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Capitolo 22) Eve

Ancora mi chiedevo perché diavolo avevo accettato di seguirlo, non era dame, insomma, non ragionavo più lucidamente. Da sempre prendevo lemie decisioni con logica, ma con Isaac, non ero riuscita a dirgli di divertirsi altrove.

Firma le ultime carte per il trasporto dei mobili, mentre annoiata, esco per fumarmi una sigaretta. Mi mancava solo questo guaio, per dare un po'' di movimento alla mia vita, dato che scappare di casa, rifugiarsi a New York, e lasciarsi passare per morta, era poco.

"Ti vuoi uccidere con le tue mani?"

Alzo un sopracciglio, guardo il soldato, come per chiedergli se ho capito bene la sua domanda.

"Fammi indovinare , essendo un soldato, cose come droga e fumo andavano contro i tuoi principi?"

"No, ma se hai una madre come la mia, certe fissazioni diventano ereditarie."

Credo che tenti di sorridere,pesando alla madre, ma non ne sono sicura. Mi chiedo se in realtà abbia mai sorriso.

"La tua famiglia com'è?"

Si ferma vicino alla moto,guardandomi dubbioso. Che tipo, ha affermato chiaramente la voglia di portarmi a letto, ma diventa timido se nomina la sua famiglia?Uomini, chi li capisce è bravo.

"Non avevi detto che non volevi sapere niente di me?"

"Sono cambiate un po' di cose soldato, ma se non vuoi parlarne non insisto."

Prendo il casco, per poterlo mettere, ma la sua mano afferra la mia, fermando il movimento.

Si appoggia alla moto, e dopo aver incrociato le mani al petto, esaltando i suoi bicipiti, schiocca la lingua sotto al palato, attirando la mia attenzione sugli occhi.

"Classica famiglia americana, credo. Mio padre era un biker, ora fa il pensionato insieme a mia madre, casalinga d'eccellenza. Ho una sorella minore,che sin da bambina si è sempre messa nei guai, tanto che dopo nove anni al fronte, mi ritrovo ad essere zio. Sua figlia, mi guarda come se provenissi da un altro mondo, e in un certo senso è così"

Ecco, non credevo che dietro le cicatrici, i muscoli e tutto questo ben di Dio, si nascondesse un ragazzone, legato alla famiglia. Dava più l'aria da, cattivone ribelle.

"Probabilmente pensa a come sfruttare l'altezza di suo zio..."

Gli sorrido e metto il casco, seguita da lui, che per qualche secondo resta fermo a fissare il vuoto. Ho detto qualcosa di strano? Cercavo di buttarla sul vago, infondo, è la sua famiglia.

"Ma,sei fortunato. Se tua madre è così apprensiva, anche adesso che sei grande e grosso, vuol dire che ti vuole bene. Ora sarà meglio andare."

Sale in sella e lo stesso faccio io. Mi riporta a casa, ma una volta arrivati, dopo avergli passato il casco, sfiora le mie dita con le sue, lunghe e callose.

"Io ho detto qualcosa di me, ma tu?"

Il sangue mi si gela nelle vene,mentre allontano la mano dalla sua, per prendere le distanze.

"Devo andare , e dovresti farlo anche tu, altrimenti arriverai in ritardo a lavoro."

Scappo nel palazzo, senza dargli tempo per rispondere o chiedere altro.

Entro nel mio appartamento, e riprendo fiato, perché intelligentemente, ho fatto le scale correndo , come se temessi di vederlo spuntare da dietro le spalle.

Accarezzo Thor e mi rilasso,anche se, tra poche ore, dovrò rivederlo.

***

Dopo essermi cambiata, lo raggiungo in sala, dove lo trovo impegnato a parlare al telefono.Evito di origliare la conversazione e vado da Roberta, intenta a tagliare dei tramezzini.

"Hola Roberta ."

"Eve, che ci fai qui?"

"Sono venuta a salutarti."

