CAPITOLO 1
CARLY
È appena suonata la campanella dell'ultimo giorno di scuola "Ehi Carly aspetta!" dice una voce alle mie spalle, mi volto ed è Alice che mi abbraccia prima di partire per la sua vacanza in campeggio, "Volevo salutarti come si deve, mi mancherai un sacco." Dice dandomi due baci sulle guance, "E tu promettimi di non farti tutti i ragazzi del campeggio!" Dico con un sorriso stampato in faccia, lei ricambia e sale in macchina pronta per partire.
Appena imbocco la strada per tornare a casa incontro Savanna "Ehi inizia la pacchia eh?" Dice con voce tranquilla e serena; le chiedo dove trascorrerà l'estate e lei risponde in tono disinteressato "Vado in Croazia qualche settimana con Alessia e le altre, tu hai qualche progetto speciale?"
"Niente di che me ne starò a casa a meno che i miei non organizzino qualcosa all'improvviso." Rispondo anche se dentro di me so che non succederà.
Arrivata a casa entro e trovo un mucchio di valigie a fermare la porta "Qui c'è qualcosa che non va." dico sotto voce, i miei che decidono di partire? Okay c'è decisamente qualcosa di strano.
"Dai Carly che aspetti, fatti subito le valige." La voce di mia madre è troppo rilassata, inizio a pensare che sia una specie di clone, poi quando mio padre ripete la stessa frase scendendo le scale capisco che non stanno scherzando.
"Potrei almeno sapere dove caspita stiamo andando?" Dico in tono decisamente seccato. I miei si guardano come se stessero pensando che io sia pazza e dicono in coro "In Sardegna! Non ricordi la nostra chiaccherata?" Ora che ci penso ricordo qualcosa su questo argomento, ma vagamente e di certo non pensavo dicessero sul serio.
Quindi salgo nella mia stanza e inizio a gettare vestiti alla rinfusa nella valigia: maglie, costumi e ovviamente i miei libri.
Chiamo Mattias, il mio fratello minore e lo faccio sedere sopra alla valigia stracolma di cose, dopo un po' di fatica riusiamo a chiuderla e ci mettiamo in viaggio.
Siamo in aereo e io cerco di ricordare quando avessimo parlato di questa vacanza, ma proprio quando c'ero quasi una voce mi disturba
"Carly passami l'mp3." Dice Mattias.
Siamo atterrati all'aeroporto di Cagliari e mio padre è agitato perchè non sa se troveremo traffico "Su dai ragazzi muoviamoci!" Dice seccato. "Non abbiamo tempo da perdere." Mattias alza gli occhi al cielo e cerca di imitarlo ed io e mia madre non riusciamo a non ridere.
Mio fratello ed io non ci siamo mai somigliati, ne come aspetto ne come carattere: lui è il classico tipo simpatico che riesce a fare amicizia con tutti, alto, occhi azzurri e biondo.
Io invece, beh, sono semplicemente io: quella che nessuno guarda, introversa e "strana".
Svoltiamo in una via molto stretta, ad un tratto davanti a noi compare un edificio lussuoso, con vetrate enormi e una piscina che da direttamente sul mare, io e mio fratello rimaniamo immobili ad osservare ogni singolo dettaglio "Wow." esclamiamo in coro "Lo so." Risponde mia madre anche lei incantata dal panorama.
Parcheggiamo l'auto e ci dirigiamo all'ingresso.
Davanti a noi si apre un grande atrio con le pareti color acqua marina, delle luci soffuse, e una magnifica vetrata che mostra il giardino.
Mio padre ci raggiunge con le chiavi delle stanze e ci dirigiamo al dodicesimo piano, ancora non ci credo è troppo bello per essere vero.
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