Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapitre 1

dieci anni prima.

un paio di uomini si scontrano accidentalmente contro una bambina di buona famiglia, che in un attimo cade all'indietro.

"Ehi brutta bamboccia."

"Guarda dove vai stupida figlia di papà. Ci sei finita addosso."

"C-Chiedo scusa."

lei risponde restando sdraiata nello stesso punto in cui era caduta, ma alla gente come loro delle scuse di una bambina non è mai importato nulla, al contrario trattano tutte le persone allo stesso modo, che siano povere creature innocenti o anziane signore.

"Lo sai che non ce ne fotte niente delle scuse di un povero insetto di merda come te?"

"E non ce ne fotte niente neanche da che famigli provieni. Adesso ti conciamo come si deve, così magari la prossima ci pensi due volte prima di andare a sbattere contro le persone sbagliate."

"M-Ma io non l'ho fatto apposta!"

"Oh e sta zitta."

Dopo averle urlato contro quelle parole non hanno esitato un secondo e le hanno tirato un calcio sul fianco, facendo allontanare la bambina ancora di più rispetto al punto in cui si trovava.

"Impara a tenere la bocca chiusa sgorbietto."

La povera creatura continua a far scendere lacrime lungo il suo dolce visino continuando a sperare che qualcuno possa salvarla.

"A-Aiutatemi."

"Ancora hai il coraggio di parlare?"

"Ti ho detto di stare zitta. Feccia."

la bambina chiude istintivamente gli occhi sperando che nel farlo il dolore diminuisca ma continuando a stringerli questa volta non ha sentito nessuno colpirla.
Al riaprire dei suoi occhi non ha notato altro che un ragazzo alto e scuro di capelli, possedeva un grimorio e senza alcun dubbio era un cavaliere magico.
Lui si volta verso di lei e con un sorriso grande come una casa le porge la mano, a quella immagine del ragazzo la povera bambina ha reagito con un sorriso accompagnato dalle lacrime di gioia contenenti nei suoi splendidi occhi chiari.

Da quel momento ha iniziato a vederlo come un eroe, il suo eroe.

cinque anni dopo

I due hanno continuato a vedersi.

La bambina di un tempo ora è cresciuta e ha 15 anni, l'età giusta per sostenere quell'esame che ha atteso per lungo tempo, continuando in sua attesa ad allenarsi duramente.
Desidera che quel tipo che da bambina ha sempre considerato un eroe e che ha tanto ammirato fosse fiero di lei e della sua crescita.

"Ehilà bambolina. Te la stai facendo addosso?"

"Piantala o ti uccido."

Quando il ragazzo l'ha salvata la piccolina aveva un viso talmente delicato e perfetto che sembrava di avere davanti una vera bambola di porcellana, guardandola negli occhi potevi rischiare di scioglierti completamente, da quell'incontro è nato questo soprannome.

"Però, che carattere di merda hai sviluppato."

"Cos è, diventando vecchia hai perso il senso dell'umorismo?"

"Ma se ho solo 15 anni! Se io sono vecchia allora tu dovresti già essere nella tomba!"

"E non ti alterare, che cazzo."

"Sei tu che mi fai alterare, uffa."

Sospira dandosi una calmata, è concentrata.

"Quindi sei pronta?"

"Oggi vedrai quanto sono diventata forte."

"Vedi di non farmi sprecare il mio tempo."

"Ma che modi! E poi guarda che sei costretto a restare lassù fino alla fine dell'esame!"

"Già, che palle. Beh, vedi di non deludermi bambolina ciclata. Ci conto."

Si erano trovati all'interno dell'arena qualche ora prima dell'inizio dell'esame.

Alla fine di esso la metà dei comandanti si alza, ma lei sapeva che lui non l'avrebbe fatto, glielo aveva detto chiaramente.
«Sappi che io non alzerò il culo da quella sedia. Se lo facessi non ci sarebbe alcun divertimento. Andrai in una compagnia diversa dalla mia senza fare storie, averti come avversaria sarà divertente e interessante allo stesso tempo»

Senza esitare la ragazza prende la sua decisione e entra a far parte della Golden Dawn.

Due anni dopo

Evelyn è stata convocata dal comandante per parlarle di una questione da lui ritenuta importante, ora si trovano nella sua stanza.

"Perché ti ho fatta chiamare? Evelyn."

"Credevo potesse dirmelo lei, comandante."

Il comandante della Golden Dawn, William Vangeance conosce ogni cosa che riguarda tutti membri della sua compagnia e non si è mai lasciato sfuggire nulla di essi.
Ora ha riconosciuto di avere davanti la più forte tra tutti i suoi ragazzi, ma lei di questo ne è sempre stata consapevole e lui ne era a conoscenza.

"Sei troppo forte, Evelyn."

"La ringrazio."

"Tra un anno sarai pronta."

La ragazza rimane in quella stanza ancora per qualche minuto ma poi è costretta a lasciarla, senza che il suo comandante le abbia fornito ulteriori informazioni riguardo quella storia.

L'anno successivo

Purtroppo una grave notizia colpisce Evelyn, lasciandola come paralizzata ad osservare avanti a se, accompagnando le sue lacrime con un lieve sorriso.

