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Un passo alla volta

Era ormai primavera inoltrata quando Diana si era rivelata pronta per tornare a Edimburgo.

- Sei sicura? - le aveva chiesto Fred quando Diana gli aveva esposto i propri propositi una sera in cui lui era passato a Villa Conchiglia dopo il lavoro.
- No - aveva ammesso lei - ma ci voglio provare. Non posso rimanere per sempre a Villa Conchiglia...
- Uno dei Murray rimarrà con te per aiutarti...da quello che dice Bill hanno gestito loro il negozio fino ad ora...

Diana aveva alzato gli occhi al cielo per mascherare il senso di angoscia che le stritolava lo stomaco all'idea di tornare a casa.

Aveva paura di crollare di nuovo. Aveva paura che la nostalgia per zia Karen potesse sopraffarla, proprio quando stava lentamente elaborando il dolore, ma dall'altra parte, sentiva anche il desiderio di tornare lentamente alla vita di tutti i giorni.

Quando Diana e Fred si materializzarono in un vicoletto nei pressi di Victoria Street e imboccarono poi a piedi la strada, lei aveva un groppo ben piantato all'altezza della gola.
Il sole faceva risplendere i colori sgargianti delle vetrine esattamente come Diana li ricordava.
L'insegna del negozio Harvey era lì ad aspettarla, scrostata come sempre.
Aveva guardato Fred che la fissava incoraggiante.

Non avevano parlato più del bacio che c'era stato. Diana aveva evitato il discorso come la peste, perchè non sapeva esattamente come affrontarlo e lui non era più tornato sull'argomento.
Forse se ne era pentito.
Oppure pensava che lei fosse troppo fuori di sè per ricordarsene.
O magari si era preso solo gioco di lei.
Sarebbe bastato parlarne per scacciare tutti quegli interrogativi, ma Diana si sentiva già abbastanza affaticata, come se negli ultimi mesi non avesse fatto altro che percorrere una corsa ad ostacoli. Inoltre, non era ben consapevole di cosa provasse esattamente per Fred: la sua vita nell'ultimo periodo era stata così un'accozzaglia di sensazioni che faceva fatica a distinguerne una dall'altra.
Forse si era solamente affezionata a Fred perchè era nel posto giusto al momento giusto.
Forse si sentiva legata a lui perchè era stata l'unica ancora a cui aggrapparsi.
Era assurdo prendere la rincorsa senza sapere dove fosse diretta.

Un passo alla volta: questo le avrebbe suggerito sua madre.
Diana sospirò pensando che, invece, zia Karen le avrebbe suggerito l'esatto contrario.

- Chissà quale dei due Murray mi sono guadagnata... - borbottò Diana cercando di sbirciare oltre la vetrina stipata con un'enorme quantità di oggetti e confinando in un angolino i dubbi che le aggrovigliavano i pensieri.
- Perchè fa differenza? - domandò Fred ingenuamente.
- Robert è ok - spiegò Diana muovendo il peso da una gamba all'altra per trovare il coraggio di entrare - Ben è...insomma, non abbiamo molta confidenza...
Fred mosse velocemente una mano, come per scacciare un insetto, e sorrise: - Beh, ma qual è il problema? Prendilo a pugni se non ti va a genio! - e poi con aria allusiva aggiunse - Ormai sei diventata piuttosto brava!

Diana arrossì violentemente perchè era la prima volta che Fred faceva anche solo vagamente allusione a ciò che era accaduto tra loro.

Un passo alla volta.
Se lo ripeteva mentalmente come un mantra per calmarsi.

Diana inspirò profondamente e deglutì prima di spingere la maniglia in ottone del negozio e sentire il suono della campanella appesa alla porta che la scaraventò con forza indietro nel tempo.

Era tutto come una volta.

L'odore di solvente chimico e di libri antichi le aveva accarezzato i sensi e l'immagine di zia Karen intenta a leggere il quotidiano o a sorseggiare un caffè aveva preso forma nella sua mente facendole riempire gli occhi di lacrime.
Era tutto uguale, ma, allo stesso tempo, diverso, perchè al posto di zia Karen, dietro al bancone di legno si trovava, invece, Benjamin Murray, con i capelli scuri pettinati all'indietro e una barba non rasata da qualche giorno. Al loro ingresso, l'uomo aveva alzato gli occhi scuri dal foglio che stava leggendo per osservare la porta d'ingresso.

Diana era abbastanza certa di poter contare sulle dita di una mano le conversazioni che aveva avuto con Ben in tutta la sua vita. Robert aveva sempre vissuto a Edimburgo, mentre Ben era sempre stato in viaggio: quello che sapeva di lui lo doveva ai racconti di zia Karen e di Robert e alle foto che lui periodicamente inviava.
Benjamin in posa davanti agli scavi dei Fori Imperiali a Roma.
Benjamin di fianco a un sarcofago egizio o Benjamin, cappello in testa e mani sporche, chino a scavare qualche tesoro in una necropoli azteca.

- Diana - esclamò Ben sgranando gli occhi e incurvando appena le labbra nella sua massima versione di un sorriso - non sapevo che...cioè sei tornata!
- Si, ehm... mi sono decisa e ho preferito cogliere l'occasione, prima di cambiare idea...
Ben annuì impercettibilmente e sollevò una mano in una specie di cenno di saluto verso Fred. Da ciò che Diana ricordava, il loro primo incontro al cimitero non era stato particolarmente piacevole.
- Vado di sopra a posare le mie cose... - si congedò Diana incamminandosi verso il piano superiore. Fred la seguiva in silenzio e anche Ben si incamminò su per le scale dietro di loro.

Ad ogni gradino sentiva il cuore sprofondare pesante verso il basso per la voglia di piangere.
- Ti sei guadagnata il Murray antipatico - le sussurrò Fred cercando di non farsi sentire da Ben e cercando di sdrammatizzare.
Una volta raggiunto il soggiorno, però la voglia di piangere fu velocemente spazzata via da ciò che le si presentò davanti.
- Ma che Merlino è successo qui dentro? - sbottò Fred stranito osservando la stanza.

L'appartamento, un po' come il negozio, non era mai stato particolarmente ordinato, ma la situazione sembrava di gran lunga peggiorata: il tavolo era ricoperto di vecchie lampade, calici polverosi, vecchi utensili arrugginiti, stampe e francobolli e, come se non bastasse, l'intero pavimento era disseminato da statue di tutte le dimensioni, piccoli mobili e tavolini impilati l'uno sull'altro e vecchi strumenti musicali. Nell'angolo del soggiorno accanto alla finestra, era comparso un vecchio pianoforte a coda.
- Ehm - tossicchiò Ben grattandosi la nuca a disagio - se avessi saputo che saresti arrivata oggi, avrei cercato di mettere un po' in ordine...proprio ieri ho concluso delle trattative con un paio di collezionisti che avevano fretta di liberarsi di tutta questa roba e...insomma, era un'occasione unica!
Diana, allibita e a corto di parole, cercò di fare lo slalom in punta di piedi per raggiungere la propria stanza per evitare di far cadere qualcosa. Fred la seguì cercando di mettere i piedi negli stessi punti in cui era passata Diana, come se attraversassero un campo minato.

La camera di Diana era più o meno come lei la ricordava, ad eccezione degli oggetti che sembravano essere sorti come funghi anche lì.
Fred soffocò una risata nel vedere la statua di un enorme ghepardo di bronzo seduto proprio di fianco al letto di Diana.

- Che sobrietà - Fred aveva una mano davanti alla bocca per mascherare il sorriso, mentre Diana guardava con una smorfia di sdegno un paravento dai disegni orientali che copriva la porta finestra.