"Mmh,di solito quando vieni a cercarmi o provi a mangiare qualcosa, oppure hai bisogno di sfogarti."

"Mi conosci troppo bene, ho una gran fame."

Le do un bacio, prima di prendere uno dei tramezzini sistemati sul piatto, ma Roberta,continua a guardarmi sospettosa.

"Come vanno le cose tra te e Isaac?"

"B-bene, perché?"

"Nada, così, tanto per sapere. Sembrate andare d'accordo ahora."

"Abbiamo i nostri alti e bassi, tutto nella norma. Ora sarà meglio che vada."

Dannazione, quella donna deve essere una specie di sensitiva. Sospiro e quando esco mi imbatto nell'uomo che ultimamente mi sta causando solo problemi.

Il cuore inizia a fare il matto e a testa bassa, mi allontano, con la scusa che devo sistemare lo scaffale delle bottiglie.

***

La serata procede bene, parliamo di lavoro, e quando sento che la conversazione tenta di spostarsi sul personale, trovo scuse per allontanarmi.

A quanto pare, Yogi, oltre ad essere un tipo brontolone, è anche insistente.

Torno al banco, quando lo vedo impegnato a lasciarsi toccare da una cliente, che ci prova spudoratamente con lui.

Sento una fitta al petto, e se il mese scorso mi era indifferente, ora, ho voglia di prendere quella tipa per i capelli.

Devo calmarmi, questa non sono io e poi, io e il soldato non abbiamo nessun tipo di relazione.

Scappo fuori, ho bisogno distaccare e di fumare, tanto.

Il sapore della nicotina, sembra avere effetto. Ho di nuovo voglia di scappare, tutto questo è troppo per me, ma dovrei spiegare ad un paio di persone perché improvvisamente abbia voglia di andarmene.

Tiro l'ennesimo sospiro, quando la porta del retro si apre, mostrando l'uomo al centro dei miei pensieri.

"Tutto okay ?"

"Magnificamente. Dovresti tornare dentro, o le clienti inizieranno a piangere."

Vattene.

"Fammi capire , sei gelosa?"

"Io e te non abbiamo niente da spartire. Torna dentro."

Lasciami stare. Allontanati da me.

"Rossa, ti ho già detto di non innamorarti di me"

Di nuovo quella fitta. Getto la sigaretta per terra e faccio per passarlo, quando mi afferra il braccio per sbattermi al muro. Cerco di spingerlo, ma resta immobile.Lo prendo a pugni sul petto, fino a quando non prende anche l'altro braccio.

"Lasciami stare ! Io ti odio va bene? Non voglio avere niente a che fare con un tipo come te. Non voglio essere il giocattolo del momento."

"Vuoi l'esclusiva?"

Sussulto, quando mi costringe a guardarlo negli occhi. Sono duri e seri, mentre il suo pollice segna il contorno delle mie labbra.

"Allora?Dimmelo."

"Anche se fosse? Tu non vuoi legarti a nessuno giusto?"

Cerco di nuovo di liberarmi, ma stringe la sua presa, per poi tirarmi verso di lui. Preme le sue labbra forti sulle mie e stufa della sua prepotenza, lo mordo, ma invece di staccarsi si eccita di più.

La sua lingua trova la mia, e il mio corpo cade nella trappola.

Ricambio il bacio e una volta liberi i polsi, metto le mani nei suoi capelli tirandoli, nel tentativo di farlo male.

La sua barba graffia la mia pelle e dalla foga più volte i denti sbattono.

Le gambe diventano molli e quando si stacca lo guardo in quegli occhi di tempesta, attraversati da un istinto animale, che vede me come la preda e lui il mio predatore.

"Facciamo un tentativo rossa, ma ricordati."

"Niente amore "

Annuisco e dentro di me ricomincia la battaglia tra ragione, e passione. Sto per cedere sul serio?

Scusate il ritardo e che sapete già, impegni su impegni e il tempo che scorre troppo velocemente.😂
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Manu

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