"Ora ci credi?"
La mattina successiva, quando Fred si svegliò, Mundungus era praticamente accasciato sul tavolo e russava sonoramente ancora avvinghiato alla bottiglia di Whisky Incendiario che aveva rimediato chissà dove. Fred roteò gli occhi al cielo e schioccò la lingua in segno di disapprovazione, perchè chissà da quante ore il negozio era rimasto privo di sorveglianza.
Dall'altra parte della strada, fortunatamente, sembrava essere tutto tranquillo. Erano quasi le dieci e il negozio di antiquariato Harvey, come ogni mattina, era già aperto.
Dopo essersi fatto una doccia e lanciando una rapida occhiata al mago ubriacone che non si era mosso di un millimetro, uscì a passo felpato dall'appartamento.
Si ritrovò in strada. La giornata era livida e un forte odore di umidità gli penetrò nelle narici. Iniziavano a scendere le prime pesanti gocce di pioggia, che in pochi istanti si trasformarono in scroscio abbondante. Fred attraversò la strada a passo svelto cercando di proteggersi dalla pioggia mettendosi una mano sopra alla testa ed entrò nel negozio di antiquariato senza esitazioni.
Il suo ingresso fu accompagnato dal vivace trillo di una campanella appesa sopra alla porta. Il locale era abbastanza grande e poco luminoso a causa della grande quantità di oggetti che ricoprivano ogni centimetro quadrato disponibile. Fred, per un attimo, ebbe la fugace impressione di trovarsi nella Stanza delle Necessità. Al piano terra era affastellata su mensole, scaffali e tavoli una moltitudine di oggetti tra i più svariati: candelabri e antichi calici, piatti e stoviglie, quadri e piccoli mobili intarsiati in legno, scrittoi decorati e strane sculture con piedistalli dalle forme animalesche. L'ambiente era coronato da un piccolo soppalco in legno che si affacciava sul piano inferiore e sul quale erano stipati ordinatamente libri dai dorsi antichi e ricoperti di polvere, oltre a un'altra enorme quantità di specchi, vasi, lampade a olio e vecchi orologi di tutte le forme e le dimensioni. Tutta la stanza emanava un forte odore di polvere. Alla sua sinistra si srotolava, invece, una scala in legno che probabilmente conduceva all'abitazione sopra al negozio.
Una voce dal retro esclamò - Arriviamo subito! - e poi aggiunse - Diana, vai tu per favore?
Da una porta sulla destra si sentì provenire uno sbuffo, un borbottio e un rumore di strumenti che venivano frettolosamente appoggiati da qualche parte. In quel momento Fred si rese conto di non sapere bene perchè si trovasse lì. Se pochi minuti prima recarsi al negozio e mettere in guardia Karen Harvey e la nipote gli era sembrata la cosa giusta da fare, in quel momento non ne era più tanto sicuro. Tutte le certezze che aveva avuto fino a quel momento si erano dissolte. Stava praticamente per infrangere lo Statuto di Segretezza. Ma ormai era troppo tardi per i ripensamenti. Avrebbe dovuto improvvisare dato che la ragazza bionda, che a quanto pare si chiamava Diana e non Debby come sosteneva Mundungus, era apparsa davanti a lui a capo chino mentre tentava di slacciarsi un grembiule bordeaux abbastanza sporco.
- Buongiorno, posso aiutarl...- si bloccò alzando la testa e spostandosi la frangia dagli occhi portando con sé una sgradevole folata di odore di solventi chimici.
- Ah...ancora tu? - constatò in tono acido riconoscendo Fred dopo l'incontro alla caffetteria.
Fred sfoderò il suo miglior sorriso a trentadue denti che solitamente recuperava dal repertorio solo per mamma Molly quando doveva farsi perdonare qualcosa e alzò la mano destra in cenno di saluto.
Diana alzò le sopracciglia in attesa che lui dicesse qualcosa, ma Fred si limitò a guardarsi intorno assumendo un'aria disinvolta. Mosse qualche passo nella stanza fingendosi interessato a un vecchio candelabro appoggiato su uno scaffale alla sua sinistra.
- Sei venuto a continuare a spiarmi?- sbottò Diana facendo trasalire Fred che aveva allungato una mano per afferrare il candelabro e rischiò di farlo cadere. Spiarla? Quindi lo aveva riconosciuto alla finestra, la sera prima? Oppure alludeva al fatto che avesse ascoltato la sua conversazione con il barista alla caffetteria?
