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Blackthorn - Violet

Corro veloce lungo la strada, circondata dagli abeti e dalle impervie montagne innevate, ammirando il meraviglioso paesaggio davanti a me che spazia dal bianco candido della neve al grigio della strada e delle rocce e infine al verde scurissimo della foresta. Adoro il cielo cupo e il freddo pungente.

Rallento notevolmente solo quando raggiungo Ravenwood, perché l'asfalto nei tratti più ombrosi potrebbe essere ghiacciato e inoltre perché non posso assolutamente rischiare di essere fermata in quanto non ho l'età per guidare questa moto. Se accadesse potrei non essere più ammessa alla prestigiosa Blackthorn University e mio fratello potrebbe avere seri problemi per avermi consentito di provare la sua adorata Honda Hornet.

Pertanto, appena vedo da lontano le guglie appuntite in stile gotico, mi fermo ad una piazzola e cedo la guida ad Alex. Dopo poche curve siamo arrivati davanti alle inferriate. Suoniamo e subito il cancello si apre e possiamo così parcheggiare nello sconfinato giardino che si estende davanti a noi.

Nonostante siano solo le cinque del pomeriggio, il castello è circondato da una fitta cappa di nebbia e dobbiamo seguire il vialetto senza deviare se volgiamo raggiungere il portone d'ingresso.

"Sembra la dimora del Conte Dracula!" scherza mio fratello.

"È bellissimo!" replico senza esitazione. "Però tu, Rose, Nero, gli zii, insomma l'intera fattoria, mi mancherete tantissimo!" Lo abbraccio fortissimo e poi suoniamo il campanello.

Alex ha quattro anni più di me. Purtroppo, dopo il divorzio la mamma è sparita e noi due siamo stati cresciuti dal nostro sciagurato padre e dalla sua nuova compagna incinta e disoccupata, in un villaggio sperduto al confine con il Canada.

Durante questo brutto periodo della mia vita ho odiato la nostra sorellastra, più giovane di me di soli tre anni, con tutta me stessa. Ricordo ancora quanto la detestai quando la vidi neonata in braccio a mio padre e la ritenni la causa della perdita della mamma. Per il forte trauma smisi di parlare e di mangiare per un bel po'. Forse è a causa di questa dieta prematura che sono rimasta piccolina di statura.

Mio padre credeva che fossi ritardata e mi mandò da diversi strizzacervelli. La situazione migliorò solo quando anche lui sparì affidandoci a suo fratello e a sua moglie, persone completamente diverse, nonostante il cognome inquietante che ci accomuna tutti e che a lui si addice perfettamente: Della Morte. Con le sue bugie e i suoi tradimenti ha ucciso mia madre, me, Alex e anche Rose.

Antonio Della Morte, questo il suo nome completo, da allora lavora perennemente in giro per il mondo, non si sa cosa faccia e non saremmo in grado di riconoscerlo se ritornasse da noi, però guadagna bene perché ci passa una consistente paghetta. Anche la mamma di Rose poco dopo si trasferì in un'altra città abbandonando la bambina. Insomma, abbiamo dei genitori veramente inaffidabili e irresponsabili!

Gli zii gestiscono un enorme fattoria ed il maneggio più importante della zona, a poca distanza dal villaggio dove abbiamo abitato con nostro padre e con la matrigna e quindi non abbiamo dovuto cambiare le scuole. Entrambi sono stati molto gentili con noi, forse perché non hanno avuto figli.

Sono rinata grazie agli animali della fattoria ed in particolare per l'amore a prima vista con i cavalli. Per merito del mio adorato Nero ho iniziato a vincere tutte le gare ad ostacoli della zona, ho ripreso a parlare fluidamente e ho fatto pace con la sorellina. Dato che io mi chiamo Violet, il mio cavallo non poteva che chiamarsi come il colore del suo lucente mantello.

