Grazie
Ginevra aveva osservato Lorenzo da lontano, scoprendo in lui doti che avrebbe dovuto immaginare possedesse, ma che invece non aveva realizzato: in primo luogo era un buon conversatore, apprezzava il confronto, in un certo senso lo cercava ogni volta si parlava di qualcosa, che fossero fiori o politica lui ascoltava attentamente il punto di vista degli altri, anche se in disaccordo col proprio, ecco cos'altro notò del carattere di Lorenzo.
Con i suoi argomenti era capace di farsi ascoltare, catturando l'attenzione di chi si trovava intorno a lui, questo suo carisma era una qualità (non molto comune ad altri uomini della sua età) che riusciva sempre a creare un clima piacevole, faceva sentire a proprio agio chi lo circondava.
Ginevra era seduta su una panchina all'interno del Giardino d'Inverno e leggeva tranquillamente uno dei libri che aveva trovato nel suo (momentaneo) alloggio, non molto dopo arrivò Lorenzo, si salutarono e poi restarono in silenzio coi loro pensieri, lui si muoveva a passo leggero da una parte all'altra, per non disturbarla, odorava solo alcuni fiori e sfiorava i petali di altri, come se avesse tra le mani un oggetto di cristallo, Ginevra, però, si faceva volentieri distrarre da lui: Lorenzo la affascinava.
«È sconveniente che due giovani come noi si trovino da soli in un posto isolato. Soprattutto per voi» lei nubile, lui celibe, se si fosse saputo sarebbe stato uno scandalo «Quindi mi ritiro»
«No vi prego, restate. Io stavo andando» era una bugia, ma Ginevra rinunciava volentieri a quella quiete pur di far restare Lorenzo nel suo ambiente, lei avrebbe potuto leggere da qualsiasi altra parte, il parco della Villa era così grande da potersi perdere.
Lorenzo non volle essere scortese, facendo notare le vere intenzioni di Ginevra, però si sentiva in difetto nell'accettare quella proposta.
«Andrò sotto il salice, se dopo vi facesse piacere accompagnarmi, sapete dove sono. Nessuno oserebbe pensare male se due giovani chiacchierassero all'aperto» Ginevra accennò un sorriso e, dopo la riverenza, si ritirò.
Lorenzo e Ginevra trascorse molto tempo insieme, ebbero tempo di conversare e a lei parve di vederlo per la prima volta; all'inizio l'argomento riguardò i fiori, lui le fece persino una corona di margherite, erano seduti sull'erba fresca vicino al Giardino d'Inverno, poi iniziarono a farsi domande più specifiche.
«Da quando tempo abitate nella Villa?» chiese Ginevra, sistemandosi la ghirlanda sul capo
«Un po'» rispose vago Lorenzo «Quel tanto che basta per conoscere i nascondigli della Villa, i segreti del parco e l'uscita del labirinto, uno di questi giorni ve lo mostrerò» quest'ultimo si trovava in quel lato della residenza che Ginevra ancora non conosceva.
Lei sembrò soddisfatta per la risposta ricevuta e continuò chiedendo come mai lui amasse così tanto i fiori.
«Sono creature viventi sottovalutate, di loro apprezzo la silenziosa compagnia e il modo in cui ci donano la loro bellezza. Sono anche esigenti, ci chiedono nutrimento e non mi riferisco alla luce del sole e l'acqua, loro vogliono amore, più gliene diamo e più diventano belli» risposte Lorenzo con un certo trasporto
«Sembra stiate parlando di una persona»
«Anche. Forse» replicò confusamente lui
Questa risposta spinse Ginevra a riflettere sugli ultimi giorni: a come lo sguardo di Lorenzo sembrasse sempre cercare qualcuno, al tormento che pareva liberarsi ogni volta che lo vedeva da solo, all'inquietudine che qualche volta usciva incontrollabile, sotto forma di piccoli gesti.
Ginevra era una persona schietta e curiosa, sapeva essere riservata però se ne dimenticava nel momento in cui qualcuno catturava il suo interesse.
«Chi è la fortunata ad essersi impadronita di un cuore come il vostro?» la domanda fu un sussurro, come un segreto che solo loro due dovevano conoscere.
Lui sospirò, il profilo accarezzato da alcuni raggi dorati, che si insinuvano tra i rami, persino il sole sembrava innamorato di Lorenzo perché con il suo splendore lo rendeva ancora più bello, sembrava un angelo triste sanguinante d'amore, un amore solitario, un amore sconfinato quanto impossibile.
«Una creatura ultraterrena» mormorò lui quasi come una libera confessione «Lei è una Dea. L'unica divinità che la mia anima venera, l'unica padrona di questo mio cuore pulsante».
Ginevra aveva solo conosciuto uomini assetati di voluttà, bramosi di possedere corpi innocenti perché reputavano marci quelli delle loro mogli, ascoltare Lorenzo era come scoprire una parte di mondo che le era stato negato.
La giovane invidiò la ragazza di cui era innamorato Lorenzo, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere amata così intensamente, avrebbe lottato fino alla fine purché un sentimento come quello sbocciasse e vivesse.
«Se non ricambia il vostro amore vuol dire che è cieca e ha nel petto un sasso al posto del cuore».
Lorenzo accennò un sorriso, lo sguardo perso nel vuoto
«No, non è quello, semplicemente non si può forzare qualcuno ad amare qualcun altro»
L'aria aveva il profumo inebriante dei fiori e soprattutto dell'erba, il venticello che soffiava solleticava la pelle, il cielo limpido, pieno di nuove dalle infinite forme, e i rami che parevano voler baciare il suolo, davano l'impressione di trovarsi in un luogo fatato, popolato da creature eteree pronte a svelare i segreti della Natura a chiunque avesse saputo ascoltarle.
Ginevra chiuse per un momento gli occhi, lasciando che l'ombra del salice l'abbracciasse.
«Senza di voi non sarei qui, avete rischiato la vita per qualcuno che nemmeno conoscevate. Me. Il minimo che possa fare è» si voltò verso Lorenzo e cercò il suo sguardo, una strana forza dentro di sé le disse che di lui poteva fidarsi, sempre. «Ringraziarvi. Vi sarò eternamente grata per il vostro gesto»
Lui la guardava con occhi teneri e un'espressione lusingata, quasi imbarazzata, per un gesto che reputava normale.
«Grazie per avermi permesso di continuare a vivere»
Lorenzo deglutì dopo alcuni secondi e sorrise, cercando le parole giuste da dire.
«Le cose accadono sempre per una ragione. Il vostro tempo qui non era ancora terminato, sicuramente avete ancora molte cose belle da realizzare e io sarò lì per vederle tutte»
Ginevra si commosse, nessuno mai le aveva detto parole così belle.
•
•
NdA
Ciao cara lettrice/caro lettore 🥰
Mi dispiace aver tardato nella pubblicazione di quest'altro capitolo, però non mi piaceva finché ho detto "lascialo così" e allora mi sono decisa a riportarlo qui.
Al momento non ho più capitoli di riserve 😅 di conseguenza non so quando riuscirò a pubblicare nuovamente, mi scuso per questo altalenare, ma è un periodo impegnativo (ho due lavori e spesso non è semplice incastrare tutto "perfettamente" 😕).
Spero mi aspetterai fino alla volta prossima e come sempre: grazie di essere qui ☺️
As 💫
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro