CAPITOLO 2
GRAZIE PER AVER LETTO FIN QUI
CARLY
Scopro di avere una camera tutta per me, completa di bagno con vasca idromassaggio, letto a baldacchino con coperte bordeaux e una bellissima vista sul mare. Mi distendo sul letto, è morbidissimo e profuma di lavanda, sono contenta di essere qui.
Sistemo le mie cose e mi preparo per la cena, appena esco dalla stanza sbatto contro qualcuno "Scusami, mi dispiace molto io..." Quella voce meravigliosa, è lui Jhonatan il ragazzo che frequenta la mia scuola, alto, bello capelli neri e dei bellissimo occhi verdi, insomma il classico tipo che di solito evita le ragazza come me.
"Ehi tutto ok?" Mi chiede preoccupato guardandomi dalla testa ai piedi.
"Si si scusa colpa mia." Dico ancora un po' imbarazzata, lui mi osserva e mi chiede se può offrirmi da bere per farsi perdonare, io rimango a fissarlo incantata e rispondo "Direi di si, facciamo finito cena?" lui annuisce e si scrive il numero della mia stanza sul braccio.
"Sei in ritardo." Dice mio padre con voce gelida "Piccolo imprevisto." Gli rispondo io sedendomi a tavola.
Ceniamo, parliamo della vacanza e i miei mi danno il consenso di fare quello che mi pare, a quanto pare vogliono godersi ogni momento da soli senza me e mio fratello tra i piedi e in fondo li capisco, saranno anni che non facciamo una vacanza.
"Mamma io sta sera sono impegnata." Dico senza guardala in viso, sento il suo sguardo addosso, poi risponde "Di che cosa si tratta?"a quel punto mio padre e mio fratello si alzano e ci lasciano sole; "Quando stavo uscendo dalla mia stanza un ragazzo che frequenta la mia scuola e io ci siamo scontrati e per farsi perdonare mi vuole offrire da bere." Spiego in fretta, lei mi da il suo consenso, così mi alzo e corro in camera a preparami.
Mi sento strana non ho idea di cosa mettermi, non so per quale motivo sono così agitata, forse perchè io e Jhonatan non abbiamo praticamente nulla in comune. Lui è il classico tipo atletico circondato dalle belle ragazze e io beh sono la classica secchiona a cui piace leggere libri.
Svuoto tutta la mia valigia e alla fine opto per un top viola e degli short bianchi e per sicurezza mi infilo anche il costume, non si sa mai.
Mi sistemo i capelli, sento le farfalle nello stomaco, faccio respiri profondi e cerco di calmarmi.
Scendo le scale e mi dirigo verso il bar, ma lui non c'è. Ad un tratto una voce "Non pensavo di trovarti già qui!" Dice venendomi in contro.
"Io sono puntuale." Rispondo un po' seccata "Cosa prendi?" Mi chiede.
"Una coca, grazie." Dico. Lo guardo e ha un mezzo sorriso in faccia e mi dice "Ah quindi tu non bevi." Capisco che sta scherzando, ma so già di aver perso punti in partenza.
Prendiamo da bere e ci dirigiamo verso la piscina, ci sediamo sui lettini e iniziamo a parlare del più e del meno.
Ad un tratto si gira e inizia a guardarmi "Ti va di fare un bagno?" Chiede. "Ora?" Rispondo cercando di fare una faccia sorpresa, ma dentro di me la risposta si fa strada abbastanza ovvia "Ok perchè no." Ci mettiamo in costume e ci tuffiamo, nuotiamo e scherziamo, ho i peli d'oca siamo a fine giugno ma non fa troppo caldo; veniamo interrotti da un cameriere che ci chiede di uscire, così prendiamo le nostre cose e ce ne andiamo.
"Mi sono proprio divertita, quanto stai qui?" Dico con un asciugamano avvolto in vita, sto tremando come una foglia e prego che lui non se ne accorga.
"Mi fa piacere, comunque sto qui tre mesi." Dice in tono tranquillo e rilassato.
Ci salutiamo con due baci sulla guancia, rimango seduta su un lettino finchè lui non se ne va.
Torno nella mia stanza e mentre tiro fuori il cellulare dai pantaloni, mi accorgo che c'è qualcosa che sporge dalla tasca, così prendo il foglietto stropicciato e leggo "SE HAI BISOGNO DI ME PASSA ALLA STANZA 98 JHONATAN."
Non ho idea di come abbia infilato quel bigliettino nella tasca, ma sono troppo felice per mettermi a pensare, così mi distendo sul letto.
Era davvero da molto tempo che non mi sentivo così bene.
Mi giro e rigiro per tutta la notte, alla fine ci rinuncio, il sonno mi ha abbandonata, così apro il pc e vedo che Savanna è online e le racconto la serata:
SONO MOLTO CONTENTA PER TE CARLY.
GRAZIE TESORO, TE COME VA IN CAMPEGGIO?
BENISSIMO HO CONOSCIUTO UN RAGAZZO, SI CHIAMA ANDREA
E SPERO TANTO CHE JHOS NON LO SCOPRA ALTRIMENTI SONO DAVVERO NEI CASINI.
Parliamo per tutta la notte, un po' mi dispiace per Jhos perchè è veramente un bravo ragazzo, ma io che ci posso fare?
Scendo per la colazione insieme ai miei, mia madre continua a fissarmi pronta a saltarmi addosso per chiedermi com'è andata la serata, cercherò di evitarla in tutti i modi, ultimamente è diventata troppo invadente.
Finita la colazione mi si avvicina e alla fine ecco la domanda "Allora com'è andata ieri?" mi guarda con due occhioni da cucciolo, mi fa quasi pena.
"Bene, abbiamo parlato e solite cose niente di che." Dico in tono disinteressato tagliando corto, prima che possa ribattere mi spoglio ed entro in piscina, ma proprio in quel momento Jhonatan mi si para davanti "Ciao! Come va?" Dice. Lo guardo un po' imbarazzata e rispondo "Ciao, bene grazie...ho visto il bigliettino nella tasca." il mio tono deve averlo offeso, sembra volersene andare, ma alla fine mi guarda e dice con sorriso smagliante "Può sempre servire no?" e mi sembra di aver visto un occhiolino, non ci credo.
"Si certo, io devo andare ci vediamo." Mi giro e faccio per andarmene ma in quel momento delle mani mi afferrano e mi tirano sott'acqua "Fregata!" Urla mio fratello, vorrei prenderlo a schiaffi per la figura che mi ha fatto fare, ma la presenza di mio padre potrebbe essere un problema, così esco dalla piscina e me ne vado.
Mi dirigo verso la spiaggia arrivando fino alla riva, le onde mi bagnano i piedi, ripenso a ieri e non riesco ancora a crederci, ma d'altra parte penso a quante ragazza sono state tra le sue braccia e in quel momento il mio sorriso si spegne.
Ad un tratto sento una voce alle mie spalle che urla il mio nome, mi volto e vedo Margherita una mia compagna di classe, non ci credo sono tutti qui?
Con lei c'è un'altra ragazza, non credo di averla mai vista "Ehi consci Anastasia?" Mi chiede. "È mia cugina!" Ha una voce squillante e quasi mi perofora un timpano, non capisco perchè abbia questa mania di urlare anche quando siamo a meno di dieci centimetri di distanza. "Io sono Carly." Porgo la mano a questa ragazza e lei ricambia.
Passiamo tutto il pomeriggio insieme e ci raccontiamo le nostre giornate.
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