A scuola mi hanno notato per la capacità di eccellere in quasi tutti gli sport e mi hanno proposto il Pentathlon moderno a cui dedico quattro ore ogni giorno. In pratica studio e faccio sport H24, ma ciò non mi pesa affatto perché così evito di pensare alla mia paura più grande: l'abbandono.

Spesso mi capita di ritrovarmi in mezzo ad una foresta sperduta, con abeti altissimi che coprono la visuale e mi impediscono di trovare la strada. Quando cala la notte mi arrampico su un albero per non essere vittima degli animali selvatici. Al mattino devo cercare il cibo e la via di casa, ma la nebbia è fitta e non ci riesco. Mi rassegno a restare da sola e a morire di stenti nella natura e solo allora mi sveglio e scopro che è solo un brutto incubo.

Il portone adesso si apre lentamente. Una bella donna fulva con un completo nero aderente ci fa entrare e dopo aver letto con attenzione la domanda di ammissione appena consegnata ci guida verso la Segreteria. Qui mi chiede il documento d'identità e poi mi guarda perplessa "Sei davvero tu Viola Della Morte?".

"In persona, orgogliosa di essere stata ammessa alla Blackthorn University."

"Interessante!" dice guardandomi dall'alto in basso e osservando ogni dettaglio del mio abbigliamento, che in realtà non ha niente di particolare. Infatti, indosso comunissimi pantaloni neri attillati in pelle, stivaletti neri e un lupetto d'angora viola malva molto aderente, la mia tinta preferita, oltre a tutti i colori freddi e molto scuri. Tengo nel braccio destro il piumino nero con folta pelliccia sul collo, ideale per superare il freddo artico e con la mano sinistra stringo il trolley con dentro i miei vestiti. Ho portato solo i miei effetti personali perché la scuola ci passerà la divisa per lo studio e tutto l'abbigliamento sportivo necessario. Non sono ammessi abiti personali.

Poi continua: "Sei stata selezionata per far parte del gruppo sportivo ed i tuoi risultati sono senza dubbio eccezionali, ma dovrete superare delle prove ulteriori. Potresti dover uscire se non le passerai. Tuttavia, gli esami di medicina che darai qui saranno validi anche nelle altre Università e quindi non avrai perso tempo. Agli sportivi è richiesta dedizione assoluta, gli addestramenti saranno estenuanti."

"Lo spero davvero!" mi lascio sfuggire. Per me gli allenamenti sono una droga, l'unico modo per superare il mio incubo ricorrente e le mie paure nascoste, come le definiva l'ultima psicologa che ho frequentato. "Mi auguro di non deludervi" continuo a dire stando in posa come un soldato dell'esercito.

Rose mi ha soprannominata "Terminator" perché all'apparenza sono risoluta come una macchina da guerra. In realtà sono fragile e per nasconderlo ho sviluppato un fortissimo autocontrollo. Voglio sembrare coraggiosa e determinata per i miei zii, per Alex, per lei che sofferto esattamente come me, per i miei allenatori e anche per il mio cavallo Nero. Sono i miei unici affetti, non ho il tempo per curare altre relazioni.

La mia sorellina adesso è diventata una bellissima adolescente con gli occhi verdi e tantissimi capelli castani dorati. Mi supera in altezza di un bel pezzo e per questo motivo mi ha fatto un certo effetto vederla piangere a dirotto quando sono partita. Ho dovuto resistere per nascondere le mie emozioni.

Saluto Alex "Mi raccomando pensa alla nostra piccolina e stasera appena la rivedi devi darle un bacione affettuosissimo da parte mia."

"Tu pensa solo a superare tutte le prove con la grinta che hai sempre avuto. Ti voglio bene!" mi stringe forte a sé e poi va via voltandosi più volte.

La segretaria, credo sia quello il suo ruolo, mi accompagna nella mia stanza e mi mostra la divisa da indossare per il ricevimento delle matricole che sarà tenuto il giorno dopo. Poi mi consegna un kit di abbigliamento molto consistente dati i numerosi sport che compongono il Pentathlon: scherma, 200m stile libero a nuoto, equitazione con salto a ostacoli, corsa campestre di circa 3km e tiro a segno con pistola.

