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6. MALEDETTAMENTE TU

L'Orlando Beach è super affollato. In spiaggia, una decina di ragazze della contea sono pronte a sfidarsi per ottenere l'ambitissima coroncina della reginetta dell'estate.

Sierra muove una mano davanti alla faccia con disgusto. «Una vera e propria carneficina!»

«Dovresti partecipare anche tu, invece di giudicare le altre!» Le fa presente Blake. Stasera indossa una camicia bianca che fa risaltare la sua abbronzatura ed è davvero difficile togliergli gli occhi di dosso. Non riesco a non pensare al suo messaggio di buonanotte, sapere che possiede il mio numero, crea tra noi una connessione che mi rende nervosa.

«Io non partecipo a concorsi che considerano noi donne oggetti del desiderio di voi schifosi uomini...» Sta dicendo Sierra, quasi in preda a una crisi di nervi.

Ho appena consegnato al loro tavolo un vassoio di drink.

«Quanto astio! Io ce lo vedrei proprio il tuo bel culetto a scodinzolare su quel palco!» ridacchia Blake.

«Pensa al culetto della tua ragazza, tu! Al mio ci penso da sola!» Sierra incrocia le braccia, mettendo il muso.

Le candidate di bellezza improvvisano passi di danza. Tra loro vedo Sam. Non posso negare che sia splendida. I suoi capelli biondi sono sciolti sulle spalle e il costume intero e scosciato le modella perfettamente il corpo.

«Ehi, Sierra, Blake ha ragione, non hai niente di meno di quelle ragazze là sopra!» Interviene Oliver.

«Sí, ho un cervello» replica lei «... e il mio cervello dice che non mostrerò mai e poi mai il mio corpo seminudo alla mercé di tutti!»

«Indossi il bikini tutti i giorni.» Di nuovo Blake.

«Quindi?»

«Quindi mostri già il tuo corpo seminudo!»

«Non ad una giuria di invertebrati eccitati che non sanno fare altro se non alzare le loro stupide palettine con il numerino. Ogni donna è bella a modo suo, a prescindere da quanto è alta o magra o dalla taglia di reggiseno. Ogni donna è unica e questi concorsi di bellezza non fanno altro che fomentare stereotipi. Fanculo al maschilismo!» Alza in alto il calice, agguerrita. Poi butta giù il liquido colorato del suo cocktail preferito.

Un magone mi si piazza nello stomaco, come un pugno. Ho sempre visto il corpo come un involucro nel quale non mi ci sono mai sentita troppo a mio agio. Apprezzo le ideologie di Sierra e allo stesso tempo odio questo genere di discorsi perché, dentro di me, nel più profondo, vorrei anche io starmene su quel palco senza la paura di un giudizio, senza la paura di avere paura.

«Sei soltanto un'anticonformista del cazzo! Che sei venuta a fare se odi così tanto questo concorso?» Blake tira indietro la sedia e accavalla la gamba, poggiando la sua scarpa da ginnastica sul ginocchio. Ed io formulo nella mia mente che anche le sue scarpe bianche a bande nere sono sexy e poi mi maledico subito dopo per averlo anche soltanto pensato.

«Infatti, hai ragione! Sapete cosa vi dico? Me ne vado a fare un giro. Ho la nausea!» Butta giù un ultimo sorso della sua bevuta e posiziona il bicchiere vuoto sul vassoio, che io sto stringendo tra le mani.

«Saresti tu la vincitrice, Sierra!» Grida Blake, guardando l'amica alzare il dito medio senza voltarsi indietro. Il suo lungo abito bianco ondeggia nel vento e le sue treccine si muovono all'unisono rendendo il suo portamento di una sensualità sconvolgente.

«Forse hai esagerato, l'hai fatta scappare, Blake!» afferma Oliver, ma il moro ha già l'attenzione spostata su Terry che gli si para davanti con il suo ordine dalla cucina.

«Il tuo hamburger con doppia porzione di senape.»

Ma questo ragazzo mangia sempre schifezze? Non ha una casa dove cenare?

Terry non gira subito i tacchi, anche lei, come me, si sofferma a guardare il palco sulla spiaggia. Blake affonda i denti nel panino e alza il pugno, gridando in modo sentito quando il nome di Sam Ellis esce tra le finaliste.

«Niente togliere alla tua ragazza, Blake, ma le gambe di Kendall sono le gambe di Kendall!» Terry arriccia il labbro superiore in una smorfia. Si sta riferendo alla ragazza riccia che rideva di me la sera precedente.

