Capitolo 3) Eve
Fare da guida ad un uomo alto quasi il doppio di me, con l'aria di chi ti potrebbe uccidere a mani nude, non era proprio nel mio programma di oggi.
"Ti mostro il magazzino"
"Eve non spaventarlo, mi raccomando"
"Casomai potrebbe succedere il contrario Luke"
Ride, e ricambio anch'io un sorriso, mentre l'omone resta impassibile, bene, non ha senso dell'umorismo, dovrò annotarmelo da qualche parte.
Cammino verso il retro del locale e sono certa che Isaac mi stia seguendo.
"Qui sistemiamo gli alcolici, quando le casse stanno per finire segnalo sul quaderno al muro. Inoltre a volte potrebbero ordinare degli aperitivi, dovrai chiedere se vogliono semplici stuzzichini o qualcosa di più sofisticato, per quello dovrai andare in cucina, la porta è quella e la cuoca si chiama Roberta. Per il resto del personale ci sono altri due ragazzi Cloe e Ian, ma generalmente fanno il turno della mattina per le colazioni e cose ti questo tipo."
Mi volto a guardarlo e lo trovo pericolosamente vicino a me, quando si è avvicinato? Anzi la domanda che dovrei fargli e se sa volare o se possiede delle scarpe silenziate.
"D-domande?"
"No,credo di avere capito"
"Bene,a fine turno si pulisce la sala, ma ci alterneremo perché ci saranno anche i bicchieri da lavare. A volte abbiamo qualche band che si esibisce il sabato sera e in quelle occasioni le risse non mancano"
"Credo di saper placare una rissa"
"Non ne dubito, ma preferirei se lo facessi senza spargimento di sangue,prova a dialogare mmh?"
Gli passo di fianco e lo guardo di sottecchi e la stessa cosa fa anche lui. Fino ad ora sono riuscita a cavarmela egregiamente da sola, a volte è capitato che anch'io ho dovuto alzare le mani e che le prendessi, ma nella maggior parte dei casi nessuno a rotto niente, quindi l'orso qui deve stare calmo, non voglio avere a che fare con la polizia e beccarmi una denuncia o essere chiamata a testimoniare, in quel caso sarebbe un problema.
"Ora sistemiamo il locale e prepariamo dei bicchieri e le ciotole dei stuzzichini"
Annuisce, il tipo parla poco, e la cosa mi piace, niente domande sulla vita personale più lavoro,credo che andremo d'accordo.
Finisco di sistemare i tavoli e controllo che gli apparecchi elettronici siano in funzione per stasera, prima che Yoghi mi affianchi.
"Serve qualcosa ?"
"Ho finito, che stai facendo?"
"Controllo che sia tutto a posto, nulla di particolare"
"Sei una specie di tutto fare?"
Sorrido e scuoto la testa, come ho detto prima mi piace osservare le persone, ma Isaac ancora non l'ho inquadrato.
"Se vuoi metterla su questo piano"
Scendo dal parco e accendo l'insegna del bar, tra poco sarà orario di apertura e la folla inizierà ad arrivare, spero solo che Yoghi c'è la faccia a reggere il ritmo.
Vengo distratta dai miei pensieri dal suono del telefonino, devo essermi dimenticata di levare la suoneria.
"Pronto?"
"Finalmente,sei più irraggiungibile di un agente segreto"
"Scusami boss , mi è sfuggito di mente"
"Perdonata,allora quando mi verrai a trovare?"
"Domani se riesco, non ti preoccupare io non ti abbandonerò come quei vermi"
Al solo pensiero mi si stringe lo stomaco, a volte mi chiedo come sia possibile fare in modo di isolare una persona grazie a qualche mazzetta, ma sono lieta di essere fuggita da quei barbari per poter raggiungere la nonna, Rose Turner.
Già, quando sono scappata ho raggiunto il suo ultimo indirizzo, per poi scoprire che era stata chiusa in un ospizio, quando sarebbe stata in grado di partecipare alla maratona senza alcuno sforzo.
Sono riuscita a rintracciarla e grazie al suo aiuto io abito qui e lei è fuori da quel centro.
Ho preso il suo cognome e Evette Davidson non esiste più, al suo posto è nata Eve Turner.
"Pronto?"
"Scusami,stavo pensando"
La sento sospirare, so già cosa sta per chiedermi.
