Giardino d'Inverno
Le due giovani attraversarono il lungo corridoio, la luce soffusa e dorata creava ombre distorte, il tappeto elegante attenuava i passi; terminata la rampa di scale svoltarono verso sinistra, attraversarono un piccolo corridoio e oltre una porta, dai vetri opachi, si ritrovarono in un giardino molto grande, il pallore della luna illuminava i loro passi.
Ad un certo punto, si intravidero alcune luci fioche e Ginevra capì che dovevano essere arrivate.
«Dev'esserci Lorenzo» spiegò Selene «Pensavo fosse nei suoi alloggi» continuò, come se stesse riflettendo tra sé e sé.
Ancora qualche passo e si poté vedere più chiaramente la struttura di cui Selene aveva accennato prima: il Giardino d'Inverno.
Ginevra restò qualche secondo ad ammirare ciò che aveva davanti, si concentrò un momento sulla parte superiore, situata al centro, la cui forma ricordava quella di una cupola dalle vetrate colorate (a prima vista poteva sembrare un appariscente gazebo), ai lati, invece, c'erano delle piccole serre dalla cima leggermente triangolare, lei pensò di non aver mai visto nulla di così bello e fragile.
Entrambe le giovani salirono la breve scalinata, che le avrebbe condotte all'interno, da cui provenivano una varietà di profumi floreali, a Ginevra quasi girò la testa dall'inebriamento, sentì il dolce odore del miele, un'altra fragranza più speziata, sembrava pepe, e un aroma agrumato, simile all'arancia, si ricordò il giardiniere del Palazzo e di come le aveva insegnato a riconoscere certi fiori dai loro profumi, lui diceva sempre che ognuno dei nostri sensi aveva una particolare memoria, che permetteva a ogni individuo di fare viaggi nel tempo. Aveva totalmente ragione, infatti lei ricordò i pomeriggi estivi in cui, di nascosto, trascorreva tutto il suo tempo sotto i caldi raggi del sole, vicino ai Philadelphus coronarius, più comunemente conosciuto come Filadelfo, o Fior d'Angelo.
Una figura dalla chioma dorata era intenta a bearsi del profumo di alcuni fiori dal colore bianco, Selene si schiarì leggermente la gola e due zaffiri incontrarono i loro sguardi. Lorenzo.
«Non credevo di trovarti qua» iniziò dicendo Selene
«Avevo bisogno di una boccata di freschezza» replicò lui
«Abbiamo disturbato il tuo momento di meditazione?» chiese gentilmente Selene, con un pizzico di ironia
«No, affatto» il tono di voce calmo di Lorenzo infondeva serenità.
Selene, che però conosceva bene il suo amico, lesse tra le righe e annuì impercettibilmente, qualcosa tormentava il giovane uomo.
Ginevra, nel frattempo, si guardava intorno, cercando di cogliere più particolari possibili, come per esempio il fatto che quasi la maggior parte di fiori fossero notturni, e statue, ce n'erano diverse a ornare l'interno della struttura, alcune erano ad altezza naturale, altre un po' più piccole, erano bellissime.
Lorenzo lanciò un'occhiata a Ginevra, forse meditando se rivolgerle la parola, oppure lasciarle ancora un momento osservare l'ambiente.
«Come state Ginevra?» si decise a chiedere lui
Lei sembrò trasalire, tutt'intorno c'era quiete ed era concentrata ad ammirare la bellezza di quel posto.
«Meglio, grazie» deglutì non appena pronunciò quelle parole, lui scatenava diverse emozioni in lei, la incuriosiva e un po' si sentiva in soggezione, ma soprattutto gli era grata, infinitamente grata.
"Maledizione! Non l'ho ancora ringraziato per avermi salvata", si rimproverò mentalmente Ginevra.
«Sono molto felice che stiate meglio» Lorenzo sorrise cortesemente «Spero non vi stiate annoiando. Le giornate sono lunghe e voi le passate in solitudine»
«La solitudine non mi spaventa anzi, delle volte la preferisco»
«Siete una persona riflessiva» presunse lui, parve più un pensiero detto ad alta voce, che una vera e propria affermazione.
Ginevra non sapeva bene cosa rispondere e, mentre ci pensava, lui la anticipò.
«Convengo con voi, sul preferire la solitudine a certe compagnie» e la conversazione parve stesse per finire lì, ma Ginevra non aveva intenzione di chiudersi in se stessa e lasciarsi sfuggire l'occasione per ringraziare il suo salvatore.
«La decisione di coltivare per lo più fiori notturni è molto particolare»
Un guizzo di soddiafazione illuminò lo sguardo di Lorenzo
«Vi intendete di fiori?» chiese incuriosito
«Sono belli da guardare e hanno un buon profumo, in un certo senso tengono anche compagnia. Però no, non conosco molto su di loro, ciò che so mi è stato insegnato dal giardiniere che lavorava...» si bloccò, quel posto, il Palazzo, non era casa sua, eppure non poteva ignorare il fatto che custodiva anche bei ricordi di quel luogo «... Nel posto in cui abitavo» disse sbrigativamente.
Lorenzo e Selene notarono il disagio di Ginevra e presero mentalmente nota di quel particolare.
«Dev'essere una persona buona: chi ama i fiori e gli animali possiede un animo nobile» disse Lorenzo.
Selene sospirò e si allontanò un po', al contrario dell'amico, lei vedeva tutto con più scetticismo.
«Anche chi salva gli sconosciuti in pericolo» Ginevra sorrise genuinamente, Lorenzo sembrò arrossire un po', non riteneva il suo gesto qualcosa di eccezionale, chiunque avesse un po' di buon senso avrebbe agito come lui.
Era il momento di ringraziarlo, doveva solo dire una parola, invece Ginevra restò in silenzio, la bocca non voleva obbedire al cervello.
Vedendo che la giovane si era zittita all'improvviso, lui prese la parola spiegando il motivo di così tanti fiori notturni, raccontò che molti dei ragazzi nella Villa trovavano più stimoli nelle ore notturne, quindi trascorrevano il loro tempo piantando quei fiori, per potersene prendere cura tutte le volte successive.
•
•
NdA
Ciao a te che leggi 🥰
Spero che quest'altro capitolo ti abbia tenuto un po' di compagnia ☺️ e grazie per averlo letto 💜
Ci vediamo nel prossimo capitolo e buona giornata 🧡
As 💫
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro