che indosso.
Accorgendomi della collana, che mi ha regalato Aaron, in vista sulla mia pelle, mi rendo conto che con la bella stagione non mi è più possibile nasconderla, così la tolgo, infilandola nella tasca dei pantaloni militari. Mi sento così vuota senza essendo ormai abituata ad indossarla sempre.
Il Comandante Howard ci ha convocati nel settore B2 per esporci i dettagli della nuova missione, che pare avere una certa importanza, perciò cerco di affrettarmi per arrivare puntale.
Quando arrivo scorgo Guren seduto in prima fila così mi accomodo accanto a lui salutandolo con un bacio sulla guancia.
-Sai qualcosa a riguardo?- domando indicando con lo sguardo l'altra squadra seduta accanto a noi. Il mio amico scuote la testa, sbuffando.
-André?- chiedo poi guardandomi intorno.
Guren non mi risponde per poi indicare la porta.
-Eccolo-
Lo vedo entrare con la sua solita espressione glaciale, ma terribilmente accattivante. Quando noto che rivolge un sorrisetto ad una ragazza dell'altro gruppo, che lo sta palesemente mangiando con gli occhi, decido di spostare la mia attenzione solamente su Guren. Gli rivolgo un sorriso enorme e poi mi appoggio sulla sua spalla.
-Secondo te la missione in cosa consiste?-
Lui mi avvolge in braccio intorno alla vita e si avvicina al mio orecchio.
-Ieri sera ho sentito che è successo qualcosa a Cumnock, una città a nord. Sembra che sia stata inviata una richiesta d'aiuto al nostro esercito tramite una vecchia radio- sussurra cercando di non farsi sentire da nessun altro. Sono felice che almeno questo in lui, dopo la morte del fratello, non sia cambiato.
-Ci faranno uscire dalla città?-
-Non lo so, ma sicuramente la presenza di due squadre deve significare qualcosa.-
Annuisco per poi allontanarmi leggermente. Poco dopo il Comandante Howard, affiancato da un altro capitano, fa il suo ingresso, facendo calare immediatamente il silenzio nella sala.
-Quella è mia cugina. È un vero mostro- ridacchia Guren al mio fianco, beccandosi l'occhiataccia da parte del Comandate Octavia Owen.
I tratti della sua famiglia sono sempre gli stessi. Capelli castani e due grandi occhi color verde smeraldo. Tuttavia la donna che si trova a pochi passi da me non sembra avere niente a che fare con gli Owen che io ho conosciuto. La sua espressione fredda e distaccata mette i brividi, sinceramente non so chi tra i due Capitani incuta più terrore.
-Siamo qui oggi per assegnarvi un compito assai importante. La vostra missione è quella di prestare soccorso ad un gruppo di dispersi, tra cui ci sono anche anziani e bambini, e portare nel Sichern il maggior numero di persone. Ovviamente ci sono delle complicazioni, altrimenti non saremmo qui riuniti- inizia a spiegare il Comandante Octavia.
-Ci è stata inviata una richiesta d'aiuto esattamente un giorno fa e abbiamo decretato che è necessario intervenire il prima possibile soprattutto data la distanza che separa Londra da Cumnock- continua il mio Comandante, zittendo con solo lo sguardo tutte le esclamazioni di sorpresa. Mai, se non molto raramente, ci è permesso di lasciare la nostra città.
Con un piccolo telecomando accende la radio portatile sistemata su un tavolo, ottenendo immediatamente l'attenzione di tutti.
-Pr..nto? Qualcuno mi ric..ve? Sono Isaac Mil.. pronto? ..Cumnock.. siamo so..ffatti dai vamp..i.. abbiamo bis..gno di aiuto..-
L'audio registrato si ripete più e più volte, facendomi venire la pelle d'oca. Nonostante le varie interferenze il messaggio è chiaro.