Essendo stata girata di spalle non ha potuto accorgersi di una persona.

Lo stesso ragazzo che ai dieci anni della bambina ha deciso di salvarla ha assistito a quella terribile scena con i suoi occhi, spiando per pochi secondi dalla porta che la ragazza ha lasciato semi aperta.

Di questo lei non ne è a conoscenza.

Il suo desiderio è che per nulla al mondo quella notizia venga rivelata all'uomo che da piccola ha sempre riconosciuto come il suo eroe e che ha tanto ammirato per tutti questi anni.

L'anno seguente

Evelyn ha il giorno libero e ha deciso di andare a trovare quella persona.
Non l'aveva mai fatto prima d'ora ma lui le aveva chiaramente fatto capire che poteva andarlo a trovare quando voleva.
«Il fatto che tu non sia dei nostri non significa che tu non possa muovere il culo da quel cazzo di posto per venire a farmi visita. Però vedi di non farci troppo l'abitudine o ti faccio fuori»
I suoi modi sono sempre stati questi ma si poteva capire con facilità cosa provava, alla fine sono nove anni che i due si conoscono.

"È permesso?"

Ha chiesto poco prima di vedere la porta volare davanti ai suoi occhi e non solo.
Davanti a lei sembra ci siano un branco di tori impazziti intenti a sfasciare tutto.
Nonostante fosse a conoscenza delle voci che girano a riguardo e del fatto che come compagnia sia considerata la peggiore non credo se l'aspettasse esattamente così.

"Scusate poss-"

"Ti faccio a pezzi brutto bastardo!"

Un ragazzino biondo ha iniziato a ridere mettendosi a correre per sfuggire ad un altro, che come se nulla fosse gli sta tirando dietro delle palle infuocate.
Per come stanno le cose ora potrebbe tranquillamente mettersi a gridare per farsi notare da tutti, ma Evelyn non se la sente di alzare la voce e intervenire con persone con le quali non ha mai scambiato parola.

"Ehm, ragazzi? Scusa-"

"NON OSATE TOCCARE IL MIO CIBO"

Per l'ennesima volta viene interrotta e un enorme esplosione le appare davanti, ma successivamente il motivo per il quale ha preso la decisione di venire qui si avvicina agli altri, alzando la voce con loro e tirando un forte pugno contro la parete.

"Smettetela di spaccare tutto branco di stronzi altrimenti vi ammazzo!"

Evelyn sospira accennando poi un sorriso, avendo riconosciuto i suoi modi.
Quando nota un improvviso e strano silenzio decide di avvicinarsi facendo il suo ingresso nella stanza principale in cui ora si trovano tutti ad osservarla, qualcuno dandole più attenzione di altri.

"Evelyn?"

"Eh? Lei conosce quella splendida ragazza?"

"Già. Tieni le mani a posto o ti ammazzo."

"R-Ricevuto!"

"La mia amata Marie è davvero un angelo."

Nel frattempo qualcuno di loro si è avvicinato a Evelyn senza neanche lasciare che facesse una presentazione, forse neanche lei si sarebbe mai aspettata questa piacevole accoglienza dato che fino a poco fa sembravano tutti dei pazzi squilibrati intenti a cercare di uccidersi l'un l'altro, forse la poverina è arrivata anche a chiedersi se questo è il loro comportamento di tutti i giorni.

"Ehi, che ne dici di bere un goccio?"

"B-Beh certo. Grazie."

"Ehi Ehi! Ti va di combattere?"

"Combattere?"

"Brutto piccoletto bastardo vieni qui! Mi hai rubato di nuovo il budino, ti distruggo!"

Sul viso della ragazza appare un sorriso.

Era divertita e quei ragazzi sembravano iniziare davvero a piacerle.

L'anno seguente, nel presente.

Sospiro osservando per un attimo il cielo sereno privo di qualsiasi nuvola, la mia mano appoggiata al vetro freddo della finestra di questa stanza mi provoca un senso rilassante.
Tanti ricordi e pensieri vagano lungo la mia mente, ormai è talmente incasinata che faccio fatica a metterla in ordine.
Improvvisamente sento qualcuno bussare tre volte alla porta, non dico nulla permettendogli così di entrare senza che serva una mia risposta, dopotutto ormai è diventato un nostro modo di comunicare.

"Allora, come stai?"

"Sto bene. Non devi preoccuparti."

"Ne sono felice. Ricordati di prendere-"

Allungo un braccio interrompendo la frase che era intento a pronunciare, lasciando la mia mano in direzione delle sue labbra.

"Non dire altro. Lo sai che detesto parlarne."

"Hai ragione. Scusami."

"Non fa niente. Apprezzo che ti preoccupi per me lo sai, ma non devi esagerare."

Gli rivolgo un sorriso che lui ricambia a sua volta, nel mentre mi siedo sul letto.

"Così domani è il grande giorno."

"Già."

Risponde, sistemandosi gli occhiali con un dito.

"Credi che ne arriveranno tanti?"

"Ne dubito fortemente."

"Lo credo anche io. Però ammetto di essere curiosa dei nuovi arrivati."

