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Riflessioni

Intanto, Lorenzo e Selene si spostarono nel salone lì vicino e chiusero le porte.
«Sai benissimo che lei non può restare» iniziò dicendo Selene rivolta a Lorenzo
«Non possiamo abbandonarla al suo destino, stavano per violentarla santo cielo!»
La discussione tra Selene e Lorenzo si faceva sempre più animata.
«Lo so e mi dispisce molto, però non può restare con noi» anche se Selene era alterata manteneva ugualmente una certa compostezza, che le conferiva un'aria più autoritaria -Hai idea di cosa succederebbe se venissero a sapere che una giovane come lei alloggia da noi? La sua reputazione sarebbe rovinata, perché è palese sia di buona famiglia e non una qualsiasi fanciulla veronese-
«I nostri affari non sono esattamente qui, in questa parte della Villa» replicò Lorenzo aspramente «Non c'è rischio che» ma non riuscì a concludere la frase, Selene prese la parola
«Non ha importanza dove siano gli affari, lei conosce noi e questo è più che sufficiente per rovinarla. Dovrà andarsene subito, per oggi resterà, domani no».
Madame arrivò silenziosamente, aveva in parte ascoltato la conversazione tra i due amici.
«Selene ha ragione, è per il suo bene che dobbiamo agire, non è un cucciolo smarrito, ma una persona» intervenne, entrando nel salone e chiudendosi le porte scorrevoli alle spalle.
«È confusa, è visibilmente scossa, lasciamo che si riprenda, ha avuto fin troppe emozioni forti, se ora la mandiamo via non faremo che peggiorare il suo stato d'animo» non avevano mai visto Lorenzo così preoccupato per qualcuno, che a mala pena conosceva.
«Resterà, ma il prima possibile dovrà andarsene, le voci corrono in fretta e non passerà molto tempo prima che si sappia del suo arrivo. Sarà mia premura parlare con lei appena si sarà ripresa» e così dicendo Madame chiuse il discorso «Ora andate a riposare» e congedò entrambi i giovani.
Dopo un bagno caldo Ginevra si stese e iniziò a riflettere, da sempre le avevano fatto credere che non era degna di considerazione, era solo una donna, niente di speciale, il suo scopo nella vita consisteva nello sposarsi, dare alla luce figli maschi e sottostare al marito, il quale, nel migliore dei casi, l'avrebbe sicuramente trattata come un oggetto, altrimenti come una pezza da piedi, se non peggio.
Lei non valeva la pena, questo le veniva detto, invece quella notte una persona, un uomo, aveva rischiato la sua vita per lei e non la guardava come merce in esposizione, pronta per essere posseduta, ogni cosa in Lorenzo rispecchiava la gentilezza.