- Oppure - proseguì Diana con tono di sfida avvicinandosi e mettendo a posto il vecchio candelabro in argento - vuoi distruggere il negozio?
- Sei sempre così amichevole con chi è gentile con te?- domandò Fred sorridendo così tanto da risultare inappropriato e passandosi una mano tra i capelli - non mi sembra tu sia stata così svelta a rispondere male al tuo amico barista.
Diana deglutì e sentì le guance arrossarsi davanti alla sfacciataggine di quel ragazzo. Non sapeva se ad irritarla di più fosse la sfacciataggine, i capelli rosso fuoco che non smetteva di toccarsi o quell'espressione di chi sembrava divertirsi un mondo a prendere in giro le persone.
Prima che Diana riuscisse ad imbastire una risposta coerente, Karen Harvey, preoccupata che potesse essere entrato un malintenzionato, arrivò dal retro bottega.
- Buongiorno - salutò educatamente ma con sguardo penetrante, come se volesse capire che cosa stesse accadendo.
Prima che Fred potesse ricambiare il saluto, si sentì un altro scampanellio che annunciava un altro visitatore, il quale rivolse alla proprietaria un timido saluto: - Ciao Karen!
- Che mi venisse un colpo, Mundungus Fletcher! Vecchia canaglia che non sei altro! - esclamò Karen con tono di rimprovero anche se la sua espressione tradiva un sorriso.
Fred e Diana, contemporaneamente si voltarono l'una verso sua zia e l'altro verso il suo compagno di missione, senza capirci nulla.
Karen e Mundungus si stavano scambiando dei convenevoli, quando la donna si sporse verso Fred e chiese - Ehm...e tu sei?
Mundungus balbettò qualcosa di incomprensibile, mentre Fred rimase per un attimo impietrito a valutare il dà farsi.
Si avviò verso Karen e allungando la mano per presentarsi esclamò - Io sono Fred...
Karen gli sorrise amichevole e gli presentò la nipote che era rimasta a fissare la zia con un cipiglio interrogativo e le braccia conserte.
- Molto piacere, Diana! - esclamò Fred sorridendole in modo falso. Per tutta risposta la ragazza sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Karen Harvey non riusciva a spiegarsi lo strano comportamento della nipote.
Il momento di imbarazzo venne interrotto da Mundungus che si schiarí la voce con un colpo di tosse e poi si rivolse a Karen.
- Karen...io, ehm...volevo soltanto metterti in guardia. Insomma, immagino tu abbia saputo che ci sono stati vari furti in negozi qui a Edimburgo...e...beh ecco io, volevo solo controllare che stessi bene e... - Mundungus farfugliava a bassa voce come a non volersi far sentire dai due ragazzi poco distanti.
Karen appoggiò le mani sul bancone di legno e lo interruppe domandando schietta : - Mi stai dicendo che i furti sono collegati al tuo mondo?
Mentre Mundungus annuiva a Karen, Fred e Diana tornarono a guardare la strana coppia con tanto d'occhi. Diana stava cercando di capire chi fosse quello strano uomo e cosa intendesse dire la zia con quella strana domanda. Fred, invece, sogghignava, perché a quanto pare Mundungus Fletcher e Karen Harvey, non solo si conoscevano, ma lei sapeva anche dell'esistenza del mondo magico. La situazione si faceva decisamente interessante.
Karen esaló un sospiro e si massaggiò una tempia lanciando uno sguardo alla nipote.
- Andiamo di sopra - sentenziò lasciando scorrere lo sguardo su tutti i presenti nella stanza - dobbiamo parlare - si avviò decisa verso la porta d'ingresso del negozio e ruotò il cartello di legno esponendo la scritta "TORNO SUBITO" verso l'esterno. Girò la chiave nella toppa due volte e fece segno di salire le scale in legno scuro.
Diana si stava domandando che cosa stesse succedendo. Seguí la zia al piano di sopra sui gradini scricchiolanti, mentre i due nuovi arrivati la seguivano.
- Zia, che succede? - provò a chiederle preoccupata per sondare il terreno - perché hai chiuso il negozio?
Karen si voltò e sorridendo debolmente disse - Scusami Diana, ora ti spiego!
Una volta arrivati nel piccolo soggiorno, Karen fece segno a Fred e Mundungus di accomodarsi sul divano color senape, mentre lei si diresse in cucina a preparare del tè. Diana, invece, si issò con le mani e si sedette sopra il tavolo lasciando penzolare i piedi nel vuoto.
