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Capitolo 9) Isaac

Questa di certo, era una situazione a cui ero abituato. Stare insieme con i colleghi di lavoro per un barbecue era qualcosa di nuovo per me.

Il martedì mattina arrivò prima che me ne rendessi conto e per prima cosa sarebbe stato meglio passare del tempo con la mia famiglia, per non ricevere domande indagatore su ciò che è successo in guerra.

Dopo essermi vestito con abiti informali, un jeans e una maglietta nera aderente con un paio di scarponi, esco di casa fermandomi nel bar di sotto per ordinare una colazione sostanziosa.

La cameriera che mi serve mi sorride più volte in modo ammiccante e potrei anche concederle una sveltina, se solo fossi ancora fuori uso per la stanchezza accumulata in questi giorni lavorativi.

Pago il conto e mi dirigo alla mia moto prima di partire per raggiungere la casa dei miei genitori.

Non incontro troppo traffico, e dopo aver parcheggiato mi prendo un minuto per mettere in ordine i miei pensieri.

Tutto questo che sto affrontando è un peso che devo portarmi da solo sulle spalle e in caso di necessità dovrò sviare il discorso o andarmene. Amo la mia famiglia, mi sono sempre stati affianco, ma ora sono cresciuto e devo prendermi le mie responsabilità.

Busso, e mia madre mi viene ad aprire raggiante, come a suo solito.

"Isaac."

"Ciao mamma"

"Vieni entra , qual buon vento di porta a casa?"

"Giorno di riposo, ho pensato di venirvi a trovare prima di uscire con i colleghi."

"Mmh davvero ? E per caso tra questi colleghi c'è una ragazza carina?"

"Mamma"

"Che c'è ? Lo sai che non demorderò all'idea di vederti felice un giorno di questi"

"Io sono felice"

Prendo una mela, ma lei abilmente me la leva di mano, facendomi capire che ancora deve dire la sua.

"Puoi mentire a te stesso, ma non a tua madre signorino"

Sospiro e non protesto oltre, sapendo quanto cocciuta può diventare su questo argomento. Per lei dovrei mettere la testa a posto e dimenticare ciò che ho passato per colpa di quella donna, ma io ho un opinione diversa.

"Papà?"

"Uscito con gli amici, ha anche lui una vita sociale più attiva della tua sai ?"

Rido, perché ha ragione su questo punto, tanto che da ragazzo non sapevo da chi avessi ereditato il mio carattere introverso, dato che i miei genitori erano due folli molto socievoli.

"Comunque,questo lavoro ti piace?"

"Credo di si, è okay e la paga è buona, non posso lamentarmi e poi faccio il turno notturno"

"Da solo ?"

"Mamma,sono un soldato addestrato e comunque c'è una ragazza con me e il buttafuori, stai tranquilla"

"Una ragazza ? Luke si è bevuto il cervello per caso? Può essere pericoloso per lei!"

Addento la mela e se ripenso alla scena dell'altra sera, mi viene naturale sollevare l'angolo delle labbra, probabilmente la pericolosa in realtà è lei.

"Fidati, sa cavarsela bene anche da sola, è una di quelle toste"

Finisco la mela e mi sento osservato e subito riconosco il suo sguardo indagatore.

"Siamo colleghi , niente di più"

"Siiii ceertooooo"

"Mamma"

"Si?"

Sospiro e mi alzo dandole un bacio sulla guancia.

"Salutami papà, ora devo andare o farò tardi"

"Non presentarti a mani vuote mi raccomando"

Annuisco ed esco, pensando a come mia madre sia diventata ancora più invadente in questo lasso di tempo, sarà per tutte le soap opera che si vede?

***

Arrivo all'indirizzo segnato sul pezzo di carta di Roberta e osservo la casa di Luke.

Normale abitazione di legno color crema, scendo e prendo da sotto al sellino la bottiglia di vino che ho comprato in un mini market prima di sentire delle voci provenire dal retro.

Passo il cancelletto del giardino e mi affaccio per poi vedere Luke e Roberta ridere insieme ad altri due ragazzi.

