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Capitolo 30) Isaac

Osservavo i movimenti della rossa, in attesa che parlasse, ma non ne voleva sapere e continuava a toccare con la forchetta la sua colazione,senza però aver mangiato nulla.

Aveva smesso di piangere poco fa, ma al minimo rumore scattava per poi sospirare, restando vigile.

Non ci voleva molto a capire che si trovava in questo stato dopo aver incontrato quei due uomini venendo verso il bar.

Doveva trattarsi di quel Jonathan di cui mi aveva parlato, ma non ho potuto colpirlo per il semplice fatto che non sapevo chi fosse tra i due.

"Devi mangiare qualcosa Eve."

"Non ho appetito."

"Per via del tuo ex? Era uno di quei due di poco fa vero?"

Stringe la mano che impugna la forchetta, ma nasconde il viso con i suoi lunghi capelli, per evitare il mio sguardo.

"Che ti è preso?"

"Nulla!Adesso sto bene."

"Davvero?Perché fino a poco fa mi è sembrato che stessi piangendo."

"Smettila!Sono problemi miei soldato!"

"Dici così dopo tutto quello che abbiamo fatto stamattina? Vuoi che me nevada di nuovo? Deciditi una buona volta. Sono paziente fino ad un certo punto."

Attiriamo l'attenzione dei presenti, ma quando che li guardi per fargli capire che si devono fare gli affari loro.

Eve, nel frattempo, si prende la testa tra le mani e mordendosi il labbro guarda la finestra, immersa in chissà quali assurdi pensieri.

Stamattina, mentre era impegnata nel suo racconto, avrei voluto prendere a pugni il muro.

Sarà un senso protettivo nei suoi confronti? Resta il fatto che uomini del genere dovrebbero sparire dalla faccia della terra. Posso essere scontroso e burbero quanto voglio, ma se c'è una cosa che mia madre mi ha sempre insegnato e che le donne possono essere ferite facilmente e per questo bisogna proteggerle.

"Ho paura, contento? Se lui mi riportasse indietro io..."

Asciugo velocemente una lacrima traditrice. Vorrei stringerla a me, dirle di parlarmi di più di questo tipo, qualsiasi cosa per farla sentire meglio, ma il suono del mio telefono mi ricorda che non devo essere troppo morbido con lei, o in futuro sarà difficile andarmene.

"Pronto?"

"Ehy testone si può sapere quanto ci metti?"

"Sto arrivando , e non urlare al telefono."

"E secondo te, essendo io un'amorevole sorella lo farò?"

"Ti strozzo ."

Kate mi attacca il telefono in faccia , ancora mi domanda come una perenne bambina come lei si sia ritrovata ad essere madre.

"Ti sto trattenendo vero? Me ne torno a casa, ci vediamo stasera a lavoro."

Eve si alza con l'intenzione di andarsene, quando istintivamente le afferro il polso trattenendola.Mi guarda confusa e vorrei prendermi a pugni da solo per quello che sto per chiederle.

"Puoi venire anche tu, se vuoi"

Spalanca le palpebre e mi guarda come se mi fossero spuntate altre due teste, ma so per certo che in questo momento in realtà non vuole essere lasciata da sola.

Conosco la sensazione che si prova quando i demoni del passato tornano per prendersi la tua anima e vorrei evitarglielo.

"Esattamente,dove dovresti andare?"

"Ad uccidere quel Jonathan che domande."

Mi alzo, lasciando le banconote sul tavolo e dopo averle passato la sua giacca, la spingo fuori, non dandole la possibilità di protestare.

Torniamo a casa mia e presa la moto, la faccio salire dietro, ma questa volta quando si stringe a me, sento qualcosa di diverso. Più che una presa, sembra un abbraccio, per ringraziarmi, anche se non ho fatto niente, perché semai mi capitasse di rincontrare quei due tizi, farò in modo che mi dicano qualcosa di più prima di pestarli.

Ignara della destinazione, mi chiedo se portarla con me sia la soluzione migliore. Mia madre potrebbe iniziare a tartassarla di domande e a costruire grattacieli su di noi, ma non vedo altre soluzioni per tenerla sott'occhio.

Partiamo e durante il viaggio sento che inizia ad agitarsi, probabilmente non era mai stata in questa parte del quartiere e si sente insicura.

Dal specchietto riesco a vederla mentre gira il capo curiosa, fino a quando rallento in prossimità di un palazzo.

Quando scende continua a fissarmi, cercando di strapparmi qualche informazione, ma la ignoro,restando in silenzio. Busso, nel momento in cui la sento imprecare e quando mi volto capisco perché.

"Questa è la casa dei tuoi?"

Indica il nome vicino alla porta e mi fissa terrorizzata, ma ormai è troppo tardi per scappare, la porta si apre e una piccola pulce si aggrappa alle mie gambe.

"Tio!"

Prendo Lizzy tra le mie braccia,abbozzando un sorriso, prima di essere raggiunti da mia madre.

"Isaac,finalmente sei passato da questa tua povera...madre."

Resta con la bocca aperta,appena nota una presenza alle mie spalle, d'altro canto Eve è paralizzata e cerca di sorriderle, alzando la mano per salutarla.

Se bastava così poco per renderla mansueta, forse avrei dovuto farlo prima.

"S-salve."

"Oddio,scusami che maleducata, avrai pensato che sia una matta. Piacere Alice , sono la madre di questo asociale."

"Eve...Isaac,credo che sia meglio che vada, prendo un taxi e..."

"Cosa?Assolutamente no, sei nostra ospite e muovetevi ad entrare, o diventerete dei cubetti di ghiaccio."

Faccio spazio alla rossa, per permetterle di entrare, guadagnandomi uno sguardo omicida. Almeno,sembra che per il momento abbia dimenticato l'argomento Jonathan.