Fred notò che l'arredamento della stanza sembrava essere composto da un'accozzaglia di strani e consunti mobili provenienti dal negozio e che probabilmente nessun cliente si era dato la pena di acquistare.
- Mundungus, che succede? - chiese Karen mentre tornava dalla cucina e disponeva delle tazze di ceramica fiorate in stile Wedgwood sul tavolino di vetro al centro del soggiorno.
- Già, Dung, che succede? - chiese Fred, allusivo, mentre si appoggiava i gomiti sulle ginocchia, in attesa di una spiegazione da parte dell'uomo.
Mundungus sembrava non sapere da che parte cominciare. I suoi occhi scuri saettavano su Karen e poi su Diana, senza capire se potesse parlare liberamente.
- Dei maghi malvagi stanno cercando qualcosa - provò a dire mentre portava lo sguardo sulle proprie mani intrecciate in grembo - e ho pensato che potesse essere qualcosa che si trova nel tuo negozio. La notte scorsa é stato derubato il negozio di antiquariato su Prince Street e...un bab...un uomo ha perso la vita. Siamo qui per tenere d'occhio la situazione. Dobbiamo capire cosa cercano in modo da non farvi correre rischi. Colui-che-non-deve-essere-nominato è tornato e stavolta non si fermerá...
Karen e Diana lo fissarono incredule. Fred, con un sopracciglio sollevato, aspettava di sapere dove volesse andare a parare Mundungus.
- Che stai facendo, Dung? - sibilò Fred irrequieto. Anche lui aveva pensato di svuotare il calderone con le due donne, ma ora che era Mundungus ad aver preso l'iniziativa, cominciava a sentirsi agitato.
Mundungus lo guardò storto e lo rimbrottò dicendo - Pel di carota, siamo in questa situazione per colpa tua - e poi tormentandosi la tasca della giacca in cui teneva la bacchetta constatò - forse la tua non è una cattiva idea, dato che comunque Karen conosce giá il nostro mondo.
Fred assunse un'espressione sorpresa e rivolgendosi a Karen chiese - Lei è una strega?
- No - sentenziò Karen lanciando un'occhiata preoccupata alla nipote - sono una Maganò.
Per qualche attimo l'unico rumore all'interno dell'abitazione fu il fischio del bollitore che proveniva dalla stanza accanto, poi Diana scese dal tavolo con un tonfo e sbottò:
- Qualcuno vuole dirmi cosa sta succedendo? Che diamine di discorsi state facendo? Maghi e streghe? Se è uno scherzo non fa ridere per niente... - fece un sorriso scettico e poi, guardando la zia, proseguì - zia, siete impazziti? Tu sei che cosa? - E non ottenendo risposta si diresse in cucina a spegnere il fornello facendo ondeggiare i lunghi capelli color miele. Era evidente che l'uomo piccolo e pelato avesse qualche rotella fuori posto. Non capiva che cosa volessero da loro quei due e, soprattutto, sembrava che zia Karen le stesse nascondendo qualcosa.
Quando tornò in soggiorno con in mano la teiera, notò che sua zia e Mundungus stavano bisbigliando qualcosa, ma si interruppero non appena lei mise piede nella stanza. Karen là guardò dolcemente da dietro gli occhiali rettangolari e si batté i palmi delle mani sulle cosce come a darsi coraggio.
- Beh, Diana, pare che sia arrivato il momento che ti racconti tutto - prese coraggio zia Karen iniziando a tormentarsi una corta ciocca di capelli biondi, mentre Diana versava il tè per tutti e quattro.
Prima che la zia potesse iniziare a parlare, l'uomo di nome Mundungus iniziò a raccontare che la magia esisteva e che si studiava in una scuola di nome Hogwarts, di un mago malvagio di cui era proibito menzionare il nome e che anni prima aveva scatenato una guerra, aveva ucciso delle persone e odiava i babbani (Anche se sembrava un insulto, in realtà era la parola per indicare coloro che non avevano poteri magici). Ora quel mago che, per anni si era pensato fosse morto, era tornato e il mondo magico viveva nel terrore.
Quando Mundungus ebbe finito il racconto, Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena. Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone.
Fred abbassò la tazza e rivolto a Mundungus, sempre con un sorriso stampato in faccia, propose - Forse ci vorrebbe una dimostrazione pratica, piccola piccola...
- Fa come vuoi, Weasley... - si arrese Mundungus sbuffando - tanto fai sempre come ti pare...