- Ben - chiamò Diana alzando il tono di voce per farsi sentire e tornando verso il soggiorno, sempre con Fred che la seguiva- è troppo chiedere perchè c'è la statua di un ghepardo di fianco al mio letto?
Agitando la bacchetta freneticamente, Ben stava cercando di liberare almeno il tavolo e le sedie del soggiorno.
Diana, ancora in attesa di una risposta, allargò le braccia per il disappunto e urtò una vecchia lampada con una piantana fatta di foglie bronzee, che Fred riuscì ad afferrare al volo per non farla schiantare sopra ad uno scaffale colmo di vasi dalle forme strane.
- Si, ecco sto cercando di catalogare e fotografare tutto prima di spostare gli oggetti nel seminterrato - si giustificò Ben e poi con un'occhiata quasi implorante aggiunse: - magari ti va di darmi una mano...
Uno scampanellio dal piano di sotto richiamò Ben, che, prima di imboccare le scale disse: - Ah...e appena puoi chiama la tua amica Aileen! Passa di qua ogni giorno a farmi domande e non so più che inventarmi...è abbastanza...insistente!

Diana sbuffò lasciandosi cadere sul divano, mentre con una smorfia di dolore sfilava la statuina di un elefante in ceramica da sotto il cuscino e rimpiangeva già la pace di Villa Conchiglia.
Aileen avrebbe voluto una spiegazione per la sua sparizione durata mesi e Diana non aveva idea di che scusa sufficientemente plausibile inventarsi.
- Sarà un'allegra convivenza quella con Murray - constatò Fred sghignazzando - ha sempre quell'espressione di chi ha cacca di drago sotto il naso! Mi ricorda un po' Percy... - e poi tornando serio e assottigliando gli occhi in un'espressione decisamente diabolica aggiunse: - se vuoi posso mettergli una confezione di Pasticche Vomitose nel caffè!
- Grazie Fred, ma forse non è il caso - rispose Diana immaginandosi Ben vomitare in stile "L'esorcista" e poi continuò: - Sarà una tortura....e ancora devo parlare con Aileen! La situazione evolverà da "tortura" a "bagno di sangue" alla velocità della luce!
- Ma non è la tua migliore amica?
- Appunto! Sarà arrabbiata! Sono sparita per mesi senza dare notizie! Mi farà a pezzi e danzerà sui resti del mio cadavere! - proruppe Diana in tono melodrammatico.
Fred scoppiò a ridere guardando uno dei numerosi orologi che ticchettavano in soggiorno: - Devo tornare a lavoro, oppure sarà George a ballare sul mio cadavere! I cappelli Scudo stanno andando a ruba e dobbiamo metterci a produrne altri il prima possibile! Fammi sapere come va con la tua amica, fifona! - si alzò dal divano con una strana espressione indecisa e poi si smaterializzò in fretta e furia prima che Diana potesse rispondergli.

La stanza era scivolata velocemente nel silenzio e Diana, un po' delusa dalla fuga di Fred, e per evitare di sprofondare nella tristezza e nei ricordi, si decise a telefonare a Aileen.
- Pronto, Aileen...sono Diana - emise velocemente non appena sentì la voce dell'amica dall'altro capo del ricevitore.
- D-diana? - Aileen sembrava non credere alle proprie orecchie.
- Scusami - si limitò a dire semplicemente.
- Sei a casa? Stai bene?- chiese Aileen in tono freddo.
- Si... - Diana non sapeva bene che dire.
- Arrivo tra mezz'ora - Aileen chiuse la telefonata senza aggiungere altro.

Ciò che più spaventava Diana era rimanere sola e con le mani in mano con come unica compagnia lo sciabordio dei suoi pensieri, quindi si avviò subito a sistemare i suoi bagagli per poi passare a sistemare la propria camera. Avrebbe voluto tanto essere come l'appartamento in cui si trovava: talmente pieno di oggetti da essere irriconoscibile. Lei, allo stesso modo, avrebbe voluto essere talmente piena di cose da fare da non avere il tempo di pensare.

