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V.

20 Ottobre 2019


Uno, due, tre... Uno, due, tre.

Questo è il ritmo che uso quando vado a correre, è abbastanza lento, ma mi aiuta ad osservare meglio il paesaggio che mi circonda e ad ascoltare la mia musica preferita. E' proprio quello che sto facendo oggi durante un tranquillo sabato mattina per liberare la mente da tutti i pensieri negativi e cercare di prendere un po' d'aria fresca.

Corro sempre fino allo sfinimento, corro perché mi piace, corro per dimenticare. Mi fermo un secondo a guardare la spiaggia di Santa Monica: le onde del mare si infrangono sugli scogli infinite volte, ci riprovano sempre e non mollano mai, dovremmo essere un po' tutti come le onde. Le ho sempre amate a tal punto che tra qualche anno vorrei tatuarmi una di queste sulla costola destra.

Mi fermo un altro po' perchè sono davvero sfinita, tolgo le cuffiette ed inizio ad ascoltare il garrito dei gabbiani che volano liberi e spensierati sopra l'acqua in cerca della loro preda per fare colazione.

Decido di tornare a casa perché dovrei iniziare a studiare qualcosa per scuola e mia madre si potrebbe preoccupare. Molte volte quando vado a correre spengo il telefono e sto fuori ore a tal punto che mia madre ha anche pensato di mettermi un GPS.

«Mamma sono tornata!» grido chiudendo la porta di casa.

«Va bene tesoro, vai subito a farti una doccia perché sarai sudata!»

Non me lo faccio ripetere due volte, amo il momento della doccia perché mi rilasso molto infatti ogni tanto mi piace accendere qualche candela e mettere della musica rilassante. Una volta finito, metto l'accappatoio azzurro e mi butto sul letto pronta a studiare fisica.

«Fluffy, scendi dobbiamo andare a mangiare.» mio fratello irrompe nella mia stanza facendomi prendere un infarto.

«Hai mai sentito parlare della privacy?» chiudo il computer.

«E tu hai sentito quello che ho detto? Muoviti che la pasta si raffredda.»

Scendo giù e trovo la tavola apparecchiata e tre piatti di tagliatelle ai funghi sul tavolo. Amo questa pasta, credo sia la mia preferita in assoluto.

«Oggi papà torna tardi da lavoro, quindi siamo solo noi tre.» dice mia madre sedendosi a capotavola.

«Va bene, che ne dite se dopo guardiamo un film tutti insieme?» propone mio fratello. Annuiamo felici e iniziamo a mangiare.

A un certo punto mia madre inizia a tossire e mio fratello le riempie subito il bicchiere d'acqua.

«Mamma, ancora non sai mangiare che ti strozzi?» dico ridendo. «No... non mi sono strozzata, che strano.»

Si gratta la nuca e subito dopo si accascia sulla sedia chiudendo gli occhi.

«Tutto bene mamma?» chiede Ethan preoccupato. Io mi sento morire dentro. So cosa significa tutto questo, so cosa sta succedendo a mia madre. Continua a tossire. «Mamma, tu non stai bene, vuoi andare all'ospedale?»

«Ehm... va bene.» bisbiglia.

Ci mettiamo subito in macchina e mio fratello si mette al volante ,anche se non ha ancora la patente sa guidare e questa è un'emergenza perché mia madre non è nelle condizioni nè fisiche nè psicologiche per mettersi a guidare.

Durante il tragitto sento un vuoto dentro di me, mia madre ha gli occhi spenti perché sa che tutto questo non significa niente di buono.

Arriviamo all'UCLA Health di Santa Monica e chiediamo subito assistenza. La tensione è alta, ma la paura di più.

Vediamo arrivare un dottore, il Signor Connor che ci chiede il problema.

«Nostra madre si è sentita male oggi a pranzo ed è molto debole.» spiega Ethan.

«La prego, le faccia un controllo al più presto perché siamo spaventati.» piagnucolo io.

Il dottore la fa accomodare in una stanza mentre io e mio fratello ci accomodiamo in sala d'attesa.

Ho troppa paura per mia madre, è una delle persone più importanti della mia vita, non ce la potrei mai fare senza di lei.

E' la mia ancora di salvezza, un posto sicuro dove ripararsi quando il mondo ti sta distruggendo l'anima, lei è la luce alla fine del tunnel, lei è il mio sole, lei è la mia casa.

«Eva tesoro stai tranquilla.» sento questa voce nella mia testa, la sua, so che non vuole che io mi preoccupi per lei, ma non ci riesco.

«Ehi piccola, vieni qua.» dice Ethan abbracciandomi.

Ecco, lui è l'altra ancora, lui è la mia seconda casa.

Scoppio a piangere. «Ethan, non voglio che la mamma stia male.»

«Ehi anche io sono spaventato, ma lei è forte, vedi che si riprenderà.»

Passano trenta minuti e finalmente vediamo la porta aprirsi e nostra madre dal volto cupo accompagnata dal dottore.

Subito scattiamo in piedi:

«Dottore quindi? Come sta nostra madre.?» chiede Ethan preoccupato, dal volto di nostra madre vedo scendere una lacrima.

«Beh ragazzi... a vostra madre è stato diagnosticato un tumore al seno maligno.»

Ecco, lì io e mia madre crolliamo in un pianto straziante, mio fratello guarda paralizzato il dottore, poi lui continua:

«I tumori maligni sono genericamente definiti carcinomi. Quelli più pericolosi -nel caso di vostra madre- sono detti "infiltranti" o "invasivi": significa che possono invadere gli altri organi, sia quelli vicini al seno sia quelli distanti. Ancora è troppo presto per stabilire se questo si può asportare o meno, bisogna fare diverse analisi, per il momento bisogna iniziare con la chemioterapia.»

Non ho voluto ascoltare più una parola, ero troppo distrutta così ho portato mia madre in macchina e l'ho abbracciata, mio fratello invece sta fissando i vari appuntamenti, faremo tutto il possibile per curare nostra madre.

Un mese dopo...

Mio padre sta accompagnando mia madre a fare la seduta di chemioterapia. Non ha preso per niente bene la notizia, ho visto il suo sguardo distrutto.

In casa cerchiamo sempre di far sorridere nostra madre e farla distrarre, ma la perdita di capelli non aiuta per niente la situazione.

Così io e mio fratello abbiamo deciso di andare a comprare una parrucca a nostra madre perché lei si deve sentire sempre bella e vogliamo farle capire che ce la farà.

E' stato difficile trovarne una del colore dei capelli di nostra madre, ma dopo molte ricerche finalmente l'abbiamo presa.

Tornati a casa la mostriamo a nostra madre, che si mette a piangere e ci ringrazia, il volto di nostro padre è sempre spento.

E' il momento, nostra madre si sta rasando i capelli e per farle compagnia, anche mio padre ha deciso di farlo.

Tre settimane prima mia madre era andata a fare un controllo dal dottore e si era accorta di avere un nodulo al seno, cercava sempre di essere positiva, non piangeva mai e faceva finta di nulla, o almeno davanti a noi.

La notte la sentivo piangere in veranda, sentivo tutto il suo dolore uscire dal suo corpo minuto sotto forma di lacrime.

Il giorno ci preparava la colazione e ci portava a scuola, lavava tutta la casa tutti i giorni, andava a lavoro perché non poteva compromettere la sua carriera, e nei weekend andavamo al parco tutti insieme.

Due mesi dopo, il tumore era diventato sempre più grande, fino a costringerla a stare su un lettino d'ospedale le ultime due settimane. Fortunatamente ora sta meglio infatti oggi è arrivata anche una bella notizia, l'operazione per asportare il tumore è possibile e sarà tra ben due settimane.

L'umore in famiglia è alto, però speriamo che vada tutto bene.

Tre settimane dopo...

L'operazione è andata al meglio, il tumore è stato asportato con successo e tutto in casa sembra tornato come prima, finalmente possiamo trascorrere le vacanze con successo.

Il dottore ci ha detto che potrebbero esserci nuove ricadute, perché un tumore maligno non se ne va così facilmente, ma le probabilità sono poche.

Le vacanze di Natale furono davvero belle, per festeggiare andammo a Parigi e assaggiammo i fantastici macarons e visitammo anche Disneyland, il mio sogno da quando ero bambina. Parigi con la neve è davvero uno spettacolo,ma la cosa più bella era questa: la nostra famiglia era finalmente felice.


Ciao tesori!
Mi farebbe piacere una vostra opinione sulla storia, vi sta piacendo?
Cosa potrei migliorare secondo voi?

Capitolo un po' complicato da scrivere, spero di averlo fatto bene.

Fatemi sapere e se vi è piaciuto, lasciate una stellina! ✨
Baci <3.

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