Fred Weasley sorrise, se possibile, ancora di piú. Era palese che non vedesse l'ora di questa dimostrazione. Estrasse una bacchetta di legno dalla tasca dei jeans e, prima che Diana potesse fare qualsiasi cosa, la agitò pronunciando delle parole che lei non capì; dopo un attimo, la tazza di tè che Diana teneva ancora stretta tra le dita, si librò in aria, dove rimase pigramente a fluttuare.
Diana si mise a urlare, mentre Fred Weasley se la rideva di gusto chiedendole in tono sarcastico - Ora ci credi?
Diana gli fece una smorfia pensando che dovesse per forza esserci un trucco che lei non aveva capito. Si prese la testa tra le mani e appoggiò i gomiti sulle ginocchia sfregandosi gli occhi. Cominciava a sentire un inizio di mal di testa risalirle dalla nuca.
Fissò i suoi occhi in quelli della zia e si arrese chiedendo - Ok, mettiamo caso che io vi creda, cosa centriamo io e te in questa...cosa?
Fred si mosse sul cuscino del divano come per mettersi comodo, lasciando intuire che anche lui non conosceva quella parte della storia. In quel momento, Antares arrivò sbadigliando dalla camera da letto e, con un balzo, andò a posizionarsi sul divano accanto a Fred.
- Antares!! - sibilò Diana al gatto che non dava segno di darle retta - via di li!! - non voleva che quel pazzoide facesse roteare in aria il suo gatto come aveva fatto con la tazza di tè.
In tutta risposta il felino si acciambellò facendo le fusa, mentre Fred gli accarezzava la testa e guardava Diana con espressione di trionfo.
Zia Karen finalmente smise di tormentarsi con i denti le unghie della mano destra e iniziò a raccontare.
- Ecco, Diana, tu non hai mai conosciuto nonno William e nonna Rose, i miei genitori, ma loro erano maghi e provenivano da una famiglia di maghi a loro volta. Io e tuo padre, invece, siamo nati entrambi senza poteri magici. E' stato un duro colpo per loro realizzare che entrambi i loro figli erano maghinò, ma lo accettarono. Quello che non accettò mai la realtà era tuo padre. Odiava il suo essere Magonò e non riusciva a sopportare me perchè ero come lui. Non so come abbia conosciuto tua madre, ma lei era una strega. Si sposarono e, dopo poco, sei nata tu. Inutile dire che tuo padre sperava con tutto se stesso che tu fossi una strega come lei. Ma come ben sai le cose precipitarono: tua madre morì, la tua lettera per Hogwarts non arrivò mai e tuo padre ne fu distrutto. Qualche settimana dopo bussò alla mia porta chiedendomi di prendermi cura di te per un periodo e...ora sei qui - concluse la zia con un'espressione triste nel ricordare il passato.
Diana la guardava in silenzio. La zia non le aveva raccontato nulla che giá non sapesse, a parte il risvolto magico, si intende. Sapeva che suo padre era caduto in una profonda depressione dopo la morte di sua madre e, per questo, non aveva potuto occuparsi più di lei.
Ma...sua madre una strega? Perchè non lo aveva mai saputo prima di allora?
Zia Karen proseguì il racconto - Il negozio apparteneva ai tuoi nonni, che vendevano oggetti magici e non. In Scozia il confine tra la magia e la realtà è stato sempre molto sottile e maghi e non maghi si sono sempre accettati di buon grado, fino all'arrivo di Tu-sai-chi. Ora gli unici prodotti magici che vendiamo, li vendiamo di nascosto e, la maggior parte, me li fornisce il nostro Fletcher. - indicò con la mano Mundungus e poi riprese - I tuoi nonni erano studiosi e collezionisti di vecchi manufatti magici. Presumo che i seguaci di Tu-Sai-Chi stiano cercando qualche oggetto tra quelli, ma non saprei quali nè per quale motivo.
Si rivolse a Fred e Mundungus concludendo il discorso - Ora devo riaprire il negozio, ma stasera posso farvi vedere i pezzi da collezione non in vendita. Magari riconoscete qualcosa che vi può dare qualche indizio.
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Ciao a tutti!
In questo capitolo finalmente i protagonisti si incontrano e si inizia a conoscere qualche dettaglio del passato.
Come sempre, attendo di sapere la vostra opinione! Fatemi sapere che ne pensate!
Intanto grazie a chi legge e commenta :)
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