- Diana sei qui? - la voce di Aileen la richiamò verso il soggiorno.
Aileen, stranita e con i capelli più corti di quanto Diana ricordasse, si guardava intorno allibita dalla quantità di oggetti sparsa ovunque.
Prima che l'amica potesse parlare, Diana si avvicinò a lei e le lanciò le braccia al collo stringendola in un abbraccio per farsi perdonare per il suo comportamento.
Aileen ricambiò l'abbraccio stringendola a sè, mentre Diana tirava su con il naso e cercava di frenare le lacrime: - Ma chi sei tu che piangi e mi abbracci? Che ne hai fatto della mia amica? - chiese Aileen cercando di farla sorridere, mentre poi con tono più serio disse: - Mi dispiace per Karen...
- Mi dispiace per essere sparita - Diana sciolse l'abbraccio.
- Sappi che sono arrabbiata con te - la minacciò Aileen puntandole un dito contro, ma aprendosi già in un sorriso comprensivo - ma ora mi devi raccontare tutto e...soprattutto perchè non mi avevi mai detto che Benjamin Murray è un figo stratosferico??
Diana scoppiò a ridere sentendo la tristezza e l'angoscia scivolare via, grata che le cose con Aileen non fossero poi cambiate così tanto.
Si sdraiarono sul letto di Diana e, mentre Aileen avvolgeva la propria sciarpa sul collo del ghepardo di bronzo sostenendo che così sarebbe stato più elegante, Diana si inventò un tragico incidente stradale che aveva tolto la vita a zia Karen.
- E quindi sono rimasta con i Weasley... - terminò il racconto Diana.
- ...Che sono quei parenti dove sei andata a passare il Natale? - si informò Aileen
- Non proprio parenti - la corresse Diana - direi amici di famiglia della zia.
- E quindi ora vivrai con Benjamin? - Aileen ne sembrava entusiasta.
- Già - constatò Diana con ben poco entusiasmo - sarà imbarazzante...
- Per toglierti dall'imbarazzo, posso sempre auto invitarmi a cena da voi tutte le sere - si offrì l'amica con un sorriso malizioso.
- Si, sarà proprio per togliermi dall'imbarazzo... - Diana sorrise scuotendo la testa perchè Aileen era incorreggibile.

Dopo i primi imbarazzi creati dalla convivenza con un estraneo, Diana e Ben erano riusciti a instaurare una sorta di precario equilibrio. Ben era così taciturno da far apparire Diana una chiacchierona, ma se si sapeva come prenderlo, non era poi così male.
Ad esempio, Diana aveva imparato che era meglio non rivolgergli la parola prima che avesse assunto la sua dose di caffeina giornaliera: quando Fred si era presentato di prima mattina per restituire Antares, rimasto fino a quel momento alla Tana, e aveva iniziato a parlare a macchinetta, Ben aveva serrato le labbra e aveva trucidato Fred con uno sguardo omicida, mentre probabilmente si tratteneva dallo Schiantarlo.

Ben, infatti, sopportava a stento Fred e George che, da parte loro, lo avevano già eletto a nuova vittima preferita per i loro scherzi, giustificandosi dicendo che avevano sempre bisogno di nuove cavie su cui testare i loro prodotti: quindi, nonostante Diana si fosse rivelata contraria, le Pasticche Vomitose erano già finite più volte nel caffè di Ben, che ormai, per evitare spargimenti di sangue, preferiva fare colazione alla caffetteria o sparire nell'istante stesso in cui le due teste rosse facevano irruzione in casa; i gemelli gli avevano già sostituito un paio di volte la bacchetta con una di quelle finte in vendita al loro negozio e Ben, nel semplice gesto di accendere la luce, si era ritrovato tra le mani un pollo di gomma al posto della solita bacchetta.

Infine, una sera, Diana si era quasi strozzata con il bicchiere d'acqua che stava sorseggiando nel notare Ben seduto a suonare il pianoforte con un foglio appiccicato alla schiena con scritto "Sfilatemi il manico di scopa che ho nel didietro", soprattutto perchè Fred e George erano stati lì quella mattina e ciò significava che Ben aveva gironzolato tutto il giorno per il negozio con quel cartello appeso alla schiena. Quando se ne era reso conto, nessun incantesimo era stato in grado di staccarlo ed era stato costretto a buttare maglietta e cartello: Fred e George si erano rammaricati molto nel non poter vedere la scena dal vivo.