Non sapeva di preciso che ore erano quando si svegliò, fuori era nuvoloso e, dalle portefinestre bagnate, Ginevra capì che aveva piovuto.
Bussarono alla porta e lei sussultò, prese la vestaglia, che aveva posato con cura sul lato vuoto del letto, e la indossò; quando Madame la portò in quella stanza si assicurò di farle sapere dove poteva trovare degli abiti puliti.
Ginevra, che stava per aprire la porta, ritrasse la mano come se il pomello scottasse.
"«Non puoi nasconderti per sempre»" la voce che le sembrò di sentire fu quella dell'uomo, suo zio, a Palazzo.
Il cuore sembrò fermarsi di colpo e lei si sentì raggelare.
Bussarono ancora, ma questa volta la persona dall'altra parte parlò.
«Sono Selene»
Quel nome fu come una sorta di sicurezza, Ginevra riprese il controllo di se stessa, scacciando le paure, e finalmente aprì.
«Buonasera» disse la giovane donna dall'aria impassibile «Chiedo venia se mi presento qui così all'improvviso» sicuramente aveva notato tracce del turbamento di Ginevra
«Non preoccupatevi» si affrettò a rispondere l'interessata, stringendosi un po' nelle braccia, si sentiva vulnerabile, il dolore emotivo era stato in grado (ancora una volta) di superare quello fisico; in passato, altri, avevano cercato di abusare fisicamente di lei, però aveva saputo tener loro testa, quella notte invece era stato diverso, il marcio di quegli individui si poteva ancora toccare, le loro parole umilianti, i loro gesti barbari, solo il pensiero le rivoltava lo stomaco.
«Non volevo disturbarvi, passavo per sapere se stavate bene e se avevate bisogno di qualcosa» andò avanti a dire Selene «Madame mi manda altresì a dirvi che, presto, la cena vi sarà portata qui in camera, perché forse non ve la sentite di stare in mezzo ad altre persone, soprattutto se estranee a voi».
Ginevra ringraziò con voce flebile, parlare le faceva male, il labbro spaccato pulsava per il dolore e la parte lesa era calda, ci sarebbero voluti giorni e giorni per riprendersi dalle ferite sul corpo; a stento si riconosceva, proprio lei che era cresciuta in mezzo alle serpi e aveva imparato a parlare la loro stessa lingua, in altre circostanze avrebbe sfoggiato le sue buone maniere e la sua parlantina seducente, ma non quella volta.
«Siete davvero molto gentile a preoccuparvi per me» si costrinse a dire lei, la voce fioca, il viso e, specialmente, le guance le dolevano molto più di ciò che pensava
«È il minimo che possiamo fare per i nostri ospiti» replicò Selene
«Sto bene. Vi ringrazio per l'interessamento»
«Se avete bisogno di parlare, potete tranquillamente rivolgervi a Madame. Lei ha più esperienza su certi argomenti».
Selene non poteva sapere che non era la prima volta che cercavano di costringerla con la forza ad atti sessuali. Ormai non ricordava nemmeno cosa volesse dire sconvolgersi per qualcosa di così brutale.
"Eppure questa volta sono riusciti a farmi paura, temevo che la violenza si compisse, non potevo controllarlo".
Era stato terribile perché pensava anche l'avrebbero uccisa, pur di ottenere ciò che volevano, ma, per quanto fosse ancora scossa, cercò (per il momento) di concentrarsi su altro.
«Lei sarà ben lieta di aiutarvi, soprattutto per quanto riguarda i vostri genitori» c'era un doppio senso nelle parole di Selene, Ginevra lo capiva, non era stupida, e, dopotutto, si trovava lì per quel motivo, rincontrare la sua famiglia, non poteva lasciar passare troppo tempo, così si ripromise di parlare con la padrona di casa non appena si fosse sentita un po' meglio, e poi doveva in qualche modo tenersi occupata, per evitare di pensare all'aggressione, temeva che questo l'avrebbe portata a scavare nel passato e sarebbe annegata nella disperazione.
Scacciò ogni pensiero e si focalizzò sul presente.
«Al momento non ho appetito, preferirei saltare la cena, però vi ringrazio per la premura» inizio col dire Ginevra
«Vi farò portare qualcosa di leggero. Qui alla Villa è vietato non mangiare, soprattutto chi deve recuperare le forze» disse Selene con tono severo e Ginevra non replicò, in altre circostanze le avrebbe tenuto testa, era abituata alle persone che imponevano il loro volere, quella volta però era stanca, ancora un po' scossa, e per di più aveva ragione, smettere di mangiare non era la soluzione.


NdA
Ciao! Come sempre, grazie per essere arrivato/a qui anche oggi 🥰
Spero che il capitolo ti sia piaciuto ☺️ e ci vediamo nel prossimo 😉

As 💫

P.s. Mi dispiace se per ora la storia sembra noiosa 😗 il fatto è che la sto revisionando e ci sono interi capitoli che ho dovuto riscrivere 😅 quindi sto cercando di sistemare ogni cosa, in modo che si intrecci agli altri capitoli, di cui ho solo dovuto correggere le sviste.

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