"Tio,è una tua amica?"

"Si, credo, non metterla a disagio."

"No,no, io sono bava."

Rimetto la piccola peste giù,che corre verso la madre, mentre i presenti osservano Eve come se fosse un aliena. Nulla di strano se portassi le donne con cui esco a casa, ma questo solo una volta è avvenuta in passato, quindi credo che mia madre segnerà questo giorno sul calendario.

"Non guardatela così! Scusali, mio marito e mia figlia sono dei maleducati ."

"Nessun problema , beh, piacere, Eve."

"James e lei è Kate."

Papà le stringe la mano, mentre mia sorella le fa una radiografia dalla testa ai piedi, per poi pizzicarsi la guancia.

"Cavolo,allora sei reale."

"Certo che è reale Kate! Su, accompagnate la nostra ospite in salotto che il pranzo ancora non è pronto, però Isaac avresti potuto avvertire,ora spero che tu e tuo padre non mangerete come al vostro solito."

Alzo un sopracciglio, per poi avvicinarmi alla rossa, poggiando la mano alla base della sua schiena, sentendola rigida come ad una statua.

"Rilassati Eve, nessuno ti mangerà."

"Giuro che più tardi ti strozzo."

Le pizzico un fianco prima di andare in salotto, seguiti anche dalla piccola peste armata di bambole. Ci sediamo sul divano, mentre mio padre si accomoda sulla sua poltrona e mia sorella vicino al camino.

"Allora,voi due..."

"Siamo colleghi , se Isaac mi avesse detto dove mi stava portando non mi sarei intromessa."

"Mio fratello è proprio un testone, tranquilla, nessun disturbo."

"Quindi tu sei la ragazza che lavora al Rose's, il proprietario è un mio amico."

"Conosce Luke?"

"Si,abbiamo un passato in comune, ma non darmi del lei, mi fa sentire vecchio ."

"Ma tu lo sei papà."

La battuta di Kate le riesce a strappare un sorriso, facendola sentire a proprio agio, mentre io osservandola, noto come sta bene in questo contesto, familiare.

Scuoto la testa, guarda tu cosa vado a pensare adesso.

***

Mangiamo e finalmente Eve,grazie a mia madre, mette qualcosa sotto ai denti, tra le varie domande che le fanno. Dopo il dolce, credo che stia davvero per scoppiare.

"Scusa la domanda Eve, ma la tua famiglia è di New York?"

Alla domanda di mia sorella,abbassa lo sguardo e si irrigidisce di nuovo, mentre io fulmino quella pettegola. Non è facile farla parlare del suo passato prima del Rose's, tra tutto ciò che poteva chiederle proprio quello doveva domandare .

"Eve,potresti andare a vedere cosa sta facendo Lizzy?"

Annuisce e Kate si becca anche un'occhiataccia da parte di mia madre.

Sospiro e prendendo la birra dal tavolo, esco fuori dal balcone per rinfrescarmi le idee. Pensavo che portarla qui l'avrebbe aiutata a distrarsi, ma a quanto pare la missione è fallita.

Bevo un lungo sorso, prima chemio padre mi raggiunga per fumare.

"Tu non hai da chiedermi niente?"

"Per quello bastano tua madre e tua sorella."

Alzo la bottiglia nella sua direzione per dargli ragione, ma sento che vuole dirmi qualcosa, ha lo stesso sguardo di quando da ragazzo, dopo aver partecipato ad una rissa, mi raggiungeva per farmi la paternale.

"Ma..."

"Sembra una ragazza fragile."

"Lo è , ma non vuole darlo a vedere."

"Luke mi aveva raccontato qualcosa in passato, diceva che questa novellina non faceva che combinare guai, ma non poteva mandarla via."

"Come mai ?"

"Sua nonna, ha avuto un ruolo importante per lui, ma alla fine si è anche affezionato ."

"Mi stai dicendo di chiedere qualcosa al mio capo?"

"No,ma, guardala."

Mi giro per vedere Eve, giocare con Lizzy. Sorride e sembra che qui dentro stia bene.

"Potrò anche essere diventato un vecchio brontolone, ma quella ragazza deve averne passate. Prima mentre tua madre cucinava, la guardava come ad un miraggio."

"Sei un vecchio osservatore tu."

"Già,comunque, restale vicino e cerca di non spaventarla come a tuo solito."

"Io non spavento le donne."

"Peccato che quando si affezionano tu le allontani."

"Guarda che è successo molto tempo fa."

"Anche io ho rapinato un chiosco molto tempo fa, ma sulla mia fedina penale è sempre presente quel dettaglio."

Getta la sigaretta, e dopo avermi dato una pacca sulla spalla, rientra, lasciandomi a decifrare il suo messaggio. Quel vecchio...ha sempre amato non darmi la risposta diretta alle mie domande, dovevo arrivarci da solo e adesso la storia si ripete.

Apro la finestra del salotto e attiro l'attenzione di Eve, intenta a fare le trecce a Lizzy, chele sorride a trentadue denti.

Mi siedo vicino a loro, prima che senta lo sguardo della rossa fissarmi.

"Qualcosa non va?"

"Grazie,per avermi portata qui."

"Era più vicino di casa tua."

"Certo...comunque,hai una bella famiglia."

Il suo sguardo si intristisce,ma la manina di Lizzy che le tocca la guancia, le fa tornare subito il buonumore, tanto da farmi credere di essermelo immaginato.

Sorride di nuovo e qualcosa si smuove in me, devo far qualcosa per lei, ma prima devo capire il suo passato e so chi potrebbe aiutarmi in questo.

Tranquille, le tottò stanno per arrivare 😂😂😂
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Manu








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