Le uniche chiacchiere che Ben gradiva erano quelle del fratello e Diana, spesso, aspettava con ansia l'arrivo di Robert per riempire i vuoti silenzi che aleggiavano in casa, altrimenti riempiti solo dalle note di musica classica provenienti dal vecchio pianoforte.

L'unica cosa di cui Diana e Ben avrebbero parlato per ore senza intervallarsi con silenzi imbarazzanti era l'arte, perchè gli aneddoti che Ben conosceva sembravano non esaurirsi mai. Aveva visitato moltissimi luoghi e Diana si abbeverava dei suoi racconti: di quando aveva visitato i templi indiani, di quando era entrato all'acropoli di Atene o di quando aveva scoperto tesori di valore inestimabile nei vari scavi archeologici a cui aveva preso parte.

Se Diana non lo avesse visto utilizzare più volte la magia, non avrebbe mai immaginato che avesse potuto essere un mago. Ben e Robert si erano adattati benissimo alla vita tra i babbani e si erano rivelati molto diversi dalla famiglia Weasley, che sembrava quasi vivere in un mondo parallelo.

Per Diana, il ritorno alla vita normale era stato difficile: Ben le aveva fatto capire senza troppi giri di parole che le era praticamente vietato uscire di casa da sola per evitare che potesse correre pericoli, quindi non faceva altro che rimanere in casa, aspettando che fossero Fred e George o Aileen a passare del tempo con lei. Il suo umore ne aveva risentito parecchio: c'erano già giorni più difficili di altri in cui sentiva maggiormente la mancanza di zia Karen, se poi ci aggiungeva il fatto che non poteva lasciare le quattro mura dell'appartamento o del negozio, la situazione non faceva che peggiorare.

Diana sospirò e uscì dal bagno per dirigersi verso la sua stanza, dove sul letto trovò Aileen ad aspettarla.
- Da dove sei entrata? - chiese Diana sobbalzando e scandagliando la stanza con lo sguardo per cercare il Blackhole.
- Mi ha fatto entrare Darth Vader - rispose semplicemente Aileen limandosi un unghia.
- Chi? - domandò Diana stranita notando l'orologio sul comodino e avvicinandosi per afferrarlo e infilarselo al collo.
- Benjamin - spiegò Aileen con uno sbuffo annoiato - si veste sempre di nero e un po' me lo ricorda...
- Ma non era un figo stratosferico? - la prese in giro Diana.
- Si, lo pensavo prima di scoprire quanto è noiooooso! - Aileen roteò la lima per le unghie per dare maggiore enfasi al suo discorso e poi aggiunse: - sai...potremo uscire! Stiamo sempre da te...
Diana sospirò: - Te l'ho già detto! Benjamin è molto...protettivo nei miei confronti! Non vuole che esca da sola con te! Non dopo l'incidente di zia Karen...
- Ma che pensa che possa succedere? Glielo hai detto che io ho fatto arti marziali da piccola?
- Si, ma...
- Glielo chiederò io! Non potrà dirmi di no! Ho già preso i biglietti del cinema per quel nuovo film con Leonardo Di Caprio!- e uscì a passo di marcia dalla stanza per dirigersi in cucina e perorare la propria causa.

- No - rispose Ben con aria imperscrutabile, dopo che Aileen gli ebbe esposto la sua richiesta; nel frattempo, l'uomo girava le manopole del forno con la stessa concentrazione di un pilota che cercava di far atterrare un aereo nella tormenta.
- Ma signor Murray - protestò Aileen sfoderando il suo sguardo più innocente - la prego!
- Aileen, puoi anche pregarmi in ginocchio, ma la risposta sarà sempre no!
- E se Lyall venisse con noi? - propose Aileen di getto.
Diana guardò storto l'amica cercando di capire come le fosse venuta un'idea del genere, visto che lei e Lyall non si erano ancora parlati da quando Diana era ritornata a Edimburgo.
- Lyall? - Ben armeggiava ancora con il forno, tanto che Diana, mossa a pietà, lo fece spostare per accenderlo in un gesto veloce - non lo conosco...quindi no!
Aileen stava per mettere il broncio e Ben frenò ulteriori proteste dicendo: - Per quello che mi riguarda potrebbe anche venire a prendervi Leonardo Di Caprio in persona e la risposta sarebbe comunque no!

