Anxiety
Ormai erano passati due giorni, e mentre mi stiracchiavo e sbadigliavo leggermente, capii che sarebbe stato il primo giorno di college. Dire che avevo paura era un eufemismo, ma comunque devo andare avanti, per me. La sveglia suonava all'impazzata e pensavo che da un momento all'altro sarebbe caduta sfracellandosi al suolo ma non accadde, e mi costrinsi ad alzarmi e a vestirmi. Presi la prima cosa che mi capitò sotto mano e entrai in doccia, strofinando il mio corpo e rendendomi pulita e profumata. Dopo tutta la solita routine mi avviai al nuovo college. Quanto scesi le scale del mio portico vidi il ragazzo di ieri guardarmi in modo strano, in modo possessivo, e non potei non aver paura di lui, mi annotai mentalmente di star lontana dal ragazzo dagli occhiali neri. Arrivata al college mi guardai intorno, tutti mi fissavano, ebbi un fremito e senza dire o fare qualcos'altro, con il quaderno stretto sul petto, entrai in classe isolandomi da tutti. Un ragazzo si avvicinò, e io abbassai lo sguardo, concentradomi sul banco scritto e graffiato che in quel momento aveva catturato completamente la mia attenzione. 'Hey, piccola... Come ti chiami?' Sorrise ammiccandomi. Io non risposi, mi limitai a guardare il banco dritto a me 'cos'è sei sorda?' Lo ignorai nuovamente e lui sbuffando e con sguardo duro se ne andò.
Finita la lezione, trovandomi a disagio in mezzo a quelle persone completamente nuove, mi alzai e andai in bagno. Prima di fare un passo dentro fui accerchiata da dei ragazzi, uno di loro era il tipo di prima. Iniziarono ad avvicinarsi, il mio respiro diventò irregolare, iniziai a urlare e a piangere, poi iniziò a girarmi la testa e l'unica cosa che vidi fu un ragazzo con i capelli di un blu ormai tendente al celeste sbiadito, che si avvicinava pericolosamente al capobanda e gli tirava un pugno sulla mascella, per poi farlo cadere a terra tramortito.
Ebbi un mancamento, quando mi risvegliai fui accolta da un paio di occhi verdi che mi scrutavano da lontano, che di tanto in tanto si spostavano sul mio diario, aperto, che sfogliava distrattamente.
'C-chi sei?' Chiedi un po' spaventata.
'Uh, Michael Clifford, un coglione per farti capire. Stavo passeggiando e di certo non potevo lasciare che una fanciulla in pericolo da sola, c'è qui il tuo principe Clifford e il suo fedele destriero, la cliffoconda.' Disse cercando di rimanere serio, per poi esplodere in una risata cristallina e magnifica. Dopo una mezz'ora passata lì dentro decidemmo di uscire e di scappare fuori dalla scuola, ma prima di riuscire a fare qualsiasi cosa fuori dall'infermeria trovai di nuovo il ragazzo dagli occhiali da sole, ed è lì che mi ricordai che anche da piccola qualcuno mi chiamava 'fanciulla' e 'principessa' e senza un motivo scoppiai a piangere, sulla spalla di Michael.
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