"Hai di nuovo fatto quei sogni?"
"No,sto bene davvero, non preoccuparti, passo a prenderti domani."
"Buon lavoro Eve, fai attenzione"
"Certo boss , come sempre"
Chiudo la telefonata e mi stringo i capelli alla radice sospirando, è da mia nonna che ho ereditato il dono di capire le persone al volo, e non riesco mai a mentirle senza essere sgamata. Mi ridesto dai miei pensieri e solo ora mi rendo conto di essere osservata da un paio di occhi nuvolosi, a quanto pare io e mia nonna non siamo le uniche a cui piace studiare le persone. Mi sono sentita sotto esame da quando ho incrociato il mio sguardo con quello di Isaac, quasi vorrei sapere a cosa sta pensando .
Il contatto visivo però viene interrotto quando entra Kail, puntuale come sempre, i due omoni si presentano e vederli vicino mi destabilizza, sono veramente bassa in confronto a loro, anche se un metro e settanta è già essere alti, se si pensa al resto delle ragazze.
La serata ha inizio e il locale inizia a riempirsi e verso le dieci siamo pieni, la band inizia a suonare e l'omone per quanto fuori luogo riesce a cavarsela abbastanza bene, attirando molto la clientela femminile, grazie alla camicia che gli sta aderente, e lo tartassano di domande, prima fra tutte "Sei single?".
Sorseggio la mia Corona e servo altri clienti, fino a quando non arrivare il provolone della serata.
"Non ho mai visto una barista così sexy"
"La cecità è una brutta cosa, ordini?"
"Te, se è possibile"
"Mi dispiace, non sono sul menù, allora? Ho altre persone da servire"
"Vodka lemon "
Mi passa lo scontrino e sorrido,adoro averla vinta, ma mentre lo prendo afferra la mia mano.
"A fine turno sei libera?"
"Non per te"
Tiro via il braccio, una delle cose che odio sono di sicuro i prepotenti, e in passato né ho avuti abbastanza per il resto della vita.
Noto come ancora una volta Isaac mi guardi e per rassicurarlo gli faccio un cenno, ci manca solo che gli rompa la faccia.
Il resto della serata prosegue tranquilla, e verso le quattro del mattino il locale si svuota.
Mettiamo tutto in ordine e una volta finito afferro due bicchierini e la bottiglia di Jack Daniels.
"Facciamo un brindisi?"
"Sei una che ci va giù pesante rossa"
"Amo eccedere, allora? Bere da soli non fa bene sai?"
Ghigna, perché quello di certo non può essere paragonato ad un sorriso, comunque afferra il bicchiere e dopo averlo riempito ci guardiamo negli occhi.
"Al nuovo arrivato"
"Io sono più una carcassa vecchia"
"Quanto sei brontolone, bevi e basta."
Ingurgito l'alcool e subito il retro gusto amaro colpisce le mie papille gustative.
"Sembri quasi un tipo apposto"
"E questo da cosa l'avresti dedotto rossa?"
"Mi chiamo Eve, e dal semplice fatto che ci sai fare con la clientela e che controlli le emozioni, credo."
"E tu invece? Sei una apposto? Anch'io ti ho osservato e sembri molto a tuo agio a sistemare le cose, ma c'è qualcosa che mi turba"
"Sarebbe?"
"Sei un'abile bugiarda"
Colpita e affondata, ma non mostro alcuna emozione, negli anni ho imparato a mascherarle grazie a quelli che dovrebbero essere i miei genitori.
"Come ho detto sei quasi un tipo apposto, ma chiariamo una cosa dato che lavoreremo a stretto contatto. Io la mia vita, tu la tua e stai tranquillo, che sul lavoro non mento.
Vado a cambiarmi, finisci tu soldato."
Sto per lasciare la sala, quando la sua voce mi ferma.
"Come l'hai capito? Sei una specie di indovina?"
"Ti si vede la medaglietta e non credo che con il tuo aspetto, sia una di quelle per bellezza, anch'io ti ho osservato oggi."
Gli lancio un sorriso strafottente prima di entrare nello spogliatoio, se c'è una cosa che Yogi dovrà capire è che io non sono di certo un tipo da sottovalutare.
E via con la tensione ormonale tra i due 😂😂😂
Vi aspetto al prossimo capitolo.
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Manu
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