Un rumore che Diana e Ben riconobbero all'istante si propagò dal piano inferiore, prima che una voce chiamasse: - Pixie? Murray? Dove siete? Qua è buio, per Merlino...Lumos!
Ben sbuffò e borbottò tra sè - Certo che è buio...il negozio è chiuso...
Diana sbarrò gli occhi e superò Aileen di corsa, prima che l'amica, con espressione perplessa, si avvicinasse alle scale.
- Freeeed! - lo salutò Diana con tono esageratamente alto chiudendosi la porta alle spalle e in faccia ad Aileen e correndogli incontro giù per le scale - spegni quella cosa!

Fred Weasley, infatti, saliva le scale con la bacchetta alzata come una torcia ad illuminargli il viso sorridente.
Diana si fermò davanti a lui e gli prese la mano che teneva la bacchetta per abbassargliela e nasconderla dietro la schiena del ragazzo.
- Spegnila e comportati da persona normale! C'è Aileen!
- Nox - sussurrò Fred che con aria risentita proseguì- ma per chi mi hai preso? Mi comporto sempre da persona normale! E non c'è mica bisogno di saltarmi addosso, cioè, ok che non sai resistermi, però controllati! - e scoppiò a ridere.
Diana alzò gli occhi al cielo sbuffando e si morse un labbro dubbiosa, ma condusse Fred in casa.
- Ciao Weasley - lo salutò Ben roteando gli occhi al cielo - anche oggi qui? E io che speravo ti avessero rapito gli alieni...
Fred gli rivolse un falso sorriso dicendo: - Naaah, come faresti senza di me, Murray? Chi ti attaccherebbe messaggi d'amore sulla schiena?
Ben, che aveva in mano un cucchiaio di legno, lo puntò verso Fred con espressione minacciosa.

Diana si mise tra i due per evitare che iniziassero a battibeccare e presentò Fred e Aileen.
- Finalmente ti conosco! - le sorrise Fred - Diana mi parla sempre di te!
- Ah si? - cinguettò Aileen lanciando un'occhiata interrogativa a Diana - strano perchè invece di te non mi ha mai parlato!
Diana si grattò una tempia, preoccupata per come potesse andare a finire quell'incontro, mentre Fred la guardava storto.
L'espressione di Aileen si illuminò repentinamente, mentre affiancava Fred prendendolo per un braccio e lo trascinava davanti a Ben.
Lo stomaco di Diana si ribaltò in un'acrobazia nell'osservare la scena.
- Signor Murray, e se Fred venisse con noi al cinema ci lascerebbe andare?
Ben soppesò le parole di Aileen e osservando Diana espirò: - Se ci tenete così tanto e se a Fred va di accompagnarvi...
- Certo! - esclamò Fred sorridente - non sono mai stato al cinema!
Aileen si voltò ad osservarlo stranita, mentre Diana sgranava gli occhi in quella che sperava fosse un'espressione eloquente e che parve funzionare perchè Fred corse ai ripari: - Volevo dire che non sono mai stato al cinema...qui a Edimburgo!
Aileen non parve convinta, ma emise un gridolino di gioia e tornando a rivolgersi a Ben esclamò: - Grazie signor Murray! Posso abbracciarla?
- No - rispose categorico Ben facendo due passi indietro e facendo ridere Diana per l'espressione spaventata che assunse - beh, visto che voi uscite, ne approfitterò anche io per...ehm...fare delle commissioni.