«Stai tifando per il nemico» fa lui, continuando a mangiare, senza spostare l'attenzione dal palco. A quanto pare, tra Blake e quel gruppo di ragazzi non deve scorrere buon sangue.

Le finaliste sfilano in abito da sera tra le luci, la musica e gli applausi della folla. Terry gira i tacchi e anche io. Continuo a servire, lanciando di tanto in tanto uno sguardo ai ragazzi. Blake ha terminato il suo piatto e si sta preparando una cartina. Sto passando lo straccio al tavolino di fianco quando lui alza gli occhi, sorprendendomi a sbirciarlo. Sento i battiti fermarsi.

«Che c'è, bambina? Vuoi farti un tiro?»

Continuo a pulire, cercando di riportare il cuore al suo ritmo regolare. Blake posa la bocca sulla sigaretta che si è appena rollato e ispira profondamente. Il fumo che esce subito dopo dalle sue labbra mi offusca la mente, letteralmente. «Se ne vuoi un po' non fare complimenti, questo è tabacco di prima qualità!»

«No, grazie, non voglio fottermi il cervello!»

Blake stringe gli occhi, il suo sguardo si assottiglia a una leggera striscia di oceano verde e blu. «Stai dicendo che il mio cervello è fottuto?»

Scuoto la testa. «Non ho detto questo.»

«Però l'hai pensato. Prima sostieni che sia un ricco immaturo e poi che abbia il cervello fottuto, non è carino da parte tua!»

«Blake, per favore» sospira Oliver. «Bianca, non dargli ascolto, sta scherzando...»

Prima che possa allontanarmi, la mano di Blake mi stringe il polso e lì il mio cuore subisce una ulteriore brusca frenata. Un conto è guardare da lontano, sbirciare, immaginare, tutt'altro discorso è entrare direttamente in contatto con qualcuno che ti sta mandando in tilt il cervello.

«Ti dico un segreto, non è il fumo a fottermelo, ma ben altro... e quella coroncina di fiori al collo ti dona molto, sai!» Mi lascia andare e io sento improvvisamente il vuoto di quel contatto. «Per favore una limonata con ghiaccio» dice infine ad alta voce.

Al bancone riprendo fiato. Il barman è un po' indietro con gli ordini e io riporto l'attenzione al ragazzo dalla pelle tatuata e le parole che bruciano come il fuoco. Sta fumando la sua sigaretta con piena padronanza di sé stesso.
Lui sa l'effetto che fa sulle ragazze, ne è consapevole.

Dimenticati dei suoi occhi profondi come l'oceano. Dei tatuaggi sulla sua pelle.
Ti sta prendendo in giro, piccola donna.
Tu sei ingenua e lui troppo pieno di stesso.

Il mio tablet lampeggia per avvisarmi che l'ordine è pronto. Quando torno a guardare la terrazza, Blake e Oliver stanno ridendo di qualcosa, per un attimo sembrano due bambini spensierati.
Carl ha lo sguardo perso tra la folla, come se cercasse qualcosa o qualcuno.
Torno al loro tavolo e piazzo la limonata davanti a Blake, tentando di scappare subito dopo, ma questa volta è Oliver che mi trattiene: «Tra poco c'è l'incoronazione della reginetta, non possiamo perdercela, dobbiamo scendere in spiaggia e tu verrai con noi!»

«Sto lavorando, non posso andarmene...»

E poi succede tutto in un attimo, Oliver balza in piedi e posiziona il suo braccio sulle mie spalle. «Orlando, porto Bianca in spiaggia per l'incoronazione, è la sua prima volta!» grida, rivolgendosi al vecchio proprietario.

L'uomo sta fumando un sigaro appoggiato ad una colonna, si gratta la barba e mi fa cenno di andare.

Oliver ha un sorriso così gioioso che non l'ho mai visto prima. «Voi non venite di sotto?» Si rivolge ai due ragazzi rimasti seduti.

Carl si aggiusta il cappellino sulla testa. «Io resto qua, non mi piace tutta quella confusione.»

Blake invece si alza, portandosi dietro la limonata. Quando scendiamo le scalette del pub, ci ritroviamo direttamente in spiaggia; nel caos della musica, delle mille parole straniere. Le mie Converse affondano sulla sabbia. Oliver resta al mio fianco, Blake invece si piazza dietro di noi.
Il suo respiro mi sfiora involontariamente la schiena e mi provoca un brivido inatteso.

Spostati, ragazzo dai colori dell'oceano. Allontanati da me. Perché non lo fai?
Perché sei così maledettamente irresistibile?
Perché sei così maledettamente tu?

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