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Rescue

Kat's pov

Sento dei rumori forti intorno a me, ma non riesco a capirne l'entità. Sono sdraiata a letto, con il viso rivolto verso la parete, gli occhi socchiusi. Sono così imbottita di medicinali da ricordare appena il mio nome. Ho il respiro debole, a questo punto preferirei andarmene e lasciare andare questa tortura che i "medici" di qui chiamano cura sperimentale.

Ancora rumori, sono sempre più forti. Sbaglio o sento le guardie urlare? Nah, sarà qualche farmaco allucinogeno che mi hanno dato questa mattina. I capogiri non mi danno tregua, almeno non ho il tempo di pensare ai sensi di colpa che mi attanagliano.

<<Prendete quei bastardi!>>, non riesco a collegare le grida dei secondini con il contesto di suoni intorno a me.

Un lamento seguito da un piccolo tonfo, il pulsante che controlla le porte delle celle sembra essere stato premuto, é così fastidioso, é pure scattata l'allarme, ma che succede?

Qualcuno irrompe nella mia stanza.

<<L'ho trovata! É qui! Kat, hey, mi senti? Sono JJ>>, si, ti sento, ma non riesco a muovere un muscolo, nemmeno più ad aprire gli occhi. Mi scuote dolcemente.

<<Hey, coraggio, alzati! Ti portiamo via da qui!>>, non sento il sangue scorrere dentro di me, mi chiedo se sono ancora viva.

Altri passi sopraggiungono.

<<Kat! Mio Dio, stai bene?... perché non si muove?>>, la sua voce, la sua splendida voce, quanto mi é mancata.

<<Credo sia sotto farmaci, l'hanno portata ad essere quasi un vegetale>>

<<Vai dagli altri, mi occupo io di lei>>

<<Ordini, state attenti>>, passi che si allontanano.

Lo sento sospirare, si avvicina a me, il materasso si abbassa leggermente, forse si é seduto. Adesso mi sta accarezzando i capelli, non riesco neanche a versare lacrime, come faccio a fargli capire che sono viva, che mi é mancato, che vorrei abbracciarlo?
Provo a dire il suo nome ma dalle mie labbra esce solo un flebile sussurro.

<<Ci sono io con te adesso, non devi più preoccuparti>>, le sue braccia mi sollevano e mi stringono al suo petto, forte, sempre più forte, come se avesse paura di farmi cadere.

Cammina piano, a tratti veloce. Quello che mi chiedo è: come sono arrivati fino a qui? É un area segreta, riservata solo al personale autorizzato.

<<Mark, eccoti! L'uscita é da questa parte, ma devi correre come un dannato, quei bastardi sono armati>>

<<Vado subito, grazie ragazzi, ci rivediamo là fuori nel punto stabilito, a presto>>, la sua andatura si fa sempre più veloce, sento ancora urla, rumori assordanti, poi più nulla.

Non so per quanto tempo sono stata priva di sensi.

Mi risveglio intorno a degli alberi, adesso il silenzio é troppo, c'è fresco, ma ho una coperta sulle spalle. Strabuzzo gli occhi cercando di mettere a fuoco gli oggetti, niente mi é familiare.
Cerco di alzarmi, ma le gambe non sono d'accordo, non mi reggono, riesco a mettermi seduta contro un tronco.

<<M-mark?>>, nessuna risposta, vorrei entrare nel panico, ma non ho ancora riacquistato la piena facoltà della mia sfera emotiva.

Sento dei passi nella mia direzione, non posso fare più di tanto, mi limito a rimanere immobile.
Mai nella vita vedere qualcuno mi ha arrecato così tanta gioia. Con i capelli gocciolanti che ricadono sul viso e l'uniforme dell'istituto si avvicina a me sorridente, fino a inginocchiarsi di fronte al mio viso.

<<Hey...>>, la sua mano si poggia delicata sulla mia guancia, carezzandola. Una lacrima scende silenziosa, incontrando subito il suo pollice, pronto per scacciarla via.
Con le poche forze che ho mi spingo verso di lui, mi viene incontro, abbracciandomi forte.

<<Buongiorno, bella addormentata>>, sorrido debolmente. Mi é mancato tutto di lui, il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce. Rimaniamo abbracciati per non so quanto, stavolta non ci sono campanelle che minacciano di dividerci.

<<Mi sei... mancato>>, l'abbraccio si fa più stretto per poi sciogliersi lentamente, prende il mio viso tra le mani, sta sorridendo ma anche lui sta versando lacrime.

<<Sono così felice di vederti...>>, detto questo poggia le sue labbra sulle mie, qualcosa dentro al mio petto accelera. Era da tanto che non sentivo questa sensazione, no, aspetta, era da tanto che non sentivo le emozioni in generale. Ma questa, questa mi é mancata più di tutte.

Poggio la mano sul suo braccio ma sento un leggero ghigno di dolore, la ritraggo subito e mi allontano per capirne il motivo. Come ho fatto a non notarlo subito?
Il suo braccio sinistro é fasciato con una pezza alla meno peggio, il tessuto é umido di sangue.

<<Che hai fatto?>>

<<Non ti allarmare, mi hanno sparato>>

<<Non ti allarmare?! Ma... ma...>>, sorride.

<<Vedo che sei tornata ad essere te stessa>>, ridacchia, <<niente di che, mi hanno colpito di striscio, sopravviverò>>, gli riservo un pugno debolissimo sulla spalla facendolo ridere ancora si più.

<<Sei cattivo>>, metto il broncio per pochissimi secondi.

<<Finalmente siamo fuori da quell'inferno>>

<<Dove siamo esattamente?>>

<<Non ne ho idea, ho corso e camminato tantissimo dopo la nostra fuga, siamo da qualche parte nel bosco in mezzo agli alberi>>

<<Wow, mi piace il tuo essere super dettagliato>>, gli sorrido, guadagnandomi un altro abbraccio che però non viene sciolto.

L'aria é immobile, la temperatura mite, tra le sue braccia mi sento finalmente a casa.

Helloooohhhhhh

Capitolo corto, lo so, ma il lavoro mi distrugge, come nella pubblicità delle gocciole! 😂

Sono stata breve, ma spero di aver fatto un mini capitolo discreto! ❤

Alla prossima pannocchiette🦄❤

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