All'uscita dal cinema, a fine film, Diana e Aileen erano ancora in lacrime.
- Piantatela di piangere! - sbuffò Fred divertito.
- Io sto piangendo per l'adattamento cinematografico moderno che ha completamente snaturato l'opera shakespeariana! - esclamò Aileen adirata.
Fred arricciò il naso in una smorfia confusa e osservò Diana in cerca di aiuto.
- Lascia perdere - farfugliò Diana asciugandosi le lacrime - Aileen studia recitazione ed è un po' paranoica quando qualcuno le tocca il vecchio William...

Dopo aver discusso in lungo e in largo di come avrebbero potuto salvarsi Romeo e Giulietta, Aileen fu accompagnata a casa e Diana e Fred tornarono al negozio Harvey.
- Ben non è ancora rientrato... - constatò Diana vedendo che mancava il giubbotto di Ben dall'attaccapanni dell'ingresso.
- Aspettiamolo! - propose Fred lanciandosi sul divano.

Diana si lasciò cadere sul divano mentre uno strano sollievo la pervadeva. La serata era andata bene, ma era rimasta sempre preda dell'ansia che Fred si lasciasse sfuggire involontariamente qualche affermazione ambigua sul mondo magico, quindi ora che erano soli si sentiva decisamente più rilassata.

- Perchè hai quella faccia da pesce lesso? - domandò Fred - stai ancora pensando a quel cretino di Romeo che si suicida pensando che Giulietta sia morta?
- No - ammise Diana rendendosi conto che loro due finivano sempre a parlare su un divano nel cuore della notte - stavo pensando che sei l'unico con cui riesco a parlare senza dovermi preoccupare di stare attenta a ciò che dico.
Fred la osservò e sembrava sinceramente sorpreso da quel discorso così a cuore aperto.

Era la verità: Aileen era la sua migliore amica, ma non poteva rivelarle l'esistenza del mondo magico e del Blackhole o l'avrebbe solo messa in pericolo; Ben non era propriamente una persona con cui si sarebbe confidata e, inoltre, lui non sapeva tutto. Non sapeva che Diana fosse in grado di utilizzare il Blackhole e, per il momento, lei preferiva che ne rimanesse all'oscuro.
Se qualche mese prima le avessero detto che il suo unico confidente sarebbe stato Fred Weasley, si sarebbe messa a ridere di gusto.
E invece, non faceva altro che aspettare di trovarsi sola con lui per sentirsi veramente sè stessa.

Sorrise al vuoto che li separava e abbassò lo sguardo, perchè prima o poi ci sarebbe stato anche un altro discorso da affrontare e cioè che c'era ben altro oltre il vuoto tra loro, ma Diana, per quanto si sentisse più incline alle emozioni di quanto non fosse mai stata, non si sentiva di certo pronta ad affrontare gli strani sentimenti contrastanti che provava.
E se avesse rovinato tutto?
E se lui si fosse fatto solo una grossa risata senza prenderla sul serio?

Un passo alla volta: si ripeteva mentalmente.

- L'ho sempre saputo che prima o poi mi avresti adorato, tranquilla...dovevi solo arrivarci da sola! Certo che ce ne hai messo di tempo! Sei proprio tarda!- scherzò Fred interrompendo i suoi monologhi interiori.
Il cuscino del divano lo colpì in faccia un attimo dopo, posticipando ogni discorso serio che si era affacciato nella mente di Diana.
- Raccontami ancora della faccia di Murray quando ha visto il foglio che gli abbiamo attaccato sulla schiena!

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ciao!
Questo capitolo è decisamente più spensierato rispetto ai precedenti e direi che dopo tristezza e depressione ci voleva un po' di leggerezza! Ci tenevo a farvi conoscere meglio qualche altro nuovo personaggio, come Aileen e Benjamin...come vi sembrano?
Se vi va, fatemi sapere che ve ne pare! Io sono sempre super contenta di leggere e rispondere ai commenti :)
Grazie a chi sta seguendo questa storia ❤️
A presto!
Sere

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