-Come potete ben capire non possiamo permetterci di perdere tempo, pensiamo che dei vampiri, non sappiamo se comuni Aes o Aurum, abbiano circondato i dispersi. Partirete domani mattina in modo tale da arrivare al più presto a destinazione. Ci aspettiamo che le due squadre collaborino e cooperino per il bene della missione. È tutto-
Appena i due comandanti lasciano la stanza la stessa ragazza di prima si alza dalla sedia su cui era seduta, avvicinandosi ad André. Mentre Guren mi parla faccio finta di ascoltarlo quando in realtà sto origliando la conversazione tra i due.
-Sono Lana- si presenta la mora. Avendola fissata per tutto il tempo posso dire che è molto carina. È poco più alta di me ed a differenza mia che non ho un filo di curve, lei è formosa nei punti giusti.
-Quindi dovremo collaborare fianco a fianco-
Non so esattamente per quale motivo, non so neanche perché io lo abbia fatto, ma presa da una rabbia improvvisa, mi alzo di scatto sotto l'espressione confusa del mio migliore amico. Con i pugni chiusi mi avvicino, afferrando il braccio del francese e rivolgendo il sorriso più finto della mia vita alla ragazza.
-Scusa, ma è occupato-
Lana mi guarda male, ma fulminandola con gli occhi, riesco a farla zittire all'istante non dovendo subire le sue inutili proteste. Trascino immediatamente André fuori, dietro il palazzo, in parte per non sentire più lo sguardo di Guren sulla mia schiena, attento ad ogni mia singola mossa.
-Dobbiamo parlare- affermo incrociando le braccia al petto.
-Non ho niente da dirti- ribatte il ragazzo accendendosi una sigaretta.
Appena inspiro il fumo, inizio a tossire nauseata dal suo odore sgradevole.
-Io invece ho tantissime cose da dirti!- sbotto spazientita.
-Per prima cosa non puoi comportarti come ti pare e piace con me! Sono una persona, ho dei sentimenti! Non puoi essere gentile e carino e poi sparire per giorni e non rivolgermi la parola! E soprattutto, spiegami quel cavolo di bigliettino che cosa dovrebbe significare. Ti dispiace? Ti dispiace!? Io mi apro con te e tu mi ripaghi in questo modo. Tu non sei normale André! Puoi spiegarmi che diamine ti ho fatto? Perché io ci ho pensato tantissimo in questi giorni e proprio non sono riuscita ad arrivare ad una conclusione.-
André sospira e rivolge gli occhi al cielo. Lo osservo, aspettando impaziente una sua risposta. Butta per terra la sigaretta, non ancora finita, e la calpesta con la scarpa per spegnerla. Non ci metto molto a capire che il suo silenzio è tutto ciò che ha da offrirmi, che non ha intenzione di replicare, di darmi spiegazioni.
Prendo un bel respiro e per non perdere la mia dignità trattengo le lacrime.
-Va al diavolo André-
Mi volto, iniziando a camminare lontano da lui. Non so con quale forza non mi metto a correre. Forse perché una parte di me spera che André mi fermi, mi abbracci, mi dica che è tutto okay, che non è successo niente. Forse perché spero di sentirlo vicino, ancora una volta.
Ma quando raggiungo Guren e voltandomi verso André mi rendo conto che si trova ancora là, nella stessa identica posizione di prima, con una nuova sigaretta tra le labbra, capisco che le mie fantasie non sono altro che fantasie, capisco che forse aveva ragione Rin. Sono una stupida.
-Eccoti qua! È successo qualcosa?- mi chiede Guren.
Gli sorrido scuotendo la testa, per poi abbracciarlo di slancio.
-Guren promettimi di non lasciarmi mai. Ho bisogno di te- sussurro affondando il viso nella sua maglietta.
Lui mi accarezza dolcemente la testa. Sento il suo cuore battere violento nel suo petto.
-Certo Naomi. Per te ci sono sempre, lo sai-
Annuisco stringendolo più forte. Ho bisogno di una presenza fissa nella mia vita, di un punto di riferimento. E Guren c'è sempre stato. Non posso fare affidamento su nessun altro.

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