Li raggiungo e appena mi notano, Roberta mi viene ad abbracciare.

"Isaac sei venuto! Che bello. Vieni ti presento agli altri due loco"

"Dai Roberta io almeno sono apposto"

"Ma sentitela, non fidarti di questa ragazza, piacere io sono Ian Smith"

Stringo la mano al ragazzo, è alto, ma non quanto me, e ha entrambe le braccia tatuate, sembra anche lui un teppista come Luke. Rivolgo la mia attenzione alla ragazza, bionda con capelli a caschetto e due occhi marroni che mi fissano curiosi, è più bassa rispetto alla rossa, ma ha più curve sul davanti.

"Sparisci maleducato. Io sono Cloe Thomson, spero che andremo d'accordo"

"E mica siamo a scuola"

"Tu hai sempre da ridire vero?"

"Sulle tue idiozie sempre."

Sembrano cane e gatto e trovo alquanto strano che questi due facciano insieme il turno del mattino insieme, ma la mia attenzione viene catturata dall'assenza della rossa. In fondo sono venuto perché lei mi ha fatto intendere che non potevo dire di no a Roberta.

"Ragazzo, allora che mi dici?"

"Nella norma Luke"

"Davvero?E con Eve? Sai la conosco bene e so quanto può essere testarda o acida se si incazza"

"Nulla di speciale, andiamo d'accordo, ma dov'è?"

Mi sorride mostrandomi perfino la sua dentatura prima di fare un cenno verso l'albero. Ed è lì che la vedo intenta da sistemare delle candele sui rami immersa nei suoi pensieri.

Il gioco di ombre che la luce gioca vicino al suo viso è qualcosa di misterioso e quando ha finito si accorge della mia presenza, abbozzando ad un sorriso.

"Non è pericoloso?"

"Cosa?Ma allora tu e Eve non avete ancora preso confidenza vero?"

Alzo un sopracciglio in direzione di Cloe, un attimo prima di vederla scendere con un balzo per poi afferrare il ramo di sotto per rallentare la caduta.

Piega le gambe e attutisce il colpo prima di alzarsi e raggiungerci.

Sembrava un'amazzone e la curiosità nei suoi confronti non fa che aumentare, o forse è la semplice ossessione di volerla portare a letto dato che non ha dimostrato nessun cenno di interesse nei miei confronti.

"Sei venuto "

"Non dovevo ?"

"Non credo che ti senta a tuo agio con questi due"

"Ehy!"

Ride e li ignora, mentre passo la bottiglia di vino a Luke che la accetta volentieri portandola dentro.

"Allora Isaac, che tipo sei?"

La piccola si avvicina curiosa ondeggiando, senza alcun secondo fine.

"Normale"

"Oh ma dai. Nessuno è normale se lavora al Rose's"

"E tu invece?"

"Sono molto curiosa e rappresento in un certo senso la figura della sorella minore nel gruppo. Avanti io voglio sapere di te. Quella cicatrice sul viso come te la sei fatta?"

Ecco perché non volevo venire,sono allergico a dare risposte che mi riguardino.

"Cloe, parla di meno e bevi di più"

La rossa si avvicina porgendole un bicchiere, per poi farmi l'occhiolino.

"Uffa,voi due siete degli asociali"

"No, sei tu che sei invadente"

"Zitto Ian, non ho chiesto il tuo parere"

Dove sono capitato in realtà?Lascio i due litigare e vado al tavolo seguendo la rossa.

"Grazie,per la piccoletta"

"Conoscendola vedrai che non è male. Ama parlare."

Prendo due birre e gliene passo una, ma scuote la testa e va ad aprire un piccolo frigo vicino al tavolo .

"Se devi offrirmi da bere della birra in bottiglia, ricorda soldato che sono un tipo da Corona"

Bere un lungo sorso, e nella mia mente si fa sempre più largo il desiderio di vedere le sue labbra attorno al mio cazzo, e questo sicuramente andrà a compromettere il nostro rapporto lavorativo.



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Manu

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