"Se ce ne saranno."

"Dai Klaus, non essere così pessimista."

"Sono realista, non pessimista."

Si sistema si nuovo gli occhiali, lasciandomi un secondo per sospirare e riprendere a parlare subito dopo.

"Comunque in caso qualcuno venga scelto è molto probabile che verrà assegnato a me. Quindi gradirei che nel momento in cui te li presenterò non mi facessi fare brutta figura."

Per un attimo scoppio a ridere notando la sua espressione leggermente in imbarazzo.

"Ah quindi non ti fidi della tua sorellina?"

"Hai due anni in più di me. Sei mia sorella maggiore, quindi comportati come tale."

"Mamma mia. Come sei noioso."

Gli lancio un cuscino cercando di colpirlo ma lui lo schiva senza problemi, non scomponendosi neanche di un centimetro.

"Ora vado. Devi riposare."

"Sono parecchio stanca ultimamente."

"Beh è naturale. Sei il vice-comandante."

"Già."

Mi sdraio lungo il letto tenendo la schiena appoggiata allo schienale e le braccia abbracciate alle ginocchia, notando mio fratello chiudere la porta rimanendo all'interno della stanza, girandosi e guardando poi verso la mia direzione.

"Che cosa c'è?"

"Ti vedi ancora con quel tipo?"

"Eh? Ma di quale tipo parli?"

"Ti ho vista questa mattina."

Arrossisco per un attimo.
Non mi sarei mai potuta aspettare una domanda del genere da mio fratello, so che a me ci tiene anche se spesso tende a non farlo vedere, però non credevo arrivasse addirittura a incuriosirsi sulle questioni personali che riguardano la mia vita, forse anche questo suo interesse è una delle cose che preferisce non mostrarmi?

"È solo un amico."

"Non è della nostra compagnia."

"Fa differenza?"

"Certo che fa differenza e questo dovresti saperlo benissimo anche tu. Il Black Bull è la peggiore in circolazione. Insomma, che razza di ragazzi frequenti? Credevo non ti piacessero quelli come loro."

Sospiro voltandomi per un attimo dall'altra parte, conoscendolo senza alcun dubbio ora nella sua testa mi starà dando della bambina senza cervello, in questi casi è preferibile lasciarlo parlare da solo altrimenti rischia di non finire più.

"Ti ripeto che non c'è nulla di male."

"Stai scherzando?"

"Dai. È carino. Dovresti conoscerlo."

"Grazie ma non ci tengo."

Mi faccio scappare una risata trattenuta, farlo innervosire mi diverte.

"Guarda che ho 20 anni e sono tua sorella maggiore! Dovrei essere io a farti il culo perché esci con una ragazza che non mi va a genio!"

"Ma se io non esco con nessuna ragazza."

"Appunto, sbrigati a trovarne una."

"Come siamo finiti a parlare di questo?"

"È colpa tua."

Metto per un attimo il broncio ruotando gli occhi e trasformandomi per un attimo in una sorella stupida.
Ogni tanto questi cambiamenti mi rendono felice e mi fanno divertire, non facendomi pensare alle cose negative che mi circondano.

"Colpa mi- okay va bene."

Tossisce per qualche secondo cercando di sdrammatizzare e modificare l'atmosfera, tornando quindi subito serio.

"Tornando a noi. Ti lascio riposare."

"Bene. Ci vediamo domattina allora."

Il suo sguardo si sposta sul comodino di fianco al letto, sopra il quale è appoggiata una lettera.
Essendomene resa conto tardi e non avendo prestato attenzione ai suoi movimenti non ho potuto prevedere le sue intenzioni e di conseguenza ora è intento ad osservare la lettera per trovare il mittente.
Mi alzo senza farmi notare togliendogliela poi dalle mani, ora sta esagerando.

"Non è carino farsi gli affari degli altri. È la seconda volta che devi lasciare la stanza e invece ti fermi per dirmi o fare altro. Se non hai bisogno di nulla puoi tranquillamente ritirarti nella tua stanza invece di ficcare il naso in cose che non ti riguardano. Ti è chiaro, fratellino?"

Gli rivolgo un occhiolino nel mentre lui si sistema gli occhiali osservandomi poi nel modo più storto e sospettoso possibile, certo che si sta facendo un po' troppi problemi.

"Chi è Fin?"

Arrossisco e posiziono la lettera nella mia mano sinistra che per nasconderla posiziono dietro la schiena, intanto con la mano destra lo spingo verso la porta per farlo uscire.

"Ehi, datti una calmata."

"Non mi do una calmata."

"Aspetta un attimo, sta ferm- Mi stai forse cacciando?"

"Certo che ti sto cacciando! Stasera sei una cosa insopportabile, esci da camera mia!"

"Voi donne siete tutte complicate. Non riuscirò mai a capire cosa vi passa per la testa."

"Buonanotte fratellino."

Lo chiudo fuori interrompendo le sue parole, stavamo alzando troppo il tono della voce e abbiamo rischiato di svegliare sia gli altri che il comandante, la prossima volta devo cercare di fare più attenzione a dove metto le cose.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro