Cena a due
Dopo circa un'ora bussarono alla porta e, questa volta, Ginevra non ebbe nessuna allucinazione.
«Buonasera» disse Selene sulla soglia, di fianco a lei c'era un carrello portavivande «La cena è pronta».
Ginevra la fece entrare e l'altra giovane apparecchiò il tavolo, per due.
Selene aveva un'espressione seria e concentrata su ciò che stava facendo, servì le pietanze e prese posto, ma vedendo che Ginevra non la imitò, restò perplessa.
«Prego, accomodatevi» la invitò con fare forzato.
Ginevra fece come le era stato chiesto, dissimulatamente guardò la giovane donna davanti a sé e la sua compostezza la affascinò, restando quasi ammaliata da quell'innata eleganza, il suo portamento avrebbe fatto invidia anche a una principessa.
«Ho pensato fosse desolante mangiare da sola, per cui mi sono presa la libertà di unirmi a voi. Spero non vi dispiaccia» e sfoggiò un sorriso affilato, poteva sembrare beffardo o cortese, con Selene era difficile dirlo e poco a poco Ginevra se ne sarebbe accorta.
In verità era stato Lorenzo a pregare l'amica di far compagnia a Ginevra, lo avrebbe fatto lui stesso però era consapevole del fatto che, probabilmente, la sua presenza non fosse gradita, non in quanto Lorenzo, bensì in quanto uomo; dopotutto erano passate poche ore dall'aggressione a Ginevra.
«Non posso imporle la mia presenza. Non voglio traumatizzarla, più di quanto non lo sia già. Mi sentirei una persona orribile. Per piacere, fammi questo favore»
Selene sbuffò e chiuse il libro, che stava leggendo prima che l'amico la interrompesse.
«Il mio tempo è prezioso e tu lo sai benissimo»
«Certo» si affrettò a dire Lorenzo, andandole accanto e sedendosi sul poggiapiedi (in velluto bordeaux), davanti a lei. Lorenzo la stava implorando con lo sguardo.
«La pateticità non ti si addice» ricordò lei al suo amico, Lorenzo non si risentì per quelle parole, conosceva bene Selene ed era perfettamente consapevole che la giovane donna si esprimeva in modo schietto (delle volte fin troppo), non per cattiveria, forse altezzosità in certe situazioni, solo che non tollerava chi esponeva troppo i propri sentimenti, lo considerava segno di debolezza.
Se fosse stato un qualunque altro uomo, Lorenzo avrebbe proposto una somma di denaro per il tempo di Selene, invece era suo amico e pagarla equivaleva a una grave offesa.
«Aiutala» Lorenzo cercò lo sguardo di Selene, sapeva molto bene che il contatto visivo poteva avere più potete di qualsiasi parola «Non voltarle le spalle solo perché è una sconosciuta. Dalle la possibilità di superare il grande trauma a cui è stata sottoposta e di farsi conoscere»
Ci fu un intenso momento in cui i loro sguardi si trovarono, come a voler sostituire le parole, dando spazio solo ai sentimenti, Selene poté sentire la sincerità con cui lui le stava parlando e ignorarla sarebbe stato crudele.
Segretamente, Selene amava quell'aspetto dell'amico: sapeva parlare col cuore e al cuore, di chiunque, ma non glielo aveva mai detto, perché, secondo lei, significava esporsi troppo, per quanto provasse stima e fiducia verso qualcuno, le era difficile lasciarsi andare totalmente ai propri sentimenti, doveva mantenere quel margine. Lei sapeva che Lorenzo era cosciente del profondo affetto che provava per lui, erano molto amici, quindi non c'era bisogno di certe manifestazioni di affetto.
Prima di iniziare a cenare, Selene e Ginevra ringraziarono per il cibo che era stato loro dato e una volta concluso questo piccolo momento di raccoglimento, Selene iniziò a mangiare, Ginevra, invece, era silenziosa, come se si fosse isolata in un mondo completamente suo; procedeva tutto come previsto, Lorenzo aveva chiesto di accompagnarla durante la cena ed era ciò che lei stava facendo, tuttavia c'era qualcosa che non andava bene, a Selene risuonarono in testa le ultime parole pronunciate prima che lei si congedasse: Non darle le spalle.
«Come vi sentite, fisicamente parlando?» e accennò alle ferite sul volto, Ginevra aveva fatto del suo meglio per pulirle
«Sono stanca, però col riposo riprenderò presto le energie»
Selene lanciò un rapido sguardo al piatto della giovane e notò che, per lo meno, la zuppa la stava finendo.
La conversazione rischiava di cadere nuovamente nel vuoto, così Selene continuò.
«Ho saputo che siete qui per cercare i vostri genitori» quell'affermazione colse Ginevra un po' di sorpresa, in quelle ore fu come se si fosse momentaneamente scordata di quel piccolo dettaglio, sapeva molto bene di non poter restare alla Villa, quindi Selene era stata pertinente.
«Sì»
«Se mi dite come si chiamano, Madame, Lorenzo e io, potremmo aiutarvi a trovarli, conosciamo tutte le famiglie più importanti della città» Selene premette leggermente il tovagliolo sulle labbra scarlatte, aveva terminato il pasto e stava per sorseggiare il suo vino.
Ginevra pensò di non aver mai visto una giovane dall'apparenza delicata sfoggiare una personalità così graffiante, anche nel modo di truccarsi e vestirsi: indossava quest'abito color vino dal taglio sì elegante, ma anche provocatorio nei punti giusti, le labbra carnose erano ancora più sensuali per il colore sanguigno che le definiva, avrebbero sicuramente attirato l'attenzione di qualsiasi uomo.
Ginevra finì la sua zuppa e si domandò cosa potesse dire per non sembrare sgarbata, restare in silenzio avrebbe portato dell'imbarazzo.
«Bene, vi lascio riposare per recuperare ancora più le forze, quando starete meglio ci direte chi sono i vostri genitori» Selene sparecchiò e Ginevra si sorprese nel vedere che non c'era nessuna domestica, ad adempiere a quei doveri.
«Se avete bisogno, sapete cosa fare» Selene si congedò e, una volta fuori dalla stanza, rifletté sul fatto che, a tempo debito, Madame avrebbe dovuto trovare una spiegazione valida per giustificare cosa Ginevra ci facesse con persone come loro.
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NdA
Ciao anche quest'oggi ☺️ spero tu stia bene e il caldo non ti abbia fatto evaporare 👅
Grazie per aver letto quest'altro capitolo, sempre di transizione 😅
Ci vediamo la prossima volta 😉 e abbi sempre cura di te 💜
As 💫
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