Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

XVIII.

Siamo ancora qui, in questa stanza d'albergo, che al contrario nostro, sembra allegra.

Noi siamo seduti sul letto, io con gli occhi gonfi e gli altri che provano a consolarmi.

Non riesco a sopportare tutto questo peso, potrebbe andare peggio?

Mi sono fidata e sono rimasta ferita di nuovo, ferita nel profondo.

L'aria sta iniziando a diventare pesante, sembrano passati giorni da quando siamo in questa stanza, in realtà è passata una misera ora.

I professori non si sono accorti del baccano perché in teoria avevamo tutto il pomeriggio libero proprio per divertirci, anche se l'unica cosa divertente in questo momento è Tyler che prova a fare facce buffe per rallegrarmi.

«Ho bisogno di prendere una boccata d'aria.» Mi alzo dal letto per mettermi il cappotto e uscire dalla stanza.

«Vengo con te» anche Ethan si alza dal letto «ehi, vorrei stare un po' da sola.»

Sorrido triste e lui sembra capire: «Va bene, ma per qualsiasi cosa chiama.»

Il freddo gelido di Washington è l'unica cosa che riesce a bloccare le mie lacrime.

I miei occhi sono gonfi e li sento bruciare, le mie mani sono ghiacciate e desiderano di essere strette da qualcuno.

Decido di prendere un tè caldo da asporto e continuo a camminare per i vicoli desolati.

La vecchia me in questo momento avrebbe paura di stare tutta sola in un posto come questo, la nuova me se ne frega. Sono stanca di avere paura e al massimo posso sempre versare il tè bollente in faccia a qualcuno, no?

Porto il té alle mie labbra screpolate e subito mi assale una sensazione di benessere e di calore.

Inizio a percorrere una strada in salita e, al mio arrivo, mi accoglie una panchina e una vista stupenda.

Decido di sedermi sulla panchina bianca in marmo e guardo Washington dall'alto.

É il tramonto, quindi il cielo, privo di nuvole, è di un azzurro magnifico e le luci dei palazzi sono accese, lasciando una vista della città stupenda.

Questa situazione mi fa pensare molto alla scena di un libro "Città di carta" dove la protagonista osserva la città dall'alto.

E' in queste situazioni che ti rendi conto di quanto i libri riescano ad entrarti dentro.

Mi sento proprio come la protagonista, una città di carta per persone fatte di carta.

In questo caso io le vedo come persone senza emozioni, che pensano solo a realizzarsi nella vita.

Mi sento vuota, senza speranza. Credevo di aver abbandonato questa sensazione, speravo di averlo fatto.

Invece no, è tornata quella sensazione di vuoto dove non riesci a distinguere le cose belle da quelle brutte.

Inizio a piangere nuovamente.

Si dice che se la prima lacrima cade dall'occhio destro, è perché sei felice, mentre se cade da quello sinistro è perché sei triste.

Questa volta i miei occhi hanno lasciato cadere le lacrime insieme, nello stesso momento.

Non mi era mai successo prima.

Questo è perché il mio occhio destro pensa a tutti i momenti brutti e tutta la tristezza che ho in corpo, mentre quello sinistro è felice di essersi liberato da un peso come questo.

La lacrima triste è amara e pensate, mentre quella felice è dolce e leggera.

Un vortice di emozioni.

Sento dei passi dietro di me e, senza pensarci due volte, mi giro e tiro il tè bollente in faccia alla figura che mi si pone davanti.

«Effy, che diavolo fai?» Urla infastidito Ethan.

«Oddio scusa, pensavo fossi un maniaco.»

Vado verso di lui cercando di asciugarlo con il pacco di fazzoletti che tengo in tasca.

«E' così che ti difenderesti se un maniaco si avvicinasse a te?»

«Beh, sempre meglio di niente considerando i trascorsi.» Alzo gli occhi al cielo, sono passata dalla fase depressa a quella ironica, sono curiosa di conoscere la prossima.

Ci sediamo nella panchina a guardare i palazzi.

«A proposito di questo... Mi dispiace molto Effy, tu non meriti tutto questo dolore, e poi quando tu soffri, soffro anche io, é il potere dei gemelli.»

Mi sento terribilmente in colpa per lui.

«Hai ragione, tu come stai? Stai bene?»

«Si Effy io sto bene, non ti devi preoccupare per me.»

Rimaniamo a fissare un altro po' il panorama e io poso la testa sulla sua spalla cercando conforto.

Lui è la mia ancora di salvezza, è troppo importante per me non so come farei senza di lui.

Penso a quando dovremmo andare al college e ho paura di perderlo, non abbiamo le stesse passioni quindi non andremo in college uguali e dovremmo separarci per molto tempo.

Non siamo ancora pronti e per fortuna ancora devono passare diversi anni, quindi abbiamo tutto il tempo per prepararci psicologicamente.

«Dovremmo andare Effy, i professori e gli altri potrebbero preoccuparsi.»

Scendiamo la salita e Ethan chiama un taxi.

«Che esagerato, per duecento metri di distanza dall'hotel.»

«Duecento? Eveline hai fatto un kilometro a piedi.» Strabuzzo gli occhi.

Io, Eveline Moor, che cammina solo per andare in pizzeria, ho fatto un kilometro a piedi? Impossibile.

Arriva il taxi, ma io decido di andare a piedi, a quanto pare mi ha fatto bene camminare un po'.

«Cosa? Sei sicura? E se ti dovesse succedere qualcosa? E' buio ormai.»

«Tranquillo, mi servirà per pensare.»

«Va bene, tanto ti seguo con il taxi.»

Sbuffo e inizio a camminare.

Spesso mi capita di pensare alle cose più assurde, e se fossimo tutti alieni?

E se il Governo ci stesse manipolando dall'alto? E se fossimo i protagonisti di un gioco come in The Sims?

Ok sto impazzendo.

«Ti sei persa bambolina?» Un tizio magro e barbuto mi rivolge la parola e mi accarezza i capelli.

«Ho perso la mia stabilità mentale.»

Dico senza pensarci due volte, ma quando mi rendo conto della gravità della situazione, inizio a correre.

L'uomo è più veloce di me e riesce ad afferrarmi per i capelli.

«Lascia stare mia sorella!» Grida un ragazzo che sbuca fuori da una macchina bloccata in mezzo alla strada.

Alla vista di Ethan, l'uomo mi lascia andare e scappa via.

Io sollevata corro da Ethan, ma mi blocco quando sento il rumore del clacson di un'auto.

«Ethan attento!» Urlo prima di vedere la scena più brutta che io abbia mai visto davanti ai miei occhi.

L'auto scaraventa Ethan a terra e lo fa cadere sull'asfalto bollente.

Corro verso di lui e mi inginocchio per aiutarlo.

Ha perso i sensi, il viso è pieno di graffi e il suo battito cardiaco è debole.

«Ehi ragazza, ho chiamato l'ambulanza, il pazzo che guidava la macchina è scappato.» Dice il tassista avvicinandosi a me.

Io piango, piango da non avere più le forze neanche per respirare.

Come ho potuto far accadere una cosa del genere? Ora lui è in queste condizioni solo a causa mia.

Mi accascio sull'asfalto e sento i miei occhi chiudersi lentamente, in lontananza i rumori dell'ambulanza che si fanno sempre piú vicini.



Ciao amici!
In questo periodo non scrivo molto per via della scuola quindi non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo.
In realtà, ne mancano davvero pochi per finire la storia e non sono pronta a lasciarla andare.

Spero che vi sia piaciuto, lasciate un commento e una stellina per farmelo sapere.✨
Vi auguro di essere felici e di pensare sempre alle cose belle della vita.
Un bacio❤️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro