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Phobia

                     13 years old

Iniziai a dimenarmi non capendo cosa stesse succedendo, quando mi resi conto era troppo tardi: ormai mi aveva tolto la maglietta palpandomi il seno. Iniziai a urlare e a spingerlo ma già si stava togliendo i pantaloni, prendendo la mia mano senza la mia volontà e iniziando a farsi una sega con quest'ultima. Con una mano faceva tutto ciò, mentre con l'altra mi teneva ferma tra il corpo e il muro. Dopo di che iniziò a violentarmi, non so quando piansi e urlai mentre abusava del mio corpo, a solo tredici anni poi. Dopo di che tirò fuori un coltellino e mi fece un profondo taglio sul ventre, facendomi sgorgare tantissimo sangue. Solo dopo avermi quasi uccisa uscì dalla porta, sbattendola dietro di se, per poi uscire di casa e scappare con la macchina. Il mio corpo era inerme fermo diritto, senza forza di fare nulla. Gridavo per il dolore, e il sangue caldo colava sulla mia pelle lattea e gelida. Ero priva di forze. Avevo paura, paura in un possibile ritorno di quel malvagio uomo.  La testa girava, anzi trotterellava e stavo davvero per cedere, vedevo opaco, mi appoggiai a qualunque cosa, ma sfortunatamente mi appoggiai ad un libro e caddi sbattendo fortissimo la testa. Poi il buio. Dopo pochi giorni seppi che dopo la mia caduta mi ricoverarono d'urgenza facendomi trasfusioni per quasi un mese. Quando mi risvegliai non riuscii più a guardare in faccia nessun ragazzo. Tutti mi ricordavano quell'uomo. Ogni ragazzo che incrociavo poteva essere un potenziale pericolo per la mia salute, come aveva già dimostrato la cicatrice enorme che portavo sul ventre, questo continuò per davvero tantissimi anni, mi ero completamente scordata il viso di molti ragazzi che conoscevo a Syndey,  i miei genitori avevano preferito iscrivermi a una scuola privata, con un insegnante che venisse a casa e quando era possibile mia madre e mio padre rimanevano con me a cercare di farmi compagnia inutilmente. Non so come chiamare questa fobia, paura dei ragazzi, non mi ricordo più il viso di nessuno, nemmeno la faccia di un ragazzo, il viso così angelico, ma non volendolo anche lui mi faceva paura, mamma dice sempre che era davvero importante per me, ma sbagliato per la società e per loro.  Non ricordo nemmeno il suo nome, i miei genitori hanno deciso che fosse più giusto per me cancellarlo dalla mia vita, così come il suo numero e tutte le sue foto insieme. Vorrei andare avanti ma non ce la faccio, è come se fossi cieca.. Verso gli uomini.

Spazio autrici:
Come avrete capito, dal prossimo capitolo sarà tutto al presente.

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