Gli abiti sono prevalentemente neri con rifiniture viola malva e verde scuro: li adoro, sembrano creati apposta per me. La divisa è stupenda: gonna a pieghe nere sopra il ginocchio, giacca attillatissima, camicetta dello stesso colore del mio golfino e passata per capelli e calzini abbinati in tinta verde.

Poco dopo entra in camera l'altra ragazza. Si chiama Blanche e anche lei ha la carnagione pallida e i capelli scuri, ma la sua statura è circa il doppio della mia. Ha delle gambe lunghissime e spalle larghe e robuste, insomma il fisico ideale che ci si immagina per una donna sportiva.

Le viene consegnata una divisa di almeno due taglie superiori alla mia e l'abbigliamento per il Triathlon, lo sport dove eccelle e che probabilmente le ha permesso di essere ammessa al gruppo sportivo. I colori della divisa sono gli stessi previsti per me.

"Questo completo è orribile! Sembra creato apposta per un aspirante strega, ci manca solo la scopa!" esclama disgustata appena restiamo da sole.

"Lo penso anche io." Mento decisa. Blanche non sembra affatto contenta di essere qui e vorrei dirgli qualcosa di carino, ma non mi viene niente in mente.

"Questo posto mette i brividi! Adesso che è calata la notte fa ancora più paura, non credi?" Mi dice guardando fuori dalla finestra, "E questo albero così vicino al terrazzino non è affatto rassicurante, qualcuno potrebbe arrampicarsi ed entrare. I vetri devono restare sempre chiusi quando non ci siamo, hai capito?" dice rivolta a me. "Questa università è famosa per il nonnismo?"

Io la guardo con aria interrogativa e lei allora mi spiega che le matricole devono subire il rito dell'iniziazione e superare prove terrificanti e difficilissime per essere accettati e protetti dagli studenti degli ultimi anni. "Se sei una ragazza e vuoi stare tranquilla nel gruppo sportivo devi conquistare uno degli studenti più forti perché ti protegga."

"Conquistare in che senso?" chiedo spaesata.

"Devi entrargli nell'occhio, farlo innamorare di te o qualcosa del genere." Mi dice Blanche tremando. "Io non ho mai avuto un fidanzato e dato che pratico soltanto sport e studio non so proprio come farò a superare questo stupido rito senza nessuno che mi sostenga."

"Allora siamo sullo stesso piano. Neppure io ho mai avuto un compagno e vivo solo di scuola e sport. Ma vediamo dai! cerchiamo di essere unite e in qualche modo affronteremo anche questa prova." Provo a rassicurarla inutilmente mentre mi tolgo i vestiti per indossare il pigiama.

Blanche è obiettivamente molto più bella di me e mi guarda compassionevole, pensando che io non sarà mai ammessa nel gruppo.

Non mi preoccupo più di tanto, sono minuta e non ho muscoli particolari. Lo spesso grasso bruno contenuto nella mia pelle chiara li nasconde, però mi protegge dal freddo pungente sia in acqua che fuori. Ho anche i fianchi piuttosto larghi rispetto alle spalle e quindi non ho un fisico che sembra sportivo e non è neppure particolarmente attraente dato il seno contenutissimo.

Mi zia dice sempre a Rose che se avesse la mia forza di volontà, con il suo corpo slanciato potrebbe andare alle Olimpiadi. In tanti mi sottovalutano fermandosi alle apparenze, ma lo staff sportivo che mi ha seguito fin ora sa benissimo che ho dei piedi molto più esplosivi delle altre atlete e dei riflessi prontissimi che mi fanno eccellere nel tiro al bersaglio e nella scherma.

Leggo chiaramente nel pensiero di Blanche che vorrebbe avere come compagnia di camera una ragazza più bella e appariscente di me e che mi considera una sfigata. Mi dispiace per lei, ma non è un mio problema questo, ne ho ben altri molto più seri.

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